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Cielo e Inferno
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Cielo e Inferno

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About this ebook

Emanuel Swedenborg (1688-1762) è stato uno scienziato, filosofo, teologo e mistico svedese.
Nella prima parte della sua vita Swedenborg ebbe una carriera prolifica come scienziato: si occupò di chimica, cosmologia, anatomia, matematica, filosofia, musicologia, alchimia, omeopatia e si diceva che parlasse fluentemente ben undici lingue.
Nel 1744, all’età di 56 anni, attraversò una crisi che può considerarsi “mistica” e cominciò ad avere strani sogni. Dopo sei mesi questi sogni si trasformarono in vere e proprie visioni in stato di veglia in una delle quali afferma di aver riconosciuto il Signore.
Da questo momento fino alla sua morte, Swedenborg si dedicò anima e corpo a trascrivere tutto ciò che gli Angeli gli rivelarono, attraverso comunicazioni e visioni, sulla natura della creazione, della natura umana e della vita stessa.

"Cielo e Inferno" è l’opera più famosa di Emanuel Swedenborg. In questo bellissimo volume viene descritta la vita che ci attende nell'Aldilà.
Il regno dell'oltretomba è descritto minuziosamente, dal momento del trapasso fino alla spiegazione di come è amministrata questa "società" che diverrà la nostra nuova e, questa volta finalmente eterna vita.
Nessuna condanna, nessun giudizio, nessuna punizione ci aspetta ma il luogo che abiteremo si rivelerà essere l'ambiente più simile al nostro temperamento.
Il Cielo e l'Inferno infatti già abitano nel cuore dell'uomo, ecco perchè dopo la morte ognuno vivrà nel mondo che si sarà creato nel proprio cuore.

Di seguito alcuni dei capitoli del libro:

-I cieli sono composti da innumerevoli società
-C’è una corrispondenza fra tutte le cose del cielo e tutte le cose dell’uomo
-Il cambiamento di stato degli angeli nel cielo
-Il tempo nel cielo
-Il potere degli angeli nel cielo
- Il linguaggio degli angeli
- La scrittura nel cielo
- La sapienza degli angeli nel cielo
-L’unione del cielo con l’uomo attraverso la Parola
-Cielo e inferno provengono dal genere umano
-I pagani, ovvero i popoli che vivono al di fuori dalla chiesa, nel cielo
- I bambini nel cielo
-Il savio e il semplice nel cielo
- Il ricco e il povero nel cielo
- Le occupazioni degli angeli nel cielo
-Cosa è il mondo degli spiriti
-Ogni uomo è uno spirito, rispetto alla sua veste interiore
-La resurrezione dell’uomo dalla morte e la sua ammissione alla vita eterna
-L’uomo dopo la morte ha una forma perfettamente umana
- L’uomo dopo la morte gode delle percezioni dei sensi, della memoria e delle affezioni che aveva nel mondo. Nulla è perduto salvo il corpo
-Il primo stato dell’uomo dopo la morte
- Nessuno accede al cielo per pura misericordia, a prescindere dai mezzi
-Non è difficile come si crede condurre una vita che porta al cielo
- Il Signore non precipita nessuno nell’inferno, è lo spirito che si precipita
-Fuoco infernale e stridore dei denti
-Le malvagità e gli scellerati artifici degli spiriti infernali
-Aspetto, disposizione e numero degli inferni
 
LanguageItaliano
Release dateOct 7, 2016
ISBN9788822853691
Cielo e Inferno

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    Cielo e Inferno - Emanuel Swedenborg

    Emanuel Swedenborg

    Cielo e Inferno

    UUID: fe64da28-9206-11e6-85d3-0f7870795abd

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    Biografia

    Prefazione dell'edizione americana

    Prefazione dell'edizione italiana

    Bibliografia di Swedenborg

    Prefazione dell’Autore

    PARTE 1 - CIELO

    1. Il Signore è il Dio del cielo (2-6)

    2. Il cielo è formato dal Divino del Signore (7-12)

    3. Il Divino del Signore nel cielo è l’amore per Lui e la carità verso il prossimo (13-19)

    4. Il cielo consta di due regni (20-28)

    5. Esistono tre cieli (29-40)

    6. I cieli sono composti da innumerevoli società (41-50)

    7. Ogni società è un cielo in una forma minore, e ogni angelo lo è nella forma più piccola (51-58)

    8. Il cielo nel suo insieme ha la forma di un singolo uomo (59-67)

    9. Ogni società nel cielo ha la forma di un singolo uomo (68-72)

    10. Ogni angelo quindi ha una forma assolutamente umana (73-77)

    11. Dalla Divina umanità del Signore consegue che il cielo in generale e nel particolare ha la forma di un uomo (78-86)

    12. C’è una corrispondenza fra tutte le cose del cielo e tutte le cose dell’uomo (87-102)

    13. C’è una corrispondenza del cielo con tutte le cose del mondo (103-115)

    14. Il sole nel cielo (116-125)

    15. La luce e il calore nel cielo (126-140)

    16. Le quattro regioni del cielo (141-153)

    17. Il cambiamento di stato degli angeli nel cielo (154-161)

    18. Il tempo nel cielo (162-169)

    19. Rappresentazioni e apparenze nel cielo (170-176)

    20. Gli abiti con cui appaiono vestiti gli angeli (177-182)

    21. Le residenze degli angeli (183-190)

    22. Lo spazio nel cielo (191-199)

    23. La forma del cielo, da cui sono determinate le affiliazioni e le comunicazioni (200-212)

    24. Le amministrazioni nel cielo (213-220)

    25. Il culto Divino nel cielo (221-227)

    26. Il potere degli angeli nel cielo (228-233)

    27. Il linguaggio degli angeli (234-245)

    28. Il linguaggio degli angeli presso l’uomo (246-257)

    29. La scrittura nel cielo (258-264)

    30. La sapienza degli angeli nel cielo (265-275)

    31. Lo stato di innocenza degli angeli nel cielo (276-283)

    32. Lo stato di pace nel cielo (284-290)

    33. L’unione del cielo con il genere umano (291-302)

    34. L’unione del cielo con l’uomo attraverso la Parola (303-310)

    35. Cielo e inferno provengono dal genere umano (311-317)

    36. I pagani, ovvero i popoli che vivono al di fuori dalla chiesa, nel cielo (318-328)

    37. I bambini nel cielo (329-345)

    38. Il savio e il semplice nel cielo (346-356)

    39. Il ricco e il povero nel cielo (357-365)

    40. Matrimoni nel cielo (366-386)

    41. Le occupazioni degli angeli nel cielo (387-394)

    42. La gioia e la felicità celesti (395-414)

    43. L’immensità del cielo (415-420)

    PARTE 2 - IL MONDO DEGLI SPIRITI E LO STATO DELL’UOMO DOPO LA MORTE

    44. Cosa è il mondo degli spiriti (421-431)

    45. Ogni uomo è uno spirito, rispetto alla sua veste interiore (432-444)

    46. La resurrezione dell’uomo dalla morte e la sua ammissione alla vita eterna (445-452)

    47. L’uomo dopo la morte ha una forma perfettamente umana (453-461)

    48. L’uomo dopo la morte gode delle percezioni dei sensi, della memoria e delle affezioni che aveva nel mondo. Nulla è perduto salvo il corpo (461-469)

