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Terapia del mal d'amore
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E-book342 pagine4 ore

Terapia del mal d'amore

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L'amore è un argomento inesauribile; tutti i secoli ne hanno parlato in versi e in prosa, ma al nostro spetta il merito di averlo considerato nella sua parte fisiologica e patologica. Di qui l'abbondanza dei manuali di fisiologia, d'igiene, di psicopatie sessuali.
Ne mancava però ancora uno su quella che pur è la malattia più comune e, forse appunto per questo, la più trascurata: il così detto mal d'amore.
Premettiamo subito che questo male può essere soltanto oggettivo se l'oggetto che lo ispira è cattivo o riprovevole, soggettivo se chi ama lo fa in modo illecito e disordinato, infine, misto se, come capita il più delle volte, si uniscono l'una e l'altra cosa.
In tutti i casi, non vi è dubbio che un tal male, sebbene sia uno di quelli che tutti ebbero, hanno o avranno, è uno dei più penosi e dannosi di cui si vorrebbe guarire. Ma come fare?
Lo insegna praticamente questo libro. Esso si divide in tre parti nella prima delle quali si considera il male in se stesso ossia nella sua origine, nei suoi sintomi, nel suo sviluppo, nelle sue manifestazioni, ecc. Nella seconda si dipingono a forti tinte, perché meglio rimangano impresse, i suoi molteplici danni fisici e morali, individuali e sociali. Nella terza, infine, si espongono i rimedi preventivi e repressivi più efficaci.
Tutto ciò viene volgarizzato in questo libro con scienza ed esperienza, con argomenti ed esempi e anche con un linguaggio adatto ai lettori cui specialmente si rivolge.
A costoro — come ben direbbe anche un altro moralista — non si può certo presentare un mazzetto di fiorellini mistici, che al loro olfatto guasto non avrebbe odore; ne un manuale di pietà stillante di rugiada e unzione, che ai loro palati disgusterebbe come una tazza d'acqua tiepida. Sono avvezzi, purtroppo, ad altre vivande e bevande. Per riportarli al pane, bisogna adoperare un po' di quel pepe buono che vince lo zenzero; per indurli all'acqua pura, è necessario far sentire che vi sono ebbrezze superiori a quelle dell'acquavite. E siccome anche non sanno intendere che il proprio linguaggio, così bisogna sapervisi adattare, come spero di esservi riuscito.
D'altra parte, nell'argomento di cui si tratta, il linguaggio più realista e schietto finisce coll'essere anche il più castigato. Si noti al proposito che gli scrittori pornografici non adoperano mai le parole più crude, perché sanno benissimo che non otterrebbero lo scopo afrodisiaco che si promettono. Usano invece giri di parole, velature, allusioni, metafore, perché sanno, per istinto, che la penombra in cui sono lasciate le realtà, riesce a suggerire immagini erotiche ancora più sicuramente che le parole nude e crude, quali appunto ho preferite.
Io ritengo modestamente di non essermi in questo mio nuovo libro di terapia sessuale, neppure lontanamente avvicinato a tali grandi maestri; ma spero tuttavia che esso non riuscirà meno gradito ed efficace a quelli per cui fu scritto.
LinguaItaliano
Data di uscita9 ago 2017
ISBN9788822809940
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    Terapia del mal d'amore - Antonio Gandin

