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Alla ricerca di sè
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Alla ricerca di sè

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About this ebook

Naomi vive in una condizione di sospensione.La sua vita oscilla tra sogno e realtà,e immagina vite di altre donne,dalle quali trarrà degli insegnamenti.Le donne protagoniste della sua fantasia hanno una vita difficile e soprattutto si ritroveranno in situazioni pericolose,dove la paura può essere fatale...
Pur vergognandosi di alcune loro azioni,queste donne ritroveranno la capacità di andare avanti ,di reinventarsi,.di ricreare un'identità.
E Naomi cresce insieme a ognuna di loro,per lei fonte di ispirazione e forza.
LanguageItaliano
PublisherSteffy Tinsa
Release dateJan 15, 2017
ISBN9788822889423
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    Alla ricerca di sè - Steffy Tinsa

    PENSIERO VOLANTE: SI APRE UN SET

    Allora non ho salvato nulla la scorsa volta! Prima di scrivere vorrei capire il motivo per cui non salvo le pagine che mi interessano, anche perché quando le vado a ripescare mi piacerebbe avere i miei personaggi che appaiono davanti a me come in una scena teatrale. Che ore sono? I minuti scorrono uno dopo l’altro senza interruzione, la mente vaga cercando di pescare le idee per una storia coinvolgente, ma prima c’è bisogno della parolina top secret.

    Naomi era sotto il flusso dell’acqua, aveva appena aperto il rubinetto della doccia, si stava bagnando la testa, sempre più avvolta da quella pioggia tiepida che l’avviluppava. Pensava di non riuscire a canalizzare le sue idee… anche quella mattina, dopo aver ringraziato Dio per tutto quello che aveva, mise la testa sotto il getto, forse sperando di provocare l’accensione di una lampadina. Era lì da tempo, quando, appoggiandosi con aria piuttosto sconsolata al vetro della doccia, percepì il buio intorno a lei.

    Aprì gli occhi di corsa, cercando di discernere ogni movimento, come per non omettere nessuna sensazione che la riconducesse alla realtà. Interruppe il gettito dell’acqua. C’era silenzio, era tutto calmo… era solo… buio.

    A un tratto Naomi si accorse del rumore di sottofondo di una cicala, era un verso ingombrante, ma amico, com’è che non l’aveva notato prima?

    La luce non ritornava, era come essere in un’altra dimensione. Naomi era in una bolla, e fuori era tutto buio.

    Quel lumicino che improvvisamente apparve da lontano, le sembrò un’àncora di salvataggio, perché fuori dalla doccia non c’era più nulla, neanche il pavimento.

    Si trovò a tremare, ma non dal freddo, era come in preda a un incubo, non riusciva a capire, eppure stava semplicemente facendo una doccia in casa sua, col parquet per terra e una graziosa specchiera con mobile bianco su cui appoggiava tutte le sue cose. E ora, al di fuori di quella doccia non c’era più niente, niente muri, niente pavimenti, nessun appiglio se non quel lumicino lontano lontano: era un punto, come fosse una stella e neanche delle più grandi.

    La prima cosa che le venne in mente era strana perché non aveva niente a che fare con le sue problematiche di artista. Pensava al fratello che aveva visto due giorni prima a casa della madre, al suo modo di comportarsi che Naomi non sopportava. Luigi giocava al povero, nonostante i soldi datigli dal padre. Si era comprato una casa ma non ci viveva, stava a casa della fidanzata e quasi sempre scroccava la cena da lei.

    Aveva preso in gestione una palestra, ma invece di comportarsi da datore di lavoro si metteva sullo stesso piano dell’ultimo ragazzo che andava in palestra da lui a cercare lavoro e anzi faceva competizione con questo chiedendosi come mai le lezioni del ragazzo erano sempre piene e quelle sue sempre più vuote, non considerando che un ventenne attraente, fresco di training e pieno di entusiasmo faceva presto a smuovere la pigrizia di qualunque bipede, soprattutto donna, voglioso di tenere in forma il proprio fisico e di attirare l’attenzione.

    Proprio non voleva crescere.

    La madre di Naomi e Luigi era una donna ormai sulla settantina, una bella donna che si curava e si vestiva bene, ma non si era mai troppo fatta rispettare e si riempiva la vita dandosi da fare in piccole cose.

    Tutti i giorni la donna portava il pranzo in palestra a suo figlio Luigi, facendolo diventare lo zimbello di altri istruttori, lui non se ne rendeva conto e pur di scroccare un bel pranzetto alla madre lasciava che gli altri ridessero di lui.

    Luigi faceva i suoi acquisti dal tunisino, scarpe da ginnastica modello tre quattro, anni prima, o a Napoli quando andava ad accompagnare la fidanzata a trovare la madre. Non avrebbe mai potuto intendersi con chi comprava roba firmata, anche perché poi la fidanzata, che aveva già due figli ed erastata sposata, magari gli avrebbe chiesto qualche regalo in più se avesse intravisto le possibilità di Luigi.

    Un tempo Luigi lavorava nel negozio del padre di Naomi, e non era così tirato, ma aveva toccato i suoi 43 anni raggiungendo un notevole grado di tirchieria. Eppure aveva un’attività sua, in più dei soldi che percepiva dall’affitto condiviso con i genitori e la sorella di un appartamento, insomma era uno che avrebbe potuto permettersi una vita agiata, invece era il tipo che andava a trovare i genitori in vacanza in Sardegna senza macchina, pretendendo che l’andassero a prendere con la loro, pur dovendo loro spostarsi di duecento chilometri attraverso una strada irta di curve.

    Naomi non ci poteva credere, lei era un’artista, non riusciva neanche a lavorare, tutto quello che le passava nelle mani se lo spendeva, e il pensiero balenato ora intorno a suo fratello era su che

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