    49. L’uomo, dopo la morte, è tale quale è stata la sua vita nel mondo (470-484)

    50. Dopo la morte, i piaceri della vita di ciascuno sono mutati in cose ad essi corrispondenti (485-490)

    51. Il primo stato dell’uomo dopo la morte (491-498)

    52. Il secondo stato dell’uomo dopo la morte (499-511)

    53. Il terzo stato dell’uomo dopo la morte, che è uno stato di istruzione per coloro che entrano nel cielo (512-520)

    54. Nessuno accede al cielo per pura misericordia, a prescindere dai mezzi (521-527)

    55. Non è difficile come si crede condurre una vita che porta al cielo (528-535)

    PARTE 3 - INFERNO

    56. Il Signore governa gli inferni (536-544)

    57. Il Signore non precipita nessuno nell’inferno, è lo spirito che si precipita (545-550)

    58. Tutti coloro che sono nell’inferno sono nei mali e nelle conseguenti falsità che derivano dall’amore di sé e dall’amore del mondo (551-565)

    59. Fuoco infernale e stridore dei denti (566-575)

    60. Le malvagità e gli scellerati artifici degli spiriti infernali (576-581)

    61. Aspetto, disposizione e numero degli inferni (582-588)

    62. Equilibrio tra cielo e inferno (589-596)

    63. L’uomo è mantenuto nel libero arbitrio in virtù dell’equilibrio tra cielo e inferno (597-603)

    Note

    Biografia

    Dalla biografia scritta dal Rev. E.A. Sutton, Capo del Collegio della Nuova Chiesa di Londra si legge:

    "Nell’autunno del 1710, una nave proveniente dalla Svezia e diretta a Londra, entrò in una densa nebbia al largo della costa inglese e quasi si arenò in un banco di sabbia, dato che la carena della nave penetrò per circa mezzo metro nel banco. A un certo momento, a bordo, tutti si credettero perduti; tuttavia questo pericolo era appena felicemente scansato, che la ciurma di una nave corsara invase il bastimento. Il giorno dopo, una nave guardiacoste inglese, scambiando il bastimento svedese con quello dei pirati, scaricò contro di esso i cannoni di una fiancata. Alla fine i passeggeri e la ciurma ricevettero l’ordine di restare a bordo per sei settimane, essendo giunta a Londra la voce che in Svezia era scoppiata la peste.

    Ignorando quest’ordine, o non curandosene, un giovane svedese tra i passeggeri si lasciò convincere da alcuni suoi compatrioti, che si erano avvicinati al suo bastimento con uno yacht, di partire con loro, e con loro scese a terra. Fatta un’inchiesta, il giovanotto per poco non finì impiccato. In questo modo, sfuggendo per quattro volte la morte, Emanuel Swedenborg, allora ventiduenne, cominciava il primo viaggio fuori dal suo paese..."

    In questo modo faceva il suo ingresso nella società colui che negli anni a seguire avrebbe sviluppato una conoscenza di una vastità tale da essere paragonato a Leonardo da Vinci.

    Emanuel Swedenborg nasce a Stoccolma, il 29 gennaio 1688, figlio di Jesper Swedberg, pastore nella chiesa di stato luterana di Svezia; è stato uno scienziato, filosofo, teologo e mistico svedese. Si dice inoltre che parlasse fluentemente ben undici lingue.

    A undici anni Emanuel entra all’Università di Upsala dove completa i suoi studi nel 1709. Poi, come era consuetudine per i ricchi giovani svedesi del suo tempo, viaggia all’estero per espandere le sue conoscenze accademiche. La sua prima tappa è l’Inghilterra, grande potenza marittima e baricentro dell’erudizione mondiale, dove studia le tecniche di osservazione dell’astronomo reale John Flamsteed (1646-1719) e frequenta gli stessi circoli intellettuali cui partecipano luminari del calibro di sir Isaac Newton (1643-1727 ) e Edmund Halley (1656-1742). Emanuel studia anche la geologia, la botanica, la zoologia, e le scienze meccaniche sotto un certo numero di studiosi, inventori, poi prosegue gli studi ad Amsterdam e Parigi.

    Tornato in Svezia più di cinque anni più tardi, lavora come assistente dell’inventore svedese Christopher Polhem (1661-1751). Come risultato dell’associazione, Emanuel è introdotto alla corte di re di Svezia, Carlo XII (1682-1718), che è colpito dall’intelletto di Emanuel e gli riserva un incarico in seno al Consiglio delle Miniere dove vi servì per più di trent’anni. La posizione è congeniale a Emanuel perché gli consente ampie opportunità per la ricerca scientifica. Nel 1719, Ulrika Eleonora (1688-1741), sorella dell’ormai defunto Carlo XII, conferisce il titolo nobiliare alla famiglia Swedberg, cambiando il loro nome in Swedenborg.

    Durante questo primo periodo, la maggior parte delle energie intellettuali di Swedenborg sono incanalate nel mondo del lavoro scientifico e tecnico: si occupò di chimica, cosmologia, anatomia, matematica, filosofia, musicologia, alchimia, omeopatia. Da questi studi derivano i primi nove libri che Swedenborg pubblicò, nei quali già si comincia a percepire il modo anticonvenzionale con la quale affrontava le materie trattate. Il suo approccio originale verso la scienza lo porterà ben presto a formulare idee e teorie molte delle quali ritenute precursori delle conoscenze attuali nel mondo scientifico.

    Fu il primo a credere che i pianeti del sistema solare fossero originati dalla massa nebulosa solare, teoria formulata successivamente da Immanuel Kant e Pierre Laplace e intuire l’esistenza delle cellule neurali e capirne la funzione.

    La prima pubblicazione importante di Swedenborg è l’Opera Filosofica e Mineraria una collana di tre volumi stampati nel 1734, scritto in latino e pubblicato all’estero per la diffusione presso un pubblico internazionale. Mentre il secondo ed il terzo volume sul ferro sul rame e sull’ottone, attraggono l’attenzione degli esperti per le informazioni tecniche sulla metallurgia, è il primo volume, intitolato Principi fondamentali della natura, che pone le basi filosofiche per indagini successive di Swedenborg sulla natura dell’anima.