    Terapia del mal d'amore

    Antonio Gandin

    Fratelli Bocca Editori – Prima edizione digitale 2017 a cura di David De Angelis

    INDICE

    PREFAZIONE

    PARTE PRIMA: IL MALE

    - I - CHE COS'È. L'AMORE

    - II - COME NASCE L'AMORE

    - III - CIRCOSTANZE INFLUENTI SULL'AUTO-SUGGESTIONE AMOROSA

    - IV - DONNE SUGGESTIVE

    - V - AMBIENTI SUGGESTIVI

    - VI - NELLO STATO DI SUGGESTIONE EROTICA

    - VII - COME VIVE L'AMORE

    - VIII - COME SI MANIFESTA L'AMORE

    - IX - COME FINISCE L'AMORE

    - X - I DUE AMORI

    PARTE SECONDA: I DANNI

    - I - AMORE CHE ODIA

    - II - AMORE CHE DISPREZZA

    - III - AMORE CHE TIRANNEGGIA

    - IV - AMORE CHE INGELOSISCE

    - V - AMORE CHE ADDOLORA

    - VI - AMORE CHE IMPOVERISCE

    - VII - AMORE CHE ABBRUTISCE

    - VIII - AMORE CHE SFRUTTA

    - IX - AMORE CHE COCAINIZZA

    - X - AMORE CHE IMPAZZISCE

    - XI - AMORE CHE INFETTA

    - XII - AMORE CHE CONTAGIA

    - XIII - AMORE CHE UCCIDE

    - XIV - AMORE SUICIDA

    - XV - AMORE CHE IMBASTARDISCE

    - XVI - AMORE CHE DANNA

    PARTE TERZA: I RIMEDI

    - I - RIMEDI PREVENTIVI

    - II - FORMAZIONE DELL'IDEALE SESSUALE

    - III - EDUCAZIONE AFFETTIVA

    - IV - PERFEZIONAMENTO DELL'IDEALE SESSUALE

    - V - IL RISPETTO ALLA DONNA

    - VI - AFFETTI BUONI

    - VII - L'UNIONE MATRIMONIALE

    - VIII - IDEALI NOBILI

    - IX - TERAPIA SESSUALE

    - X - TERAPIA SPIRITUALE

    - XI - RIMEDI REPRESSIVI

    - XII - ALL'ALBA DELL'AMORE

    - XIII - NEL MERIGGIO DELL'AMORE

    - XIV - NELLA CANICOLA DELL'AMORE

    - XV - NEL TRAMONTO DELL'AMORE

    PREFAZIONE

    L'amore è un argomento inesauribile; tutti i secoli nehanno parlato in versi e in prosa, ma al nostro spetta il merito diaverlo considerato nella sua parte fisiologica e patologica. Di quil'abbondanza dei manuali di fisiologia, d'igiene, dipsicopatiesessuali.

    Ne mancava però ancora uno su quella che pur è lamalattia più comune e, forse appunto per questo, la piùtrascurata: il così detto mal d'amore.

    Premettiamo subito che questo male può essere soltantooggettivo se l'oggetto che lo ispira è cattivo o riprovevole,soggettivo se chi ama lo fa in modo illecito e disordinato, infine,misto se, come capita il più delle volte, si uniscono l'una el'altra cosa.

    In tutti i casi, non vi è dubbio che un tal male, sebbenesia uno di quelli che tutti ebbero, hanno o avranno, è uno deipiù penosi e dannosi di cui si vorrebbe guarire. Ma comefare?

    Lo insegna praticamente questo libro. Esso si divide in treparti nella prima delle quali si considera il male in se stessoossia nella sua origine, nei suoi sintomi, nel suo sviluppo, nellesue manifestazioni, ecc. Nella seconda si dipingono a forti tinte,perché meglio rimangano impresse, i suoi molteplici dannifisici e morali, individuali e sociali. Nella terza, infine, siespongono i rimedi preventivi e repressivi più efficaci.

    Tutto ciò viene volgarizzato in questo libro con scienza edesperienza, con argomenti ed esempi eanche con un linguaggio adattoai lettori cui specialmente si rivolge.

    A costoro — come ben direbbe anche un altro moralista— non si può certo presentare un mazzetto di fiorellinimistici, che al loro olfatto guasto non avrebbe odore; ne unmanuale di pietà stillante dirugiada e unzione, che ai loropalati disgusterebbe come una tazza d'acqua tiepida. Sono avvezzi,purtroppo, ad altre vivande e bevande. Per riportarli al pane,bisogna adoperare un po' di quel pepe buono che vince lo zenzero;per indurli all'acqua pura, è necessario far sentire che visono ebbrezze superiori a quelle dell'acquavite. E siccome anchenon sanno intendere che il proprio linguaggio, così bisognasapervisi adattare, come spero di esservi riuscito.

