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L'Ultimo Passo - Distruzione
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L'Ultimo Passo - Distruzione

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Ben poco sappiamo del mondo oltre le montagne: gli alti picchi circondano il piccolo e pacifico villaggio lasciando soltanto al sole ed alla luna il privilegio di ammirarlo, le nuvole sono passeggere e le giornate si susseguono l'un l'altra rapidamente, giocando, ridendo e lavorando. Nulla può togliere agli abitanti di Esthina questa loro quiete.
Una volta l'anno una piccola carovana di curiosi viaggiatori e di mercanti itineranti rischia la propria incolumità, attraversando le labirintiche e pericolose grotte che traversano la catena montuosa alla base. Bestie selvagge e crepacci inaspettati scoraggiano i più ad avventurarvisi ma chi torna a vedere la luce ha spesso sorprendenti novità da raccontare ed interessanti beni di cui desidera disfarsi, per il giusto prezzo.
Ogni anno questi ospiti tornano e gli abitanti di Esthina si rilassano ancor di più, si festeggia e si baratta, c'è chi prende quell'ornamento per i capelli e chi invece vuole quella maglia pesante per il prossimo inverno, alcuni comprano cibi prelibati ed altri ancora filtri per mantenersi giovani, forti e belli. La città và in subbuglio ed un esplosione di vitalità incredibile pervade tutti i cittadini per i pochi giorni dei festeggiamenti.
Tra tutti, un ragazzo è il più curioso e particolare.
Parla con gli stranieri e desidera sapere: storie, racconti di viaggi passati, luoghi curiosi del mondo, i viaggiatori hanno visto terre che lui può solo sognare, i campi di fiori a nord, i vasti oceani. C'era tutto un mondo oltre quei monti, un mondo che non era il suo, ma che tanto avrebbe desiderato lo diventasse.
Ogni anno il ragazzo tornava alla festa ed ogni anno parlava con un nuovo viaggiatore ed ogni anno, scopriva qualcosa di nuovo e se ne innamorava. Spensierato e sereno viveva i suoi giorni uno dopo l'altro, crescendo in fretta, serenamente e felicemente. Poco sapeva delle conseguenze della sua curiosità, poco sapeva che quelle domande avrebbero portato ben più di semplici risposte.
Suo padre gli parlava spesso del perchè Nair non avrebbe mai potuto superare quelle grotte, ogni volta che si slegava il mantello il giovane a malincuore ricordava e solo pochi amici stretti erano a conoscenza del suo inquietante segreto.
Se un giorno varcherai quelle grotte il mondo avrà paura, e la paura fà fare agli uomini cose molto, molto brutte Nair. Gli ripeteva.
La sua mente riusciva a rinnegare quel cielo azzurro, ad offuscare la fantasia quando questa si spingeva oltre gli alti picchi nel cielo, ma il suo cuore no, era innamorato dei ricordi di quegli stranieri, dei loro racconti, di un mondo di fiaba e di magia che esisteva appena oltre quello scuro antro. Nair divenne un uomo, ma non smise mai di sognare.
Le conseguenze della sua curiosità si manifestarono una notte delle sue preferite poco dopo il compiersi dei suoi venti anni. Ed è qui che la storia inizia, la sua sicurezza viene spazzata via da un susseguirsi frenetico di inaspettati e dolorosi eventi, vede il suo paradiso andare in frantumi e costretto alla fuga si troverà a cercare vendetta verso un inarrestabile male venuto dal nulla, del quale non saprà niente. Nel viaggio che lo aspetta il ragazzo scoprirà di vivere in mondo tutt'altro che ospitale, le sue fantasie svaniranno e dovrà lottare per sopravvivere in un mondo dove il più forte opprime il più debole senza alcun remore e dove la sofferenza è per molti, l'unica prova di essere vivi.
Nel viaggio l'animo del giovane verrà macchiato sempre più dalle azioni che vedrà compiersi e da ciò che lui stesso sarà costretto a fare, abbandonando la sua innocenza e la sua fanciullesca ignoranza per divenire anzi un uomo egoista e privo di scrupoli.
LanguageItaliano
Release dateJan 6, 2017
ISBN9788869824357
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    L'Ultimo Passo - Distruzione - Adriano Marsigli

    Adriano Marsigli

    L'ultimo passo

    Distruzione

    Cavinato Editore International

    © Copyright 2016 Cavinato Editore International

    ISBN: 978-88-6982-435-7

    I edizione 2016

    Tutti i diritti letterari e artistici sono riservati. I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi

    © Cavinato Editore International

    Vicolo dell’Inganno, 8 - 25122 Brescia - Italy

    Q +39 030 2053593

    Fax +39 030 2053493

    cavinatoeditore@hotmail.com

    info@cavinatoeditore.com

    www.cavinatoeditore.com

    Indice

    Prefazione

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Ringraziamenti

    Prefazione

    Ben poco sappiamo del mondo oltre le montagne: gli alti picchi circondano il piccolo e pacifico villaggio lasciando soltanto al sole ed alla luna il privilegio di ammirarlo, le nuvole sono passeggere e le giornate si susseguono l'un l'altra rapidamente, giocando, ridendo e lavorando. Nulla può togliere agli abitanti di Esthina questa loro quiete. Una volta l'anno una piccola carovana di curiosi viaggiatori e di mercanti itineranti rischia la propria incolumità, attraversando le labirintiche e pericolose grotte che traversano la catena montuosa alla base. Bestie selvagge e crepacci inaspettati scoraggiano i più ad avventurarvisi ma chi torna a vedere la luce ha spesso sorprendenti novità da raccontare ed interessanti beni di cui desidera disfarsi, per il giusto prezzo. Ogni anno questi ospiti tornano e gli abitanti di Esthina si rilassano ancor di più, si festeggia e si baratta, c'è chi prende quell'ornamento per i capelli e chi invece vuole quella maglia pesante per il prossimo inverno, alcuni comprano cibi prelibati ed altri ancora filtri per mantenersi giovani, forti e belli. La città và in subbuglio ed un esplosione di vitalità incredibile pervade tutti i cittadini per i pochi giorni dei festeggiamenti. Tra tutti, un ragazzo è il più curioso e particolare. Parla con gli stranieri e desidera sapere: storie, racconti di viaggi passati, luoghi curiosi del mondo, i viaggiatori hanno visto terre che lui può solo sognare, i campi di fiori a nord, i vasti oceani. C'era tutto un mondo oltre quei monti, un mondo che non era il suo, ma che tanto avrebbe desiderato lo diventasse. Ogni anno il ragazzo tornava alla festa ed ogni anno parlava con un nuovo viaggiatore ed ogni anno, scopriva qualcosa di nuovo e se ne innamorava. Spensierato e sereno viveva i suoi giorni uno dopo l'altro, crescendo in fretta, serenamente e felicemente. Poco sapeva delle conseguenze della sua curiosità, poco sapeva che quelle domande avrebbero portato ben più di semplici risposte. Suo padre gli parlava spesso del perchè Nair non avrebbe mai potuto superare quelle grotte, ogni volta che si slegava il mantello il giovane a malincuore ricordava e solo pochi amici stretti erano a conoscenza del suo inquietante segreto. Se un giorno varcherai quelle grotte il mondo avrà paura, e la paura fà fare agli uomini cose molto, molto brutte Nair. Gli ripeteva. La sua mente riusciva a rinnegare quel cielo azzurro, ad offuscare la fantasia quando questa si spingeva oltre gli alti picchi nel cielo, ma il suo cuore no, era innamorato dei ricordi di quegli stranieri, dei loro racconti, di un mondo di fiaba e di magia che esisteva appena oltre quello scuro antro. Nair divenne un uomo, ma non smise mai di sognare. Le conseguenze della sua curiosità si manifestarono una notte delle sue preferite poco dopo il compiersi dei suoi venti anni. Ed è qui che la storia inizia, la sua sicurezza viene spazzata via da un susseguirsi frenetico di inaspettati e dolorosi eventi, vede il suo paradiso andare in frantumi e costretto alla fuga si troverà a cercare vendetta verso un inarrestabile male venuto dal nulla, del quale non saprà niente. Nel viaggio che lo aspetta il ragazzo scoprirà di vivere in mondo tutt'altro che ospitale, le sue fantasie svaniranno e dovrà lottare per sopravvivere in un mondo dove il più forte opprime il più debole senza alcun remore e dove la sofferenza è per molti, l'unica prova di essere vivi. Nel viaggio l'animo del giovane verrà macchiato sempre più dalle azioni che vedrà compiersi e da ciò che lui stesso sarà costretto a fare, abbandonando la sua innocenza e la sua fanciullesca ignoranza per divenire anzi un uomo egoista e privo di scrupoli. Scoprirà chi è che gli sta dando la caccia, il suo nome e cosa li lega. In un avventura suddivisa in tre capitoli, verrà a conoscenza di un passato che non gli appartiene e di un odio, radicato e nascosto nell'ombra della storia del mondo. Non ci sarà alcuna via di fuga dal confronto, in un racconto dove nessuno è salvo dalla morte.

    Capitolo 1

    L'uomo venuto dalla notte

    1

    Scomparso… Di nuovo scomparso… Ci vorranno anni prima di poterlo rincontrare, lo aspetterò, ma prometto a me stesso che la prossima volta sarà anche l'ultima è troppo che attendo ormai e forse loro se lo possono ancora permettere ma io no di certo, è una faccenda che doveva essere sistemata anni e anni fa. Sarà la fine. finalmente.

    2

    Il sole entrava dalla finestra e come tutte le mattine illuminava i piedi del letto, scaldando lentamente la stanza e riempiendola di un dolce tepore mattutino, quando i raggi di luce salendo piano piano arrivarono ad illuminare il volto di Nair lui subito si alzò in piedi. Con gli anni aveva capito che se non si tirava su dal primo istante della mattina, finiva col passare nel comodo letto tutta la giornata e quel giorno sarebbe arrivata la carovana: non voleva perdersela.

    Aprì come al solito il piccolo armadio all'angolo della stanza dove teneva i suoi abiti, tirò fuori i primi vestiti puliti e subito li indossò, il figlio di un falegname di un piccolo paesino di periferia in ogni caso non aveva certo il guardaroba di un principe, qualunque cosa sarebbe andata bene.

    Prese una maglia nera molto larga e dei pantaloni dello stesso colore nei quali era praticamente cresciuto e che erano stati aggiustati con l’avanzare dell’età perché gli andassero sempre a pennello. Prima di uscire aprì la finestra e come ogni mattina si incantò sul panorama del paese che si sveglia: Esthina: sembra quasi di trovarsi dentro un vulcano, è situato in una valle tra le montagne del Sud, non c'è un valico per spostarsi perché i picchi intorno sono incredibilmente alti e scoscesi, non tira quasi mai un filo di vento e d'estate fa così tanto caldo che molti se ne ne stanno a casa a cercare riparo dall'afa, l'unico accesso o uscita da questo posto è un tunnel o meglio, una grotta, troppo pericolosa per essere percorsa da una persona sola, difficilmente la gente va' o viene da questo posto. Il paese non arriva neanche al migliaio di abitanti e tutti conoscono tutti come fosse una grande famiglia, le attrazioni di questo posto vantano la piazza sempre affollata dal solito gruppo di bambini teppisti, il boschetto di proprietà del padre di Nair, gli allevamenti che forniscono cibo praticamente a tutto il paese, e sulla collina più alta ai piedi dei vicini monti un po' in periferia sorge il monastero di Saliar. Ed è il monastero che concede qualche svago a questo luogo perché attrae molti religiosi e viaggiatori e circa una volta l'anno fa giungere una grande carovana da fuori la Cinta che porta introiti, notizie dal mondo e a volte spettacoli, ad un paese che non offre certo i migliori intrattenimenti ed è anzi probabilmente il posto più noioso di tutto il mondo.

    Nair dalla finestra notò che la carovana stava giusto in quel momento uscendo dalla grotta e subito corse fuori dalla stanza, arrivò alle scale e si fermò, tornò indietro e prese il cencioso mantello che la notte prima aveva gettato sulla sedia della scrivania in camera, prima di scendere le scale lo indossò e poi corse giù in tutta fretta. Nair, sei già sveglio? Oggi non devi aiutare tuo padre, come mai in piedi così presto?

    Una donna non molto alta e di corporatura robusta, trasandata con degli sporchi capelli castani e dagli occhi color nocciola con qualche timido pelo che spuntava da sotto il mento lo fissava dalla cucina attraverso la porta, Nair aveva già la mano sul pomello pronta a girarlo. "C'è la carovana oggi madre! Voglio scoprire cosa hanno da raccontare stavolta, vengono da fuori la Cinta è un mondo completamente diverso! L'anno scorso mi hanno raccontato di Elfi! E di creature della notte! E… Ok allora corri, ma tuo padre ti stava cercando quindi prima di pranzo vai da lui alla falegnameria a sentire cosa vuole! Lo ricordo, sarò li prima che suoni la campana del monastero, a presto madre Nair, non dimenticarti di…" Troppo tardi, Nair aveva già chiuso la porta dietro di lui. Esitò, le gambe gli tremavano e non sapeva perché, durò solo un istante ma ripreso il controllo si allontanò da casa e s'incamminò verso la piazza, il sole stava ancora sorgendo. Esthina si apriva tutta davanti a lui, l'ultima carrozza della carovana aveva lasciato la grotta e ora si erano disposte in circolo in piazza, vedeva già i mille colori degli’ abiti sgargianti dei viaggiatori che scendevano e iniziò ad andargli incontro. La curiosità gli aveva permesso di dimenticare subito quella sensazione, la sensazione che qualcosa non andava e che di lì a poco qualcosa sarebbe andato male, non poteva saperlo ma lo aveva percepito.

