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La crudeltà umana
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La crudeltà umana

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IL SAGGIO È DEDICATO AGLI UOMINI E DONNE CHE NON HANNO AVUTO LA
POSSIBILITÀ DI CONOSCERE COSA HANNO PREDICATO TUTTI I PROFETI, COMPRESO
GESÙ CRISTO, A QUELLI CHE HANNO SERI DUBBI SULL’ESISTENZA DI
UN DIO, O SE CREDENTI GRADIREBBERO AVERE UN CONFRONTO COSTRUTTIVO
CON LE IDEE DEI NON CREDENTI.
LanguageItaliano
PublisherMario Marzano
Release dateFeb 2, 2017
ISBN9788826014173
La crudeltà umana

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    La crudeltà umana - Mario Marzano

    L'autore

    PREMESSA IMPORTANTE

    A mio parere vi sono almeno quattro questioni che dovrebbero angustiare l’umanità.

    Esse sono:

    a) Creare un clima culturale favorevole, per far sì che le eventuali nuove scoperte scientifiche non comportino inutili diatribe moralistiche che possono ritardare o addirittura rendere vano il progredire della ricerca scientifica soprattutto nel campo della biologia medica, ma anche in altri campi controllati da lobby religiose o economiche.

    b) Trovare una spiegazione logica, per cercare valide prevenzioni sul perché si verificano frequentemente casi abnormi, come stragi di innocenti (olocausto degli ebrei e tutte le guerre inutili in special modo quelle civili, che in alcuni casi si possono rivelare inutilmente crudeli), o casi ripetuti di reazioni crudeli verso i soggetti più deboli da parte di esseri umani vissuti in tutte le epoche.

    c) Cercare di fare molta attenzione nell’usare i seguenti argomenti nella lotta politica: il razzismo, la xenofobia, i radicalismi religiosi, i nazionalismi e tutte le ideologie totalitarie.

    d) Cercare nuove strade per organizzare un nuovo modo di produrre e lavorare.

    Per comporre queste riflessioni mi sono avvalso oltre delle idee di DARWIN, anche di quelle di CARLO MARX, di ADAM SMITH e di KEINES per il capitolo dedicato all’economia.

    IL SAGGIO È DEDICATO AGLI UOMINI E DONNE CHE NON HANNO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI CONOSCERE COSA HANNO PREDICATO TUTTI I PROFETI, COMPRESO GESÙ CRISTO, A QUELLI CHE HANNO SERI DUBBI SULL’ESISTENZA DI UN DIO, O SE CREDENTI GRADIREBBERO AVERE UN CONFRONTO COSTRUTTIVO CON LE IDEE DEI NON CREDENTI.

    N.B. Il libro forse non verrà letto o, in alternativa, se letto sarà criticato perché contiene volute imprecisioni sulla trasformazione darwiniana dell’essere umano per renderla lineare e coerente. Ma, come si sa, tutta la storia della trasformazione degli esseri viventi non è stata logica e precisa come si vorrebbe far credere con teorie religiose. Ma anche con quelle scientifiche, in special modo quando si parla dello inizio della comparsa dello essere umano sulla terra.

    Soprattutto, il testo sarà criticato perché a molti non fa alcun piacere osservarsi allo specchio leggendo un’ipotetica verità (forse realistica?) su quello che realmente sono!

    INTRODUZIONE ALLA LETTURA

    Com’è chiaramente scritto nel titolo, il saggio s’ispira al famoso trattato di Darwin sulla trasformazione degli esseri viventi, quindi parte dal presupposto che in un certo qual modo vi sia stata un’evoluzione dell’essere umano simile a quello che hanno subito tutti gli altri esseri viventi; cioè il contrario di quello che pensano quasi tutti i religiosi.

