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Fuga dalla psichiatria
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E-book239 pagine3 ore

Fuga dalla psichiatria

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Info su questo ebook

"Fuga dalla psichiatria" è una raccolta di tre storie appartenenti al genere thriller psicologico e incentrati sulla stessa protagonista, Mary, psichiatra e scrittrice.

Mary cerca di concentrarsi sulla sua carriera letteraria ma le circostanze e gli amici si contendono per continuare a trascinarla verso la psichiatria.

In 'Carne da macello' Mary deve valutare Cain, un uomo afro-americano accusato di aver incitato la folla alla rivolta religiosa dopo aver rivelato di poter sentire Dio e di essere conoscenza del fatto che Dio è nero. Potrebbe non essere pazzo ma Mary è sicura che stia nascondendo qualcosa.

'Lavoro di squadra' vede Mary costretta a offrire un percorso terapeutico a Justin, un poliziotto divorato dai sensi di colpa dopo aver assistito all'omicidio del suo partner e padre surrogato. Prima che Mary possa allontanarsi dal caso, la questione diventa personale.

In 'Ricordo' Mary scompare dopo un incidente con Phil, in piena crisi maniacale a causa della mancata assunzione del suo farmaco. Quando viene ritrovata, scopre di essere stata vittima di un crimine orribile. Presto però capirà di essere stata molto fortunata.

L'epilogo vede Mary assistere al processo del suo rapitore e svela quali cambiamenti sono avvenuti nella sua vita. Riuscirà finalmente a fuggire dalla psichiatria?

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita25 lug 2017
ISBN9781507183991
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    Anteprima del libro

    Fuga dalla psichiatria - Olga Núñez Miret

    Prologo

    Prima di tutto, e prima che me ne dimentichi, esiste un prequel di questo libro intitolato Escaping Psychiatry. Beginnings. Il libro è disponibile gratuitamente qui:  relinks.me/B01BDG102Q. Tuttavia non è necessario leggerlo prima di questo (il prequel è stato scritto dopo, l’idea mi è venuta in mente mentre lavoravo alla prossima storia di questa serie) ma se avete voglia di leggere altre avventure di Mary non perdetelo.

    Volevo poi condividere il processo che sta dietro alla creazione di questo libro. Ho scritto la prima storia di Fuga dalla psichiatria, ‘Carne da macello’, molti anni fa (dai miei conti era il 1998-1999) mentre studiavo al Mount Holyoke College, in Massachusetts. Lì la mostrai a un’insegnante di scrittura creativa e poi alla mia docente dell’Università del Sussex, nel Regno Unito (Maria Lauret). Entrambe l’apprezzarono ma mi fecero notare la strana lunghezza del testo. Era infatti troppo lungo per essere un racconto e troppo corto per essere un romanzo. Uno dei suggerimenti che ricevetti fu quello di scrivere varie storie riguardanti gli stessi protagonisti e poi pubblicarle collettivamente. Accantonai l’idea perché stavo terminando il mio percorso di studi in Letteratura Americana, poi entrai nel dottorato di ricerca su I film di David Mamet e dopo aver tentato invano di trovare lavoro come insegnante universitaria tornai al mio primo percorso, quello in Medicina e, più specificatamente, in Psichiatria, che mi assorbì totalmente. Alla fine, circa un anno e mezzo fa, lessi di nuovo ‘Cannon Fodder’ e ripensai al consiglio. Scrissi altre due storie, ‘Teamwork’ e ‘Memory’, con la scrittrice e psichiatra Mary come protagonista, e nel dicembre del 2012 le pubblicai come romanzi separati all’interno della stessa serie. Dopo aver ascoltato i commenti di alcune persone che avevano letto i romanzi decisi di unirli, aggiungendo un epilogo, e di aspettare l’accoglienza del pubblico.

    Spero che siano di vostro gradimento e, in tal caso, cercate i miei altri libri e lasciatemi un feedback. Grazie.