    L’Opera Filosofica e Mineraria è seguita da una serie di libri di anatomia. Il primo di questi, i due volumi delle Dinamiche del regno animale, è pubblicato nel 1740 e 1741. Il primo contiene studi sul cuore e sul sangue; il secondo, sul cervello, sul sistema nervoso e sull’anima. Anche in questo caso, Swedenborg era alla ricerca di un collegamento tra il mondo spirituale e fisico. Egli infatti era sempre più attratto dall’idea di una corrispondenza o relazione di causa ed effetto tra lo spirito e il corpo. Sviluppò questo pensiero poi più estesamente nel libro Psicologia Razionale nel quale afferma che qualunque sia il principio che governa l’azione dello spirito sul corpo, esso sarebbe – secondo la sua convinzione - un principio universale che governa la relazione tra il mondo spirituale e il naturale e di conseguenza tra Dio e la creazione. Per lui i regni della natura e in particolare il corpo e lo spirito dell’uomo erano teatro di una divina attività. Un’ analogia universale esisteva tra i vari regni della creazione. Il mondo fisico era simbolo del mondo spirituale e, questo, a sua volta, di Dio. Introduce in questo modo il concetto di corrispondenza tra materia e spirito (quella che ora viene chiamata la dottrina delle corrispondenze).

    Andando nello specifico, egli descrive un fluido spirituale sottile che permea e sostiene tutte le creature viventi, esistente in una complessa interazione con il sangue e il liquido cerebrospinale. L’origine della vita è un’ energia che sostiene e che pervade tutta la creazione, la fonte di energia che è Dio stesso. Così la natura deriva la vita in tutte le sue forme da quella energia creativa e sarebbe morta senza l’influenza divina.

    Fu in questo periodo che Swedenborg da ingegnere, scienziato e filosofo cominciò a diventare teologo. I suoi studi lo avevano condotto alla convinzione che l’universo esiste da e per un Essere di Amore Infinito. Uno scopo supremo Divino regna in tutta la creazione. La vita dell’universo, sia materiale, mentale o spirituale è l’attività dell’Amore Divino. Vita ed Amore sono la stessa cosa.

    Fu così che nel corso del 1744, all’età di 56 anni, attraversò una crisi che può considerarsi mistica e cominciò anche ad avere strani sogni. Dopo sei mesi questi sogni si trasformarono in vere e proprie visioni in stato di veglia in una delle quali afferma di aver riconosciuto il Signore.

    Da questo momento fino alla sua morte, Swedenborg si dedicò anima e corpo a trascrivere tutto ciò che gli Angeli gli rivelarono, attraverso comunicazioni e visioni, sulla natura della creazione, della natura umana e della vita stessa. In Arcani Celesti affermerà:

    Mi è stato concesso dalla Divina misericordia del Signore di essere da alcuni anni a questa parte continuamente e ininterrottamente in compagnia di spiriti e di angeli, udendo i loro discorsi e, alla mia volta, parlando con loro. In questo modo mi fu dato di udire e vedere le cose meravigliose dell’altra vita, e che prima non erano state mai conosciute da nessuno. Sono stato istruito riguardo alle varie specie di spiriti, allo stato delle anime dopo la morte, all’inferno o allo stato lamentevole degli infedeli, al cielo o allo stato felicissimo dei fedeli e specialmente riguardo alla dottrina della fede, che è riconosciuta in tutto il cielo.

    Del motivo per cui fu scelto da Dio scrisse in una lettera a Oetinger (1766):

    Perché, essendo filosofo, sono stato scelto per questa missione? Affinché le cose spirituali ora rivelate possano esser insegnate e comprese naturalmente e razionalmente, dato che le verità spirituali hanno una corrispondenza con le verità naturali. Per questa ragione fui introdotto dal Signore prima nello studio delle scienze naturali e così preparato, il che avvenne dal 1710 al 1744, quando mi fu aperto il cielo.

    Il risultato di queste comunicazioni è la pubblicazione di circa 40 libri, di svariati argomenti, ma che dall’ottica spirituale, svelano la vera natura di ogni cosa creata e della vita umana.

    Swedenborg pubblica la sua prima opera teologica, Arcani Celesti nel 1749.. Sceglie di pubblicare la collana a Londra, in parte per evitare le severe leggi anti-eresia di Svezia, ma anche perché sentiva che a Londra si respirava la migliore atmosfera intellettuale per un modo completamente nuovo di guardare alle Sacre Scritture.

    Nell’opera Cielo e Inferno (1758) Swedenborg descrive il mondo spirituale e spiega la sua costituzione e ordinamento. In questo regno, egli afferma, vi sono tutti coloro che furono sempre attaccati alla terra. In esso l’umanità non è una moltitudine immensa e disorganizzata, ma ordinata in gruppi o società, che si differenziano tra loro per le loro affinità distintive o qualità della loro vita.

    La qualità particolare di ciò che ama o della propria volontà porta un uomo ad associarsi con coloro che sono di un’indole simile alla sua. Per questa ragione Swedenborg insegna che la vita dell’uomo sula terra determina la qualità della sua vita dopo la morte. Il giudizio che attende ognuno non deve esser considerato come una punizione o una ricompensa. Proprio nell’esercizio della libertà data da Dio, l’uomo si sente attratto verso le comunità il cui carattere e la cui vita sono simili ai suoi. Il grande abisso che separa il cielo dall’inferno è l’antagonismo fra l’amore infernale, o amore di sé, e l’amore celeste, che è l’amore verso Dio e il prossimo.

    Tutti i libri di teologia di Swedenborg sono stati scritti in latino e pubblicati al di fuori della Svezia, il più delle volte a Londra o Amsterdam. Questa è stata senza dubbio una strategia deliberata per evitare di incorrere nelle rigorose leggi svedesi sulla censura , che vietavano la pubblicazione di tutto ciò che fosse in contraddizione con gli insegnamenti della chiesa di stato luterana. I primi libri che pubblicò di argomento teologico sono stati infatti pubblicati da Swedenborg in forma anonima. Anche se Swedenborg non è mai stato l’obiettivo diretto di un’indagine, due dei suoi seguaci sono stati accusati di eresia nel 1769 dopo la pubblicazione di libri e articoli sulle idee di Swedenborg in svedese. Nel corso del processo, le opere teologiche pubblicate di Swedenborg sono state messe in discussione. Una decisione reale è stata infine presa nel 1770, quando è stato decretato che i libri di Swedenborg contenevano errori di dottrina, ma non erano eretici. libri di Swedenborg sono stati vietati, e i due seguaci sono costretti ad abbandonare le loro cattedre.

