L'eterno viaggiare. The Balkan Express Journey
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Anteprima del libro
L'eterno viaggiare. The Balkan Express Journey - Roberto Sallustio
Indice
Cover
Copyright
Frontespizio
Citazione
Prologo. Roma, 12 luglio 2007
Mestre - Zagabria, 01 novembre 2014
Zagabria, 02 novembre 2014
Zagabria - Belgrado, 03 novembre 2014
Belgrado, 04 novembre 2014
Belgrado - Sarajevo, 05 novembre 2014
Sarajevo, 06 novembre 2014
Sarajevo - Mostar, 07 novembre 2014
Mostar - Trebinje - Podgorica, 08 novembre 2014
Podgorica - Bar, 09 novembre 2014
Epilogo. Bar - Bari, 10 novembre 2014
Dedica
Epigrafe
Riferimenti e citazioni
Quarta di copertina
Titolo | L'eterno viaggiare. The Balkan Express Journey
Autore | Roberto Sallustio
Immagine di copertina | Luca Serra
ISBN | 978-88-92643-96-3
© Tutti i diritti riservati all’Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell’Autore.
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Roberto Sallustio
L’eterno viaggiare
The Balkan Express Journey
ZAGABRIA
BELGRADO
SARAJEVO
MOSTAR
PODGORICA
BAR
La vita: un ingranaggio da oliare con dosi quotidiane di curiosità
Nicola Maria Latino
Prologo
Roma, 12 luglio 2007
Ma quanto tempo ci impieghi per rispondere al citofono?
Uno, due, tre baci.
Ehi, scusa. Ero di là in camera. Guarda!
– mi dice prendendosi tra le dita le punte biondo-castano dei suoi finissimi capelli. Secondo me li ha fatti troppo scuri. Io ho provato a spiegarle come li volevo, ma alla fine mi ha fatto questo colore
– continua inclinando più volte la testa. Che dici? Sto bene uguale? Non so... Io...
Sta ferma! Prendi questa!
– le intimo porgendole la busta con dentro il mio regalo.
Cos’è cos’è?
Magari se ci guardi...
Nooo!! Ma non dovevi! Il mio compleanno è tra una settimana!
Ma va? Se vuoi me lo riprendo e te lo do a settembre!
No no, ormai me l’hai dato!
Allora aprilo!
Nooo!! Grazieee!
– mi grida in faccia un secondo prima di buttarsi al collo. È quello che abbiamo visto insieme in vetrina!
Esatto, proprio quello. Mi dispiace solo non poter vedere come ti sta. Almeno per ora. Tanto sono sicuro che al nostro rientro qualche altra giornata al mare ci scappa. E così potrò dimenticare quel costume... antidiluviano che...
Anti che?
Niente, niente.
Sai che faccio? Lo provo subito e mi dici, eh?
No no, dai. Lascia stare. Ho ancora un sacco di cose da fare prima di domani. Poi finisce che mi butto sul divano, iniziamo a chiacchierare... E comunque, se proprio lo vuoi sapere, già te l’ho visto addosso.
Ah sì?
Eh sì! Al negozio c’era una commessa che ti somigliava e l’ho pregata di provarlo!
Serio?
Ma ti pare? Anche se, pensandoci, non era affatto una cattiva idea, anzi...
Che scemo! Aspetta, anch’io ho qualcosa per te. Arrivo.
Sì? Fai presto però. Ohi, niente bollette!
Ta daaa...
– prorompe allungandomi una sportina colorata. Regalo!
Questo è per?
Perché sapevo che oggi saresti passato e così ti ho preparato una sorpresa. Scarta!
"Un cd?! U2 - The greatest (s)hits. Ah ah ah, non so proprio chi sia il più matto fra i due. Ma come ci siamo trovati?"
Minerva!
Ah già, ringraziamo Minerva per l’ennesima volta!
Grazie Minerva!
Dai, ora vado per davvero, altrimenti domani non parto più. Mi raccomando: relax assoluto e meno sigarette!
Eh, come faccio? Dormo sempre?
Conoscendoti... Quando hai la nave? Giovedì?
Sì, vado via la mattina. Arrivo a Bari nel pomeriggio e poi la sera ho il traghetto. Non ci voglio pensare...
E tu non ci pensare! Pensa piuttosto a quando sarai a casa. Rivedrai la tua famiglia, gli amici. T’aspettano due mesi di sole e mare... Quando ci rivediamo voglio trovarti rossa come un pomodoro! Con questo bikini qua poi...
