Con-Scientia. La raccolta
By Angelo Zinzi
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Con-Scientia. La raccolta - Angelo Zinzi
raccolta
Introduzione
Era fine giugno del 2010 quando proposi a Vincenzo Altieri, fino ad allora conosciuto quasi esclusivamente come mio collega istruttore di minibasket, di iniziare una nuova rubrica su Interno18.
La sua reazione fu estremamente positiva e sua fu l’idea del titolo Con-Scientia, capace di legare la scienza, che era mia intenzione portare nelle case di tutti i lettori, con la coscienza, vera linea guida di una testata online che all’epoca si iniziava a distinguere da tutte le altre che diramavano solo comunicati stampa e che ora è un vero e proprio punto di riferimento per il giornalismo di Terra di Lavoro.
Il mio intento era quello di avvicinare il lavoro che ogni ricercatore svolge quotidianamente ai vissuti di chi non aveva mai avuto la possibilità di entrare in un laboratorio o in un istituto di ricerca. E questo perché, già allora, notavo una disinformazione strisciante su Facebook, il social network per antonomasia.
Sei anni fa ero totalmente all’oscuro dell’universo che stavo per scoprire, con fazioni divise tra scienza e contro-informazione
ed iniziai il mio lavoro quasi in incognito, certamente senza diffondere più di tanto il mio impegno, anche per il timore di non riuscire a raccontare sempre le cose esattamente come erano.
Puntata dopo puntata sono poi entrato in contatto con chi si impegnava nella divulgazione in maniera importante, sia a livello nazionale che internazionale: in particolare Italia Unita per la Scienza e AIRI (Associazione Internazionale Ricercatori Italiani). Da questi gruppi di persone ho imparato tanto, nel modo di pormi verso gli altri, nel saper trovare fonti attendibili, nel conoscere zone d’ombra da me mai immaginate, dove la disinformazione dilaga in maniera preoccupante.
Ma in tutti questi anni ho sempre cercato di tenere fede al principio secondo il quale parlare male di qualcuno non giova mai a nessuno e che per mostrare il bello della scienza a tutti bisogna parlare di chi la scienza la fa e non di chi pensa solo a screditarla.
Non tutti recepiranno il messaggio, ma verso chi pone muri invalicabili poco possiamo fare. Perché, se è vero che la tecnologia dell’epoca in cui viviamo è figlia della incredibile sequenza di scoperte dei secoli scorsi, è anche vero che grazie a questa tecnologia (e alla grande inventiva dell’uomo) stiamo vivendo un tempo nel quale le scoperte sensazionali avvengono ogni giorno, e forse per questo vengono poco considerate e passate sotto silenzio.
In queste (quasi) duecento puntate ho parlato della scoperta del bosone di Higgs (la cosiddetta particella di Dio
), di quella delle onde gravitazionali, dell’osservazione ravvicinata di corpi del Sistema Solare, della ricerca della vita extraterrestre e dei record degli italiani nello spazio.
Nel riordinare tutte le puntate mi è poi venuta voglia di mettere una sorta di punto, con una selezione (basata esclusivamente sui miei gusti personali) di quelle più belle ed interessanti, anche perché in questi sei anni ho cambiato sia il modo di scrivere sia la conoscenza delle cose di cui scrivo (se aumenta il pubblico aumenta la mia responsabilità e quindi non mi avventuro senza davvero conoscere le cose).
Cosa succederà nel futuro di Con-Scientia non so dirvelo con esattezza, perché ho voglia di cambiare qualcosa: sei anni e duecento articoli sono tanti, ma la risposta che ogni puntata riscontra mi fa venire voglia di regalare sempre qualcosa di nuovo ai lettori.
Il tempo è diminuito, per la famiglia e per il lavoro, ma Con-Scientia saprà comunque regalarvi altri spunti di curiosità su Facebook e Twitter.
L’importanza del metodo scientifico
Dalle introduzioni di Galileo Galilei agli esperimenti attuali
Puntata numero 1 – 6 luglio 2010
http://interno18.it/rubriche/15168/con-scientia-limportanza-del-metodo-scientifico
Le scienze sono generalmente viste come materie ostiche, con finalità poco utili all’uomo comune ed adatte solo a menti geniali. In realtà questo modo di pensare è tutt’altro che corretto, considerato che ogni persona può risultare brillante in un determinato campo e che le ricadute delle scoperte scientifiche, dalle più antiche alle più moderne, sono in vario modo presenti nel modo di vivere contemporaneo.
Per poter essere definita scientifica una materia deve sottostare ad alcune regole e, soprattutto, deve necessariamente adottare quel metodo universalmente noto come metodo scientifico, secondo il quale solo l’esperienza può confermare o meno una teoria. Questo vuol dire che qualunque ipotesi avanzata per spiegare un fenomeno naturale deve essere in grado di predire con esattezza (entro un margine di errore sempre presente) i risultati di tutti i vari esperimenti creati per studiare quel determinato fenomeno.
Questo modo di procedere fu introdotto da Galileo Galilei il quale, a cavallo tra XVI e XVII secolo, grazie ad esso riuscì a sfatare parecchie false credenze. Tra le sue scoperte c’è quella relativa al peso dell’aria che non è nullo, al principio di inerzia ed all’isosincronismo delle piccole oscillazioni del pendolo.
Un chiaro esempio di tale processo è quello relativo alla misura della velocità della luce. Il primo a dubitare del suo valore infinito fu proprio Galileo Galilei, che mise alla prova tale ipotesi utilizzando delle lanterne per inviare lampi di luce tra due colline fiorentine.
Purtroppo la sensibilità dei suoi mezzi era insufficiente per ottenere un valore preciso e quindi l’esperimento fallì o, per dirla in termini scientifici, secondo quell’esperimento la velocità della luce poteva essere infinita. Questa ipotesi non resse, però, all’esperimento ideato