    In parte in risposta alla notizia iniziale di queste accuse, Swedenborg ha iniziato a lavorare all’opera Vera Religione Cristiana (1771), una discussione sistematica delle sue idee teologiche in merito a molteplici aspetti della dottrina cristiana (e in particolare luterana) e dove viene descritta la nuova chiesa che sarebbe sopraggiunta nei secoli a venire. In questo suo ultimo libro si legge:

    Poiché il Signore non può manifestarsi in Persona... e tuttavia predisse che verrà e fonderà una nuova Chiesa, che è la Nuova Gerusalemme, ne segue che lo farà per mezzo di un uomo che non solo può ricevere le dottrine di questa chiesa con il suo intelletto, ma anche renderle pubbliche per mezzo della stampa. Che il Signore si manifestò davanti a me, Suo servo, e mi mandò per questo ufficio, e poi aprì la vista del mio spirito e m’introdusse così nel mondo spirituale, permettendomi di vedere i cieli e gli inferni e anche di conversare cogli angeli e gli spiriti, e ciò continuamente per molti anni, lo attesto ora in verità; attesto pure che dal primo giorno di questa chiamata io non ricevetti niente di quel che concerne le dottrine di questa chiesa da qualche angelo, ma dal solo Signore, mentre leggevo la Parola (779)".

    In un altro punto dello stesso libro aggiunge: Il Secondo avvento del Signore non ha luogo in persona, ma nella Parola, che procede da Lui ed è Lui Stesso (776).

    C’è un piccolo curioso aneddoto riguardo la sua morte. Nel febbraio 1772, in risposta ad una lettera di richiesta di incontro che sarebbe dovuta avvenire da lì a sei mesi Swedenborg rispose che non sarebbe stato possibile perché sarebbe morto il 29 del mese successivo. Fedele alla sua parola, egli morì il 29 marzo 1772 all’età di 84 anni.

    [1]   La presente biografia è stata redatta attingendo da più fonti, tra le quali le introduzioni di libri editi dalla Swedenborg Society di Londra e dal sito https://fondazioneswedenborg.wordpress.com/ che colgo l’occasione di ringraziare per il materiale fornito.

    Prefazione dell'edizione americana

    Swedenborg Foundation

    Pubblicato per la prima volta a Londra nel 1758, Cielo e Inferno è diventata l’opera più famosa di Emanuel Swedenborg. Nei suoi 66 capitoli sono contenute le rivelazioni spirituali più stupefacenti di Swedenborg. Tra queste sono incluse la descrizione della vita dopo la morte, la spiegazione che con il giudizio finale profetizzato nella Bibbia non si intende la distruzione di questa nostra Terra (ma piuttosto quella della vita terrena come conseguenza dell’ingresso nel mondo spirituale), resoconti di vita matrimoniale nel cielo e dettagli sui compiti e le caratteristiche degli angeli.

    Sono state fatte almeno diciannove distinte traduzioni o revisioni di traduzioni su questa opera in Inglese dalla prima traduzione in Inglese fatta da Thomas Hartley nel 1778. Sono state pubblicate edizioni anche in Tedesco, Spagnolo, Francese, Giapponese, Arabo e russo, solo per menzionarne alcuni. La presente traduzione, di John Ager, è quella che fu pubblicata per la prima volta dalla Swedenborg Foundation sia nella versione inglese, che nella versione inglese-latina nel 1900. Il testo di questa edizione corrente è stato elettronicamente scannerizzato dall’Edizione Standard della Fondazione delle Opere Teologiche di Swedenborg. Questo processo ha permesso che il libro fosse completamente reimpostato in caratteri più leggibili. Alcuni elementi stilistici sono stati modernizzati e aggiornati per riflettere l’uso contemporaneo.

    In alcuni casi alcune parole inglesi sono state invece modificate poiché il significato stesso della parola originaria essendosi significativamente modificata con il passare dei secoli è stato sostituita da parole che, in modo più accurato, riflettevano il senso del Latino di Swedenborg. Per fare un esempio, la parola intercourse (intercorso), la quale appare nove volte nella passata edizione per tradurre diverse parole latine con differenti sfumature di significato. Ma questa parola è raramente usata oggi con il significato generale passato, così sono state sostituite con associazione, discussione ecc. più vicine di significato nel linguaggio odierno. I numeri arabi sono stati sostituiti con i numeri romani ed alcune intestazioni sono state riformulate per riflettere più chiaramente l’argomento dei capitoli. Nel complesso, comunque, la traduzione di Ager non è stata sostanzialmente alterata.

    Questa è l’unica opera maggiore pubblicata di Swedenborg nella quale l’autore ha inserito copiosi riferimenti da una sua precedente pubblicazione (il suo Arcani Celesti), sia in forma di note a pié di pagina che in forma di estratti veri e propri. Siccome questi estratti sono una parte integrale dell’opera, non sono stati mantenuti in questa edizione. (Nelle edizioni economiche di quest’opera generalmente sono sempre state omesse sia i pié di pagina dell’autore che le tre sezioni degli estratti da Arcani Celesti: pag.59-64, 271-274, e 500-503 in questa edizione.)

    Così come era nella consuetudine dei suoi tempi, Swedenborg cita spesso i Salmi del libro di David. Come per le precedenti stampe, i caratteri numerati in grassetto nelle parentesi quadre [2], [3], ecc., indicano le divisioni delle lunghe numerate sezioni di Swedenborg, fatte da J.F. Potts per facilitare il lettore così come spiegato nella sua Concordanza di Swedenborg (Londra: Swedenborg Society 1888-1902).

    William Ross Woofenden

    Sharon, Massachusetts

    Prefazione dell'edizione italiana

    Emanuel Swedenborg, ormai da parecchi decenni conosciuto in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e in molti paesi asiatici, dove già sono state istituite e sono perfettamente attive Chiese che seguono l'ordinamento swedenborghiano, è ancora pressocché sconosciuto in Italia.

    Il motivo principale è da ricercare sicuramente nel fatto che delle più di cinquanta opere pubblicate da Swedenborg solo pochissime sono state tradotte in italiano.

    A questo si può aggiungere il fatto che l'approccio non convenzionale di Swedenborg verso i temi della cristianità possa aver trovato poco seguito fra il pubblico conservatore cattolico dei decenni scorsi e aver scoraggiato editori e traduttori ad accingersi a divulgare questa monumentale opera.

    Ma i tempi sono cambiati. Gli argomenti così rivoluzionari per l'epoca in cui visse Swedenborg sono ora di pubblico dominio e molte delle sue intuizioni sono già state confermate dalla scienza ufficiale. Ecco perchè urge ora rendere disponibili questi testi anche al pubblico italiano. 

    Ad oggi sono disponibili solo pochi titoli ma fortunamente molti altri sono ora in fase di traduzione ed io stessa mi sto accingendo in questa avventura, per poter contribuire anch'io alla diffusione di quest'Opera maestosa che merita di essere conosciuta ed apprezzata.

    Per la pubblicazione di questo libro in particolare Cielo e Inferno ringrazio il curatore del sito: https://fondazioneswedenborg.wordpress.com/ , il quale ne ha permesso la riproduzione e la libera pubblicazione. Tale libro è consultabile interamente anche online.

    Questa edizione, a differenza di alcuni estratti dell'opera che sono già in vendita nelle librerie online, è l'unica integrale.

    Possa quest'Opera introdurvi ad una nuova visione della Vita, della Creazione e di Dio.