    Carne da macello

    Mary aveva abbandonato la sua carriera in psichiatria per la letteratura. Era ancora interessata alla gente ma trovava gli individui più interessanti delle loro malattie mentali. Era stata lontana dalla civiltà per un paio di mesi, lavorando su una storia, e la lettera di Phil per lei fu un’assoluta novità.

    Aveva conosciuto Phil all’università. Avevano frequentato insieme seminari e conferenza sulla questione razziale e sapeva che Phil aveva scelto quella linea di lavoro come suo interesse quotidiano.

    La richiesta di Phil fu sorprendente. Voleva un rapporto sullo stato mentale di un ragazzo che stava difendendo. Sembrava che avesse fomentato una sommossa da parte di un gruppo di afro-americani durante un incontro religioso in una cittadina della Georgia. Il ragazzo, Cain White, aveva comunicato a tutti gli interessati ad ascoltarlo che Dio gli aveva parlato. Il messaggio di Dio sembrava riguardare il nazionalismo nero: amatevi, nero è bello, siete moralmente superiori...le fazioni pro e contro Cain finirono per scontrarsi e la polizia intervenne. Rilasciarono Cain su cauzione ma la situazione sfuggì di mano. Furono coinvolti i giornali, la gente iniziò a definire Cain ‘santo’ e a parlare dei suoi ‘miracoli’, mentre le autorità lo dichiaravano mentalmente instabile...Phil era il suo avvocato e voleva un rapporto. Quando Mary aveva protestato, dicendo che c’erano esperti molto più qualificati di lei che per altro non lavorava neanche più come psichiatra, Phil rispose che Cain si era rifiutato di incontrare qualsiasi altra persona. L’accettava in quanto scrittrice ma non voleva uno strizzacervelli.

    Mary lesse il rapporto che Phil le aveva inviato mentre raggiungeva Cain. Lui aveva chiesto di vedersi in un posto informale e lei voleva evitare l’isteria della sua città natia. Sapeva che avrebbe dovuto parlare con la famiglia e gli amici ma era prima intenzionata a incontrarlo da solo e in un territorio neutrale. New York era un posto anonimo come gli altri, e il bar del Metropolitan Museum ancora di più.

    La cartella comunicava i fatti. 23 anni, il maggiore di cinque figli, tre maschi e due femmine. Suo padre era morto di cancro quando Cain aveva dieci anni e lui aveva aiutato sua madre a mandare avanti la famiglia. Sua madre non si era mai risposata e l’infanzia di Cain non era stata problematica. Non aveva mai marinato la scuola, nessuna problema con la giustizia, niente droghe e alcol...era uno studente nella media e si era ritirato a sedici anni. Da allora aveva sempre lavorato. Uno dei suoi fratelli era scappato e nessuno sapeva dove fosse. Una delle sue sorelle aveva vent’anni, era sposata e aveva un bambino di otto mesi, mentre lui continuava a finanziare gli studi della sorella e del fratello rimasti.

    La sua vita privata era un mistero. Sembrava che non avesse una fidanzata ma era circondato da amici di entrambi i sessi.

    Non era mai stato particolarmente religioso e i suoi hobby riguardavano solo la corsa e il cinema.

    Non c’erano precedenti di malattie mentali nella sua famiglia e i rapporti scolastici lo descrivevano come un bambino normale, ben ambientato, senza problemi psicologici.

    Mary arrivò al bar con qualche minuto d’anticipo. Cain era seduto a un tavolino accanto alla vetrina, come concordato, e beveva un frullato. Sembrava molto giovane, non dimostrava più di diciannove anni. Era alto e magro. Aveva i capelli cortissimi una pelle molto scura, color cioccolato fondente. Indossava un paio di jeans neri e una t-shirt dello stesso colore. Le sue scarpe da ginnastica non sembravano né nuove né costose. Alzò lo sguardo verso di lei e sorrise.

    Piacere, May. Sono Cain.

    Lei gli strinse la mano. Lui si alzò.

    Prendi da bere? Un frullato?, domandò lui.

    Ora ci penso. Tu vuoi altro? Qualcosa da mangiare?