    3

    Scese dall'ultima carrozza della fila non appena si fermò. Si tolse il cappuccio e coprì il fianco con l'ala del mantello nascondendo i 3 pugnali che aveva agganciati sulla cintola al fianco, primavera inoltrata e la prima volta in un posto del genere, alzando lo sguardo c'era il sole e tutto intorno il muro di cinta più alto e opprimente che avesse mai visto, le montagne le davano fastidio si sentiva claustrofobica in quel posto e l'unica uscita era dalla grotta buia e fredda che avevano appena superato. Si guardò intorno in cerca di qualcuno: aveva delle informazioni ma solo quelle non sarebbero bastate, doveva chiedere in giro e rintracciare quella persona il prima possibile e conscia della sua mancanza di pazienza sapeva di essere già in ritardo, al calare della notte non sarebbe più voluta stare in questo posto e se non trovava la persona che stava cercando in fretta non avrebbe avuto altre alternative. Attenti! Attenti! È ferito! Dobbiamo portarlo al monastero il prima possibile, i sacerdoti sapranno cosa fare con lui! Due uomini in armatura che insieme ad altri 10 facevano da scorta alla carovana stavano portando in una barella improvvisata un uomo sulla quarantina, un tipo un po' grassoccio e spaventosamente pallido, Shanna notò sotto le vesti strappate e lacerate dell'uomo un segno nero all'altezza del petto ma avvenne tutto troppo in fretta e non riuscì a capire di cosa si trattasse: non che la cosa le sarebbe dovuta importare in ogni caso, sulla piazza si affacciava una piccola fucina che esponeva arnesi e utensili per l'uso di tutti i giorni ma vendeva anche pentole e quant'altro per la cucina, decisamente insolito ma in un paese come questo le armi servivano a ben poco in quanto non c'era nulla da rubare e nessuna creatura aggrediva mai gli abitanti, Shanna notò comunque due spade veramente particolari esposte in due teche sul muro alle spalle dell'uomo dietro il bancone. Quella sulla sinistra aveva un impugnatura di un rosso scarlatto con la lama sottilissima ed affilata su un unico lato, l'altra aveva l'impugnatura nera con un motivo a spirale, quest'ultima risultava molto logora e probabilmente il primo colpo ben assestato l'avrebbe frantumata ma sul pomolo dell'elsa c'era una pietra che sembrava contenere una nebbia o un vapore e la pietra passava dal rosso al nero e di nuovo rosso molto lentamente. Ti piacciono eh? Ma non sono in vendita mi spiace bella signorina Lunghi e folti capelli rossi, grandi occhi azzurri, una barba che sarà stata lì da quando il suo portatore ha visto spuntare il primo pelo, ed un sorriso che era dannatamente contagioso ma che non attecchì su Shanna, la sua missione era importante e lei non aveva intenzione di perdere tempo. Mi scusi ma vorrei farle qualche domanda, posso o ha del lavoro da svolgere? Cosa vuoi chiedermi? Devo comunque attendere qualche minuto prima di tornare a martellare

    Disse il fabbro sorridente mentre alle sue spalle il vapore riempiva la bottega. Sto cercando un uomo, un ragazzo forse Strano, a vederla direi proprio che non dovrebbe avere problemi in questo

    Rispose lui quasi assaggiandola con gli occhi, la squadrò da cima a fondo ed invidiò l’uomo che avrebbe avuto alle costole una tale bellezza. Così non mi è di nessun aiuto signor…..? Ferdinand Enrio al suo servizio, ma tutti mi chiamano Ferio quindi lo faccia anche lei

    Presentandosi accennando un goffo inchino. Ferio, è importante che io lo trovi prima di questa sera, la persona che sto cercando dovrebbe avere venti anni circa anno più anno meno, molto alto, capelli neri e occhi anch'essi neri, so che non è molto ma… può aiutarmi? Si Si? Dove posso trovarlo? Come si chiama?

    Alle tue spalle, e mi chiamo Nair disse una voce dietro di lei. chi vuole saperlo? Quando Shanna si voltò ebbe per un attimo paura, sapeva che era grande ma il tizio la sovrastava completamente e trovarselo così alle spalle la disorientò un attimo, Nair era davanti a lei ed era esattamente come lo aveva descritto ma non mostrava affatto l'età che portava, sembrava molto più giovane, molto più innocente… Forse perché Nair non è stato segnato dai sacrifici, il terrore dei campi aperti, gli attacchi e le scorribande di criminali e mostri, Shanna aveva trovato la persona che stava cercando, ma non era l'uomo che credeva di trovare.

    Devo parlarti fece Shanna Di cosa? rispose Nair con gli occhi colmi di curiosità. Shanna ebbe l’impressione di parlare con un bambino di quasi due metri. Non qui, è molto importante e riguarda il tuo mar….. Nair non sentì il resto della frase però in quanto due dei sacerdoti di Saliar entrarono nella bottega e facendogli cenno di avvicinarsi uno dei due gli sussurrò all'orecchio Vieni al monastero Nair, un uomo ti sta cercando e dalle ferite che ha riportato non gli resta molto, ha chiesto di te come ultimo desiderio ma non sappiamo chi sia o il suo nome Io….. fece Nair incrociando lo sguardo di Shanna Vai, io ti aspetterò nella piazza ma non metterci molto, non mi piace aspettare

    La ragazza si mostrò disponibile e al contempo, particolarmente innervosita.

    4

    Trovato! L'’ho trovato!!! è ora di richiamare gli altri. Il posto non è lontano dovremmo arrivare questa sera, il tempo di individuarlo e tutto ricomincerà, quest'agonia va avanti da troppo tempo e né il mio corpo né la mia anima sono più in grado di sopportare tutto questo. L'abbiamo trovato e oggi daremo inizio alla fine. Finalmente. Arriverà la pace.

