Le rime
Di Lapo Gianni e Gianni Alfani
Descrizione
A cura di Daniele Lucchini.
Versione in brossura ordinabile dal sito di Finisterrae.
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Anteprima del libro
Le rime - Lapo Gianni
Rime
Lapo Gianni
Gianni Alfani
Colophon
Finisterrae 45
Prima volta in Finisterrae: 2017
In copertina: Giorgio Vasari
Ritratto di sei poeti toscani, 1544 (particolare)
© 2017 Daniele Lucchini, Mantova
http://www.librifinisterrae.com
Tutti i diritti riservati
ISBN: 9781326950842
Epigrafe
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio.
Dante Alighieri, Rime
Prefazione
Lapo Gianni è universalmente conosciuto soprattutto per essere nominato da Dante nel sonetto Guido, i’ vorrei,¹ dove lo scrivente lo associa a sé e a Guido Cavalcanti in una sorta di circolo molto elitario di fedeli d’amore. Circolo che, sempre per definizione² e valutazione³ di Dante, passa alla storia con il nome di stil novo. Che tale sodalizio, almeno poetico, sia cosa certa lo confermano anche due sonetti di Cavalcanti: rispettivamente Se vedi amore⁴ e Dante, un sospiro.⁵
Appare dunque certo che i due maggiori rappresentanti dello stil novo considerano Lapo uno di loro, benché Guido ad un certo punto mostri di dubitare della sua perfetta adesione alla purezza del canone.⁶ Dubbio legittimo, poiché in più occasioni Lapo Gianni si lascia andare ad un’asprezza e ad un rinfaccio nei confronti della donna amata, Lagia, che non trovano posto nel purismo di Guido o della Vita nova dantesca, ma che lo accostano più a Dino Frescobaldi, con il quale ho già ipotizzato chiudersi, poeticamente se non cronologicamente, l’esperienza stilnovista.⁷
Se dunque non sussistono dubbi sull’appartenenza di Lapo Gianni alla cerchia dello stil novo, essendovi annoverato dai rappresentanti più illustri, diventa più incerto definirne con precisione il ruolo. Le osservazioni di Cavalcanti, come già detto, gettano un’ombra, seppur minima, sulla completa adesione poetica di Lapo al dolce stile. Lo stesso Dante nel Purgatorio,⁸ anni dopo averne fatto l’encomio nel De vulgari eloquentia, pare non considerarlo più tra i migliori esponenti della nuova lirica; infatti, dei cinque lodati nel Vulgari, Lapo Gianni e Cino da Pistoia qui vengono dimenticati.
Inoltre, se l’accostamento da me proposto poco sopra tra certi toni di Lapo e quelli di Frescobaldi nasce dalla mera osservazione stilistica e contenutistica e non vuole stabilire cronologie, non così è per tutta la critica. Ad esempio Ernesto Lamma, lo studioso bolognese al quale maggiormente si devono il recupero dei versi ed il tentativo di identificazione storica di Lapo Gianni, gli attribuisce un importante ruolo di passaggio da Guinizzelli allo stil novo compiuto della Vita nova, considerandolo colui che raffina la nuova lirica dagli echi provenzali e guinizzelliani preparando la base per lo stil novo. Ne fa conseguire un posizionamento cronologico di pochi anni precedente a Dante.
Di parere contrario è invece Gianfranco Contini, secondo cui Lapo Gianni sarebbe posteriore di alcuni anni a Dante e proprio questo ne spiegherebbe lo scostamento dalla purezza stilistica dei due maggiori verso un manierismo più decorativo e superficiale.
A me pare francamente difficile, in assenza di datazioni - quando non addirittura di identificazioni - certe di tutti i poeti tradizionalmente associati allo stil novo, stabilire delle cronologie precise al di là dell’assodato e riconosciuto primato temporale di Guinizzelli. Ritengo ci si debba limitare piuttosto alla coscienza che gli autori più indubbiamente stilnovisti hanno di sé e del proprio circolo; coscienza che si ricava proprio dai testi. La loro lettura dall’interno permette di affermare con sicurezza solamente dei termini di appartenenza. Appartenenza che appunto in un primo momento Guido e Dante riconoscono a Lapo, ma che successivamente Dante non gli riconosce più, rivendicando solo per Guinizzelli, Cavalcanti e il sé stesso più giovane il privilegio e il merito di avere creato quel dolce stil novo
, ormai sì superato dalla Commedia, ma divenuto imprescindibile per il bel poetare.
Identificazione storica di Lapo Gianni
È ancora Ernesto Lamma a cui si deve l’identificazione probabile del Lapo di Guido e di Dante con Lapo di Gianni Ricevuti, giudice ordinario e notaio, riscontrabile in atti compresi tra il 1298 e il 1328 conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze. Dunque anch’egli fiorentino, che però opera anche a Cortona, a Venezia e nella Bologna patria di Guinizzelli, che ha contatti con il poeta e notaio Francesco da Barberino (1264-1348) e che forse, ancor giovane e non ancora notaio, nel 1282 partecipa