    É parte della tua valutazione? Il modo in cui mangio?

    Mary aveva riscontrato la stessa reazione diffidente in altre persone. Nulla di speciale.

    No. Dovrei? É quasi ora di pranzo e hai fatto un lungo viaggio. Tutto qui.

    Mia sorella mi ha fatto portare dei panini.

    Io non ho una sorella. Vuoi una fetta di torta, o...?

    Di mele se possibile, grazie.

    Lei ordinò la torta di mele per lui, una cheesecake e un succo di frutta per se stessa.

    Grazie.

    Figurati.

    Mangiarono in silenzio. Cain andò in bagno.

    Sono un po’ nervoso.

    É normale. Vuoi fare due passi?

    Non devi prendere appunti?

    Ho una buona memoria e un registratore, se per te va bene.

    Certo.

    Dopo alcune domande generiche su lavoro, famiglia e problemi medici, lei gli chiese informazioni sul sonno, sull’appetito e sull’umore...

    Sto bene. Dormo con un ghiro, sono una buona forchetta e mi sento al settimo cielo.

    Ma non il migliore.

    Oh, no. No, sono solamente io, Cain White, un ragazzo normale.

    Credi che i ragazzi normali dicano di riuscire a sentire Dio?

    Non conosco nessuno che l’abbia fatto ma probabilmente è perché non lo fanno. Io sì.

    Senti la sua voce così come senti la mia? É una voce che proviene dall’esterno della tua testa?

    É difficile da spiegare. Non è una voce come le altre. Non è maschile né femminile, è Dio.

    Come fai a saperlo?

    Perché la voce dice così. E io le credo.

    Parla a te o parla di te o degli altri?

    Parla a me.

    Ti chiama per nome?

    Sì. Dice qualcosa come: Cain, ascolta. C’è qualcosa che voglio che tu dica agli altri. Dì loro che devono amarsi. Dì loro che sono belli.

    Chi sono gli altri?

    I neri.

    Quindi stai dicendo che Dio parla ai neri attraverso te.

    Sto dicendo che Dio è nero.

    Mary dovette mordersi il labbro per non sorridere. Cain non avrebbe avuto alcuna possibilità se il giudice fosse stato bianco o conservatore.

    Tu non mi credi.

    Mary lo guardò dritto negli occhi.

    Non spetta a me dire se Dio è nero, bianco o di qualsiasi altro colore.

    Tu vuoi solo sapere se io sono matto. Devo essere un lunatico delirante per dire cose del genere a una psichiatra bianca.

    Pensi che gli psichiatri di colore seguano criteri differenti nella diagnosi della pazzia?

    Probabilmente no.

    Questa voce è dentro o fuori la tua testa?

    Fuori. Non sono io che la immagino.

    Non ho detto questo. La senti in un determinato momento della tua giornata o in un posto particolare?

    No. Mi giunge in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo.

    Quando l’hai sentita per la prima volta?

    L’ho sentita una volta da bambino, poco dopo la morte di mio padre, e mi diceva di prendermi cura di mia madre e dei miei fratelli. Poi, qualche mese fa. All’inizio ho pensato di essere stanco e di avere le allucinazioni. Ma ho dovuto accettarlo. Era Dio.

    Assumi droghe?

    Non tocco quella roba. Non sono fuori di testa o qualcosa del genere, rispose lui con tono pungente.

    Devo farti questo tipo di domande.

    Ok.

    Si sedettero su una panchina, di fronte a un quadro cubista di Picasso.

    Sono certo che qualcuno lo reputasse matto, disse Cain indicando il dipinto.

    Forse. Cain...questa voce non è mai minacciosa, o cattiva...

    No. Dio non potrebbe mai essere minaccioso o cattivo.

    Puoi controllare la voce? Puoi farla tacere?

    Perché dovrei zittirla? All’inizio ho provato a farla andare via ma l’unica cosa che ha funzionato...

    L’unica cosa che ha funzionato...

    Lui arrossì. Le persone (bianche) che dicono che i neri non arrossiscono avrebbero dovuto vedere Cain.