    5

    Nair Possenti braccia uscirono dall'oscurità impugnando spade probabilmente rubate, mazze improvvisate e lance dalla punta in pietra. Colpi, urla, grida, lamenti e poi silenzio. Nair Sentiva il freddo metallo entrargli dentro, lacerargli la carne e poi uscire, sentiva il freddo lasciare spazio al caldo del sangue che lentamente sgorgava fuori e inondava le vesti di un rosso intenso. Nair Cadde, il dolore era troppo anche se era abituato a provarlo, mettendosi in mezzo aveva preso il colpo destinato ad una bambina che apparteneva ad una famiglia in pellegrinaggio, chi l'aveva sferrato cadde pochi secondi dopo colpito a morte dalle guardie che avrebbero dovuto proteggere i viaggiatori, e che fallirono. Nair Alcune volte, se vuoi che qualcosa venga fatto bene, devi farlo tu. Nair Aprì gli occhi e non appena fu in grado di capire ciò che vedeva notò due sfere nere che lo fissavano, altri occhi che lo guardavano incuriosito. Prima ancora di capire dove si trovava e perché aveva già capito che gli occhi erano della persona che stava cercando e la gioia tramutò il suo volto dolorante, in uno colmo di sorpresa e felicità. Na…..i…r..? fece con un filo di voce, tentò di alzarsi a sedere nel letto in cui si trovava ma la ferita all'altezza del petto si fece sentire e l'uomo sprofondò lentamente di nuovo nel materasso. Si sono io, è più di un'ora che vaneggi e mi chiami… perché mi stavi cercando? Oh… si, dobbiamo parlare… di una cosa… importante Ma non stai bene dovresti riposare, in queste condizioni potresti solo peggiorare se ti sforzi… e… Ah… sei fin troppo buono ma è importante che tu senta ciò che devo dirti… e che lo faccia ora. Prima è meglio è L'uomo si guardò intorno, nella stanza c'era una grande finestra che dava su tutta la vallata sottostante al monastero, un panorama mozzafiato ma che non avrebbe potuto godersi dalla posizione in cui era, la stanza aveva un piccolo mobile e due letti ai lati di quest'ultimo per il resto era praticamente spoglia, Nair era seduto su una sedia ai piedi del letto in cui era l'uomo e al suo fianco un panciuto e preoccupato sacerdote che portava le vesti sporche di chi aveva soccorso un uomo sanguinante. Il sacerdote sussurrò qualcosa all'orecchio di Nair che parve scoprire di una cosa tremenda e i suoi occhi si spensero… non gli resta molto ragazzo ha chiesto di te ma non conosciamo chi sia o il suo nome. Stagli accanto figliolo Posso chiederle di lasciarci soli un momento? fece l'uomo al sacerdote, il quale dopo un piccolo cenno lasciò la stanza chiudendo la porta dietro di sé. Forse dovrei prima presentarmi: il mio nome è Enkil Esordì l'uomo quando si sentì pronto a parlare E sono qui per ordine del prefetto del mio monastero, sono un sacerdote di Saliar anch'io, solo un po' particolare Nel parlare Enkil provò a ritirarsi su a sedere, stavolta ci riuscì e a Nair sembrò che la ferita non fosse così fatale come gli era stato detto… Quando Enkil si fu sistemato le coperte scivolarono via lasciando il petto scoperto e Nair non poté non notare una cosa che lo fece rabbrividire: un segno all'altezza del cuore, un simbolo o quasi un tatuaggio che aveva già visto. Enkil prese a parlare ma Nair non prestò attenzione alle sue parole, quel segno aveva fatto sorgere troppe domande che si accalcavano per uscire dalla sua bocca e non sapeva da dove iniziare. Sentì un formicolio sulla schiena, non succedeva mai, fu nuovo ed intenso, il formicolio divenne prurito e il prurito divenne un bruciore, Enkil aveva da poco iniziato a spiegare qualcosa ma aveva notato che gli occhi di Nair lo vedevano mentre le sue orecchie non lo ascoltavano. Pochi istanti dopo il ragazzo cadde dalla sedia sul pavimento in un tonfo forte, perdendo i sensi.

    6

    Sveglia Il corpo affondava in un soffice materasso con la testa appoggiata su di un morbido cuscino, sentiva il volto umido, forse era acqua. Ripresi i sensi ci mise un po' a ricordare lo svenimento ed il suo perché. Nair si alzò a sedere sul letto: non era stato spogliato e non era sotto le coperte ed ora la situazione era invertita: era lui ad essere sul letto mentre Enkil che era prossimo alla morte sedeva ai piedi del letto sulla sedia, la ferita era già cicatrizzata e sembrava non essere mai stato così bene, o almeno questa era l'impressione che dava. Come ti sei ripreso così in fretta? fece il ragazzo, cercando ancora di raccogliere i pezzi del puzzle intorno al suo collasso. "Ti ho già detto che sono un po' particolare no? Beh, questa è una delle tante particolarità… Posso chiederti cosa è successo invece a te, Nair? Indicò con il dito il petto dell'uomo ed Enkil abbassò gli occhi notando che puntava il suo tatuaggio. Come te lo sei fatto? Da quanto lo hai? Enkil un po' stupito rispose con un sorriso. Veramente non lo so… mia madre ha un segno simile, è una voglia credo e lei diceva che lo aveva anche suo padre, beh… anche io… sebbene in una posizione diversa, non mi sono mai soffermato a studiarlo d’altronde è solo un segno no? Già…. Perché ti interessava? Ho visto alcune persone che lo hanno qui in paese…" mentì

    Capisco… disse il sacerdote portando il discorso dove lo voleva lui Posso avere la tua attenzione per quella cosa che devo dirti? fece Enkil insistendo e facendo trasparire un po' di agitazione. Sono tutto orecchie non è il momento di indagare, meglio studiarlo con calma, quest'uomo non mi piace affatto, pensò Nair mentre lo esaminava da cima a fondo. Molto bene, sarò breve: sei mai uscito da Esthina?

    No rispose secco Nair Conosci la leggenda della Rosa dei Mille Giorni? No rispose di nuovo Di cosa parla? Beh è una fiaba che viene raccontata ai bambini praticamente ovunque, mi stupisce che tu non la conosca anche sperduto in un posto come questo, come tutte le leggende c'è del vero e del falso, e non sappiamo quale parte sia cosa. La storia narra di uno sconosciuto re elfico molto giovane, scomparso prima del raggiungimento dei suoi 50 anni. Il fidato consigliere del re senza nome commissionò una lama di oricalco presso i fabbri regali, un dono di nozze molto prestigioso: la spada avrebbe dovuto essere solo da cerimonia e per questo non era adatta al combattimento, si dice fosse molto grande e l'impugnatura che avesse la forma di radici ornate di 5 cavità sferiche molto piccole in cui vennero incastonate 5 diverse gemme, ognuna in regalo da un diverso vassallo del re. Purtroppo la notte successiva al matrimonio un gruppo di furfanti rapì la regina e il re uscì a cercarli di persona brandendo la spada della guardia scelta che aveva lottato per salvarla e portando nel fodero la sua, le altre guardie erano tutte cadute in un sonno eterno ed il re affrontò da solo la banda di 100 e più briganti sconfiggendoli tutti. Tutti tranne uno, l'ultimo, dotato di abilità magiche potenti e uniche. Abilità che ai tempi nostri sono andate perdute ed intrappolò la mente del re in un inganno: in tale condizione esso cercò di ribellarsi all'incantesimo, ma così facendo ferì a morte la sua consorte involontariamente utilizzando la sua spada cerimoniale, essa bevve il suo sangue e la lama divenne di un rosso scarlatto che non si sarebbe mai potuto lavare, ciò ruppe l'incantesimo che attanagliava la sua mente liberando il re che si trovò allora in una valle nella foresta vicina, ricoperto di sangue, davanti a lui, il capo dei briganti, un omone alto, grosso e minaccioso. Lì il re continuò a combattere giorno e notte, lottando contro la stanchezza ed i morsi della fame per un tempo che si dice durò 1000 dei nostri giorni e non si sa chi dei due sia sorto vincitore, il Re degli elfi o il Re dei banditi. Le lame forgiate da quella razza spesso portano un nome, si dice che quando il sangue della regina cadde e toccò il suolo esso generò il germoglio di una rosa rossa e col tempo l'intera valle fu riempita di rose rosse, da qui Rosa dei Mille Giorni. Quindi secondo le legende esiste una valle di rose dove il combattimento ha avuto luogo, noi siamo interessati alla spada in quanto si tratta di un artefatto di inestimabile valore per la chiesa di Saliar."

