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Human Navigator La quarta dimensione
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Human Navigator La quarta dimensione

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About this ebook

Un anno prima della Seconda Guerra Mondiale molte lettere insistenti e fastidiose arrivano ad Adolf Hitler in cui il mittente è sempre lo stesso.

Uno psichiatra che abita a Vienna sostiene di essere a conoscenza di un libro misterioso appartenente a Sigmund Freud. Alcune voci di psichiatri e psicologi sostengono che il suo contenuto permetta di controllare la mente umana.

Un progetto segreto introdotto da Albert Einstein denominato Human Navigator si alternerà fra l’epoca dell’ascesa al potere di Hitler arrivando fino ai nostri giorni.

Nella nostra era tre uomini vengono in contatto su internet  con un indovinello misterioso e incomprensibile, incuriositi dal mistero proveranno a risolverlo. Tre strani omicidi avverranno in tre punti distinti della Terra.

Cos’è il progetto Human Navigator? Cosa si cela dietro al libro misterioso di Sigmund Freud? Cosa si nasconde dietro a questi omicidi?

Frank William Mcmillan e John Street indagheranno per scoprirlo, dove verranno a conoscenza di realtà del passato che sorprenderà il lettore stesso, e dove comprenderanno che la storia non è mai stata raccontata in modo veritiero.
LanguageItaliano
Release dateNov 30, 2016
ISBN9788893380010
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    Human Navigator La quarta dimensione - Stefano Baldessari

    39

    Ringraziamenti e Premessa

    Ringraziamenti

    Ringrazio tutti coloro che hanno dato un contributo per la migliore stesura di questo libro.

    Ringrazio Mirko Foletti che mi ha permesso di lavorare nel suo negozio così da estrapolare nuove idee.

    Un ringraziamento speciale va a mia sorella Elena che, oltre ad avermi fatto la foto del profilo, mi ha sostenuto durante la realizzazione dello scritto.

    Grazie di cuore.

    PREMESSA

    Hitler odiava profondamente Sigmund Freud e i suoi libri. Benché questi trattassero argomenti d’importanza fondamentale per capire la psiche, lui alludeva solamente all’unico fatto che era ebreo e che questa razza non doveva sfociare in nessuna materia o scoperta.

    La Gestapo sotto stretto ordine del Fuhrer fece arrestare la figlia di Freud che rimase fedele fino alle più grandi torture del nazismo pur di non rivelare l’identità di suo padre. Fu rilasciata e ritenuta fuori di mente, ma lei mantenne il segreto.

    Sigmund visse a Londra per diversi anni insieme a sua figlia e collaborò con lei per i servizi segreti americani dell’epoca nazista, potendo così proteggersi da Adolf Hitler negli ultimi anni della sua vita.

    La storia narra che Sigmund Freud morì di carcinoma alla bocca nell’anno 1939 e che negli ultimi anni della sua vita delirava.

    Purtroppo e spesso la storia è stata fuorviata e trasmessa in modo falso e capzioso. Qual è la verità su Sigmund Freud?

    Human Navigator racconterà la storia.

    Questa invenzione nata dalle menti di Albert Einstein e Sigmund Freud, potrà narrare avvenimenti di grande importanza e svelare fatti di realtà distorte e non raccontate nel nostro passato.

    Inizieremo in questo libro a raccontare che Sigmund Freud morì a Londra il 23 Settembre. Molti che conoscono la storia di Freud collocano la sua morte nell’anno 1939. Se non fosse così? Se fosse deceduto sei anni più tardi? Ecco perché questa invenzione farà da macchina della verità della storia stessa.

    Racconteremo i veri fatti di molti personaggi del passato.

    Scopriremo quello che ogni essere umano di questo pianeta desidera sapere riguardo alla sua storia: la verità.

    INTRODUZIONE

    Era l’anno 1945 quando l’allora presidente Harry Truman era stato appena eletto e stava dando istruzioni ad Albert Einstein. Era una domenica come tante ed Harry e Albert erano soliti passeggiare a Central Park per aggiornarsi sulle informazioni segrete di governo.

    Harry aveva in mente di fondare una società segreta e aveva una mezza idea di dargli un acronimo di cui Albert ne sarebbe stato soprintendente.

    Pensò al Central Park. Si, doveva essere al centro del mondo, la lettera inziale sarebbe stata la C, acronimo che sta per Central.

    Albert concluse le altre due lettere o acronimi.

    Agency perché sarebbe stata un’agenzia investigativa ma con una marcia in più: sarebbe stata intelligente per definirsi avanzata.

    Central Agency of Intelligence in acronimo: CIA

    Harry guardò Albert e sorridendo gli disse: Sì! Mi piace.

    Ma Albert aveva per sé un progetto assai misterioso. Uno strumento, esattamente un Navigatore come lui l'aveva chiamato, in grado di poter ricostruire il passato a seconda della posizione in cui si trova in un preciso momento.