    Giovanna Michiko Camerlingo

    Bibliografia di Swedenborg

    Tutti i libri scritti da Swedenborg in ordine cronologico:

    1) Principi di Chimica 1720

    2) Osservazioni Varie dal Regno della Natura 1722

    3) Opera Filosofica e Mineraria 1734 3vol.

    1- Cosmologia

    2- Ferro e Acciaio

    3- Rame e ottone

    4) L’Infinito e la Causa Prima della Creazione 1734

    5) Le Dinamiche nel Regno dell’Anima - – 3 vol.

    1- Il Sangue

    2- Il Cervello

    3- Le Fibre - La Dottrina delle forme fisiche

    6) Psicologia razionale – 1743 –

    Il Regno dell’Anima (include i Cinque Sensi) 1744-1745

    7) Adorazione e Amore per Dio – 1745

    8) Arcani Celesti – 12vol. 1747-1756

    9) Diario Spirituale –1747-1763-

    10) Cielo e Inferno –1758 (disponibile in italiano)

    11) La vita negli altri pianeti dell’Universo –1758

    12) Il Giudizio Universale –1758

    13) Il significato del cavallo bianco nell’Apocalisse –1758

    14) La Nuova Gerusalemme e la Dottrina Celeste –1758 (disponibile in italiano)

    15) Apocalisse Spiegata (1759-incompleto) 6 vol.

    16) Il Signore secondo la Dottrina della Nuova Gerusalemme - 1763 (disponibile in italiano)

    17) Il senso delle Sacre Scritture secondo la Dottrina della Nuova Gerusalemme - 1763

    18) I Dieci Comandamenti nella Dottrina di Vita della Nuova Gerusalemme -1763 (disponibile in italiano)

    19) La Fede secondo la Dottrina della Nuova Gerusalemme -1763

    20) Approfondimenti sul Giudizio Universale -.1763

    21) La Sapienza Angelica riguardo il Divino Amore e la Divina Sapienza - 1763

    22) La Divina Provvidenza - 1764 (disponibile in italiano)

    23) Apocalisse Svelata: le predizioni nascoste - 1766 2vol.

    24) Le Delizie dell’Amore Coniugale –.1768 (disponibile in italiano)

    25) Una breve esposizione della Dottrina della Nuova Chiesa spiegata nell’Apocalisse - 1769

    26) La Connessione tra l’Anima e il Corpo - 1769

    27) La Vera Religione Cristiana - 1771 (disponibile in italiano)

    Prefazione dell’Autore

    1. Il Signore parlando ai suoi discepoli della fine dei tempi, cioè nell’ultimo periodo della chiesa 1 dice, all’avvicinarsi della predetta fine, in merito al successivo stato di amore e fede:²

    "Subito dopo l’afflizione di quei giorni il sole si oscurerà e la luna non darà il suo splendore, e le stelle cadranno dal cielo, e le potenze dei cieli saranno scosse. Ed allora apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo; ed allora tutte le tribù della terra faranno cordoglio, e vedranno il Figliuolo dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con gran potenza e gloria. E manderà i suoi angeli con gran suono di tromba a radunare i suoi eletti dai quattro venti, da un capo all’altro dei cieli." (Matteo 24:29-31)

    Coloro che si soffermano sul mero significato letterale di queste parole, hanno la convinzione che alla fine dei tempi, quando vi sarà il giudizio universale, tutte queste cose avranno luogo, così come sono descritte nel senso letterale, cioè che il sole e la luna si oscureranno e le stelle cadranno dal cielo, e che il segno del Signore apparirà nel cielo, ed egli stesso sarà visto sulle nubi, con gli angeli e con le trombe al seguito; inoltre è predetto in altri passi che l’intero universo sarà distrutto, e poi sorgerà un nuovo cielo e una nuova terra. Tale è la convinzione della maggior parte degli uomini nella chiesa, nel presente. Ma coloro che sono in questa fede ignorano i segreti che sono nascosti in ogni minimo dettaglio della Parola; in realtà in ogni singolo vocabolo della Parola vi è un significato interiore che concerne le cose spirituali e celesti anziché le cose naturali e mondane, così come appaiono nel senso letterale. E questo è vero non solo per il significato di gruppi di parole, ma per ciascuna parola.³ Perché la Parola è scritta esclusivamente per corrispondenze⁴, affinché vi possa essere un significato interiore in ogni singolo particolare di essa. Quale sia questo significato lo si può vedere da tutto ciò che è stato scritto al riguardo in Arcana Coelestia [pubblicato nel 1749-1756]; e dalle citazioni attinte da quell’opera, nell’illustrazione del Cavallo Bianco [dell’Apocalisse, pubblicato nel 1758] cui si fa riferimento nell’Apocalisse.

    È in conformità di quel significato spirituale, che deve essere inteso l’avvento del Signore dal cielo, sulle nuvole, di cui al passo sopra citato. Ivi il sole che si oscura significa il Signore quanto all’amore;⁵ la luna si riferisce alla fede;⁶ le stelle indicano la conoscenza del bene e della verità, o dell’amore e della fede;⁷ il segno del Figlio dell’uomo nel cielo indica la manifestazione della Divina verità; le tribù della terra significano tutte le cose concernenti la verità ed il bene, o la fede e l’amore;⁸ l’avvento del Signore sulle nuvole del cielo, in gloria e potenza, significa la sua presenza nella Parola e la sua rivelazione;⁹ le nuvole significano il senso letterale della Parola,¹⁰ e la gloria il senso interiore della Parola;¹¹ gli angeli con gran suono di tromba indicano il cielo quale sorgente della Divina verità.¹² Tutto questo chiarisce cosa deve intendersi con queste parole del Signore, vale a dire che alla fine della chiesa, quando non vi sarà più alcun amore, e quindi alcuna fede, il Signore svelerà il significato interiore della Parola e rivelerà i segreti del cielo. I segreti rivelati nelle seguenti pagine riguardano il cielo e l’inferno, nonché la vita dell’uomo dopo la morte. L’uomo della chiesa attualmente ha una scarsa conoscenza del cielo e dell’inferno, o della sua vita dopo la morte, sebbene questi argomenti siano contemplati e descritti nella Parola; ciò nondimeno molti di quelli nati in seno alla chiesa, negano queste cose, dicendo nel loro intimo, Chi mai è venuto da quel mondo e ha confermato queste cose? Per evitare che questo atteggiamento negazionista, invalso specialmente presso quelli pervasi dalla saggezza mondana, possa contaminare e traviare le persone semplici nel cuore e nella fede, mi è stato concesso di essere associato agli angeli e di parlare con loro, come tra uomo e uomo, e anche di vedere come sono i cieli e gli inferni, e questo da tredici anni, ormai; quindi, adesso posso descrivere ciò che ho visto è udito, nell’auspicio che l’ignoranza possa essere illuminata, e l’incredulità, dissipata. Le presenti rivelazioni sono estese ora perché questo deve intendersi per la venuta del Signore.