    Nair si perse con la fantasia nel racconto, immaginando le eroiche gesta del re senza nome che da solo sconfisse un piccolo esercito e quando comprese che il racconto fosse finito disse: Wow nei suoi occhi la scintilla della curiosità lo faceva sembrare un bambino ignaro del mondo e come continua? Perché me l'hai raccontata? È una storia davvero bellissima ma non capisco perché sei venuto da me… Enkil sorrise, contento di vedere tutto quell'interesse ma al contempo preoccupato: non è lui… è la persona sbagliata, sospirò non posso tornarmene a mani vuote però… proverò comunque. Abbiamo trovato un Tomo Arcano ma è sigillato e non abbiamo idea di come fare ad aprirlo, i pochi incantesimi che siamo in grado di lanciare ci hanno portato ad identificarti come vincolato a quel libro… ma tu sembri non saperne nulla… vorrei comunque fare un tentativo: verrai con me? Venire con te? Dove? Come? Quando? Domani, salirai sulla carovana con me e fuori dalla grotta ti accompagnerò al nostro monastero, verrai ricompensato per il disturbo indipendentemente dalla tua capacità di aiutarci o meno. Allora che ne dici? SI

    Nair aveva già deciso e non gli importava nulla di essere pagato, lui voleva vedere il mondo, sarebbe potuto fuggire dalla Cinta ed era già tanto che desiderava farlo. Ecco presentarsi l'occasione che aspettava. SI

    Si alzò in piedi e si voltò verso Enkil che si era alzato a sua volta e lo guardava dal basso verso l'alto speranzoso di una risposta positiva SI

    Nair sorrise, aprì la bocca e… NO fece una voce femminile parecchio squillante mentre spalancava la porta. Nella stanza entrò Shanna che aveva udito dal corridoio parte della discussione. Si può sapere dove sei stato fin'ora? Sono tre maledette ore che ti aspetto nella piazza e ti avevo avvertito che non mi piaceva aspettare, in ogni caso la risposta è NO, Nair ho bisogno che tu venga con ME. La missione di questo tizio può aspettare: sono secoli che la spada è perduta no? Cosa vuoi che cambi un giorno o due di più? Nair era confuso e passava gli occhi da Shanna ad Enkil e viceversa Io… Non ho problemi a fare deviazioni se si tratta di qualche giorno, posso accompagnarvi e poi io e Nair andremo dove dobbiamo andare fece diplomaticamente Enkil invitandosi a partire per una località ancora sconosciuta. Non ho neanche idea di chi voi siate, come mai sono così popolare tutto d'un tratto?! disse Nair non appena riprese il controllo della situazione.

    E' una storia brutta e lunga, forse te la racconterò con calma durante il viaggio ma ora fidati di me e preparati, partiamo stasera Così presto? Ma io devo salutare delle persone, ho bisogno di tempo! Fece a malapena in tempo a finire la frase che la luce del sole scomparve offuscato da nere nuvole, il buio si faceva lentamente più intenso. Nair sentì di nuovo la sensazione provata poche ore prima quando aveva chiuso la porta di casa alle sue spalle. La terra tremò.

    7

    Il suolo vibrava in tutta Esthina, il sole era svanito e sebbene fosse ancora giorno ma una nube fitta e grigia come la cenere si era generata nel cielo all'altezza dei picchi della Cinta e stava oscurando tutta Esthina: nel giro di pochi minuti essa si ritrovò al buio. I paesani accesero torce e candele dando vita ad uno spettacolo che in altre situazioni sarebbe stato gradevole da ammirare: il paese era colmo di tantissimi lumi uno accanto all'altro, la luce non era molta ma tanto bastava per permettere alle persone di muoversi e vedere cosa facevano e dove andavano, ma nessuno si muoveva perché le gambe degli abitanti tremavano dalla paura, un fenomeno inspiegabile aveva portato l'oscurità nel bel mezzo del pomeriggio, era più buio della notte più buia e nessuno apriva bocca troppo impauriti e confusi per esprimere qualsiasi cosa con le loro parole. Il silenzio angosciante fu rotto dal pianto di un neonato, poi gli abitanti lo videro, il bosco sulla collina in fiamme: fiamme che rapidamente scendevano verso il paese come guidate da una forza mistica e che attaccavano e divoravano le abitazioni di legno che caratterizzavano il paese, in pochi istanti Esthina bruciava, le fiamme divoravano tutto in fretta e ben presto sarebbe rimasta solo cenere.

    8

    Devo correre a casa, sapere se i miei genitori stanno bene! disse Nair cercando nel buio la porta.

    Questa è l’idea più stupida che abbia sentito oggi! Tutte le case sono in fiamme e se sono dotati di un minimo di intelligenza avranno già raggiunto un posto sicuro, inoltre non ti permetterò di allontanarti un’altra volta! rispose Shanna praticamente gridando.