    Mi rendo conto che applicare all’essere umano la teoria scientifica sull’evoluzione degli esseri viventi di Darwin potrebbe sembrare un’operazione azzardata, ma per fare questo mi sono avvalso di semplici e incontrovertibili constatazioni. Esse sono: la trasformazione plastica a partire dalla massa scheletrica per arrivare a quella cerebrale tra l’australopiteco, l’ominide, l’homo-abilis, l’homo-sapiens, l’homo sapiens-sapiens e l’uomo moderno, e l’indubbio progressivo cambiamento psicologico che l’essere umano ha subito da quando è presumibilmente comparso sulla terra ai giorni nostri, e che, per quanto mi riguarda, potrebbero essere gli indicatori di una lenta trasformazione dell’uomo simile a quella che hanno subito tutti gli altri esseri viventi.

    Solo che il processo evolutivo di questi ultimi ha comportato in prevalenza una trasformazione classica darwiniana. Per l’essere umano vi è stata anche un’evoluzione psicofisica di gran lunga superiore, perché, oltre all’intervento degli elementi classici descritti da Darwin, sono subentrate scoperte scientifiche in tutti i campi fatti dall’uomo e utili a se stesso. Insieme a questa idea di base ho fatto una considerazione che rappresenta la pietra miliare di questo saggio ed è la seguente: la trasformazione darwiniana dell’essere umano con ogni probabilità ha avuto diverse fasi. Le fasi più interessanti forse sono state quando era uno dei mammiferi più deboli presenti sul globo terrestre che per sopravvivere ha dovuto usare prima la sua superiore intelligenza per trovare una strategia atta a sconfiggere i suoi nemici e poi ha dovuto formare comunità sempre più grandi e soprattutto organizzate per combattere o difendersi meglio e per incominciare costruire il suo grande e meraviglioso futuro!

    Questi due fondamentali accorgimenti hanno fatto sì che l’essere umano si trasformasse in un soggetto molto propositivo e fantasioso e, allo stesso, tempo anche pericoloso, perché, a precise condizioni, è capace di annientare tutto quello che lo circonda e indirettamente fare del male anche a se stesso. Quindi, quasi tutti gli argomenti che userò in questo saggio non solo partono dal presupposto che le suddette fondamentali riflessioni siano esatte, ma sono stati anche impostati per tentare di dimostrare la loro validità fino a prova contraria. Infatti, ad esempio, l’argomento più importante che affronterò, cioè l’uso della crudeltà dell’uomo con tutti i riferimenti storici correlati, funge da cartina di tornasole anche per la teoria di Darwin applicata all’essere umano solo per quanto riguardano i suoi albori sul globo terrestre.

    A questo punto sento il dovere di avvisare il lettore che non sempre gli argomenti usati in questo saggio hanno attinenza con il suo tema principale. Essi, in realtà, rappresentano piccole pietre letterarie che servono a edificare la tesi principale che dà il titolo al saggio, La crudeltà umana.

    Comunque ci sarebbe anche da considerare che molti argomenti possono far parte dell’armamentario dell’uomo per compiere atti crudeli sui soggetti più deboli, o quanto meno per iniziare a creare un clima favorevole per far sì che essi si verifichino.

    Poi se il lettore lo riterrà opportuno potrebbe fare un piccolo interessante esercizio culturale e cioè: fare la differenza tra le considerazioni che farò per ogni singolo argomento che affronterò nel saggio, che ritengo spie sensibili per rivelare il grado di civiltà raggiunto da un popolo o una comunità, con le sue riflessioni che potrebbero anche essere diverse dalle mie, ma che spero siano sempre improntate alla tolleranza verso gli altri, e con quelle che hanno la maggiore udienza nell’opinione pubblica; alla fine dell’esercizio si potrà rendere conto di persona se corriamo il pericolo di nuove stragi di innocenti o possiamo essere quasi sicuri che quello che è accaduto nel passato non accadrà mai più...!

    In quanto ad esempio molte volte si fa confusione tra i problemi che lo Stato e la società non riescono a risolvere, ad esempio: il mantenimento dello ordine pubblico in certi territori, problemi di carenza abitativa per i ceti meno ambienti, mancanza di lavoro, mancata riscossione delle tasse, quindi lavoro nero e la relativa criminalità che ci gira intorno, ed altro ancora e l’effettiva gravità della situazione sociale legata agli stranieri. Infine la situazione sociale può diventare esplosiva soprattutto per la persistenza dei vari ideologismi totalitari, nonostante tremende lezioni che il genere umano ha ricevuto dalla storia.