    PARTE 1 - CIELO

    1. Il Signore è il Dio del cielo (2-6)

    2. Innanzi tutto deve essere noto chi è il Dio del cielo, perché da questo discendono tutte le cose. Nel cielo intero, nessun altro se non il Signore è riconosciuto quale Dio del cielo. Lì si dice, così come Egli stesso ha insegnato,

    Che Egli è uno col Padre, e chi vede Lui, vede il Padre; che il Padre è in Lui e Lui nel Padre; che tutto ciò che è santo proviene da Lui (Giovanni 10: 30, 38; 14:9-11; 16:13-15)

    Spesso ho parlato con gli angeli di questo argomento, ed essi hanno immancabilmente sostenuto che sono incapaci di dividere il Divino in tre, perché sanno e percepiscono che il Divino è Uno e questo Uno e nel Signore. Hanno anche detto che quelli della chiesa che nel mondo hanno sostenuto l’idea di tre entità Divine, non possono entrare nel cielo, fintanto che il loro ragionamento vaga da un Dio ad un altro; e lì non è permesso pensare tre e dire uno,¹³ perché ognuno nel cielo parla secondo il proprio pensiero, infatti il discorso è il prodotto immediato del pensiero, ovvero è il pensiero che parla. Quindi quelli che in questo mondo separano il Divino in tre, e associano un’idea distinta ad ognuno di essi, e non individuano nell’idea di uno il Signore, non possono essere ricevuti nel cielo, perché nel cielo vi è una condivisione di tutti i pensieri, e perciò se qualcuno giunge lì con un’idea di tre, ma afferma uno, è subito individuato e respinto. Ma deve essere noto che tutti quelli che non hanno separato ciò che è vero da ciò che è buono, ovvero la fede dall’amore, accolgono nell’altra vita, ove sono opportunamente istruiti, l’idea del Signore che è il Dio dell’universo. Avviene altrimenti per quelli che hanno separato la fede dall’amore, cioè coloro che non hanno vissuto in conformità dei precetti della fede autentica.

    3. Coloro i quali, entro la chiesa, hanno negato il Signore e hanno riconosciuto soltanto il Padre e si sono consolidati in questa fede, non sono nel cielo; e poiché sono incapaci di ricevere alcun influsso dal Cielo, ove viene adorato il Signore solo, gradualmente perdono la capacità di pensare ciò che è vero, riguardo a qualsiasi oggetto. Infine divengono come se fossero muti o parlano ottusamente e si muovono ciondolando e oscillando, come se le articolazioni fossero infiacchite ed avessero perduto ogni forza. Coloro che, come i sociniani, hanno negato la Divinità del Signore, sostenendo meramente la sua umanità, sono ugualmente esclusi del Cielo; essi sono condotti verso destra e sono precipitati a fondo, dunque sono totalmente separati da tutti quelli che provengono dal mondo cristiano. Infine quelli che affermano di credere in un Dio invisibile, che essi definiscono anima dell’universo [ens universi], da cui tutte le cose sarebbero state originate, e che rifiutano ogni fede nel Signore, scoprono di non credere in alcun Dio; perché credere in un Divino invisibile, è considerata da loro una qualità della natura nella sua origine, che non può essere un oggetto di fede e amore, in quanto non è un oggetto del pensiero.¹⁴ Il destino di questi individui, è tra quelli denominati adoratori della natura. Diverso è il caso di coloro che nascono al di fuori della chiesa, cioè i gentili; di questi si tratterà di seguito.

    4. I bambini, che rappresentano un terzo del Cielo, sono iniziati nel riconoscimento e nella fede che il Signore è il loro Padre, e poi che è il Padre di tutti e il Dio del cielo e della terra. Di seguito sarà illustrato in che modo i bambini crescono nel cielo e si perfezionano nei saperi fino a raggiungere l’intelligenza e la sapienza angelica.

    5. Quelli che appartengono alla chiesa non possono dubitare che il Signore sia il Dio del cielo, perché egli stesso insegna,

    Che tutte le cose del Padre, sono sue (Matt. 11:27; Giovanni 16:15; 17:2)

    E che a Lui è stata data ogni potestà in cielo e in terra (Matt. 28:18)

    Egli dice in cielo e in terra perché chi governa il cielo, governa anche la terra, perché dal primo dipende l’altra.¹⁵ Governare il cielo e la terra significa che questi ricevono da Lui ogni bene che appartiene all’amore, e ogni verità che appartiene alla fede, quindi tutta l’intelligenza e la sapienza, e di conseguenza tutta la felicità, in una parola, la vita eterna. Queste cose le insegnò anche il Signore quando disse:

    Chi crede nel Figlio avrà la vita eterna; ma chi non crede nel Figlio non vedrà la vita (Giovanni 3:36)

    Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai (Giovanni 11: 25, 26)

    Io sono la via, la verità e la vita (Giovanni 14:6)

    6. Ho visto alcuni spiriti i quali nel mondo avevano professato la fede in Dio Padre; ma avevano ritenuto il Signore come qualunque altro uomo, e dunque non avevano creduto che fosse il Dio del Cielo. Per tale ragione era ad essi consentito di vagare alla ricerca di un altro cielo diverso da quello del Signore. Essi hanno cercato a lungo, ma invano. Essi erano tra coloro i quali credono che la beatitudine del cielo consista nella gloria e nel dominio; e poiché non erano in grado di soddisfare i propri desideri, e gli è stato detto che il cielo non consiste in tali cose, si sono indignati e hanno desiderato un cielo ove potessero spadroneggiare sugli altri ed essere elevati in una gloria simile a quella del mondo.

    2. Il cielo è formato dal Divino del Signore (7-12)

    7. Gli angeli nella loro collettività sono denominati il cielo, perché essi compongono il cielo; tuttavia colui che crea il cielo in generale e nel particolare è il Divino che emana dal Signore che fluisce negli angeli ed è da questi ricevuto. E poiché il Divino che emana dal Signore è il bene dell’amore e la verità della fede, gli angeli sono tali nella misura in cui ricevono dal Signore il bene e la verità.

    8. Ciascuno nei cieli sa, crede e percepisce che tutto il bene che fa e si propone di fare, non viene da se stesso, ma dal Divino, cioè dal Signore; e inoltre che il bene che viene compiuto da se stesso non è autentico bene, e la verità da se stesso non è verità autentica, perché questi non hanno in loro la vita dal Signore. E ancora, gli angeli del cielo più intimo percepiscono e avvertono chiaramente l’influsso e, quanto più lo accolgono in sé, maggiore è la percezione in loro di essere nel cielo, perché essi sono maggiormente addentro nell’amore e nella fede, e nella luce dell’intelligenza e della sapienza, e di lì, nella beatitudine celeste; e siccome tutte le cose del cielo procedono dal Divino del Signore, e in esse gli angeli hanno il loro cielo, è evidente che è il Divino del Signore che forma il cielo,¹⁶ e non gli angeli per una loro peculiare attitudine. Per questo il Cielo è detto dimora del Signore ed il suo trono; e di coloro che sono lì, si dice che sono nel Signore.¹⁷ Ma in che modo il Divino emana dal Signore e pervade il cielo, sarà esposto di seguito.