    Vieni con me allora, io andrò lo stesso a controllare! Insisté. Cercando a tastoni la porta nell’oscurità. Shanna prese Nair per il cappuccio del mantello e lo tirò verso di lei, Nella notte riesco a muovermi discretamente, vi porterò fuori dal monastero ma poi andremo via da questo posto, senza deviazioni! ordinò lei. Nair restò zitto e si fece portare docilmente sentendo la mano del quieto Enkil che nel buio lo teneva per il braccio e li seguiva silenziosamente per non essere lasciato indietro. Fecero due rampe di scale, attraversarono qualche salone e si trovarono nell'atrio del monastero, una stanza enorme con tanto di vetrate e finestre a mosaico colorate che di giorno si illuminavano e lasciavano sul suolo il simbolo di Saliar di mille tonalità diverse e che scandiva il tempo su dei segni dipinti nel pavimento, nel buio quel luogo era quasi tetro e i sacerdoti tremolanti che si lamentavano impauriti di ciò che stava succedendo non lo rendevano di certo più gioioso. Fuori dal monastero scendendo dalla collina i loro volti venivano illuminati dalla luce che proveniva dal basso, dal fuoco che divorava Esthina. Nair si staccò dalla presa ferrea di Shanna ed Enkil lasciò il suo polso, il ragazzo vedeva letteralmente la sua infanzia bruciare: la piazza, i carri, le abitazioni, gli allevamenti, il bosco… Casa.

    Non ci pensò due volte, il suo cuore batteva a mille e ormai non ragionava più, devo assicurarmi che stiano bene. Successe una cosa che a Nair capitava spesso quando la collera gli annebbiava i pensieri o l’adrenalina entrava in circolo, divenne veloce, molto più veloce di quanto non fosse solitamente e quando arrivò al cancelletto in legno che recintava l’abitazione lo saltò, si guardò intorno in cerca delle due persone che più desiderava vedere… nessuno. Shanna ed Enkil non erano stati al suo passo e correndo quanto più potevano lo stavano lentamente raggiungendo, davanti a lui la casa in fiamme e tre figure, tre grandi ombre. La più grande trascinava un uomo troppo stanco per divincolarsi: folti capelli castani e una grande barba curata, insieme a degli intensi occhi di un azzurro chiarissimo, essi grondavano lacrime mentre fissavano il volto a malapena illuminato di suo figlio. La figura che lo trascinava lo alzò davanti a se tirandolo per i capelli portandolo così in alto che i piedi oscillavano nell’aria senza sfiorare l’erba curata di casa. E' Lui vero? fece la voce, così profonda e bassa che fece come vibrare le ossa di Nair, paralizzato e terrorizzato a pochi metri da loro. Il padre lo fissò e con l'ultimo respiro in corpo che aveva, sibilò un sottilissimo scappa che Nair appena percepì, i loro occhi incrociarono gli sguardi ed un innaturale calma che avvolgeva il padre, contaminò il figlio liberandolo dalla morsa della paura.

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    Nair devi fare attenzione con quell'accetta in mano! Se sbagli a prendere la mira e te la sbatti sul piede rimarrai zoppo a vita! Ah ah ah Ma padre questa cosa pesa davvero troppo! Come fai a portarla in giro tutto il giorno? Beh, quando avevo la tua età non riuscivo neanche a tenerla sulle spalle Nair, se continui così sarai il migliore taglialegna che Esthina abbia mai avuto!!! ah ah ah Giorni di sole, giorni di pace. La vita del giovane Nair: felice, spensierato, innocente, passava lentamente in un paradiso celato a gli occhi del mondo. Ferio veniva a trovarli un giorno ogni quattro circa per ordinare nuovo legname o rubacchiare un po dell'ottima cucina della mamma. Il padre di Nair gli aveva intagliato due spade di legno e le manine del piccolo si riempivano di lividi e schegge di continuo, ma a lui non importava del dolore lo sopportava benissimo e adorava quel gioco. Suo compagno di giochi era il piccolo nipote di Ferio, Roland, nato fuori dalla Cinta ma i suoi primi ricordi erano già ad Esthina, veniva a trovarlo spesso e condividevano la passione per i combattimenti con le armi sebbene contrariamente al piccolo Nair quando perdeva si imbronciava e smetteva di giocare anche per qualche settimana prima di accettare un nuovo scontro, cosa che accadde solo una volta perché Nair sebbene più agile e forte perdeva di proposito pur di continuare a giocare, subendo anche gli infantili scherni da parte di Roland in silenzio, ridendo tra sé e sé. Il padre di Nair era il padre che tutti i ragazzi del paese invidiavano, buono, gentile, giusto, ed educò Nair in modo che apprezzasse anche le più piccole cose della vita, da un piatto di ottima carne al semplice tepore del sole sul volto. Spiegò a Nair che tutto ha un valore ma che non si deve vivere per quel valore quanto per quello della vita stesso, che sono le persone e non le cose, a renderla degna di essere vissuta. Che il poter fare qualcosa. Non ci dà il diritto di farla. Nair si cacciò spesso nei guai entrando con Roland negli allevamenti di polli a giocare con i pulcini e spaventando gli animali da latte che per giorni si rifiutavano di collaborare e impedendo così agli abitanti di Esthina di mangiare a sazietà per qualche giorno, rompendo le costosissime ed artistiche vetrate del monastero o rubacchiando al mercato qualche giocattolo per passare i pomeriggi, ma suo padre si batteva sempre per lui e fu sempre lì a spiegargli come il mondo funzionasse, perché non doveva rubare, o entrare nei recinti, o causare danni al monastero, e riusciva sempre a calmare le acque spesso riparando i danni insieme al figlio. Suo padre lo crebbe affinché fosse la persona più buona di questo mondo. Nair da piccolo cadde in un pozzo, suo padre si calò dentro per salvarlo e restando bloccato al suo posto per qualche giorno, quando lo liberarono non riuscì ad essere arrabbiato con lui e non fece che piangere dalla gioia nel vederlo solo col piede fasciato. Amava Nair più di ogni altra cosa e non riusciva a nutrire per lui altro sentimento se non questo. Nair non poteva che ricambiare con la stessa moneta l’uomo che da sempre gli era stato accanto. La vista si appannò, le guance vennero rigate dalle calde lacrime, non sentiva più le gambe e non aveva la forza neanche di girare il volto. L'ombra che teneva suo padre per i capelli mostrò il suo braccio, le fiamme della casa illuminarono un guanto d'arme nero con rifiniture in quello che sembrava oro, le dita della mano appuntite ed affilate come coltelli. La portò alla base del capo del padre ed affondò la mano nel collo dell'uomo, le dita passarono da parte a parte e il sangue iniziò ad uscire dalla carne dilaniata dove il guanto l’aveva tagliata, inondando di rosso il petto della vittima, uno strattone forte staccò dal corpo la testa che cadde a terra prima del corpo ed iniziò a tingere di rosso il suolo. Il fuoco aveva ormai consumato la casa, un ultima grande fiammata illuminò il volto dell'assassino solo per un istante, un istante troppo breve perché Nair ne vedesse il volto, ma i suoi occhi si. Nair vide lo sguardo del colpevole, occhi rossi, che avevano visto il mondo. Odiava quel mostro al punto da non poter pensare altro. V’era qualcosa però in quella figura che lo terrorizzava ancora di più, avrebbe voluto quegli occhi, e la sua vendetta glieli avrebbe dati.

