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Ricette per chiarire
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Ricette per chiarire

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Un libro della serie Il curioso ricettario di Nonna B

Una domenica mattina, Emmett Gant esce di casa deciso a confessare al padre una cosa importante, ma scopre che l’uomo è venuto a mancare. Ora, a quasi tre anni di distanza, il giovane non riesce a capire con chi stare: la ragazza dalle guanciotte da criceto e la famiglia numerosa, o Keegan, il vicino di casa che, pur non avendo una famiglia, lo rende felice con la sua sola presenza? 

Ci vuole qualcosa per schiarirsi le idee. 

Per fortuna, la mamma del suo migliore amico possiede un libro di ricette capaci di snebbiare le menti più confuse, e Emmett ne viene subito conquistato. Quando il libro lo segue fino a casa, lui e il vicino decidono di preparare un piatto “per chiarire”, e quello che segue è davvero chiarissimo – e forse anche un po’ sorprendente, soprattutto per la sua ragazza. Emmett dovrà quindi riflettere sul passato e sulla cosa importante che voleva confessare al padre, se non vuole rischiare di rovinare la ricetta per l’amore perfetto.

LanguageItaliano
Release dateAug 1, 2017
ISBN9781635339925
Ricette per chiarire
Author

Amy Lane

Award winning author Amy Lane lives in a crumbling crapmansion with a couple of teenagers, a passel of furbabies, and a bemused spouse. She has too damned much yarn, a penchant for action-adventure movies, and a need to know that somewhere in all the pain is a story of Wuv, Twu Wuv, which she continues to believe in to this day! She writes contemporary romance, paranormal romance, urban fantasy, and romantic suspense, teaches the occasional writing class, and likes to pretend her very simple life is as exciting as the lives of the people who live in her head. She’ll also tell you that sacrifices, large and small, are worth the urge to write. Website: www.greenshill.com Blog: www.writerslane.blogspot.com Email: amylane@greenshill.com Facebook: www.facebook.com/amy.lane.167 Twitter: @amymaclane

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    Ricette per chiarire - Amy Lane

    Ricette per chiarire

    Di Amy Lane

    Una storia della serie Il curioso ricettario di Nonna B

    Una domenica mattina, Emmett Gant esce di casa deciso a confessare al padre una cosa importante, ma scopre che l’uomo è venuto a mancare. Ora, a quasi tre anni di distanza, il giovane non riesce a capire con chi stare: la ragazza dalle guanciotte da criceto e la famiglia numerosa, o Keegan, il vicino di casa che, pur non avendo una famiglia, lo rende felice con la sua sola presenza?

    Ci vuole qualcosa per schiarirsi le idee.

    Per fortuna, la mamma del suo migliore amico possiede un libro di ricette capaci di snebbiare le menti più confuse, e Emmett ne viene subito conquistato. Quando il libro lo segue fino a casa, lui e il vicino decidono di preparare un piatto per chiarire, e quello che segue è davvero chiarissimo – e forse anche un po’ sorprendente, soprattutto per la sua ragazza. Emmett dovrà quindi riflettere sul passato e sulla cosa importante che voleva confessare al padre, se non vuole rischiare di rovinare la ricetta per l’amore perfetto.

    Indice

    Sinossi

    Dedica

    Prologo: A pancia vuota

    Wurstel e braciole

    Popcorn al burro

    Menù fantasia

    Mandorle amare

    Hamburger e gelato

    Porridge di barbabietole, per chiarire

    Altri libri di Amy Lane

    Biografia

    Di Amy Lane

    Visitate il sito di Dreamspinner Press

    Copyright

    Al mio Mate, a Mary, e alla mia assortita prole. E a Marie, RJ, e Amber, perché certi incontri fuori dalle sale conferenza fanno strani effetti alle donne, e questo era uno dei migliori.

    Prologo: A pancia vuota

    EMMETT GANT si guardò nello specchio della camera del dormitorio, e si chiese quanto sembrasse gay. Aveva il viso lungo e spigoloso e gli occhi grigi, perciò di solito sembrava solo… solido e placido, un esemplare serio e ossuto di maschio americano.

    Ma sapeva di essere gay. Lo sapeva da quando alle medie si era preso una cotta per il suo migliore amico, Vinnie. La cotta per Vinnie era sparita – in primis, perché Vinnie era un amico troppo fantastico per continuare a sbavarci dietro. Era il tipo d’amico che faceva entrare di nascosto tutti i compagni più grandi sul campo da football, sotto la pioggia battente, così che potessero esibirsi senza strumenti nel numero della banda, cantando ogni parte musicale a squarciagola. Era il tipo d’amico che partiva dal dormitorio di Chico, dove alloggiava lui, e si presentava al dormitorio di Sacramento, dove alloggiavi tu, con un barilotto nel bagagliaio della Mini decrepita, e ti trascinava in spiaggia per guardare le ragazze e mangiare pane lievitato naturalmente.

    Era il tipo di amico che l’aveva consolato quando a Emmett si era spezzato il cuore, senza chiedergli chi fosse il responsabile – né di che sesso fosse.

    Era un amico fraterno, ma non era un amico dietro a cui sbavare, non più.

    Emmett aveva superato quella fase, si era fatto spezzare il cuore, era riuscito a recuperare i voti di quel semestre, e anche un po’ del peso che aveva perso.