    Quindi proprio per questi motivi molti atti terribili potrebbero riaccadere sotto diversa forma, è questo è il vero problema da risolvere, ed è l’ impellenza che mi ha spinto a scrivere questo saggio, con la speranza di trovare un editore che lo pubblichi...!

    Poi, per completare il discorso, ho cercato di fare un’ardita (?!) proiezione di come potrebbe essere la trasformazione dell’essere umano nel futuro prossimo e remoto, formulando anche l’ipotesi che queste trasformazioni potrebbero essere molto rapide e radicali, e che a loro volta potrebbero portare a risoluzione molti problemi rimasti irrisolti, e cioè: la fame nel terzo e quarto mondo, la cura radicale di ogni tipo di cancro, di tutte le malattie genetiche e infettive con il conseguente allungamento della vita media dell’uomo, la facoltà di prevenire guerre e atti criminali di distruzioni di massa ecc. ecc..

    Infine, faccio presente che con la ricerca scientifica si potrebbe evitare anche la naturale trasformazione darwiniana degli altri esseri viventi se, ad esempio, si noterà l’inutilità pratica di questo evento per l’uomo, per le mutate potenzialità dell’ambiente terrestre a causa di un’industrializzazione sempre più invasiva per motivi economici e/o sociali, o per sconvolgimenti naturali, come la diminuzione dell’ossigeno nell’atmosfera e il contemporaneo aumento dell’anidride carbonica, e altro ancora.

    Comunque, se il lettore ha la curiosità di sapere quale sarebbe in estrema sintesi la definizione logica del saggio che sta per leggere, tenterò di accontentarlo con (le seguenti parole) la seguente proposizione teorica: Le azioni di crudeltà che potrebbe fare un singolo uomo verso i suoi simili e tutto quello che lo circonda, se non si tiene conto delle possibili tendenze criminali o di gravi malattie psichiatriche, sono nulla a confronto di quelle che potrebbero commettere una moltitudine di persone che credono di stare nel giusto in quanto seguono ideali assolutistici!Questo concetto può valere anche per ideali che a prima vista sembrerebbero più che leciti, anzi, per meglio dire, doverosi come potrebbero essere la libertà e la democrazia, perché l’essere umano riesce a sfruttare anche queste idealità per cercare di fare i comodi propri se ha in mano un potere per imporlo agli altri. Quindi, in ultima analisi, penso che sarebbe sempre bene controllare giorno dopo giorno l’uso reale che se ne può fare della libertà e della democrazia, oltre alle altre situazioni che possono mettere tra parentesi l’esercizio effettivo di queste due fondamentali idealità...!

    Premessa importante: il saggio è stato scritto con il seguente metodo operativo: partendo da scoperte scientifiche, antropologiche, filosofiche e da eventi socio-economici ho formulato teorie che rappresentano la loro logica e/o approssimativa conclusione teorico-pratica.

    (Infatti, comprendo una delle presumibili critiche che si potrebbero fare su alcuni contenuti non dimostrabili scientificamente; ma nel formulare le teorie (più ardite!?), mi è sembrato utile tentare di provocare un approfondito dibattito pubblico su argomenti ritenuti a torto tabù).

    LE PRIME DOMANDE DA PORSI SULLE QUALITÀ DELL’ESSERE UMANO

    L’uomo è un animale sociale competitivo? È provvisto anche di un’anima? Quale potrebbe essere la verità sulla presunta esistenza di Dio? Perché l’uomo moderno ha potuto raggiungere tutto il progresso che conosciamo, e quali sarebbero le condizioni basilari per progredire ulteriormente in futuro? Perché l’uomo, inserito in una situazione sociale complessa, può diventare l’animale più crudele tra i mammiferi, e di tutti gli altri animali che popolano il globo terrestre? (Se si tiene anche conto che alcuni etologi considerano l’essere umano uno dei migliori animali che popolano la terra).