    9. Gli angeli secondo il loro stato di sapienza, vanno oltre. Essi dicono che non solo tutto il bene e la verità procedono dal Signore, ma anche tutto ciò che appartiene alla vita. Essi dimostrano ciò così, nulla può sortire da se stesso, ma da qualcosa che lo precede; e quindi tutto deriva da un principio che essi definiscono la vera essenza [esse] della vita di tutte le cose. E allo stesso modo tutte le cose sussistono, perché la continuità nell’esistenza è un’incessante creazione. E qualunque cosa che non sia tenuta continuamente in relazione, per mezzo di cose intermedie, con il suo principio, si disperde istantaneamente. Essi affermano anche che esiste un’unica sorgente di vita, e che la vita degli uomini non è che un ruscelletto, che scaturisce da lì, e che se non fosse continuamente alimentato da questa sorgente inaridirebbe istantaneamente.

    [2] Inoltre, dicono che da quest’unica sorgente di vita, che è il Signore non emana altro che il Divino bene e la Divina verità, a cui ognuno attinge secondo la propria attitudine a ricevere i medesimi (coloro che li ricevono in fede e vita, trovano il cielo in loro, mentre quelli che li rigettano o li sopprimono, pervertono la loro vita nell’inferno; perché essi trasformano il bene in male, e la verità in falsità, e quindi la vita nella morte. E ancora, che ogni cosa concernente la vita è dal Signore, loro lo dimostrano dal fatto che tutte le cose nell’universo sono in relazione con il bene e la verità) vale a dire l’essenza della volontà dell’uomo che è l’essenza del suo amore verso il bene, e l’essenza del suo intelletto, che è l’essenza della fede verso la verità; e poiché tutto ciò che è buono e vero viene da essi, ne consegue che ogni cosa della vita procede da essi.

    [3] Essendo questa la fede degli angeli, essi rifiutano qualsiasi ringraziamento per il bene che fanno, e sono contrariati e si schermiscono se taluno attribuisce a loro il bene. Essi sono sbalorditi del fatto che comunemente si creda che taluno possa essere savio da se stesso. Fare il bene per se stessi, loro non lo considerano bene autentico, perché è un bene fatto per sé e per l’amore di sé. Viceversa, fare il bene per amore del bene, essi lo definiscono, bene dal Divino; ed essi sostengono che questo sia il bene che forma il cielo, perché questo bene è il Signore.¹⁸

    10. Gli spiriti che durante la loro vita nel mondo si sono consolidati nell’idea che il bene che essi compiono e la verità in cui credono, è da se stessi (che è la fede di tutti quelli che mirano a conseguire un merito dalle loro buone azioni e che vantano la loro rettitudine) non sono ricevuti nel cielo. Gli angeli li evitano e li considerano ottusi e usurpatori; ottusi, in quanto guardano perennemente a se stessi, anziché al Divino; e usurpatori in quanto si appropriano di ciò che appartiene al Signore. Questi sono alieni alla fede del cielo, cioè che il cielo è formato dal Divino del Signore, negli angeli.

    11. Il Signore insegna che coloro che sono nel cielo e nella chiesa, sono nel Signore, e il Signore è in loro, quando dice:

    Dimorate in me e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi se non dimorate in me. Io sono la vite, e voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla (Giovanni 15:4-7)

    12. Da tutto ciò segue che il Signore dimora negli angeli del cielo, in ciò che è Suo proprio, e quindi che il Signore è tutto, in tutte le cose del cielo; e questo per la ragione che il bene dal Signore è il Signore negli angeli, poiché ciò che procede dal Signore, è il Signore stesso; quindi il cielo per gli angeli è il bene che procede dal Signore, e assolutamente nulla che possa provenire da loro stessi.

    3. Il Divino del Signore nel cielo è l’amore per Lui e la carità verso il prossimo (13-19)

    13. Il Divino che procede dal Signore è denominato nel cielo Divina verità perché esso fluisce nel cielo dal Divino amore del Signore. Il Divino amore e la Divina verità perciò sono legati l’uno all’altra, come il fuoco del sole e la luce che ne deriva nel mondo, l’amore rassomiglia al fuoco del sole e la verità da esso, alla luce del sole. Inoltre per corrispondenza, il fuoco significa l’amore e la luce, la verità che procede da quell’amore.¹⁹ Da ciò è chiaro cosa sia la Divina verità che procede dal Divino amore del Signore, che nella sua essenza è il Divino bene congiunto alla Divina verità, ed essendo così congiunti, vivificano tutte le cose del cielo; esattamente come nel mondo quando il calore del sole congiunto alla luce rende tutte le cose del mondo feconde, il che ha luogo a primavera e in estate. Diversamente quando il calore non è congiunto alla luce, cioè quando la luce è fredda, allora tutte le cose s’intorpidiscono e si estinguono. Presso gli angeli questo Divino amore, rappresentato con il calore, è il bene dell’amore; e la Divina verità, rappresentata dalla luce, è ciò che scaturisce attraverso quell’amore.

    14. Il Divino che forma il cielo è amore perché l’amore è congiunzione spirituale. Esso congiunge gli angeli al Signore, e li congiunge l’uno all’altro, e così congiunti, essi appaiono al cospetto del Signore come uno. Inoltre l’amore è l’autentica essenza [esse] della vita di ciascuno; di conseguenza, sia gli angeli, sia gli uomini sono dotati della vita in virtù dell’amore. Chiunque rifletta è in grado di comprendere che la più intima vitalità dell’uomo proviene dall’amore, perché egli si riscalda in presenza dell’amore, e si raffredda in sua assenza, e quando è privato dell’amore, muore²⁰. Ma deve essere rammentato che la qualità dell’amore determina la qualità della vita di ciascuno.