    E adesso era arrivato il momento di spiegare a suo padre perché negli ultimi tre mesi era apparso tanto emaciato. Perché, per ora, la verità la sapevano soltanto due persone al mondo, e di certo non l’avrebbero detta ad anima viva.

    Emmett decise che gay o etero, i capelli biondo rossiccio non sarebbero diventati più folti o più belli a furia di fissarli, e che quindi era il momento di andare. Tirò fuori il cellulare e chiamò il padre, selezionando la sua foto dalla rubrica. Magro, come Emmett, e serio serio, l’uomo sembrava avere sempre di fronte una visione del mondo più cupa di quanto Emmett potesse immaginare.

    Papà? Mi sa che sei fuori a tagliare il prato. Va beh, volevo solo ricordarti che arrivo oggi, okay? Preparo io la cena – lo so che sei stufo di mangiare fuori. Ci vediamo fra poco!

    Suo padre non era un chiacchierone, ma Emmett aveva capito che apprezzava i suoi sforzi culinari. A sei anni, una volta, Emmett aveva cercato di preparare i popcorn in una pentola a pressione, perché era a casa da solo e stava morendo di fame, e anche se avevano la macchinetta apposita, era riposta troppo in alto e lui non ci arrivava. Fortunatamente, era riuscito a non far esplodere la cucina e a non uccidersi, ma il coperchio della pentola si era incollato, e quando era rientrato, suo padre l’aveva trovato che piangeva perché aveva tanta fame, e i popcorn erano lì, chiusi in quella maledetta pentola a pressione e lui non riusciva a staccare il coperchio.

    Allora suo padre gli aveva insegnato a preparare gli spaghetti, e poi i maccheroni al formaggio, e anche ad aprire una lattina di fagioli e a cuocere gli hot dog. Era stato Emmett a trovare in biblioteca un libro di ricette per bambini, e Flora, la mamma di Vinnie, l’aveva seguito finché non ci aveva preso la mano.

    Nel dormitorio aveva un fornello e un mini-frigo, ma una volta alla settimana e durante le vacanze, Emmett andava da suo padre e preparava piatti come il pollo alla cacciatora e l’arrosto di maiale con patate novelle, e la cosa lo riempiva di soddisfazione. Non perché volesse farne un mestiere, ma perché amava dimostrare in modo concreto al padre che era grato dell’educazione ricevuta: era una cosa importante.

    Emmett non ricordava nulla di sua madre – se n’era andata quando lui era alla scuola materna – ma suo papà era… beh, era sempre stato presente. Lo abbracciava quando piangeva, anche se non sapeva dargli consigli per non piangere più. E aveva cercato di crescerlo in modo sano, anche se per scoprire la felicità Emmett aveva dovuto bussare dai vicini, alla porta di Vinnie. No, Ira Gant non era un genio della comunicazione, ma Emmett era ugualmente sicuro di avere un papà che gli voleva un mondo di bene.

    Tanto per dirne una, quando arrivava la domenica, lo trovava sempre seduto fuori dalla casetta bianca ad aspettarlo sul portico di legno fatiscente, anche quando era quasi estate e c’erano un milione di gradi.

    Quel particolare giorno di metà aprile, le temperature non dovevano superare i venticinque, perciò Emmett fu sorpreso di arrivare a casa dopo due ore di viaggio e non trovare il padre sul portico. La casa sembrava la stessa di sempre: lo stucco andava scrostandosi, il portico aveva bisogno di una riverniciata, e il tetto probabilmente cadeva a pezzi – ma suo padre non si vedeva.

    Papà? Papà? Bussò alla porta ma non sentì niente. Trovandola chiusa a chiave, dovette usare la sua per entrare. Suo padre non aveva acceso l’aria condizionata, né aveva aperto le finestre.

    La casa aveva un odore… cattivo. Strano. Come un esperimento scientifico rimasto troppo a lungo nel vetrino, o i calzini di uno dei suoi compagni di stanza.

    Qualcosa che un tempo era stato vivo, ora lasciato a marcire.

    Quando arrivò in camera di suo padre, sapeva già cosa avrebbe trovato, ma non per questo fu semplice aprire quella porta.

    Più tardi, dopo che ebbe chiamato un’ambulanza e che vennero a portare via il corpo di suo padre, il medico gli disse che era stato un infarto fulminante. Questo non cambiò il fatto che avesse trovato il padre morto, gli occhi aperti e lattei, la faccia bluastra, la lingua nera, steso nello stesso letto in cui dormiva da quando Emmett era bambino.

    IL FUNERALE fu tranquillo. Vennero i colleghi del padre che lavoravano alla fabbrica locale di argilla, uomini dall’aria riservata e nervosa. Emmett ebbe la sensazione che più tardi, lontano dalla lapide, avrebbero pianto suo padre con qualche birra e molto più colore.

    Vennero anche Vinnie, i suoi genitori e il resto del suo parentado.

    Loro sì che portarono colore, e fiori, e tutti quanti, uno per volta, dissero qualche parola gentile su suo padre. Dissero che quando lo invitavano ai picnic portava sempre le bibite gassate, perché la mamma di Vinnie a loro non le lasciava bere. Raccontarono di

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