Dei e Demoni: Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione Umana - Vol. II
By Giano Rocca
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Che il mondo sia governato da un’entità pressoché onnipotente, ogni persona ragionevole può crederlo agevolmente, poiché l’evoluzione della storia del mondo avviene in modo inconsapevole ed imprevisto, ed è imprevedibile anche per gli studiosi di “scienze sociali” e per i governanti anche più potenti. Che tale entità sia definibile come “buona” e “giusta”, solo chi abbia avuto, da quella stessa entità, la “grazia” di una fede irrazionale, può crederlo. Tale fede irrazionale pare consentire di riporre il massimo di fiducia in tale entità proprio nei periodi di maggiore apatia. Nei periodi storici in cui, invece, vi sia maggiore enfasi fideistica (che sfocia, spesso, nel fanatismo), si finisce per ritenere l’entità oggetto di fede (che le religioni indicano in una, o più, divinità, ed i laici in entità meno sacre, ma ugualmente astratte, come ad esempio il “Proletariato”) come bisognosa dell’intervento e sostegno umano (sotto forma di: guerre, rivolte o rivoluzioni od addirittura “apocalissi” di varia natura). Tali posizioni “volontaristiche” suscitano reciproche accuse di “blasfemia” con di chi abbia posizioni “fatalistiche” o “provvidenzialistiche”, (per chi abbia concezioni religiose), mentre suscitano reciproche accuse di “tradimento” (per chi abbia visioni “laiche” o di tipo politico-sociale). Tutto questo dimostra come la “bontà”, “equità” e “moralità”, attribuite alla entità che domina il mondo, sia semplicemente una giustificazione della realtà storica, poiché la semplice constatazione della realtà non può lasciare dubbi sulle effettive: iniquità, assenza di libertà ed immoralità, di tutta la realtà storica.
I sociologi parlano, da sempre, della “Legge di S. Matteo” per indicare la frase riportata dall’Evangelista Matteo al versetto 25 – 29: “Poiché a chiunque ha, sarà dato ed egli sovrabbonderà; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Tali parole sono attribuite, dal suddetto Vangelo, al Dio “Pantocrate e Pantocratore” (ossia a colui che governa il mondo e conferisce ogni forma di potere ai potenti). Ognuno può facilmente verificare come il mondo, ossia: ogni singola società, ove più ove meno, sia basata su questo principio.
Alcuni filosofi e teologi hanno azzardato l’affermazione secondo cui il mondo sia, in realtà, governato da un “demone” od un “dio minore”, ma tali affermazioni sono state ignorate e cadute, facilmente, nell’oblio.
La conoscenza approfondita dell’entità che governa il mondo e la storia è, ormai, possibile e realizzabile attraverso la fondazione di un’autentica scienza della società.
Se è certamente vero che solo appelli alla rivolta, alla rivoluzione, alla guerra santa od alla realizzazione dell’apocalisse, possano galvanizzare i popoli, mentre è assai meno entusiasmante l’appello a compiere (o contribuire a diffondere) un salto di qualità nel campo della conoscenza della realtà sociale, è, tuttavia, solo per questa via che gli esseri umani potranno realizzare i propri fini e raggiungere la felicità.
Lo scopo di questo saggio, e di quello della serie a cui appartiene, è l’esposizione di una teoria completa della realtà sociale e della natura umana, allo scopo di evidenziare tutti i meccanismi ed i fondamenti che fanno esistere la realtà storica e la fanno evolvere, riscontrando nella natura umana i meccanismi che hanno permesso l’esistenza di tale realtà, pur contrastante con la stessa natura umana, creando i presupposti per un effettivo superamento dell’attuale condizione umana, realizzando una società coerente con la natura umana: ossia l’individualità e la socialità degli individui.