    15. Nel cielo vi sono due amori distinti, l’amore per il Signore e l’amore per il prossimo; nel cielo più intimo o terzo cielo, l’amore per il Signore, nel cielo intermedio o secondo cielo, l’amore per il prossimo. Entrambi procedono dal Signore e formano il cielo. In che modo questi amori siano distinti ed allo stesso tempo congiunti, appare chiaramente nel cielo, ed in modo velato nel mondo. Nel cielo, l’amore per il Signore non significa l’amore rispetto alla sua persona, bensì amare il bene che procede da Lui; e amare il bene significa volere e compiere il bene dall’amore; e amare il prossimo non significa amare un compagno rispetto alla sua persona, ma amare la verità che emerge dalla Parola; e amare la verità significa desiderarla e osservarla. Da ciò è evidente che questi due amori sono distinti, come il bene e la verità e nel contempo sono congiunti, come lo sono il bene e la verità.²¹ Tuttavia questo non può essere compreso dall’uomo, a meno che non siano noti i concetti di amore, bene e prossimo.²²

    16. Spesso ho parlato con gli angeli di questo argomento. Essi erano meravigliati del fatto che nell’ambito della chiesa non fosse noto che amare il Signore ed amare il prossimo significasse amare ciò che è bene e ciò che è vero, e compiere questo dalla volontà; poiché è noto che l’amore si manifesta dalla volontà e dal mettere in atto ciò che l’altro desidera, ed è questo che produce l’amore reciproco e la congiunzione, piuttosto che l’amore separato dalla volontà di soddisfare il desiderio dell’altro, perché questo in sé non è amore; gli uomini dovrebbero inoltre sapere che l’amore che procede dal Signore, è a Sua somiglianza, poiché Egli è in esso; e coloro che, attraverso la volontà, fanno propri nella loro vita il bene e la verità, desiderandoli e mettendoli in atto, diventano somiglianze del Signore e sono congiunti a Lui. La volontà è l’amore del fare. Che sia così anche il Signore lo insegna nella Parola, dicendo,

    Colui che osserva i miei comandamenti e li mette in pratica, quegli mi ama; ed io amerò lui e faro presso di lui la mia dimora (Giovanni 14:21, 23)

    Se osservate i miei comandamenti dimorerete nel mio amore (Giovanni 15:10, 12)

    17. Tutta l’esperienza del cielo attesta che è l’amore, il Divino che procede dal Signore, influenza gli angeli e forma il cielo; perché tutti coloro che sono nel cielo sono forme di amore e carità, e appaiono in una bellezza indescrivibile, con l’amore che risplende dai loro volti, dal loro linguaggio e da altri particolari della loro vita.²³ Inoltre vi sono sfere spirituali della vita che emanano e circondano ogni angelo e ogni spirito, da cui sono note le loro qualità rispetto alle affezioni del loro amore, talvolta anche a grande distanza. Queste sfere emanano da ciascuno, secondo le proprie affezioni ed i conseguenti pensieri, ovvero dall’amore e dalla conseguente fede. Le sfere che emanano dagli angeli sono talmente ripiene di amore da influenzare l’intimo della vita di coloro che sono in prossimità. Di frequente ho sperimentato questa circostanza, avendo più volte avvertito questa influenza su di me, in virtù della presenza degli angeli.²⁴ Che questo sia l’amore da cui gli angeli traggono la vita è evidente dal fatto che nell’altra vita ciascuno appare in armonia con il proprio amore; quelli che sono nell’amore per il Signore e per il prossimo sono rivolti costantemente verso il Signore; invece quelli che son nell’amore di sé, allontanano perennemente il loro sguardo dal Signore. Nell’altra vita gli spazi sono conformi alla direzione dei volti, dunque non possono restare invariabili, come nel mondo. E nondimeno, non sono gli angeli a rivolgersi verso il Signore, bensì è il Signore che attrae a sé coloro che sono nell’amore di compiere le cose che procedono da Lui.²⁵ Di più su questo argomento si dirà di seguito, quando si tratterà delle regioni nell’altra vita.

    18. Il Divino del Signore nel cielo è amore, perché l’amore è ricettivo di tutte le cose del cielo, quali la pace, l’intelligenza, la sapienza e la felicità. Poiché l’amore è ricettivo di tutte le cose che sono in armonia con esso; le desidera, le cerca e si inebria in esse spontaneamente, perché desidera incessantemente essere arricchito e perfezionato da queste.²⁶ Ciò è noto anche agli uomini, perché presso di loro l’amore cerca, per così dire, tra ciò che è custodito nella memoria ed estrae tutte le cose che sono in accordo con sé, le raccoglie e le ordina in sé in modo da farle proprie; mentre le altre cose sono scartate e cancellate. Che sussista nell’amore la capacità di ricevere le verità in armonia con se stessi, e il desiderio di congiungerle a sé, è stato dimostrato dal fatto che alcuni tra i semplici nel mondo, sono stati assunti in cielo e tuttavia, quando erano al cospetto degli angeli, sono stati introdotti nella sapienza degli angeli e nella beatitudine celeste, avendo essi amato il bene e la verità in quanto tali; e questo amore si era radicato in loro, e di qui sono diventati capaci di ricevere il cielo e tutte le cose ineffabili di lì. Invece coloro che sono nell’amore di sé e nell’amore del mondo non hanno la capacità di ricevere il bene e la verità; essi li detestano e li rigettano, ed al primo contatto con il cielo fuggono e si aggregano con quelli nell’inferno che sono in un amore simile al proprio. Vi erano spiriti che dubitavano che vi fosse tale capacità insita nell’amore celeste, e che desideravano conoscere se ciò fosse realmente così; essi sono stati quindi introdotti nell’amore celeste, e quando ciò è avvenuto, qualsiasi cosa che fosse contraria a tale amore, è stata rimossa e allontanata; e di lì, conversando con me, dicevano di aver percepito una beatitudine interiore così intensa da risultare inesprimibile, ora che erano ritornati nel loro stato originario. Altri ancora sono stati assunti nel cielo; e più eccelse erano le altezze alle quali erano esaltati, maggiormente erano introdotti nell’intelligenza e nella sapienza del cielo, tale che era loro permesso di percepire ciò che prima risultava ineffabile. Da ciò è evidente che l’amore che procede dal Signore è ricettivo del cielo e di tutte le cose di lì.

    19. Che l’amore per il Signore e per il prossimo includa in sé tutte le Divine verità è reso manifesto da ciò che il Signore dice in proposito:

    Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente. Questo è il primo e più grande comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti» (Matteo 22:37- 40)

    La legge e i profeti stanno a significare tutta la Parola del Signore, quindi tutta la Divina verità.

    4. Il cielo consta di due regni (20-28)

    20. Poiché nel cielo regna un’infinita varietà e nessuna società e nessun angelo è esattamente uguale ad un altro²⁷, vi sono partizioni generali, specifiche e particolari. La partizione generale è in due regni, quella specifica in tre cieli e quella particolare in infinite società, di cui si tratterà in quanto segue. La partizione generale concerne due regni, in quanto il cielo è denominato il regno di Dio.

    21. Vi sono angeli che ricevono più intimamente il Divino che emana dal Signore, e altri che lo ricevono meno intimamente; i primi sono denominati angeli celesti, gli altri, angeli spirituali. In virtù di questa differenza il cielo è suddiviso in due regni, uno chiamato regno celeste, l’altro chiamato regno spirituale²⁸.

    22. Poiché gli angeli che formano il regno celeste ricevono il Divino del Signore più intimamente, essi sono chiamati angeli interiori o angeli più eccelsi; e per lo stesso motivo i cieli da essi formati sono chiamati cieli più eccelsi.²⁹ Sono dunque definiti eccelsi o inferiori, in quanto la quota determina ciò che è interiore o esteriore.³⁰

    23. