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Lo studiolo del duca
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Lo studiolo del duca

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Giallo - romanzo breve (57 pagine) - Un’insolita indagine in solitaria per il dottor Watson tra oscure verità passate e presenti


Watson non vive più in Baker Street ma non si dimentica del suo vecchio compagno d’avventure Sherlock Holmes, che da una settimana, però, non fa più avere sue notizie. Watson teme che possa trovarsi nei guai e decide di cercarlo. Sarà l’inizio di un’insolita indagine in solitaria per il dottore che, seguendo labili tracce filologiche e pensando come penserebbe il grande investigatore, lo condurrà alla scoperta di oscure verità sospese tra passato e presente.


Luca Sartori, laureato in Lingue e Culture Straniere all’Università di Urbino, è membro dell’associazione italiana USIH (Uno Studio in Holmes) e della John Watson Society americana, per la quale ha pubblicato The Adventure of the Duke’s Study (2014). È autore de Il garofano blu, biografia su Lord Alfred Douglas (Simonelli 1999), e per Delos Books di cinque e-books: L’ultimo preraffaellita (2013), Il cane e l’anatra (2014), Il labirinto della solitudine (2014), L’avventura dei candelabri provenzali (2015) e Lo studiolo del duca (2016). Per la Aras Edizioni ha scritto e pubblicato il saggio Oltre il “Sacro Canone”: variazioni apocrife sul tema di Sherlock Holmes. Specializzatosi in traduzione editoriale a Torino, ha tradotto numerosi saggi, racconti, e l’apocrifo sherlockiano I delitti di Mayfair di David Britland (Mondadori 2015).

LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateDec 13, 2016
ISBN9788825400380
Lo studiolo del duca

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    Lo studiolo del duca - Luca Sartori

    a cura di Luigi Pachì

    Luca Sartori

    Lo studiolo del duca

    ROMANZO BREVE

    Prima edizione dicembre 2016

    ISBN 9788825400380

    © 2016 Luca Sartori

    Titolo originale: The Adventure of the Duke’s Study

    Edizione ebook © 2016 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/4 20139 Milano

    Versione: 1.1

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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    Grazie, da parte di Delos Digital, dell'autore del libro e di tutti coloro che vi hanno lavorato.

    Indice

    Il libro

    L'autore

    Lo studiolo del duca

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

    8.

    9.

    10.

    In questa collana

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    Il libro

    Un’insolita indagine in solitaria per il dottor Watson tra oscure verità passate e presenti

    Watson non vive più in Baker Street ma non si dimentica del suo vecchio compagno d’avventure Sherlock Holmes, che da una settimana, però, non fa più avere sue notizie. Watson teme che possa trovarsi nei guai e decide di cercarlo. Sarà l’inizio di un’insolita indagine in solitaria per il dottore che, seguendo labili tracce filologiche e pensando come penserebbe il grande investigatore, lo condurrà alla scoperta di oscure verità sospese tra passato e presente.

    L'autore

    Luca Sartori, laureato in Lingue e Culture Straniere all’Università di Urbino, è membro dell’associazione italiana USIH (Uno Studio in Holmes) e della John Watson Society americana, per la quale ha pubblicato The Adventure of the Duke’s Study (2014). È autore de Il garofano blu, biografia su Lord Alfred Douglas (Simonelli 1999), e per Delos Books di cinque e-books: L’ultimo preraffaellita (2013), Il cane e l’anatra (2014), Il labirinto della solitudine (2014), L’avventura dei candelabri provenzali (2015) e Lo studiolo del duca (2016). Per la Aras Edizioni ha scritto e pubblicato il saggio Oltre il Sacro Canone: variazioni apocrife sul tema di Sherlock Holmes. Specializzatosi in traduzione editoriale a Torino, ha tradotto numerosi saggi, racconti, e l’apocrifo sherlockiano I delitti di Mayfair di David Britland (Mondadori 2015).

    Dallo stesso autore

    Luca Sartori, Sherlock Holmes e l'ultimo preraffaellita Sherlockiana ISBN: 9788867750399 Luca Sartori, Il cane e l'anatra Sherlockiana ISBN: 9788867751570 Luca Sartori, Sherlock Holmes e il labirinto della solitudine Sherlockiana ISBN: 9788867755783 Luca Sartori, Sherlock Holmes e l'avventura dei candelabri provenzali Sherlockiana ISBN: 9788867758067

    1.

    Consultando gli appunti nel mio taccuino leggo che non avevo più avuto notizie di Sherlock Holmes per un’intera settimana prima di cominciare a preoccuparmi per lui. Era un pomeriggio freddo e ventoso di inizio marzo nel 1895. Avevo trascorso le ore mattutine facendo del mio meglio per alleviare le sofferenze di alcuni pazienti all’ambulatorio che gestivo non lontano dalla stazione di Paddington, e oltretutto mi era giunto un insolito telegramma da un certo dottor Verner, il quale m’informava che era molto interessato a rilevare la mia attività e non avrebbe badato a spese. Ma, a ogni modo, non era solo il lavoro a darmi da pensare.

    Devo confessare che da quando la mia amata moglie Mary era prematuramente scomparsa per via di un’incurabile affezione polmonare ero sprofondato in un’oscura malinconia che mi condizionava la vita più di quanto avessi osato immaginare. All’epoca avevo già una certa familiarità con le teorie di Holmes sulle discutibili virtù della cocaina e il suo utilizzo in una soluzione diluita al sette per cento, ma avevo giurato a me stesso, prima come medico coscienzioso e poi come ex chirurgo militare, che non mi sarei mai iniettato una sola goccia di quell’abietto liquido biancastro nelle vene. Dovevo fronteggiare la tristezza da solo, facendo affidamento sull’innata saldezza morale che mi avrebbe aiutato a sopportare quel che il mio caro vecchio amico amava definire ‘un passaggio necessario tra le tetre paludi del taedium vitae’. Sapevo anche, per esperienza, che il miglior modo per ignorare il canto delle sirene che mi tentavano a una dolce deriva nel mare della depressione era concentrarmi su tutte quelle cose che potessero riaccendere un entusiasmo vitale, come, ad esempio, le perigliose ed eccitanti avventure nelle quali Sherlock Holmes ed io ci eravamo imbarcati senza indugi nel corso della nostra lunga amicizia. Non mi renderei colpevole di spergiuro se affermassi che i casi criminali di Sherlock Holmes sono sempre stati la mia vera droga nonché un efficacissimo antidoto contro la noia. Perciò, non avendo avuto un telegramma né un messaggio in sette giorni, decisi di andare a fargli visita al 221B di Baker Street, dove avevamo vissuto insieme per diversi anni prima che mi sposassi con Mary Morstan.

    La signora Hudson, che era stata una padrona di casa premurosa e discreta, mi diede un caloroso benvenuto. Ciononostante, ebbi l’impressione che una certa apprensione adombrasse l’abituale radiosità del suo sorriso sincero e si riflettesse negli occhi opalini d’un azzurro pallido.

    – Oh, dottor Watson! – esclamò, facendomi entrare. – Non la vedo da una settimana, e lo stesso vale per Sherlock Holmes. Suppongo che sia terribilmente occupato con un’indagine alquanto complicata, eppur mi pare che sarebbe dovuto perlomeno tornare a casa per fare un pasto come Dio comanda e dormire in un letto decente. Ho paura che possa trovarsi in una situazione spiacevole che gli impedisce di farsi vedere.

    – Lei è un po’ troppo ansiosa, signora Hudson – dissi, cercando di rassicurarla. – Questa non è certo la prima volta che Sherlock Holmes scompare senza lasciare indizi né tracce, anche se, lo devo ammettere, è piuttosto raro che stia sette giorni senza mandare un messaggio.

    – Il signor Holmes è un uomo in gamba – continuò la signora Hudson, – ma alle volte non ha il senso del pericolo.

    – Oh, il miglior investigatore privato di Londra deve agire con spregiudicatezza, di tanto in tanto. A ogni modo, Holmes è sempre sicuro di quello che fa.

    La signora Hudson sembrò rassicurata da quell’ultima affermazione e scese in cucina a prepararmi un po’ di

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