    ...è stata pensare a cose brutte.

    Ad esempio?

    Ad esempio...

    Passarono accanto a un quadro di nudo. Lui abbassò lo sguardo.

    Sesso?, suggerì lei.

    Sì. A lui non piace.

    Stai dicendo che il sesso è sbagliato?

    A Dio non piacciono quei pensieri.

    Sembrava molto in imbarazzo e lei decise di lasciar perdere, per il momento.

    Hai mai pensato di poter leggere la mente delle altre persone, o che le altre persone possano controllare te o i tuoi pensieri?

    A volte Dio mi dice ciò che le altre persone pensano.

    Ti ha parlato di me?

    É molto tranquillo al momento.

    Stavolta, Mary non riuscì a non sorridere.

    Non mi prendi sul serio. Non sono una barzelletta.

    Scusa. Non era per ciò che hai detto ma per il modo in cui l’hai detto. Sei molto onesto. Non è facile trovare qualcuno che dice ciò che pensa.

    Io lo faccio.

    Cain non aveva altri sintomi riconducibili a una malattia mentale. Fatta eccezione per la voce di Dio non c’erano segni di psicosi e il suo umore era costante.

    Hai mai pensato al suicidio?

    Il suicidio è peccato...solo una volta, quando mio padre è morto. Ho pensato di buttarmi da un ponte. Ci sono andato. Poi ho sentito la voce di Dio che mi diceva di prendermi cura di mia madre e...

    Non poteva essere la voce di tuo padre?

    Cain sorrise.

    All’epoca ho pensato che lo fosse. Ma ora ne so di più. Era Dio.

    Pensavi che saresti diventato famoso quando hai detto per la prima volta di sentire Dio?

    Ne ho parlato solo perché Dio mi ha detto di farlo.

    Cosa ne pensa tua madre?

    Sa che non sono un bugiardo. Mi crede.

    E i tuoi fratelli?

    Credono a ciò che dicono.

    Pensi di esser stato scelto da Dio?

    So solo che lui mi parla. Sono il suo strumento. Devo farò ciò che Lui mi dice di fare.

    Alcuni dicono che puoi curare le malattie solo toccando le persone.

    Ho sentito. Non lo so. So solo che se Dio vuole che io guarisca qualcuno con un tocco allora mi renderà in grado di farlo.

    La conversazione stava diventando troppo religiosa per i gusti di Mary. Decise di cambiare argomento.

    Ti piace correre e guardare film.

    Faccio nove chilometri al giorno. Non ho tempo per farne di più.

    Che tipo di film?

    Mi piacciono i vecchi musical, gli horror degli anni ’30 e ’50, poi...quasi tutto.

    I film moderni?

    Sì, ma trovo che alcuni di loro siano troppo violenti e...

    Troppo sesso, terminò Mary.

    Sì.

    Hai una ragazza, Cain?

    No.

    Un ragazzo?

    Sono perfettamente normale!

    Alzò la voce per la prima volta. Che strano!

    Pensi che i gay non siano normali?

    Sono tollerante come gli altri. Penso che siano normali.

    E Dio? Cosa pensa di loro?

    Dio accetta le persone per ciò che sono.

    Hai mai avuto una fidanzata?

    Cain fissò il suo sguardo su una scultura astratta.

    Sì e no. Sì, sono uscito con un paio di ragazze. No, non ho fatto sesso con loro.

    Sei ancora vergine.

    Come te.

    Quell’affermazione la congelò. Decise di tracciare una linea per evitare di dimenticarla.

    Stiamo parlando di te.

    Scusa. Hai ragione. Sono vergine. Non me ne vergogno. Penso che le storie con quelle due ragazze non siano andate oltre perché Dio mi voleva così.

    Dio ti voleva puro?

    Puoi dirla così.

    Hai un atteggiamento molto strano nei confronti del sesso per un ragazzo della tua età. Non la ritengo così strana per un santo, comunque. O per un profeta.

    Lui la guardò e sorrise.

    Tu non mi credi. Eppure hai il mio stesso atteggiamento.

    Non puoi conoscere il mio atteggiamento, Cain. E io non vado in giro a predicare che gli altri facciano quello che io faccio. Penso che dovremmo essere liberi... Si fermò. Non poteva permettergli di controllare la conversazione. Non aveva bisogno di difendersi. Era lei a dover scrivere un rapporto. Rimase in piedi davanti a un quadro per qualche minuto, per ritrovare l’equilibrio. Poi ricominciò con le domande.

    Raccontami della tua famiglia. Anche loro sono della Georgia?

    Papà lo era. Ha sempre vissuto a Wingfield, invece mamma è nata qui, a New York. Quando sua madre morì lei aveva cinque o sei anni e andò a vivere a Wingfield con una delle sue zie. Papà aveva qualche anno in più. S’incontrarono a un ballo. Mamma dice sempre che quella sera lui era il più alto e il più bello di tutti. Fu un colpo di fulmine.

    Hai detto che tua madre andò in Georgia quando sua madre morì. E suo padre?

    Non lo ha mai conosciuto. Era un uomo bianco. Quando mia nonna rimase incinta lui non volle saperne. Penso che si sposò con una bianca. Mia madre voleva sposare un nero. Mio padre era più scuro di me. Siamo tutti abbastanza scuri, tranne Steve.

    Steve?

    Il secondogenito.

    Quello che è scappato?

    Sì. Era molto chiaro. La maggior parte della gente non credeva che fosse di colore. I miei nonni...

    I genitori di tuo padre...

    Sì. Non erano molto d’accordo quando lui sposò mamma. Non volevano sangue misto.

    Non credo che sia facile da evitare in questo Paese.

    Cain ignorò il suo commento e continuò.

    Accettarono i fatti ma hanno sempre trattato Steve peggio degli altri.

    É per questo che se n’è andato?

    Cain abbassò lo sguardo.

    Quando mio padre morì, per mamma fu dura andare avanti da sola. Ho provato ad aiutarla...

    Era quasi sempre sola.

    Non era sola. Aveva noi.

    Non è uguale ad avere un marito, un compagno, un...

    A mia madre non interessava. Era troppo impegnata per pensare agli uomini.

    Mary si accorse che quella linea di discussione non l’avrebbe portata lontano. Decise di provare una strada diversa.

    Raccontami dei tuoi fratelli e sorelle.

    C’era Steve.

    C’era?

    Beh, non sappiamo dove sia. Poi Dinah, Tom e Mandy.

    Dinah è quella sposata, vero?

    Sì. Ha una bambina. Molto bella. Mamma le dà una mano con la piccola, a volte. Vive vicino a loro.

    Cosa pensi di tuo cognato?

    É un tipo a posto.

    Cain non sembrava molto entusiasta del marito di sua sorella.

    Tom e Mandy studiano, no?

    Sì. Tom vuole diventare architetto. Papà amava disegnare e progettare cose ma non poté andare a scuola per molto tempo. Era un meccanico.

    E tua madre?

    Lavora come infermiera privata. Mandy vuole fare l’assistente sociale. Sono molto fiero di loro. Lavorano sodo e vanno molto bene a scuola.

    Chi è il più vicino a te?

    Cain guardò Mary negli occhi, poi sospirò.

    Li amo tutti, e loro amano e rispettano me. Però, siccome aiutavo mamma e provavo a mantenere la disciplina, per loro sono diventato più un padre che un fratello. Parte della loro fiducia in me è svanita. Non parlavano molto con me, perché sapevano che non avrei mantenuto il segreto. Ho dovuto fare ciò che era meglio.

    Hai avuto un’infanzia difficile, allora.

    Ero molto felice fino ai dieci anni. Poi non ho più potuto pensare solo al mio divertimento. Avevo un compito da mandare avanti. La sua voce sembrava quella di un uomo molto più vecchio.

    Eri un bambino.

    Era destino, suppongo. Non me ne lamento. Ho fatto ciò che dovevo, ma sono stato ricompensato. Stanno tutti bene.

    E tu?

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