Giano Rocca
Giano Rocca was born in a small village in the Langhe, called Roccaverano, from parents of humble origins. After completing his primary school studies, he moved to Turin, where he attended secondary school and the University, enrolling in the Faculty of Letters and Philosophy. He was a pupil of the political philosopher Norberto Bobbio. He attended school institutions supporting himself with his work, employed by the large local industry, then called "FIAT". His interests can be summarized in the study of "social" and "human" sciences, although he soon realized that knowledge in these sectors had not yet reached the episteme of science. He was primarily determined to carry out an analysis of history capable of compensating for the gaps and contradictions of current conceptions and, in particular, of Marxist analysis, whose alleged "scientific essence" has been falsified by the anti-communist revolutions that have occurred in the Soviet Union and in the countries of realized Socialism, especially in Eastern Europe. The published books aim to provide an overall view of the human condition, with particular attention to the historical reality of societies based on statehood, analyzing them in their structural complexity and their historical dynamics, to identify the possible outcome of human evolution itself. He developed the concept of degrees of civilizing, identifying the fifth level of civilizing in the "closed societies", or feudal ones, while in the "open societies", or mercantile ones, he identified the sixth level of civilizing. The sixth level of civilizing, however, appears neither irreversible, nor automatically a harbinger of further progress, which progress can only come from a metamorphosis, or palingenesis, of the human condition, which undermines the very presuppositions of organic-stratified societies, of to which the societies based on statehood, as a whole, are but the most advanced examples. To accomplish this palingenesis, neither the "class struggle" nor the social and political revolutions are suitable. It is necessary to rethink, in depth, the causes of the formation of the historical structural reality and, once the remedies have been identified, apply them to individuals and their inter-personal relationships, a premise for overcoming the conflict between individuality and sociality, defined by philosophers as the great "social problem". It is necessary to lay the foundations for the planning and creation of a sociality consistent with the most authentic nature of individuals, enhancing, and not sacrificing, their individualization. This is achieved by creating nuclei of a new type of society, which is able to fully satisfy the basic needs of individuals and their need for progress of the level of civilizing. This new type of company can be defined: SOCIETY SOCIALITARIAN.
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Dei e Demoni - Giano Rocca
Prologo:
Le varie teologie (di ogni religione praticata), scaturite dalle indagini filosofiche, parlano di un’umanità governata da (una o più) divinità immensamente: buone, sagge, giuste, misericordiose. La realtà che sta sotto gli occhi di tutti gli esseri umani, stride enormemente con tale visione. I teologi, ed i chierici, sono pronti a ribattere che questo sia conseguenza diretta della mancata, o scarsa, obbedienza ai comandamenti
della divinità, di cui essi si professano i porta-voce e gli interpreti. Ma l’esperienza storica dimostra come la più stretta osservanza dei comandamenti
e dei precetti
religiosi, che pure si sono verificati in alcuni momenti storici e che si realizzano quando le religioni si mostrino più integraliste
e fondamentaliste
, non generi una maggiore equità e felicità ma, semmai, una maggiore inumanità ed iniquità. Questa constatazione induce alcuni a ritenere che il dio che governa il mondo sia, in realtà, un demone! Questa incertezza dimostra, in modo plastico, quanto sia profondamente ignorata l’effettiva condizione umana.
Per analizzare, in modo razionale, la condizione umana in atto, occorre verificare gli strumenti da adottare, analizzando, primariamente, le principali concezioni correnti, sia in rapporto alla natura umana, quanto in relazione alla realtà sociale. Se le prime analisi della natura umana e della condizione dell’essere umano nel mondo sono state compiute dalla filosofia, attraverso quella che viene definita metafisica, prima di accantonare la conoscenza acquisita da detta metafisica, occorre analizzarla a fondo, e vedere se essa possa ancora essere utile per approfondire la conoscenza dell’oggetto, che ci siamo proposti di indagare: gli esseri umani e le società storicamente costituite, per gli esseri umani e per gli esseri pre-umani.
Le discipline che analizzano la realtà sociale, poiché si sono dimostrate inefficaci nell’analisi, nella previsione degli eventi e, ancor di più, nella capacità di farsi strumento di un mutamento della realtà sociale, si dimostrano a-scientifiche. Occorre, dunque analizzarne i limiti e le cause di tali limiti, che possono aver generato il loro ritardo rispetto alle scienze fisico-matematiche.
Torino, 18 ottobre 2016
Copyright: Hall Rights Reserved
Giano Rocca
Dedicato a Caterina De Michele
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Altre opere pubblicate:
"Il grande segreto ed i suoi custodi", 2013, 1^ Edizione.
Fine del mondo, fine della storia o fine dell’inferno sulla terra? Una risposta scientifica agli eterni quesiti: da dove veniamo? Chi siamo? (Dove siamo?) Dove andiamo?