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    La grande ombra fece un passo avanti in direzione di Nair, calpestando il corpo senza vita del padre. Nel silenzio e nel buio si sentiva solo il lamento di dolore del ragazzo e le costole che andavano in mille pezzi sotto il peso del colosso in armatura, mentre le altre due ombre più piccole restavano indietro l'assassino si avvicinava iniziando a rivelare la sua figura. Grandi e possenti calzari di nero metallo, un'armatura del colore della notte e ornata del colore delle stelle come lo erano anche i guanti che avevano posto fine alla vita di suo padre, caratterizzata da punte e spigoli sulle ginocchiere e sui gambali, un mantello rosso scarlatto che copriva la spalla sinistra e scivolava sulla sua schiena, si avvicinava lentamente e quando fu ad un metro da Nair si fermò Perché?! fece lui con un filo di voce Perché fai questo?! Per lo stesso motivo per cui ora tu desideri la mia testa! fece la figura, che con un colpo di spalla rivelò l'altro fianco, strinse la mano in un solido pugno e disse Vendetta! e si gettò contro il ragazzo per scatenare la sua furia. In quel esatto momento una luce intensissima esplose tra i due accecandoli entrambi e stordendoli per quelli che furono pochi secondi, istanti che si rilevarono preziosi. Nair capì cosa stava succedendo con qualche secondo di ritardo quando era ormai in piedi e correva, anche se sentiva le gambe come gelatina veniva tirato avanti da due mani di grandezze diverse.

    Quando riacquistò la vista notò che Shanna ed Enkil lo stavano trascinando via a forza verso la piazza del paese in fiamme. Appena in tempo! fece scherzoso Enkil, ignaro dell'accaduto Ho finito i miei trucchetti per questa cosa, spero che non ne avremo bisogno nella grotta disse invece Shanna, annaspando e tirando il braccio di Nair più forte. Non comprendeva cosa stava accadendo, era tutto troppo veloce. Stava lasciando Esthina esaudendo il desiderio di una vita, lasciando alle spalle tutta la sua infanzia con l'immagine ancora nitida dell'atroce morte del padre. Ti vendicherò

    Prima che la vita lasci il mio corpo, prometto che pianterò una lama nel cuore di quel mostro, padre. Ed in tutto questo Nair pensò soltanto ora ad una cosa che gli era sfuggita: sua madre. Sarà stata nella casa in fiamme? Avranno ucciso prima lei? Non posso pensarci, non voglio pensarci… Madre, ho perso anche te?… Ma Nair non aveva il tempo di piangere lacrime ed il suo cuore avrebbe dovuto sopportare almeno un po', avrebbe pianto al sicuro, quando la morte sarebbe stata più lontana di così. Raggiunsero la piazza e lì i due lasciarono le braccia di Nair il quale aveva più o meno ripreso il controllo del proprio corpo, Shanna si diresse di corsa dal fabbro, Ferio non c'era e il tetto era in fiamme ma non era lì per lui, notò che dalle teche mancava la spada rovinata ma non quella dalla lama particolare, si avvicinò e la prese senza pensarci troppo, la piazza, come il resto di Esthina era deserta e se ne stavano accorgendo soltanto ora… Si sbrigò a tornare dal gruppo che stava riprendendo fiato e porse la spada a Nair Tieni questa, è meglio che tu abbia qualcosa con cui proteggerti.. disse Shanna spostando il mantello e rivelando tre foderi due dei quali con dei pugnali … io ho questi… diciamo che mi devi un grazie, forza muoviamoci prima che ci raggiungano Finì a malapena la frase che la piazza venne circondata da un buio ancora più intenso. Un'ombra più nera della notte li teneva fermi, capirono di essere in trappola. Una cupola oscura aveva circondato i fuggiaschi che non sapevano dove andare, dal punto più alto iniziò a gocciolare qualcosa che sembrava pura oscurità… Le gocce nere iniziarono lentamente a cadere in gran quantità come una finissima pioggia, si schiantavano al suolo una dopo l'altra ed in poco tempo tutto il pavimento della piazza fu nero e una figura iniziò a materializzarsi dal centro di quello spazio. Shanna ed Enkil si trovarono spaesati, persi, quando videro che il buio impediva persino di vedere le loro stesse braccia. Nair invece rimase inspiegabilmente calmo, erano intrappolati in quello che sembrava un incubo ma lui non percepiva malvagità da quella figura… Si manifestò ma non era una cosa ben formata, sembrava una melma oscura dalla vaga forma umanoide: una grande testa rotonda, delle spalle forse, ma niente gambe, sembrava un cilindro che si sollevava dal suolo cercando di imitare la forma umana non riuscendoci. Lo guardarono intensamente finché, sul volto della melma, di un nero uniforme comparve quello che sembrava un occhio o quasi… Grandi venature rosse si aprivano come fossero crepe, e in pochi istanti avevano ricoperto tutta la testa dell'ombra, l’iride si materializzò al centro di queste crepe, un occhio verde e grande che fissava Nair. Nair… Nair? Questo è il tuo nome dunque… ti aiuterò questa volta, ma sappi che sebbene io non voglia la tua morte ci troveremo inevitabilmente a combattere per la tua vita… Scopri la verità e preparati, dovrai combattere e non sarà uno scontro che potrai vincere facilmente. Posso aiutarti solo poche volte, la mia volontà non è più come prima e si piega facilmente. Vai ora, presto! Prima che ti raggiunga l'ultimo di noi, lui non ti lascerà passare… Corri o tutto finirà prima ancora di iniziare.

    Nair sentì riecheggiare nella sua mente una voce familiare, quando finì il suo monologo l'ombra si riassorbì nel terreno e lentamente la cupola si dissolse lasciando il gruppo nella piazza libero di muoversi ancora. Corsero via in direzione della grotta, mancavano solo cento metri, forse meno ma il terreno iniziò a tremare e sfaldarsi sotto i loro piedi, continuarono a correre, e' lui, ne mancavano meno di cinquanta, erano quasi salvi quando videro la montagna tremare ed enormi macigni iniziare a scivolare giù per il lato, erano a pochi passi dall'uscita ed un masso gigantesco stava per crollare esattamente davanti l'ingresso della grotta tagliandogli la strada, Nair era in testa e anticipava di un passo Shanna e di una manciata Enkil. Arrivò agli ultimi metri prima della grotta, si girò e spinse Enkil in avanti facendolo cadere rumorosamente sulla fredda pietra dell'ingresso della grotta, Nair entrò un'istante dopo tuffandosi a sua volta. Girandosi vide, prima che il macigno bloccasse l'ingresso alla grotta, l'uomo che stava demolendo tutto. Vide l'ultima ombra, un elfo dalle lunghe orecchie e dai capelli color argento. Lineamenti appuntiti, volto allungato, molto esile, pallido e che indossava un abito a prima vista nobiliare, fu un istante ma Nair lo vide con in mano un bastone particolare, nel buio non riuscì ad identificarlo ma sembrava ornato con aghi, spine o qualcosa di simile… Decise che non era il momento di porsi domande bensì quello di fuggire, mise tutto in un angolo della sue mente, controllò che i suoi compagni fossero in grado di muoversi e si incamminarono in fretta nel buio della grotta.

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    La grotta era buia e si sentiva l'acqua gocciolare dalle pareti oscurate in lontananza, l'eco di un piccolo lago celato accoglieva le gocce appese alle stalattiti che si lasciavano scivolare. Riesci a vedere in questo buio? fece Enkil a Shanna dal fondo della fila composta dai tre, tra il curioso e l'invidioso. Ci riesco da quando ho memoria, immagino che stare rinchiusi per qualche anno non possa che avermi aiutato rispose Shanna Rinchiusa? domandò Nair le cui gambe si muovevano di loro iniziativa e i cui occhi erano fissi nel buio. L'immagine del corpo esanime del padre lo turbava, erano passati pochi minuti e non poteva certo dimenticarlo ma l’agitazione che provava gli impediva di accettare tutte quelle emozioni, doveva fuggire, la disperazione l'avrebbe colto in un altro momento. E' una storia lunga. Non è certo il momento di raccont… non finì la frase che il piede le scivolò e Shanna cadde, Nair si chinò in avanti per prenderla al volo e ne buio le loro mani si intrecciarono sufficientemente in fretta da salvarla. Non hai detto che vedevi!? fece Enkil, stavolta con una nota di preoccupazione lo sapevo! Ecco ora siamo bloccati in questa grotta nera e…. Questo lato della grotta è crollato, la frana lo ha reso instabile e forse dovremo saltare, sono circa tre metri… disse la donna che da appesa scrutava l’estremità opposta di quel fossato. Scendere invece? domandò Nair Quanto è profondo? è alto. Saranno almeno 10 metri, nel buio non sono in grado di farvi una stima esatta. rispose Shanna che nel frattempo tornava a poggiare i piedi per terra. Ci fu un attimo di silenzio, Shanna si girò a guardarlo sebbene nel buio lui era incapace di ricambiare lo sguardo. Per un po non disse nulla ma Nair sentiva la pressione dello sguardo fisso di Shanna e qualche istante dopo, ironicamente lei sbottò Se hai intenzione di saltare in quel buco sappi che te lo impedirò, non ho fatto tutta questa strada per vederti sfracellare al suolo. L'uscita non è molto avanti Nair e inoltre non abbiamo riscontrato alcun altro problema, un paio di ore e dovremmo essere all'aria aperta. disse Enkil che non vedeva l'ora di sentire il vento sul volto. Quei tre erano sulla carovana con voi? chiese Nair. Io non li ricordo risposero entrambi. Se sono giunti fin qui senza i carri, è possibile che sappiano come andarsene senza dover passare per la grotta. E’ possibile che ci attendano all’uscita. Prendiamo questa deviazione, forse porta ad un’altra uscita. Saremo più al sicuro non credete? Enkil e Shanna sembravano essersi azzittiti, quei tizi sembravano fuori dall’ordinario e forse il giovane non aveva tutti i torti. Cos’altro sarebbe potuto andare storto d’altronde? Cercarono subito di collaborare e trovare un modo per scendere, 10 metri erano affatto sono pochi e cadere male avrebbe significato restarci secchi. Nair rimase impressionato da come la sua idea venne presa in seria considerazione e di come i due avevano iniziato ad elaborare un piano senza cercare di convincerlo a camminare la strada sicura. Avrei preferito tenere questa cosa per me, ma credo ne avremo proprio bisogno fece Enkil con un tono particolarmente serio che apparentemente non era da lui. Prese dalla tasca un piccolo libricino di circa duecento pagine e grande abbastanza da entrare nelle tasche larghe dell’abito senza impicciare: recitò qualche parola incomprensibile e il piccolo libricino iniziò a brillare divenendo chiaramente visibile a tutti. Shanna rimase impassibile, ma Nair rimase sbalordito da ciò che stava vedendo Magia!? fece Nair rimanendo a bocca aperta Questi giochetti sono solo stupidaggini, non ti illudere di avere davanti chissà che divino uomo di chiesa! Ed ora avvicinati al pozzo fece Enkil, tornando ad assumere un atteggiamento più giocoso. Nair si voltò e dando le spalle ad Enkil si mise sul bordo del fossato in cui si preparavano a scendere, con la luce ora vedeva un pozzo nero e buio del quale non si vedeva il fondo. Dieci metri, ma la luce non era abbastanza potente da mostrare cosa ci fosse alla base di quel pozzo nella roccia, se non i detriti della strada che si stava sfaldando. Erano in un corridoio largo più di 20 metri e Shanna era riuscita a condurli nell'unico posto in cui c'era un buco tanto grande… Enkil poggiò la mano sulla schiena di Nair, pronunciò di nuovo parole a lui incomprensibili e quando finì tolse la mano, dando poi un piccolo colpetto che fece perdere l'equilibrio al ragazzo che cadde nel fossato, il suo cuore batteva all'impazzata, era stato spinto dal grassone in un profondo tunnel e stava per battere la testa al suolo quando si rese conto che la caduta era frenata come da un getto d'aria che lo teneva sospeso, stava scendendo a testa in giù ma molto lentamente e con qualche istante di pazienza arrivò a toccare il suolo, sano e salvo. La grotta era silenziosa, l'unico rumore che si udiva erano le risate di Enkil che prendeva simpaticamente in giro l’altissimo Nair tremolante in fondo al pozzo. Tu sei la prossima signorina fece Enkil a Shanna no grazie, faccio da sola fece invece lei, che preferiva tenere le mani del panciuto sacerdote lontano dal suo bel corpicino. Si chinò sul bordo e si calò lentamente iniziando a scalare la ripida parete inserendo le mani nelle piccole fosse che la frastagliavano, a pochi metri dal suolo, Shanna lasciò la presa e si calò appoggiata al muro, slittando sulle macerie dei detriti Arrivo! fece Enkil che nel frattempo aveva iniziato di nuovo il suo cantare e saltò nel fosso, rallentando la sua caduta come aveva fatto con Nair, arrivò e la luce del libricino iniziò a sbiadire… Ti avevo detto di non stupirti troppo no? L'effetto si sta già esaurendo finì la sua frase ed il libricino smise di produrre luce. Sentivano un vento freddo provenire dall’unica via accessibile, si incamminarono guidati di nuovo da Shanna e i loro passi lasciavano nell’aria un ritmico toc-toc quando battevano sulla dura pietra, alternando quel

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