    D'altra parte, nell'argomento di cui si tratta, il linguaggiopiù realista e schietto finisce coll'essere anche il piùcastigato. Si noti al proposito che gli scrittori pornografici nonadoperano mai le parole più crude,perchésanno benissimoche non otterrebbero lo scopo afrodisiaco che si promettono. Usanoinvece giri di parole, velature, allusioni,metafore,perchésanno, per istinto, che la penombra in cui sonolasciate le realtà, riesce a suggerire immagini eroticheancora più sicuramente che le parole nude e crude, qualiappunto ho preferite.

    E anche in ciò, non feci che seguire l'esempio dei nostrigrandi maestri e moralisti, incominciando da quelli biblici. Chivolesse cercare nelle Scritture, troverebbe centinaia di passi doveanche le cose più sconce sono chiamate con i loro nomi, nonesclusa quella in cui si tramuta nel nostro corpo il cibo che sitrangugia. Si potrebbe, allo stesso modo, mettere insieme unflorilegio scandaloso, frugando nelle opere dei Padri della Chiesai quali, poveretti, non si immaginavano che fosse peccato chiamarele cose brutte col brutto nome che hanno. Anzi ClementeAlessandrino protesta chenon dobbiamovergognarci di parlaredi quelle cose che Iddio non ebbe vergogna di creare, ed ilfiero Tertulliano aggiunge: Natura veneranda est, nonerubescenda.

    Persuaso di ciò, san, Pier Damiani, nel suo famoso LiberGomorrhianus, scrive pagine che — al dir di un suo biografo— farebbero invidia a Giovenale, e prevedendo lo scandalo deisoliti puritani, diceva:Se il medico rifugge dalle piaghecancrenose, chi le curerà?. Perciò lo stessoPontefice Leone IX, cui il libro è dedicato, logiudicavaopportunissimo alla necessità deitempi. E l'altro Papa Innocenzo III, nel suo De contemptumundi, dove traccia un impressionante quadro della corruzione delsuo secolo, sembra superare lo stesso Damiani.

    Io ritengo modestamente di non essermi in questo mio nuovo librodi terapia sessuale, neppure lontanamente avvicinato a tali grandimaestri; ma spero tuttavia che esso non riuscirà meno graditoed efficace a quelli per cui fu scritto.

    PARTE PRIMA: IL MALE. CAPITOLO I-CHE COS' È L'AMORE

    Risposte di filosofi e poeti antichi e moderni - Che se ne ricava - Geroglifico hegeliano - L'essenza dell'amore - L'amore integrale - Necessità d'amare.

    Che cosa siano le bastonate, dice Heine, scherzando al solito,si sa per prova; ma che sia l'amore, nessuno ha mai potuto spiegarlo. È certo ch'esso diede sempre un gran da fare al genere umano. Non v'ha scienza che non l'abbia studiato, religione che non l'abbia consacrato, arte che a lui non s'ispiri in ogni tempo e luogo.

    L'antichità ne investigò le origini e Seneca lo fece discendere, non senza filosofiche ragioni, da Venere e da Vulcano.

    Cicerone trovò la trinità in lui e disse, anch'egli non senza motivi, che uno nacque da Mercurio e da Venere, un altro da Venere e da Marte, e il terzo da Mercurio e da Diana, ammettendo così, oltre la pluralità dei padri, anche quella delle madri.

    I musei abbondano di capolavori che rappresentano l'amore nelle più svariate e fantastiche forme.

    Si riempirebbe poi una biblioteca se si volessero citare anche solo le definizioni che dell'amore si diedero. Ovidio, gran maestro in arte, lo chiamaun misto di veleno e di miele, la qual miscela permette di saperne quanto prima. Plutarco stillava miele davvero quando lo definì:il precettore di ogni bene; maBacone, senza ombra di spleen, protestò che èil perturbatore del mondo4. Un connazionale del signore di Verulamio, Shakespeare, aveva manifestata la medesima opinione in forma ultra poetica dicendo:l'amore in un'anima bella reca il servizio che alla rosa fa il verme. Prudentemente si contenne Virgilio riconoscendone l'immensa potenza e sentenziandoche tutto vince; mentre Dante, suo discepolo, vi aggiunge qualche cosa col designarlo:semente in noi d'ogni virtute e d'ogni operazion che merta penaDal poeta Esiodo fu salutato:l'architetto dell'universo, e Michelangelo afferma che l'amore dàle ali all'anima per salire fino a Dio. Nè meno entusiasta il Tasso:

    Amor alma è del mondo.Amore è mente Che volge in del per corso obliquo il sole.

    Aprendo poi libri moderni, si leggono anche qui i giudizi più disparati. Pel Leopardi:ad atti egregi è sempre sprone amor. Per il Metastasio l'amorenon è che frenesia, la qual cosasitrova ripetuta in Hamilton, Byron, Chamfort e in tanti altri scrittori stranieri. Pel Guerrazzi l'amore sarebbequella dolcissima corrispondenza degli spiriti che di due anime ne forma una solapel Descuret èla più dolce e terribile passione, per Stendhalil più orgoglioso desposta, infine, lo storico Michelet non pensò d'esagerare affermando che l'amoreè la questione essenziale che si agita sotto le basi della società.

    Ora, da tutte queste definizioni, che se ne ricava?

    Ben poco più che dal famoso geroglifico della filosofia hegeliana:L'amore è l'idealità della realtà di una parte della totalità dell'essere infinito, accoppiato con la cupidità fra l'lo e il Tu; giacchè Io e Tu è Egli.

    L'indovini chi è buono!

    Se si vuol capire qualche cosa dell'amore anche qui non bisogna perdersi in arzigogoli o nelle stelle, ma scendere alla sua umile essenza, comune a tutti gli animali, che consiste nell'istinto sessuale di riproduzione il quale è stimolato da speciali ormoni che secernono le glandole generative d'ambo i sessi, come pure dal bisogno che queste hanno di espellere i loro umori, il che faceva dire a Montaigne:je treuve aprè tout, que Vénus n'est autre chose que le plaisir à décharger ses vases; e più recentemente anche a Féré: «L'appétit sexuel est, avant tout, un besoin géneral de l'organtsme basé sur un certain besoin d'évacuation".

    Questa dunque la genuina essenza fisiologica dell'amore sessuale che rimasta sempre tale negli animali, nell'uomo invece, per gli ostacoli religiosi, e sociali incontrati a naturalmente espandersi, attraverso un processo millenario messo in bella evidenza dal Paulhan e dall'Arrighinibo, sempre più pervase il campo psichico e si personalizzò, complicò e sublimò in modo da assurgere ai più elevati sentimenti o travolgenti passioni.

    Per quanto però nell'uomo l'amoresisia sublimato, non può a meno di estrinsecarsi, come ogni altro suo fenomeno, dall'intero suo essere il quale constando ex anima et corpore, entrambi quindi vi devono concorrere. Chi dice di amare solo spiritualmente, in realtà non ama meno di chi lo fa solo carnalmente nel primo caso è misticismo, nel secondo è lussuria, ma in nessuno, amore umano, ch'è quello espresso così dal poeta:

    Nelle mie braccia ti stringo tutta, materia ed anima.

    Come pur si esprime lo Strindberg, il così detto amore spirituale è un sentimento complicato, falso, malsano. Anche amore puro è espressione contraddittoria, almeno se s'intende significare non sensuale. L'amore deve essere sensuale per essere sano e come tale estendersi anche al corpo. Purtroppo, la parola sensualità ha preso un significato volgare dalla cadaverica nostra morale secondo la quale lo spirito è nemico e prigioniero della carne:Annientate la carne e rendete la libertà allo spiritopredica essa; ma non si pensa che corpo ed anima costituiscono unsol composto umano e che annientando l'uno, si annienta pur l'altra.

