Venezia, un mondo intero
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Anteprima del libro
Venezia, un mondo intero - Mario Anton Orefice
Mario Anton Orefice
VENEZIA. UN MONDO INTERO
© 2016, Marcianum Press, Venezia.
www.marcianumpress.it
Foto: M.A Orefice
Impaginazione e grafica: minedivine.com
ISBN 978-88-6512-512-0
ISBN: 978-88-6512-512-0
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)
un prodotto di Simplicissimus Book Farm
Indice dei contenuti
Un bosco rovesciato
Canal Grande
Ca’ Pesaro
Ca’ Foscari
La Basilica di San Marco
Palazzo Ducale
Storie segrete
Sulle tracce di Palladio
L’anfiteatro sul mare
Le pietre di Venezia
L’ancora e il delfino
Un mondo intero
Venezia è musica
L’arte migliore
Altri paesaggi
Istruzioni per perdersi
Indirizzi utili
Eventi e incontri
Biblioteche
Musei e mostre
Teatri e cinema
Librerie
Bibliografia
Mappa
Venezia, un luogo più simile a un mondo intero che a una città.
Aldo Manuzio
Solo l’ inizio di un lungo diario di cose da vedere, libri da leggere,
persone da conoscere, nella nebbia e con il cielo azzurro.
L’autore
Mario Anton Orefice
VENEZIA
un mondo intero
MARCIANUM PRESS
Monumento a Vittorio Emanuele II in Riva degli Schiavoni
Un bosco rovesciato
Venezia è un grande bosco rovesciato. Quando camminate nelle calli o entrate nei palazzi, immaginate sotto i vostri piedi un’immensa foresta di larici. Milioni di pali di legno provenienti dalle foreste delle Dolomiti, del Cadore, del Cansiglio, trasportati via fiume, sono le fondamenta dei palazzi. Altri legni entravano nella fabbrica dell’Arsenale per costruire le navi dirette a Bisanzio, verso le Indie e le terre d’Africa.
Già nel 1240 destava grande meraviglia questa Città che ha per pavimento il mare, per tetto il cielo e per pareti il flusso delle acque
, come scriveva Boncompagno da Signa.
V’innamorerete per sempre delle architetture romaniche, gotiche, bizantine, abbellite da sculture sacre e profane, da fregi, bassorilievi; dei palazzi arricchiti da stemmi, formelle, edicole, patere; dei colori delle pietre provenienti dalle coste del Mediterraneo; dell’asimmetria degli spazi e della luce che cambia intensità nella corsa delle ore, nel gioco dei riflessi, a ogni passaggio di nuvola, nelle improvvise nebbie invernali; dell’irreale e onirica Venezia notturna in cui l’unico rumore è quello dei vostri passi, mentre dietro le finestre i gatti stanno acciambellati sui divani.
Basilica della Salute
Canal Grande
Se arrivate per la prima volta a Venezia in piazzale Roma o alla stazione di Santa Lucia, potreste pensare di essere all’ingresso di un labirinto, e non vi sbagliereste di molto. Il labirinto è diviso in sei parti chiamate sestieri: San Marco, il più antico, San Polo e Santa Croce, i più piccoli, Dorsoduro, dal terreno solido, Cannaregio, un tempo zona di canneti e paludi, Castello, sede di un forte. I numeri delle case sono stati assegnati durante la dominazione austriaca nei primi anni dell’Ottocento: seguono un ordine crescente per ogni sestiere, cosicché si possono trovare a poca distanza numeri piccoli e grandi.
Potreste rimandare il piacere di perdervi nel dedalo delle calli e percorrere la strada
più importante della città: il Canal Grande. Su questa via d’acqua si affacciano gli splendidi palazzi una volta dimora di famiglie illustri.
Dal vaporetto, nella prima parte del percorso, scorgerete sulla sinistra la rinascimentale Ca’ Vendramin Calergi, sede invernale del Casinò municipale, e la gotica Ca’ d’Oro (circa 1440), mentre, sulla destra, la barocca Ca’ Pesaro, oggi sede dei Musei d’Arte Moderna e d’Arte Orientale.
D’improvviso, dopo una curva, appare il Ponte di Rialto, una delle icone della città: quando nel Cinquecento la Repubblica di Venezia decise di sostituire il vecchio ponte in legno con uno in pietra esaminò vari progetti, fra cui quelli di Sansovino e di Palladio, ma alla fine la scelta cadde, destino di un nome, su un altro concorrente: Antonio da Ponte.
Appena prima, sulla sinistra, il Fondaco dei Tedeschi, un edificio in stile rinascimentale (1531) che nel passato ospitò i commercianti provenienti dall’Europa del Nord.
Più avanti, quando il canale piega verso sinistra, incontrerete sulla destra Ca’ Foscari, sede dell’Università, la barocca Ca’ Rezzonico, sede del Museo del Settecento Veneziano, e sulla sinistra Palazzo Grassi che ospita le collezioni e le esposizioni della Fondazione Pinault. Qualche metro più in là, Palazzo Corner della Ca’ Granda realizzato nel 1533 su progetto di Jacopo Tatti detto il Sansovino. Di fronte non può sfuggirvi il giardino e l’inconfondibile silhouette di Palazzo Venier dei Leoni che comprende solo il piano terra: iniziato nel 1748 rimase incompiuto; oggi ospita il museo d’arte moderna Peggy Guggenheim.
Poi la maestosa chiesa di Santa Maria della Salute progettata da Baldassare Longhena nel Cinquecento e a sinistra Palazzo Ducale e San Marco.
Lungo questo breve viaggio, ammirando i palazzi veneziani, proverete le stesse sensazioni che hanno ispirato letterati e artisti come Josif Brodskij che nel suo Fondamenta degli Incurabiliscrive: "Il pizzo verticale delle facciate veneziane