, 2014, 2^ Edizione, ISBN: 9781311740090
L’essere umano e la realtà strutturale storica: I sette livelli della civilizzazione
, 2015, 3^ Edizione, ISBN: 9781310751226
La fine del conflitto tra dio e l’io: Le ricerche del Graal e le teorie gnostiche svelate. I fondamenti della scienza dell’uomo e della sua socialità
, 2015, 1^ Edizione, ISBN: 9781311330628
Simbiosi tra Amore e Razionalità: Come Realizzare il Settimo Livello della Civilizzazione
, 2016, 2^ Edizione, ISBN: 9781310488269
Il Destino dell’Umanità: Il Metodo Scientifico applicato alla Condizione Umana – Vol. I
, 2016, 1^ Edizione, ISBN: 9781310704383
The Ultimate Meaning of Human Existence: The Scientific Method Applied to the Human Condition – Vol. I
, 2016, First English Edition, ISBN: 9781370873893
Biografia:
Giano Rocca è nato in un paesino delle Langhe, denominato Roccaverano. Trasferitosi a Torino all’età di 18 anni, ha frequentato l’Università di questa città, allievo di Norberto Bobbio, di cui ha apprezzato soprattutto la capacità di rinunciare totalmente alle proprie convinzioni, allorché si siano dimostrate fallaci, che è del resto il principio basilare del metodo scientifico, fino a ricondurre all’accettazione del principio socratico: so di non sapere
. Se la filosofia dimostra, così, di saper riconoscere il proprio fallimento, in assenza dell’adozione sistematica del metodo scientifico, si evidenzia come, in assenza di una filosofia della storia, basata su solide basi scientifiche, lo studio della storia e delle cosiddette scienze sociali
sia del tutto vano e fuorviante, in quanto si tratta di studi basati su criteri ideologici o di conoscenza, priva della fondamentale base della dimostrabilità o, in alternativa, della falsificabilità. Questo studio risponde all’esigenza, sentita come impellente, di porre le basi di un’autentica scienza della società, in quanto fondante le proprie ipotesi e teorie su elementi interamente verificabili e può, quindi, costituire un elemento di progresso della conoscenza, ove le suddette ipotesi e teorie siano corroborate dal confronto con la realtà degli eventi socio-economici.
Parte I:
Natura cosmica, natura biologica, natura umana, socialità, società e strutture storiche
Capitolo 1:
Evoluzione cosmica, evoluzione biologica ed evoluzione umana
Alcune scoperte hanno dimostrato come le forme più primitive degli elementi biologici siano esistiti, sulla Terra, pressoché dall'inizio del formarsi del pianeta e che, quindi, il prodursi della vita sia un fenomeno, in qualche modo, intrinseco all’essenza della materia (1). La scoperta dell'esistenza di elementi biologici nel cosiddetto mezzo interstellare
dimostra come gli elementi base della vita si siano formati contemporaneamente al sistema solare e possano esistere in molti altri sistemi stellari (2). Il positivismo
auspicò una legge del progresso, poiché lo concepiva come inevitabile. Questa concezione trovò un appoggio scientifico nell'evoluzionismo darwiniano e tese, così, a divenire una fede di tipo scientistico (3). L'illuminismo
considerò, generalmente, il progresso come attuato ad opera dell'essere umano, assunto come fatto positivo, in base a determinati parametri stabiliti a priori, che ha assunto anche il significato di sviluppo (della produzione e della società mercantile, ossia essenzialmente: del mercato).
Il neo-evoluzionismo
ha affermato che l'evoluzione avvenga in modo naturale od automatico e la selezione o le condizioni ambientali influiscono sull'evoluzione stessa in modo indiretto, ossia determinino caratteristiche secondarie od adattative dell'evoluzione stessa. Il neo-darwinismo
appare una concezione genetica accettabile. Esso afferma che l'evoluzione delle specie avvenga per cause puramente naturali, ossia, vi sia un filone centrale dell'evoluzione, che prescinde dal condizionamento ambientale, limitandosi quest'ultimo a valorizzare gli aspetti secondari delle specie, rendendole capaci di adattarsi alle mutevoli condizioni ambientali. Questo esclude anche l'ipotesi di un'influenza delle strutture storiche e della loro evoluzione sulle capacità psichiche potenziali della specie umana, e delle specie viventi in generale. L'evoluzione naturale avviene in modo da favorire le caratteristiche più innovative e progressive delle varie specie. Questo, in netto contrasto con la realtà strutturale storica in genere e statuale in particolare, dove viene favorito chi è più violento o più astuto o maggiormente sopraffattore e, dunque, chi è moralmente il peggiore ed il meno evoluto.
L'entomologo Kinij Imanishi, come tanti evoluzionisti prima di lui, pensava che il passaggio di specie sia determinato non dalla selezione naturale, ma da cause interne, simili, noi pensiamo, all''élan vital di Bergson (4). Questo affermava tempo fa l'entomologo Giorgio Celli, riconoscendo come la
selezione naturale" non possa essere in grado di spiegare la mutazione di specie.