    Nè dobbiamo lasciarci eludere da certi ultrasublimi amori quali quelli di Dante per Beatrice, di Petrarca per Laura,ecc.; essi hanno pur sempre il loro equivalente carnale poichè si può amare una donna solo con lo spirito a patto di amarne altre con tutto il resto. Così, per limitarci a Dante, sappiamo che ne ebbe più di dodici, senza contare la moglie, e lo stesso Boccaccio ci fa sapereche in lui trovò amplissimo luogo la lussuria, e non solamente noi giovani anni, ma anche nei maturi21.

    Non fidiamoci quindi troppo quando ci si parla di amori ideali o platonici di certi superuomini; in ogni caso se sono normali, se amano umanamente, non possono fare a meno anch'essi di amare integralmente con tutta l'anima e con tutto il corpo.

    E un tale amore non intendiamo sconsigliarlo a nessuno in questo libro, anzi lo riteniamo a tutti necessario sia al benessere fisico che psichico. Da troppi moralisti si continua a far credere essere l'amore sessuale ordinato solo al bene della specie; ma la scienza ha ormai dimostrato che, prima ancora, è ordinato al bene dell'individuo. L'endocrinologia specialmente, ha messo in evidenza l'influsso enorme che le secrezioni siaendocrine che esocrine delle ghiandole generative hanno sull'armonico e sano sviluppo somatico e i gravi danni e malanni che spesso derivano da una forzata continenza o dal semen retentum". Tutto ciò si riflette poi inevitabilmente sulla psiche provocando turbe nervose, squilibri mentali, psicopatie varie, ecc.

    Ma quella che ne risente di più è forse la vita affettiva. Un filosofo lo ha detto:Chi non gusta le ebbrezze dell'amore, non potrà mai essere buono, e noi aggiungiamo anche socievole, caritatevole, compassionevole. Tutti questi sentimenti altruistici, che giacciono molto in fondo all'uomo, a farli scaturire, più che insegnamenti ed esempi morali, abbisogna l'amore. Lo stesso dotto gesuita Padre Meyer, nella sua pregevole Scienza dei Santi, fa osservare come in qualsiasi relazione sessuale, per quanto anche viziosa, non può mancare almeno un seme di bontà, che sviluppandosi con gli stessi trasporti amorosi, pone appunto nelle parole e azioni degli amanti tanta tenerezza e sentimento. Ora tutta questa affettività, forseper anni coltivata e sviluppata, sebbene in un campo sterile e fangoso, non può andar perduta e in seguito, in altro campo, darà frutti abbondanti di altruismo, di carità, di sacrificio, forse anche di santità. Questo fenomeno non è infatti raro nelle vite dei santi, parecchi dei quali potrebbero ripetere col Salmista di essere pervenuti al refrigerio passando per le acque limacciose ed il fuoco ardente delle più sensuali passioni.

    Se tanto quindi può anche un amore impuro e peccaminoso, quanto più quello sano e normale! Non si creda quindi di educare e perfezionare l'uomo senza quelmaestro di ogni bene, come sentimmo appellarlo da Plutarco, che è l'amore; nè si pensi di poter sostituire all'amore umano unaltro di solo puro spirito o idealità: quando saremo trasformati in angeli, si potrà amare cosi; ma fino a che siamo uomini, ossia un composto di spirito e di corpo, non possiamo fare a meno, nè dobbiamo cercare che di amare con entrambi ossia umanamente;con la sola testa,dice un nostro fisiologo,non si ama, occorronoanche i testicoli; e lo stesso mistico san Bernardo lasciò scritto, a nostra consolazione:Essendo noi carnali e nati dalla concupiscenza della carne, è necessario che i movimenti della nostra cupidigia, cioè del nostro amore, non vadano scompagnati dalla carne.

    Tutto ciò era opportuno ripetere anche da noi rudemente fin dall'inizio di questo libro perché non si sospetti che con esso si voglia condannare il sano e legittimo amore umano: questo non costituisce un male,ma un bene, il massimo dei beni; il male è dato invece dall'amore snaturalizzato, dimezzato o vizioso, corrotto, lussurioso che è il rovescio del precedente. Ne comprenderemo la differenza nei seguenti capitoli, intanto concluderò questo coll'invito del poeta:

    O genti umane affaticate...Noi troppo odiammo e soffrimmo: amate.Il mondo è bello e santo è l'avvenir.

    CAPITOLO II-COME N'ASCE L'AMORE

    Teorie antiche e moderne - Nasce come la verità Ideale sessuale congenito, acquisito, misto - Adeguazione dell'ideale sessuale con la persona amata - In che modo si afferma - Lavoro d'autosuggestione Mi sono ingannato! - L'eterna illusione - L'amore è un fenomeno di autosuggestione.

    Nell'origine, l'amore buono e cattivo si assomigliano e hanno, più o meno, le stesse cause.

    Quali e quante siano queste cause, anche qui entriamo nel campo delle ipotesi. È un'energia magnetica che s'irradia dagli occhi? È una combinazione dei fluidi, che emanano dai corpi? È semplicemente un'affinità simpatica fisica o psichica? È il completarsi di temperamenti e di facoltà contrarie? È invece il proprio io che vediamo prolungarsi e quasi riprodursi in altri?

    Giacché si sono escogitate tante teorie, sia concesso anche a me d'esporre la mia, padroni tutti di considerarla come vogliono.

    Ciascuno di noi, come ha un temperamento, una inclinazione o una fisionomia particolare, così pure un diverso e proprio ideale estetico sessuale che può essere congenito, acquisito o misto.

    Ilcongenito, nasce, più o meno completo, con l'individuo, per influenze ataviche, per combinazioni e risultati endemici e psicofisiologici.che non è qui necessario approfondire. Dante il quale, a otto anni, vede Beatrice e si accende di quella fiamma che lo sublima, non ebbe certo il tempo di formarsi un gusto estetico, il suo era congenito.

    L'acquisito è dovuto all'ambiente, all'educazione, alle circostanze, si forma poco alla volta con la cultura, con la frequenza di luoghi e persone. Così, per citare un fatto recente, quella nostra principessa che ad un re preferì un abile cavallerizzo, vi fu spinta certo dal gusto estetico in lei sviluppatosi dal frequentare corse, ippodromi, cavalli e cavalieri.

    Il misto partecipa di entrambi i precedenti, ad esso si devonoi grandi amori di Abelardo e di Eloisa, di Giulietta e Romeo, di Paolo e Virginia, e la massima parte di tutti gli altri amori buoni o cattivi, felici o infelici dei miseri mortali.

    Ammesso così in ciascuno un gusto estetico, un tipo di bellezza sessuale particolare, ne deriva per conseguenza che si desidererà e amerà tanto più chi meglio vi corrisponde. Ecco allora come nasce l'amore: l'amore nasce come la verità. La verità, secondo la celebre sentenza scolastica,è l'adeguazione del nostro intelletto con la cosa esterna; così l'amore è l'adeguazione del nostro ideale sessuale con una data persona. E a quel modo che l'adeguazione più o meno perfetta dell'intelletto con la cosa, dà luogo ad una verità soggettiva più o meno precisa e completa, così anche l'amore sarà più o meno intenso e sincero secondo il grado della sua adeguazione.

    Quando tale adeguazione è perfetta, allora si ha l'amore classico, l'amore cantato dai poeti, descritto dai romanzieri, che nasce con uno sguardo, che scocca al primo incontro come tra i due poli la scintilla lucida e calda. La persona che lo suscita e si vede così per la prima volta, ci è già nota attraverso un lungo lavorio ancestrale e subcosciente che rivela al nostro essere, con i connotati fisici, le qualità psichiche corrispondenti e ci mette in grado di giudicare queste da quelli.