    Per farvi un esempio, a Central Park si sarebbe potuto vedere se duecento anni fa c’erano stati gli indiani d’America o se per assurdo vi era passato Cristoforo Colombo. Ma la cosa più emozionante della scoperta fu il fatto che si sarebbe potuta ricostruire la vera storia dell'umanità, poiché nasconde verità nascoste, celate e molte volte male interpretate dalle persone che l’hanno trascritta trascurando i fatti realmente accaduti, forse perché erano influenzate da fattori esogeni.

    Harry ne era a conoscenza, anche se di primo acchito gli sembrava strana l’idea. Aveva una così profonda fiducia in Albert che pensava che il progetto HN, come lui l’aveva chiamato, avrebbe avuto sicuramente dei risvolti positivi.

    Albert diede l’onore al presidente in carica di fondare nel 1947 la Central Agency of Intelligence ovvero la CIA.

    Truman inaugurò la sede che fu stabilita a Fairfax in Virginia vicino a Washington, a poca distanza dalla Casa Bianca. In quello stabilimento Albert iniziò a sviluppare il progetto HN.

    Aveva dei bei ricordi di quando lo aveva fatto funzionare per la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale.

    Insieme al suo caro amico Sigmund Freud aveva avuto delle intense avventure. Guardò il Navigator e una marea di ricordi riaffiorarono alla sua mente, ricordi che coinvolgevano anche Sigmund e che abbracciavano la bellezza di sei anni di lavoro, ed essendone passati altri quattro, era ormai trascorso un decennio. I ricordi erano così vividi nella sua mente come se il tempo non fosse passato. Nel laboratorio vi era una finestra chiusa, l’aprì e guardando l’orizzonte iniziò a rivivere quei ricordi, fantasticando sul futuro di Human Navigator.

    CAPITOLO 1

    La storia ha da sempre affascinato l’uomo poiché nasconde i segreti dell'origine umana. Ci sono molte idee in merito alla nostra genesi: alcuni pensano all'origine animale e a una lunga discendenza di specie zoologiche. Altri ancora credono in un'origine divina, plasmati dalla polvere. Infine c'è chi crede in un'origine aliena.

    C’è una moltitudine di pensieri che riguarda la nostra esistenza.

    Ma come a un problema vi è una sola soluzione analogamente deve esserci una sola e vera risposta, una sola origine.

    I nostri avi tramandano racconti di generazione in generazione, ed è solo così che si è preservata la nostra storia. Ma col passare degli anni si è creata confusione al punto da non capire più la nostra originaria identità.

    Coloro che la tramandano spesso vengono influenzati dal proprio retaggio culturale e dai propri modi di pensare, offuscando così l’obiettività dei fatti.

    Ma nella realtà esiste una sola verità. Il resto è inventato. Il passato è arduo e complesso da ricostruire e non ritorna più. Come l’attimo fuggente di un momento. Chi lo può rivedere e chi lo può ricostruire, come una cassetta riavvolta? Certe volte noi uomini ci limitiamo a quello che le circostanze ci permettono di fare, sottovalutando che possiamo sfruttare ogni occasione, e soprattutto imparare dal passato.

    D’altronde il tempo è relativo e in base a questa relatività noi lo sfruttiamo al meglio delle nostre potenzialità.

    Io che sto scrivendo in questo mio diario di pensieri, spero di trasmettere un messaggio a qualcuno, indipendentemente dalla epoca in cui verrà in contatto con questo scritto.

    Tu che lo stai leggendo sappi che ho a cuore che lo capirai, e userai il tuo dono, le tue capacità per dare un contributo all’umanità: rendendola migliore.

    Caro amico del futuro ti abbraccio nel pensiero del mio passato. Ho fiducia che ce la farai.

    Con affetto

    Albert Einstein

    SIGMUND FREUD

    Eravamo quasi nel bel mezzo del Novecento quando Sigmund Freud, inventore della psicoanalisi, aveva formulato molte idee sulla mente umana.

    Aveva fatto molte scoperte sull’individuo. Ad esempio la prima topica di Freud spiega che il nostro inconscio è basato sulla tripartizione tra ES (inconscio) IO (conscio) e Super IO (preconscio). L’ES non è nient’altro che la rappresentazione dei nostri istinti, IO è la persona che mostriamo esteriormente al pubblico e il Super IO è la capacità di dare morali o giudizi alle varie situazioni. Quando entriamo nel mondo dei sogni l’ ES, IO e Super IO si fondono fino a formare delle immagini mentali che portano a comprendere determinate caratteristiche dell’essere umano.

    Ogni grande mente nasconde grandi verità. Benché Freud scrisse tante teorie sulla comprensione della psiche umana, non accenna a un’ultima sua topica che fu rivelata tramite sinistri: la possibilità di prevedere le emozioni in senso matematico.

    Alcuni allievi di Freud vociferavano di questa sua teoria che rimase un mistero fino ad oggi.

    Quest’ultima topica sosteneva che il nostro cervello è chimica. La mente è formata da formule matematiche e pensava fosse possibile, attraverso questo, comprendere gli stati d’animo dell’uomo. Pensando che il nostro corpo è composto dal settanta percento d’acqua che a sua volta in formula matematica si esprime H2O. Il DNA è formato da un codice genetico che si può esprimere in termini di chimica che viene sempre espressa in termini matematici. In modo analogo è sicuro che anche la mente abbia una complessa componente chimica. In base a questa chimica è possibile captare le emozioni della persona, ricordando sempre che ogni cervello ha un suo DNA e ha una sua chimica celebrale.