L'evoluzione, intesa come condizionata o determinata dalla selezione naturale
, pur invocata e citata costantemente come fosse un dogma (o paradigma di assioma scientifico) dalla scienza ufficiale
, finisce per essere apparentemente dimenticata ogni volta ci si trovi davanti a specie di viventi che, adattandosi a condizioni ambientali specifiche od anomale rispetto alla generalità dei viventi sulla Terra, dimostrino caratteristiche biologiche originali, o diverse dalla norma
. E' il caso dei micro-organismi rinvenuti nello Yosemite Park, considerati alieni
, in quanto vivono in un ambiente ricco di arsenico (5). Tutto questo dimostra come ad agire non sia la cosiddetta selezione naturale
, ossia un adattamento passivo all'ambiente, ma un adattamento attivo all'ambiente, come co-agente dell'evoluzione, le cui cause esulano dall'ambiente terrestre, ma non dalla natura cosmica, che è insieme: inorganica, organica e vitale.
Se l’applicazione del concetto di selezione naturale alla realtà sociale è costantemente negata da sociologi ed antropologi, per non apparire politicamente scorretti
, tuttavia, la sua stessa esistenza come, presunta, causa principale dell’evoluzione biologica, costituisce un potente appoggio a tutte le ideologie, le quali hanno il loro scopo principale nel trovare una giustificazione scientifica
alla stratificazione sociale.
La recente genomica ambientale studia il collegamento tra l'espressione dei geni e le condizioni esterne
. Da questi studi emerge chiaramente come le condizioni ambientali possano modificare le variazioni interne a ciascuna specie, tra razza e razza o tra individuo ed individuo, in rapporto alle condizioni ambientali, ma evidenzia come le condizioni ambientali non modifichino le specie, se non favorendone alcune a scapito di altre (6). Il sorgere dell'epigenetica
, come nuova scienza, sta dimostrando come il comportamento degli individui possa essere trasmesso alla discendenza, senza coinvolgere il patrimonio genetico, ma non è escluso che possa gradatamente e cumulativamente coinvolgere i geni, determinando una mutazione genetica derivante dalla mutazione comportamentale acquisita attraverso l’esperienza. Questo può spiegare maggiormente l'evoluzione biologica, rispetto all'adattamento casuale all'ambiente, teorizzato da Darwin (7).
Lo studio della biodiversità dimostra come, oltre alle specie censite (che ammontano ormai a 1,5 milioni), se ne possa ipotizzare l'esistenza complessiva di circa 7 milioni, mentre ne emergono circa 10.000 l'anno, ed occorreranno quindi vari secoli per censirle tutte. I biologi teorizzano la vita come una grande ragnatela in continua espansione. Mentre fino a poco tempo fa si ipotizzava la vita come compresa nelle tre categorie catalogate come: batteri, archei ed eucarioti, ora si scopre come esistano molti altri tipi di superfamiglie di geni
, appartenenti, forse, ad un quarto inedito dominio, o si possa anche ipotizzare l’esistenza di infiniti domini
, in una ragnatela pressoché illimitata (8).
Il principio antropico
, pur non postulando l'esistenza dell'universo cosmico in funzione dell'essere umano, tuttavia assume l'esistenza dell'essere umano come base delle costanti naturali, essendo la natura generale logicamente collegata ed interdipendente con la natura umana. Tale concezione contempla un implicito finalismo naturale (9), insito nella natura cosmica. La più recente filosofia della scienza, od epistemologia, ha riscoperto il concetto teleologico o finalistico, concetto che la scienza aveva abbandonato dal XVII secolo e. v. (10).
La natura pre-umana può trovarsi occasionalmente in contrasto con la natura umana, la quale ultima evolve con criteri autonomi e diversi rispetto alla natura pre-umana. Vi è un'irrazionalità, o per meglio dire una casualità, insita nella natura cosmica che è inevitabile, ed è analoga all'irrazionalità vera e propria presente negli esseri umani. Alcuni scienziati hanno dimostrato come l'irrazionale, o meglio: il caso, sia connaturato con la stessa natura cosmica e biologica. Nella fisica subatomica l'irrazionale è insito nella stessa meccanica quantistica e nell'esistenza di particelle anomale. A livello genetico l'irrazionalità è insita nei processi genetici anomali, come è il caso delle piante mutanti che non seguono le leggi genetiche. Le mutazioni genetiche seguono precise leggi, salvo le anomalie casuali
(11). Tuttavia l'essere umano mira a rimediare l'imperfezione della natura, la razionalità essendo definibile non come perfezione, ma come sinonimo di piena umanizzazione dell'uomo: la realizzazione della piena razionalità, ossia del comportamento coerente coi bisogni autentici dell’individuo e la pienezza della coscienza di sé, ossia dei suddetti bisogni autentici.