Scemo! Ti prometto che farò del mio meglio!
Beh, scappo, se no oggi non combino più nulla. Buone vacanze!
Anche a te!
Poi ci sentiamo per il rientro.
Ok!
Uno, due, tre baci.
Ciao!
Ciao!
Aprimi il portone di sotto
– le urlo a metà rampa di scale.
Mestre-Zagabria, 01 novembre 2014
Sono le 15 e cinque. Ho definitivamente chiuso la porta di casa, quella casa in cui ho abitato fino a pochi istanti fa, presa in affitto per nove mesi, per motivi di lavoro. Questa è stata la quarta casa, la quarta città che ho cambiato per motivi di lavoro; lavoro che, da qualche ora, non ho più. Riflettendoci, quest’esperienza è durata quanto una maternità. Anzi, solitamente il periodo di gravidanza non è così preciso; il mio sì, né un giorno in più né un giorno in meno.
Ho chiuso la porta semplicemente tirandomela dietro. Le chiavi le ho lasciate sul tavolo in cucina, tra un girasole e un tulipano. Lascio tutto: la casa, la città, sguardi e incomprensioni, abitudini e sudore; lascio tutto ciò che mi appartiene ma non ha trovato spazio nello zaino.
Scendo le scale di corsa anche se non ho fretta. Mentre trotto giù per i piani mi domando se la mia sia ‘una fuga da’ o ‘una voglia di arrivare a’. Salto gli ultimi tre gradini e mi ritrovo direttamente davanti al portone. Sbarrato. Leggo un avviso affisso sulla vetrata: Si comunica ai signori condomini che in data 20 c.m. inizieranno i lavori di rifacimento della facciata esterna. Ci scusiamo fin da adesso per i possibili disagi. Mestre, 17/10/2014.
17 ottobre? È la prima volta che lo noto! Che ci fossero dei lavori in corso me ne ero comunque accorto. Diversi giorni mi era capitato di vedere i caschetti gialli degli operai affiorare dal davanzale della finestra della camera; e quel loro fastidiosissimo parlottare. Addio!
Sono costretto a fare il giro largo e passare per l’uscita posteriore.
Mio padre mi rammenta spesso, sempre, ogniqualvolta gli dico che devo andare da qualche parte, di avviarmi prima, perché per strada potrei trovare un inconveniente, un intoppo, una qualunque cosa che mi può far perdere tempo. Appunto. Da quant’è che non parlo a tu per tu con qualcuno della mia famiglia?
Per fortuna la fermata dell’autobus non è distante, pochi minuti a piedi.
Giungo ugualmente in anticipo. Ho la cattiva abitudine di arrivare agli appuntamenti sempre prima dell’orario stabilito, a volte molto prima. A dar retta a mio padre... Appoggiata a un palo della luce c’è una ragazza bionda in total black, un abbigliamento monocromo che stride con la sua capigliatura platinata. Dietro di lei, ammucchiati su quel che resta del malandato marciapiede, un numero spropositato di bagagli; decisamente troppi per una singola persona. La vedo strizzare gli occhi per guardare in lontananza. Scommetto che sta cercando di individuare l’esatto punto della fermata. Sul biglietto è riportato dal civico 9 al 17.
Stai aspettando l’autobus che va in Croazia?
– le chiedo dopo averla salutata con un cenno della testa accompagnato da un mezzo sorriso.
Annuisce.
La tranquillizzo immediatamente. Ferma proprio qua. Lo so perché ci sono passato la settimana scorsa. A essere onesto, ho atteso di proposito che arrivasse il pullman per comprare il biglietto per Zagabria.
Silenzio.
Nel frattempo arriva un’altra ragazza, magrolina e con i capelli rosa. Si avvicina all’altra facendo trasparire incertezza nello sguardo; gesticola nervosamente. L’amica le bisbiglia qualcosa e mi indica con un movimento del mento.
L’ultima arrivata fa le presentazioni: Ciao, noi veniamo dall’Australia. Siamo in giro per l’Europa da tre mesi e ora andiamo a Dubrovnik!
Da tre mesi?! E andate a Dubrovnik?! In autunno? Avrete la spiaggia tutta per voi!
Ridono di gusto.
Tu dove vai? Anche tu in vacanza?
– mi chiede ancora la ragazza dai capelli rosa, molto più easy rispetto all’altra.
"Vacanza? Più o meno... Attraverso i Balcani e vado a trovare una mia cara amica che non