    Con le seguenti teorie cercherò di dare risposte, sia pur parziali alle domande poste, sperando che possano contribuire a sviluppare un dibattito culturale su alcune problematiche che angustiano l’uomo moderno.

    Le probabili origini dellll’essere umano.

    (Questa analisi è molto breve e concisa perché è solo la premessa del tema principale che tratterò nel saggio, cioè LA CRUDELTÀ UMANA. Inoltre anche gli altri temi di origine antropologica seguiranno lo stesso principio di fondo)

    Secondo il mio parere, l’essere umano alle origini era l’animale mammifero più debole di tutti gli altri, o almeno uno dei più deboli; quindi, per sopravvivere è dovuto sottostare ad alcune regole fondamentali. Esse sono state: offrire in pasto parte della sua prole agli animali più forti di lui che vivevano nei paraggi, migrare in luoghi più ospitali quando le esigenze che questi ultimi diventavano insopportabili per la sua sopravvivenza, o in alternativa, l’ambiente in cui viveva non gli permetteva di trovare il cibo a sufficienza per sfamare se stesso e la sua famiglia, poiché, ad esempio, non era ancora in grado di coltivare la terra.

    La prova di tutto ciò sta nei sacrifici umani compiuti nei millenni successivi in onore di innumerevoli dei, cosiddetti pagani, che a volte avevano raffigurazioni di animali feroci; era evidente che essi rappresentavano reminiscenze ataviche.

    Poi, a un certo punto della sua evoluzione darwiniana, l’essere umano si è dovuto trasformare da preda a predatore perché sarebbe diventata assolutamente impossibile la sua permanenza sulla terra se non avesse raggiunto un miglioramento importante e decisivo nel suo modo di vivere.

    La molla che ha consentito ciò è stato il naturale istinto di sopravvivenza che contraddistingue tutti gli esseri viventi.

    Non solo, l’essere umano con il passar del tempo è diventato sempre più onnivoro, e secondo il mio parere questo è accaduto quando egli ha scoperto l’utilità di usare il fuoco per nutrirsi. Dunque, gioco forza, ha avuto sempre più bisogno di spazio per muoversi sempre meglio. A questo punto dell’evoluzione l’uomo ha dovuto inventarsi tutte le strategie possibili e immaginabili per sopravvivere, ma anche vivere sempre meglio; naturalmente nulla a che vedere con le comodità usufruite dall’uomo moderno, anche di quello che vive in villaggi sperduti del globo terrestre. Ciò per il semplice fatto che in ogni caso quest’ultimo possiede più conoscenze dei suoi antenati e, quindi, è in grado di gestire meglio tutte le difficoltà che la vita gli impone.

    Inoltre, l’uomo primitivo ha dovuto imporsi, e imporre ad altri, nuove regole per non essere soggetto alle sole leggi che gli dettava l’istinto; anche perché le possibili strategie che doveva usare per cacciare in ambienti molto diversi tra loro, come ad esempio possono essere considerate foreste e savane, lo mettevano in condizione di cambiare radicalmente il modo di vivere per non esporsi a fallimenti continui. Quest’ultima considerazione mi porta a formulare l’ipotesi che per molte migliaia d’anni l’evoluzione darwiniana dell’essere umano sia stata influenzata in modo precipuo dai diversi luoghi dove ha dovuto cacciare volta per volta le sue prede, mentre ad esempio, per le scimmie tutto questo non è accaduto perché sono vissute prevalentemente nello stesso habitat terrestre.

    Infine, ho descritto questo periodo perché è stato uno dei pochi in cui l’essere umano ha subito quasi le stesse trasformazioni Darwiniane degli altri mammiferi, naturalmente mettendo in campo le proprie peculiarità fisiche e psichiche. Da quel momento in poi la sua trasformazione è stata causata dalle scoperte scientifiche, tecnologiche, filosofiche che ha fatto durante i millenni che ha popolato il globo terrestre. Quindi, non è esatta l’ipotesi antropologica che esclude per l’essere umano che vi sia stato un periodo darwiniano classico prima della scoperta dell’utilità del fuoco, degli utensili e delle armi.