Popper distingueva tra: tendenze condizionali, spesso confluenti in leggi scientifiche, e tendenze assolute
o dogmi anti-scientifici (12), tra cui collocava le profezie
. Popper definiva: mondo fisico chiuso
(13) quello che noi consideriamo l’universo fisico deterministico (sia pure con ampi margini di casualità). Tuttavia, Popper stesso ed alcuni fisici, definiscono tale mondo fisico chiuso
come: non determinista, ove non sia possibile creare interferenze dall'esterno del sistema chiuso di entità fisiche
(14). Tale concezione si attaglia all’essenza della realtà strutturale storica. I deterministi considerano il caso come alternativo al determinismo (15), anziché come una determinazione indiretta, dove anche il tipo di legame indiretto
è determinato. Popper postulava un dualismo, che egli definiva dicotomia, tra possedimento di un organo e suo uso (in analogia alla dicotomia tra evoluzione biologica ed evoluzione sociale o strutturale) (16). Egli poneva tale dualismo in antitesi col monismo genetico
. Associando tale concezione al darwinismo, lo portava a considerare l'evoluzione biologica come sottesa e dipendente dall'evoluzione strutturale (17): in modo meccanico. Egli, tuttavia, considerava la dipendenza dell'evoluzione biologica dall'evoluzione strutturale, come indiretta, od agente attraverso la selezione naturale
od ambientale (18). E’ stata ipotizzata la possibilità del sorgere di un uomo nuovo
in seguito al superamento delle strutture storiche (ipotesi, peraltro, già formulata in modo strumentale dall'impostura del marx-leninismo
). Tale uomo nuovo
deve, però, essere inteso come nuovo modo di manifestazione della natura autentica degli esseri umani, la quale natura, tuttavia, evolve con una sua autonomia, rispetto alle sue molteplici, possibili, manifestazioni.
Morgan, pur teorizzando un'influenza fondamentale del progresso tecnico-scientifico sull'evoluzione storica, tuttavia, riconosceva che le invenzioni e le scoperte
siano tra di loro in una relazione progressiva, mentre le istituzioni si sviluppano l'una sull'altra
, ossia non costituiscano un reale progresso poiché, egli diceva, si sono tutte venute sviluppando da pochi germi primari di pensiero
, avendo precise componenti in comune. Rispondono, cioè, ad un'unica logica, e si evolvono con logica propria, estranea alla volontà, alla coscienza ed al reale progresso umano. Morgan affermava che l'evoluzione strutturale storica sia predeterminata e stabilita entro precise variabili, a loro volta indirettamente connesse con la logica della psiche umana. Poiché la psiche è in continua evoluzione, l'evoluzione strutturale può venire in conflitto con l'ulteriore sviluppo psichico, come ipotizzano, anche, le teleologie di varie filosofie e religioni (19).
Capitolo 2:
Origine del bisogno di socialità
La pienezza dell'essere ha diversi livelli o manifestazioni. Se per pienezza dell'essere si intendesse la totalità dei bisogni individuali od intrinseci, ossia rivolti alla soddisfazione della sola individualità e primariamente fisiologici, si può facilmente evidenziare dall'analisi della realtà biologica come non tutti gli organismi biologici (delle varie specie viventi) siano giunti, se presi singolarmente, a tale stadio di individualizzazione. Infatti le specie, quali: formiche, termiti ed api, raggiungono la pienezza dei bisogni individuali od intrinseci, solo nell'insieme degli elementi che compongono il nido (formicaio, termitaio od arnia), ossia, l'insieme degli elementi maschili e femminili fecondi ed elementi maschili e femminili sterili (ossia l'insieme dei vari elementi biologici). Questi elementi biologici costituiscono solo parti (simili alle cellule degli organismi fisiologici) della totalità dell'essere individuale: con la pienezza di bisogni intrinseci o, appunto, individuali. Tali individui
, che in alcune specie, sono costituiti da una coppia di elementi biologici: maschio e femmina fecondi, hanno scarsi bisogni sociali ed i rapporti con altri complessi individuali sono basati, pressoché esclusivamente, su conflitti casuali, derivanti dalle esigenze ecologiche di coesistenza. Nelle società naturali di tipo animale manca però la coscienza dell'individualità. Gli individui biologici, componenti la società di natura inferiore, sono nient'altro che parti di un organismo, a cui sono legati in modo anche fisiologico, sebbene ciascun individuo possieda, a livello biologico, la pienezza dell'individualità. Infatti, la stessa riproduzione e sessualità è sottesa alla gerarchia presente nell'organismo sociale. I rapporti sociali (intesi come inter-individuali) sono limitati, quindi, ai rapporti di tipo ecologico con altre società di natura, attigue o vicine. La pienezza dell'essere individuale (come coscienza od individualizzazione compiuta) si raggiunge con il costituirsi delle società strutturali storiche.