    Nei coups de foudre, si tratta infatti di attrazioni di ordine elevato, veramente integrali, che rappresentano la realizzazione di un sogno lungamente accarezzato, la materializzazione di una creatura idea le, nota all'anima nostra che ne è già piena quando la s'incontra in un'improvvisa incarnazione, per cui ci pare di averla sempre amata. E quando questa figura, con quelle forme vagheggiate, balza nel mezzo della nostra vita, ne restiamo presi potentemente, ci pare di averla vista tanto tempo prima, e non con i soli occhi dello spirito, che se l'è foggiata pazientemente e lungamente, secondo le proprie aspirazioni, nei sogni e nelle lunghe veglie sognanti. È l'essere gemello plasmato da noi stessi, nel quale c'imbattiamo e verso cui ci si slancia appassionatamente, per un vero chemotropisrno positivo fisico-psichico. A proposito di questi amori torna in mente il mito platonico dell'unità umana ricomponentesi dopo che le due metà, le quali originariamente la formavano e vennero disgiunte, si ritrovano e ricongiungono dopo d'aver errato in una ricerca affannosa per ritrovarsi. E questa ricongiunzione platonica è fusione di anime rinchiuse nei corpi che ne sono, qualche volta, l'espressione.

    Quando una folgore simile scocca e fonde due corpi e due anime, alla prima vista, è folgore benefica, chescalderà perennemente dando tutte le delizie dell'amore. In questo rarissimo caso, non c'è più nulla da fare, non resta che benedire la felicità di due esseri eccezionali creati l'uno per l'altro.

    Quando invece l'adeguazione, come accade il più delle volte, non è per sè completa, perfetta, allora bisogna notare che non resta stazionaria: o decresce e svanisce del tutto, o viene tosto artificialmente completata. In questo secondo caso succede, in chi sta per innamorarsi, un singolare fenomeno suggestivo di adattamento: senza sforzo, quasi senza accorgersi, egli completa l' adeguazione conferendo al soggetto quanto gli manca per corrispondere al suo ideale estetico.

    Così Tizio, leggendo da giovanetto il Qua vadis?, ove tanto si parla della bellezza e della grazia di Licia, ne è rimasto colpito, e inconsciamente, vi ha modellato sopra il suo gusto estetico della donna. A vent'anni egli, sempre coll'ideale in cuore di quella vergine bionda e azzurra, graziosa e snella come un giunco, s'incontra in una fanciulla che ha, è vero con essa qualche cosa in comune:capelli biondi, occhi azzurri, corporatura vezzosa... però non è tutto, per essere l'eroina dello Sienckievic, mancano molti incanti:non c'è sul volto quel colorito di rosa, quella espressione pudica e gentile, non c'è sulle labbra il sorriso affascinante, la parola dolce; alle movenze del corpo fa difetto la grazia, la plasticità... Ma tutto ciò e molto altro ancora, il giovane ve lo aggiungerà incoscientemente sì da rendere sempre più la fanciulla eguale a Licia, ossia al suo ideale estetico, e allora l'amore viene da sè.

    Perspiegare poi questo fenomeno autosuggestivo di adattamento, non c'è bisogno di ricorrere, come pretendono altri, i1misterioso lavorio della subcoscienza; è un fatto che noi siamo istintivamente portati a dar corpo alle nostre immagini, a riprodurre e ad esteriorizzare le nostre creazioni interne: una forte preoccupazione, un'idea fissa, ossessionante, non possono diventare illusioni e anche allucinazioni?

    Ciò avverrà quindi, tanto più facilmente quando all'esterno vi sia già qualche cosa di reale su cui fabbricare. Non è forse vero che quando noi desideriamo una persona, passeggiando per la città ove abita, ci capiterà di confonderla una mezza dozzina di volte con altre?

    Quest'altre avranno qualche cosa di simile:la corporatura, il modo di camminare, di vestire, ma il resto ce lo mette La nostra passione.

