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Le neuroscienze nel calcio moderno: Come costruire giocatori e squadre vincenti
Le neuroscienze nel calcio moderno: Come costruire giocatori e squadre vincenti
Le neuroscienze nel calcio moderno: Come costruire giocatori e squadre vincenti
Ebook118 pages1 hour

Le neuroscienze nel calcio moderno: Come costruire giocatori e squadre vincenti

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Le neuroscienze nel calcio moderno è un testo unico nel suo genere.
A partire dalla sua competenza, Alberto Caroli prova ad esplorare gli aspetti più rilevanti del gioco del calcio; dalla formazione del calciatore alla progettazione del gioco, elementi questi che sono imprescindibili nel successo del singolo e della squadra.
Una proposta che racconta come il lavoro dell'allenatore sia potente, faticoso e affascinante. L'autore abbina una solida fondazione teorica ad opportunità pratiche di lavoro in campo, con attenzione costante all'aspetto più rilevante dello sport: la formazione di persone consapevoli e orientate al successo dentro l'organismo complesso della squadra.
Uno strumento per allenatori, per appassionati e per tutti coloro che vogliano comprendere la costruzione del gioco nelle fasi difensiva ed offensiva, a partire dal lavoro in allenamento e dal miglioramento delle prestazioni del singolo.
LanguageItaliano
PublisherBlonk
Release dateMay 31, 2017
ISBN9788826443997
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    Le neuroscienze nel calcio moderno - Alberto Caroli

    calcio.

    Premessa

    L’evoluzione del gioco del calcio ha portato gli addetti ai lavori a svolgere ricerche sempre più specifiche e dettagliate per permettere al calciatore di fornire delle performance straordinarie.

    Si è arrivati ad un livello di prestazioni fisiche impensabili fino a qualche tempo addietro; dal punto di vista qualitativo, resistenza, velocità e forza hanno raggiunto livelli elevatissimi.

    L’evoluzione scientifica in termini di studio della postura ed analisi della corsa hanno fornito un grande supporto al calciatore in termini di miglioramento delle prestazioni fisiche e prevenzione degli infortuni.

    Un esempio di calciatore famoso su cui è stato fatto un importante lavoro di questo genere è Cristiano Ronaldo che nel corso della sua carriera ha modificato il suo modo di correre da quando è arrivato al Real Madrid, migliorando le sue performance tecniche in maniera eclatante.

    Altro esempio dove gli aspetti fisici del calciatore sono stati sviluppati al meglio per poter permettere all’atleta di effettuare prestazioni fisiche straordinarie è quello di Leo Messi, affetto da nanismo ipofisario. Una malattia rara che rallenta, se non ferma del tutto, la crescita. Il piccolo Lionel, a 10 anni è un talento naturale già immenso, fu così preso in consegna dai medici del Barcellona e sottoposto all’ormone della crescita (ormone somatrotopo), con risultati eccezionali.

    Anche a livello di valutazioni di mercato abbiamo assistito a trattative già avviate al consolidamento e poi svanite a causa di un problema di occlusione dentale che può influire sulla postura e a sua volta generare problemi di lombalgie recidivanti o pubalgie come nel caso del difensore Cissokho che nel 2009 è stato in procinto di approdare al Milan dal Porto, la trattativa sfumò proprio per una reticenza dello staff medico del Milan che riscontrò il problema sopra descritto.

    Tutti questi esempi ci devono far riflettere sul fatto che nel calcio nell’ambito della prestazione fisica dell’atleta abbiamo osservato nel recente passato dei passi da gigante nell’ottica di permettere un miglioramento delle prestazioni atletiche e nella prevenzione prevenzione degli infortuni.

    A volte però la ricerca esasperata di queste componenti ha prodotto, soprattutto nei settori giovanili, dei giocatori che sono spesso formidabili atleti ma a cui mancano quegli aspetti caratteristici quali la tecnica e la tattica per diventare calciatori professionisti a tutti gli effetti.

    A questo trend si associano anche diversi svantaggi: il primo è che l’esasperata velocità del gioco fa emergere sempre più i limiti tecnici del calciatore, inoltre la richiesta di elevatissime prestazioni fisiche per lunghi periodi, porta spesso l’atleta a subire infortuni (traumatici o muscolari) che possono condizionare intere stagioni o addirittura, se avvengono in età giovanile, lo sviluppo della carriera, come ad esempio il morbo di Osgood Schlatter¹ negli adolescenti.

    A questo punto la domanda che ci dobbiamo porre come addetti ai lavori è la seguente: ci sono ancora dei campi in cui possiamo migliorare le performance del calciatore?