La natura organica si è evoluta adattandosi alla natura inorganica, ma negli ultimi secoli è soprattutto la natura inorganica ad essere stata posta nelle condizioni di adattarsi alla natura organica, ossia, agli organismi che popolano la terra, non solo per l'influenza che viene loro attribuita da alcuni climatologi sull'evoluzione del clima, ma perché, pressoché da sempre, l'essere umano costringe la biosfera ad adattarsi alla propria natura ed alle proprie esigenze, siano esse alimentari o di altro genere. La socialità biologica ha origine dai bisogni genetici e psico-fisici dell'accoppiamento a fini procreativi, condizione comune a tutte le specie sessuate e non ermafrodite. Il suddetto bisogno, generando la socialità, si esprime attraverso i rapporti parentali, sia per le società naturali animali che nelle strutture sociali cristallizzate, col costituirsi delle strutture storiche. Gli animali inferiori hanno una istintualità biologico-chimica che determina i loro bisogni fisici, che si manifesta anche nel campo della socialità, la quale, tuttavia, sarà essenzialmente limitata dalla soddisfazione del bisogno fisiologico. Negli animali superiori, quali i mammiferi, la socialità non è limitata solo alla soddisfazione dei bisogni fisiologici, ma assume caratteristiche spirituali, ossia necessita di comunicazione affettiva e razionale. Quest'ultima forma del bisogno di socialità appare determinata, ancora, da una istintualità, seppure di livello superiore. Questo fatto, in quanto non implicante una coscienza razionale del bisogno spirituale di socialità, determina un perseguimento della soddisfazione di questo bisogno, in modi scarsamente efficaci. Tale istintualità genera, infatti, una concezione della realtà di tipo irrazionale, in quanto scissa dal rapporto diretto col bisogno di socialità. La suddetta concezione della realtà finisce, quindi, per giustificare e considerare naturale la condizione strutturale, la quale è invece, palesemente, inadatta alla soddisfazione del bisogno di socialità. Le strutture storiche sono la estrinsecazione e codificazione di un dato grado di possibilità di soddisfacimento del bisogno di socialità. Il generale senso di insoddisfazione del bisogno di socialità è la prova della raggiunta necessità del superamento della realtà strutturale storica.
La filosofia concepisce un essere assoluto, teorizzato come un'essenza avente la pienezza dell'essere, ossia la pienezza delle facoltà che gli consentono la piena auto-realizzazione (delle proprie potenzialità) e la piena soddisfazione dei propri bisogni. Tale concezione è assunta dalle religioni, che identificano tale essenza con la divinità e la personalizzano in un'essenza extra-umana e super-umana. Trasformano, cioè, un'entità concettuale puramente teorica, come proiezione di una potenzialità concretizzabile in futuro, in un'entità reale, a cui attribuiscono la caratteristica dell'eternità od almeno dell'immortalità. Il cristianesimo
, nella forma maturata in epoca medievale
, ha fatto incontrare queste entità parallele con lo spirito, supposto sopravvivente, dei defunti. La mitologia delle religioni si basa, dunque, su concezioni filosofiche monche e contraddittorie, in quanto non consentono di individuare sbocchi teorici, e realizzabili, alla realtà strutturale: in una realtà a-strutturale e pienamente socialitaria, o realizzante la piena socialità, in armonia con la piena individualizzazione dei singoli.
Capitolo 3:
Progresso sociale e del bisogno di socialità
Nelle società di natura (inferiore, ossia: dell’incoscienza), definibili come società pre-strutturali, la socialità è pressoché inesistente, sebbene, ove siano composte da esseri umani, esista un profondo bisogno di socialità, il quale però resta inespresso, essendo espresso unicamente come fatto di ordine puramente