    Inoltre, chiarisco, che al ritorno di questo periodo classico mi riferirò quando teorizzerò che l’essere umano manipolato dai leader si scatena contro i suoi simili o evita di intervenire risolutamente per evitare stragi, nei capitoli La crudeltà umana e Gli angeli crudeli della notte dei tempi.

    A questo punto sento il bisogno di aprire una piccola parentesi per chiarire meglio quale potrebbe essere stato l’atteggiamento degli uomini primitivi agli stimoli provenienti da un capo, in rapporto a un accadimento reale o presunto. Ad esempio, ai tempi della scoperta dell’utilità del fuoco, quando un capo faceva immaginare al gruppo la possibilità che eventi ignoti, o gruppi di uomini ostili, potevano impedire la conservazione del bene comune fondamentale per la sopravvivenza, il FUOCO. Il gruppo non aveva possibilità di fare alcun ragionamento tanto era il terrore che incuteva il possibile spegnimento del fuoco, e quindi era disposto a fare tutto pur di reagire per impedire l’evento. Poi, il momento in cui si individuava il nemico, che per la maggior parte dei casi era il capo carismatico stesso che lo indicava, si ponevano in essere reazioni molto violente. Se l’elemento disturbatore era un dio si arrivava a sacrificare uno o più esseri umani sul suo altare per propiziarne la benevolenza; se il pericolo proveniva da estranei al gruppo, a prescindere se il pericolo fosse reale o presunto, la reazione di esso sotto la guida del capo poteva essere molto violenta, e quando i disturbatori presunti o reali venivano fatti prigionieri. Molte volte prima si facevano atti propiziatori, che per lo più assumevano modalità differenti da gruppo a gruppo e potevano comportare sofferenze indicibili per i malcapitati, poi si giustiziavano.

    Secondo il mio parere nei tempi moderni fatti simili accadono quando vengono messe in forse, o affermate all’ennesima potenza, idee assolutistiche che possono essere religiose, politiche o razziali.

    Dunque, riprendendo il discorso, se le cose stanno così, è evidente che una parte della coscienza di sé per l’essere umano sarebbe avvenuta durante questa importante trasformazione, cioè quando egli era un ominide.

    Quest’ultima constatazione mi dà l’occasione per ricordare al lettore che la coscienza di sé equivale alla capacità di progettazione con il suo conseguente simbolismo, e tutto questo ha reso possibile il formarsi della cultura, che a sua volta significa apertura verso un futuro da costruire coscientemente e liberamente, inoltre, significa sapersi adattare all’ambiente per poi migliorarlo secondo le proprie esigenze; infine, è anche avere memoria del proprio passato e metterla a frutto per realizzare il proprio futuro e quello degli altri!

    Quindi, non è esatta la l’affermazione d’origine religiosa, che l’uomo quando è comparso sulla terra avesse contezza precisa di cosa fossero il bene e il male; perché le condizioni ambientali, le potenzialità intellettive, le conoscenze culturali e altro ancora non gli permettevano di discernere tra due scelte molto impegnative.

    Di conseguenza, il peccato originale non è esistito con l’apparire dell’essere umano sulla terra, se per peccato originale s’intende l’inizio della conoscenza di sé; ma essa si è formata grazie a una lenta, anzi lentissima, trasformazione dovuta all’istinto di conservazione della specie.

    Insomma, l’essere umano si è salvato grazie alla sua iniziale debolezza strutturale, che lo ha costretto a cambiare continuamente il suo modo di agire per non perire per sempre! Queste enormi difficoltà molto probabilmente gli hanno consentito di affinare sempre di più i famosi cinque sensi, che sono vista, olfatto, udito, gusto e tatto, che a loro volta hanno fatto sì che si creassero i presupposti per lo sviluppo dell’inconscio, che è una facoltà dell’uomo del tutto sottovalutata, e che andrebbe studiata con più attenzione soprattutto per stabilire se può essere uno dei fattori che determinano le grandi diversità psicologiche e comportamentali tra un essere umano e l’altro, e persino tra due gemelli omozigoti.