    Orbene, alla stessa guisa, chi ha un vivo ideale estetico basterà che incontri alcuno che, in qualche cosa vi corrisponda, per subito prenderlo per tale. Avvicinatolo meglio, si accorgerà delle differenze, delle lacune; ma l'immaginazione scossa ed eccitata, ma la brama di trovare quanto sogna e sospira, gliele faranno insensibilmente sparire o colmare.

    Cosi, togliendosi quella signorina il velo o il cappellino, il giovanotto, che ha l'ideale di Licia in cuore, vede bene che le chiome sono piuttosto oscure per essere come la biondissima figlia dei re asiatici; ma il desiderio di vederle tali, favorito forse le prime volte da circostanze di ambiente, di luce, ecc., gliele farà sembrare sempre meno scure finché, dopo qualche settimana, se gli domanderete il colore dei capelli della sua fidanzata, sarà capace di rispondervi con tutta sincerità:Sono biondi come l'oro!.

    Togliendosi quella signorina i guanti, il giovanotto, che ha l'ideale di Licia in cuore, vede bene che le mani, invece di essere affusolate e candide come quelle che si offrivano al bacio di Vinicio, sono brune epaffutelle; ma involontariamente egli correggerà anche questi difetti e potrà dirvi:Quelle sono proprio mani da fata!.

    Mettendosi la signorina a parlare, il giovanotto, che ha sempre l'ideale di Licia in cuore, sentirà pure che la voce è tutt'altro che melodiosa, che l'espressionesentimenti rivelano uno spirito assai frivolo e volgare; ma egli passerà presto sopra anche a tutto ciò, e alla vigilia del matrimonio, se la finirà col matrimonio, dirà convinto e contento a sè e a tutti di sposare proprio una fanciulla bella, buona, cara come sognava.

    Quanto durerà l'illusione?

    Auguriamo a lungo; ma si dice che il matrimonio abbia il privilegio di presto dissiparla,e allora il primo a meravigliarsisarà il giovane stesso. Passata la luna di miele si accorgerà che i capelli e le mani della sua sposa sono tutt'altro che da fata; che lo spirito, i sentimenti, il cuore sono abbastanza ordinari; che insomma, ha niente a che fare con la Licia dei suoi sogni, col suo ideale di bellezza; e allora eglisi domanderà stupito, come si siacompiuto il fenomeno, si accorgerà d'essersi, come volgarmente si dice, illuso, montato o, se volete la parola scientifica, di essersi autosuggestionato.

    Ma perché stupirci di ciò? Non è forse l'eterna commedia dell'amore?

    Concludiamo quanto si è detto: ognuno, come possiede un diverso temperamento, così pure un diverso ideale estetico-sessuale il quale può essere congenito, acquisito o misto. L'amore è l'adeguazione tra questo ideale estetico interno coll'oggetto o persona esterna. Se l'adeguazione è perfetta, in quanto i due termini corrispondono esattamente, allora abbiamo subito l'amore in tutta la sua integrità e bellezza; sel'adeguazione è, per sè, imperfetta, allora tende spontaneamente a scomparire oppure a completarsi mediante un processo autosuggestivo, più o meno lungo e intenso, che tosto analizzeremo.

    Pertanto riteniamo fin d'ora che in ogni amore si danno queste tre determinanti psichiche: adeguazione al proprio ideale sessuale della persona amata per cui viene idealizzata; concentrazione del pensiero per cui restiamo come legati con la mente di continuo a lei; infine il desiderio per cui si tende ardentemente al suo totale possesso e si esclude ogni altro desiderio. Colui che ama, se fosse anche poeta, esprimerebbe tutto ciò alla persona amata col dirle:

    Sento l'alito tuo nei fiori del prato e sento gli occhi tuoi negli astri a sera; di te, solo di te, pieno è il creato.

    CAPITOLO III-CIRCOSTANZE INFLUENTISULL'AUTOSUGGESTIONE AMOROSA

    Attrattive dell'ambiente - Seduzioni della musica

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