Le Politiche di Sviluppo Rurale in Tanzania e la Cooperazione con l’Unione Europea
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Anteprima del libro
Le Politiche di Sviluppo Rurale in Tanzania e la Cooperazione con l’Unione Europea - Joannes Maria De Luca
Dr. Joannes Maria De Luca
Le Politiche di Sviluppo Rurale in Tanzania e la Cooperazione con l’Unione Europea
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Indice dei contenuti
CAPITOLO 1 LA TANZANIA: QUADRO GEOGRAFICO -STORICO-POLITICO-ECONOMICO
1.2 Quadro Storico
1.3 Quadro Economico
1.4 Quadro Politico
CAPITOLO 2 LO SVILUPPO RURALE IN TANZANIA
Cap 2.2 Piano Di Investimento (TAFSIP) della Tanzania
2.3 Analisi progetto di investimento in Tanzania
CAPITOLO 3 UNIONE EUROPEA E TANZANIA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
3.2 Analisi dei programmi di intervento nei rapporti Bilaterali Ue e Tanzania
CONCLUSIONI
LISTA ABBREVIAZIONI
BIBLIOGRAFIA WEBSITE LINK
INDICE FIGURE E TABELLE
CAPITOLO 1 LA TANZANIA: QUADRO GEOGRAFICO -STORICO-POLITICO-ECONOMICO
1.1 Quadro Geografico -Fisico
1.1 Quadro Geografico -Fisico
La Tanzania è uno Stato federale dell’Africa orientale, costituito da una sezione continentale, il Tanganica, e una insulare, Zanzibar, comprendente amministrativamente anche l’altra isola di Pemba. Confina a N con Uganda e Kenya, a S con il Mozambico, a SO con Zambia e Malawi, a O con il Congo, a NO con Ruanda e Burundi; comprende ampie parti dei laghi Vittoria, Tanganica e Malawi; si affaccia a E sull’Oceano Indiano, dove si trovano Pemba (a N) e Zanzibar, e inoltre, più a S, l’isola di Mafia, con altre minori. La sezione continentale ha prevalenza assoluta (99,7% della superficie e 97% della popolazione dello Stato).
Figura 1.2 Cartina Fisica della Tanzania Fonte : commons.wikimedia.org
Il territorio continentale della Tanzania è costituito, in prevalenza, da un vasto lembo dell’altopiano est-africano.
L’uniformità della morfologia tabulare (altitudine media intorno ai 1000 m) è movimentata nelle fasce marginali da formazioni montuose originate da un sistema di faglie (Rift Valley) il cui decorso si divide in due rami. Il solco principale è quello che segna il confine occidentale, lungo la linea dei grandi laghi di fossa tettonica (Lago Tanganica, sulla linea di confine con il Congo), ed è orlato da rilievi montuosi che a S culminano a quasi 3000 m nel Monte Rungwe. A NE il ramo minore della grande fossa tettonica è segnato da un’imponente bastionata di massicci vulcanici, che culminano nel Kilimangiaro (5895 m), la più alta montagna dell’Africa. All’estremità settentrionale l’altopiano digrada verso la grande conca del Lago Vittoria; a E lascia spazio a una larga regione costiera pianeggiante, a volte coperta da acquitrini e aree paludose, che termina sulla costa dell’oceano con una serie di spiagge sabbiose, orlate da mangrovie e da barriere coralline. La sezione settentrionale dell’altopiano è movimentata da rilievi collinari e da depressioni che ospitano alcuni bacini lacustri (Rukwa, Manyara, Eyasi, Natron).
Il corso d’acqua più importante è il Rufiji che, con il Ruvu, il Wami e il Pangani, si getta nell’Oceano Indiano dopo avere raccolto le acque della piana costiera; gli altri fiumi si perdono negli acquitrini dei bacini interni o si immettono nei laghi.
1.2 Quadro Storico
Già soggetta alla tipica economia coloniale, dopo l’indipendenza la T. assunse un indirizzo peculiare, noto come socialismo africano che, rifiutando il marxismo, cercava piuttosto di unificare la popolazione del paese, formata da circa 120 gruppi etnici differenti, in un unico sistema nazionale. Sotto il profilo economico, il nuovo modello cercò di eliminare ogni forma di capitalismo, impedendo la concentrazione della ricchezza con la diffusione della cooperazione a tutti i livelli e prendendo come base le forme di produzione e di solidarietà che erano proprie della società africana precoloniale. Il modello economico socialista-collettivista non diede però buoni risultati, anche perché le difficoltà finanziarie non consentirono di dotare le ujamaa (nuclei produttivi costituiti mediante l’aggregazione della popolazione in comunità agricole) delle infrastrutture necessarie. La recessione mondiale intervenuta verso la fine degli anni 1970 e gli effetti di una disastrosa siccità segnarono la fine dell’esperienza e il graduale ripristino di un’economia di mercato. Un miglioramento del quadro economico si è prodotto nell’ultimo decennio del 20° sec., dopo il varo (1995) di un programma di stabilizzazione macroeconomica che ha contribuito a incoraggiare la ripresa di investimenti stranieri nel settore minerario, in decisa espansione. Nel 2013 il tasso di crescita del prodotto interno lordo è stato del 7% Ma il bilancio statale continua a dipendere in larga misura dagli aiuti internazionali e la situazione sociale è critica: il dato dell’indice aggregato dello sviluppo umano calcolato dalle Nazioni Unite nel 2011 (speranza di vita alla nascita: 51 anni; analfabetismo: 31%) colloca la Tanzania al 159° posto nella graduatoria mondiale di 177 paesi.
1.3 Quadro Economico
L’agricoltura occupa circa l’80% della popolazione attiva e contribuisce per il 26,6% (2009) alla formazione del prodotto interno lordo. Solo il 6% della superficie territoriale è coltivabile; i terreni migliori sono destinati alle colture da esportazione: caffè (52.000 t nel 2007), cotone (fibra 109.000 t, semi 210.000 t) e sisal (27.800 t). L’agricoltura di sussistenza produce mais, manioca, riso, sorgo, miglio ed è esposta al rischio di ricorrenti siccità, con conseguenti carestie locali. L’allevamento (18 milioni di bovini e circa altrettanti fra caprini e ovini) è praticato in gran parte da pastori nomadi o all’interno del sistema produttivo familiare: gli allevamenti di grandi dimensioni e modernamente attrezzati sono ancora pochi.
Tra le risorse minerarie si segnala l’estrazione di oro (secondo produttore in Africa dopo il Sudafrica e dodicesimo produttore mondiale), diamanti e altre pietre preziose, carbone. Le attività industriali, concentrate quasi tutte nell’area di Dar es Salaam, riguardano beni di prima necessità o trasformano materia prima locale: zuccherifici, impianti tessili e per la lavorazione del tabacco, birrifici, cementifici, stabilimenti per l’inscatolamento della frutta e per la distillazione dell’olio dei chiodi di garofano. Una raffineria di idrocarburi è ubicata al punto di partenza dell’oleodotto che collega Dar es Salaam con la Zambia.
Le comunicazioni terrestri contano circa 78.000 km di strade (2008) e 4.000 km