    Per dare una risposta a questo quesito, ci viene in aiuto una delle più grandi scoperte delle neuroscienze degli ultimi decenni: i neuroni specchio ed il loro funzionamento nell’uomo e la loro applicazione nell’ambito del gioco del calcio.

    Se dal punto di vista atletico siamo arrivati ad un livello altissimo, molta strada dobbiamo ancora percorrere per migliorare le performance del calciatore in merito al proprio comportamento situazionale nelle due fasi di gioco: possesso e non possesso di palla, nelle transizioni, nelle scelte corrette della giocata da effettuare e nella velocità di scelta della medesima.

    L’obiettivo di questo testo è dare agli addetti ai lavori la possibilità di agire concretamente sulla crescita e formazione del calciatore attraverso l’impiego di una metodologia di allenamento basata sulle peculiarità del sistema nervoso centrale che permettano all’atleta di compiere un programma di formazione dettagliato per poter diventare un eccellente calciatore.

    Lo scopo del lavoro che viene di seguito sviluppato si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi:

    · Formare calciatori consapevoli delle proprie capacità neuro-motorie al fine di favorire la giusta scelta della giocata da effettuare nel più breve tempo possibile

    · Migliorare il calciatore in termini di prestazione individuale e di team favorendo l’apprendimento della tattica individuale e collettiva

    · Favorire la preparazione del calciatore in termini di qualità con il vantaggio per il giovane atleta di avere una formazione da professionista e per la società di coltivare e far crescere il proprio patrimonio

    · Offrire alle società la possibilità di scegliere i calciatori non solo in funzione della capacità atletica o di quelle puramente tecniche ma anche rispetto alle caratteristiche comportamentali e di sostegno alla squadra.

    1 La sindrome di Osgood-Schlatter o osteocondrosi dell’apofisi tibiale anteriore è un processo degenerativo a carico della tuberosità tibiale.Questa malattia è tipica dell’età pre-adolescenziale, quindi nei ragazzi (più frequentemente maschi) fra i 10 e i 14 anni. Il più delle volte colpisce una sola gamba, ma si può verificare anche in entrambe le gambe contemporaneamente. La malattia finisce verso i 18-20 anni, con il cessare della crescita e grazie alla calcificazione delle ossa.La comparsa di questa sindrome è causata dalla tensione del tendine del muscolo quadricipite, localizzato nella coscia, che, superata la rotula si inserisce (assumendo il nome di legamento patellare) nella tuberosità tibiale. Si verifica in età adolescenziale ed è dovuta ad alterazioni dell’accrescimento osseo in concomitanza con uno stress meccanico continuo alla tuberosità della tibia, che non ha ancora completato il processo di ossificazione, operato dalla contrazione del muscolo quadricipite. È pertanto ovvio che tale patologia compaia in soggetti impegnati in attività sportive. Ciò può causare infiammazione e frammentazione di suddetta porzione ossea, ed eventualmente generare uno sviluppo osseo alterato, con una sporgenza localizzata sotto la rotula e ben visibile anche dall’esterno.

    Introduzione

    Dalla pubblicazione del Prof. Rizzolati in cui si parla della scoperta dei neuroni specchio² datata 2006, ci sono stati molteplici lavori per cercare di catalogare e mappare questi Neuroni.

    Alcuni scienziati attribuiscono la funzione di questo sistemi ai common neurons, ma per convenzione e doveroso riconoscimento al Prof. Rizzolati, ritengo opportuno riferirmi ai neuroni specchio nell’esposizione del trattato che segue, anche se il dibattito è aperto e per questo è corretto essere pragmaticamente dubitativi sull’argomento.³

    Il funzionamento dei neuroni specchio che spiegheremo nelle pagine successive determina un comportamento nell’uomo che ai fini della vita risulta essere molto interessante perché offre una chiave di lettura ad alcune azioni comuni che noi compiamo senza pensarci: ad esempio è ormai del tutto automatico controllare che non passi nessuno (guardando a destra e a sinistra) tutte le volte che attraversiamo la strada; come è del tutto normale accorrere a sostenere una persona che inciampa.

    Per chiarezza il mio lavoro vuole utilizzare queste nuove scoperte in materia di neuroscienze e trovare una loro applicazione funzionale nell’attività sportiva in generale ed in modo più dettagliato nel gioco del calcio.

    2 Rizzolatti G., Sinigaglia C., (2006), So quel che fai, Il cervello che agisce e i neuroni specchio, Raffaello Cortina Editore. ISBN 88-6030-002-9

    3 Gregory Hickok

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