    Per completare il discorso, faccio notare al lettore che bisogna far mente locale, alla differenza tra l’autonomia iniziale dei nostri figli appena nati, e quelli degli altri mammiferi che molte volte sono costretti a seguire le loro madri nelle corse a perdifiato nelle savane, per rendersi conto con certezza della nostra debolezza iniziale.

    Per questi motivi, e altri ancora che non sto qui a elencare, non è mai esistito un paradiso terrestre, ma agli inizi è esistito l’inferno terrestre, dove è vissuto l’essere umano debole e quasi indifeso, preda e non cacciatore, ignorante e con le pulsioni riguardanti l’istinto di molti altri mammiferi.

    In ultima analisi si può affermare che, dall’epoca della caccia in poi, l’uomo si è inventato di tutto per sopravvivere e stare sempre meglio sulla faccia della terra; così facendo, si è assunto molte responsabilità verso i suoi simili e verso tutto quello che lo circondava che prima neanche si sognava di prendersi, anche se molte volte si è trattato solo di mantenere vivibile e quasi sicuro il territorio che occupava e sottomettere ai suoi voleri i propri simili. Ma anche in questo ultimo caso doveva in ogni modo difendere la loro integrità fisica per godere sempre più a lungo i servigi che gli potevano fare.

    Dunque, dopo queste logiche considerazioni, se un giorno un presunto dio dovesse giudicare il comportamento d’ogni singolo uomo dovrebbe tener presente innumerevoli fattori oggettivi, che grosso modo potrebbero essere i seguenti: l’epoca nella quale il malcapitato è vissuto, in quale civiltà della stessa epoca è appartenuto, quali erano le sue capacità intellettive, il tipo di cultura che la società nella quale è vissuto gli ha imposto. Infine, quali erano le scoperte scientifiche conosciute universalmente.

    Questa ultima affermazione può essere meglio spiegata facendo un esempio: quando l’energia elettrica è stata scoperta, pochi sapevano che con essa si poteva anche ammazzare la gente; quindi, per un certo periodo solo chi sapeva con precisione quali potevano essere gli effetti deleteri di un certo uso distorto di questa grande scoperta era responsabile di quello che faceva. Per questo importante motivo nel discernere sulle responsabilità dell’uomo si dovrebbe tener sempre presente il seguente principio generale: una persona è pienamente responsabile di quello che fa, o omette di fare, solo se è consapevole del danno o dei benefici che potrebbe arrecare al prossimo, a se stesso e a tutto quello che la circonda!

    Queste sono le basi filosofiche del saggio:

    Premesse generali: l’essere umano ha tre importanti scelte davanti a sé, sono: controllare scientificamente la propria futura trasformazione darwiniana, acquisirla a caso mediante i suoi interventi non sempre appropriati sull’ambiente, o affidarsi a mani criminali!

    Inoltre bisognerebbe avere sempre presente che l’essere umano agisce per bisogno e/o per interesse! Infatti, vi sono grandi fattori che agiscono da propulsione per far agire l’uomo e sono: i bisogni fisiologici (nutrirsi, procreare ecc. ecc) gli interessi spirituali in tutte le forme che si conoscono, quelli economici, sociali, artistici, tecnologici e scientifici; di conseguenza ritengo che anche le seguenti affermazioni potrebbero essere in linea con i suddetti interessi:

    Ogni intervento scientifico dell’uomo dovrebbe essere considerato un atto naturale! Ad esempio, a precise condizioni, se in futuro si potrà clonare un essere umano o se com’è stato possibile riprodurre in laboratorio il brodo primordiale, si potrà far nascere un embrione umano senza l’aiuto degli spermatozoi e/o degli ovuli femminili, non ci dovranno essere remore moralistiche per farlo!