    Nella sua mente Freud comprendeva che la sua invenzione avrebbe potuto danneggiare il mondo come una bomba atomica. Per questo sigillò il libro con un’equazione che solo una mente buona e priva di malizia avrebbe risolto.

    Avviandosi nella sua stanza pose questo sigillo, mettendo il libro in un sacco di cotone e legandolo con una corda di spago. Lo calò poi in un’intercapedine nel vespaio del pavimento per quattro metri di profondità, ricoprendolo con del calcestruzzo.

    Il libro era lì sepolto, in attesa che un giorno non troppo lontano sarebbe venuto alla luce e sarebbe stato usato in una maniera degna della sua invenzione.

    Nel 1938 Adolf Hitler voleva dominare il mondo. Le stava studiando tutte per raggiungere il suo obiettivo: il dominio assoluto del Reich.

    Nutriva un particolare odio per gli ebrei. Nella sua mente contorta voleva cambiare la storia del Testamento Divino, cosicché da far nascere una nuova generazione dell’umanità attraverso un progressivo lavaggio del cervello.

    Il suo unico e vero scopo nella vita era persuadere il mondo: tutte le razze, a parte quella ariana, erano ignobili e indegne di esistere. Lui stesso si riteneva indegno. Per perseguire ciò riunì una schiera di psichiatri e psicologi lontani dall’ambiente ebreo, chiedendo loro di esporre le loro teorie per manipolare la mente umana.

    Era Adolf stesso a smistare la posta, a seconda del mittente. Alcune le teneva per sé, le altre le delegava al segretario, che aveva il consenso per leggerle. Hitler riceveva spesso minacce di morte. Ma tra le tante buste, vi erano alcune provenienti sempre dallo stesso mittente.

    Era l’ennesima lettera che il Fuhrer riceveva da quello psichiatra. Il suo nome era Eduard Ferman.

    Il segretario quel giorno decise di non cestinarla per leggerne il contenuto.

    Il testo era il seguente:

    Alla cortese attenzione di Adolf Hitler.

    Il mio nome è Eduard Ferman e opero come medico primario in un manicomio di Vienna.

    Il motivo di questa lettera è informare il Fuhrer di una scoperta avvenuta sul controllo della mente umana.

    Non sono io l’artefice di tale scoperta. Sarebbe stato un onore esserlo, ma purtroppo la mia mente è molto limitata. L’inventore, o per meglio definirlo lo psicoanalista che ha scoperto come manipolare la mente è purtroppo di origini ebree. In compenso è un cittadino austriaco come noi.

    Il suo nome è Sigmund Freud, e diverse fonti attendibili di psichiatri e psicologi sostengono che lui abbia un libro di informazioni che rende possibile il controllo dell’intelletto.

    Sono convinto che quello che sto raccontando sembrerà assurdo di primo acchito, anche per il segretario a cui ha delegato questa lettura per poi cestinarla, ma tutto quello che sto per dire ha un senso compiuto. E’ possibile.

    Chiedo gentilmente di poter avere un colloquio con il Fuhrer il prima possibile.

    Nell’attesa di un suo riscontro positivo affinché il Reich duri nei secoli dei secoli, le auguro i miei migliori saluti.

    Eduard Ferman

    Il segretario lesse un po’ scettico la lettera, ma era anche a conoscenza di un segreto del Fuhrer: stava collaborando in un progetto. Tutti i sabati sera, dedicava del tempo all’aggiornamento sui progressi fatti per il dominio mentale della gente comune. Finora psichiatri e psicologi erano giunti a una sola soluzione, quella del lavaggio del cervello fin dalla tenera età. Non erano però ancora riusciti a trovare la soluzione perfetta, come il Fuhrer la definiva.

    Hitler indossava il camice come gli altri ricercatori e presiedeva alla ricerca, benché non avesse alcuna laurea né specializzazione in dottorato.

    Il segretario decise di iniziare ad archiviare le lettere di Eduard Ferman, concludendo che all’arrivo di altre, la situazione sarebbe stata da ritenere più seria.

    Il tempo trascorreva. Nel giro di un mese, erano arrivate più di venti lettere, quasi la media di una lettera ogni due giorni. Lo psichiatra era assai insistente, ma il Fuhrer continuava a declinare la posta al suo segretario.

    Il segretario notò una peculiarità nelle successive lettere: lo psichiatra era più diretto. Come se avesse avuto la chiave della soluzione per il dominio del mondo e volesse consegnarla nelle mani di Hitler.

    Un giorno il segretario decise di sottoporre all’attenzione del Fuhrer tutta quella posta arrivata.

    Erano più di una ventina di lettere, per non contare tutte quelle cestinate.

    E’ solo un pazzo che mi sta infastidendo rispose Adolf.

    Il segretario rimase rispettosamente in silenzio ad ascoltare il suo

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