    Non solo, se lo studio sul genoma umano e la conseguente modifica in laboratorio della sua struttura potrà consentire all’uomo ad essere immune da molte malattie, ad allungargli la vita, ad aumentargli il quoziente intellettivo ed altro ancora, anche questi atti scientifici si dovrebbero fare con tranquillità senza frapporre moralismi senza senso! Anche perché se questa teoria darwiniana applicata all’essere umano è giusta, egli è destinato nell’arco dei millenni a lentissime trasformazioni anche innaturali provocate direttamente o in modo indiretto da scoperte scientifiche in tutti i campi e/o da dissennatezze ambientali provocate dall’uomo per motivi economici (esempio: surriscaldamento della crosta terrestre, aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera, scriteriato sfruttamento del territorio ecc. ecc.).

    Per questi motivi, e altri ancora che non sto qui a elencare, nelle eventuali manomissioni scientifiche non si dovrebbe badare alle proteste dei cosiddetti creazionisti, o da sedicenti laici che preferirebbero la continua strage d’esseri umani per malnutrizioni e mancanza di prevenzione per molte malattie al progresso scientifico; anche se riconosco che si dovrebbero trovare controlli tecnici scientifici neutrali per impedire i sempre possibili abusi per avidità dell’uomo. In ogni caso per tranquillizzare il lettore, faccio presente che gli scienziati nelle loro ricerche troveranno sempre come limite invalicabile la natura intrinseca delle cose (la pietra resterà sempre pietra l’uomo resterà sempre un uomo). Infatti, penso che non si potrà creare in laboratorio l’uomo-pietra, e anche se per assurdo lo si potesse fare, tra milioni d’anni a precise condizioni ambientali sarà la natura stessa a farlo; quindi, gli scienziati non farebbero nulla d’innaturale se scoprissero che la natura permette di fare cose assurde, l’importante sarebbe il controllo democratico della loro applicazione tecnologica.

    Questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere il saggio insieme alla constatazione che vi è in giro molta superstizione soprattutto di chi detiene il potere che impedisce agli scienziati di camminare speditamente verso il progresso, e come è noto questo stato di cose non è una novità nella storia umana!

    Quindi da ora in poi se vogliamo tentare di risolvere molti problemi causati anche dalla cosiddetta modernità, dobbiamo far in modo che sia sempre la natura a porre limiti invalicabili all’intervento umano, e non considerazioni moralistiche come ad esempio accadde con la famosa scoperta scientifica di Galileo Galilei!

    A questo punto sento il dovere di aprire una piccola parentesi per chiarire ancora meglio il mio pensiero: quando ho fatto la premessa di a precise condizioni, intendevo solo dire che una cosa è la scoperta scientifica in sé, altra cosa è l’uso pratico che se ne può fare dopo, e faccio un esempio per chiarire meglio il concetto: la scoperta della dinamite ha prodotto grandi vantaggi all’umanità, ma se essa è usata da persone incompetenti o peggio ancora da criminali, si può immaginare benissimo cosa potrebbe accadere! Quindi anche la possibile scoperta della clonazione umana potrebbe essere usata solo quando si crea un pericolo reale d’infertilità femminile o maschile a causa di una guerra atomica, catastrofi naturali o modi di vivere poco salubri. Per questi motivi, a un credente o a chi in modo legittimo potrebbe mettere in dubbio la validità e persino l’assennatezza della mia proposta pongo la seguente domanda fondamentale: Come mai alcune cose possono essere manovrate dall’uomo o dalla natura, mentre altre restano immodificabili almeno nella loro essenza naturale? Se si ha il coraggio di rispondere con rigorosa logica e con onestà intellettuale a questa domanda, si dovrebbe ammettere che è stato per primo Dio (se esiste) a consentire o non consentire un intervento dell’uomo sulla natura, ed è stato Lui a stabilire, di fatto, cosa è naturale e anche cosa è morale; quindi non ha atteso che le sacre scritture o i suoi sedicenti chierici stabilissero a volte con interpretazioni assurde cosa si può fare o non fare! La storia di Galileo Galilei dovrebbe servire da monito per tutti... o no?

    Inoltre, se è vero che l’essere umano è anche il prodotto dell’ambiente e della cultura che lo circonda dalla sua più tenera età, che importanza avrebbero le sue origini, in altre parole, com’è nato? Ad

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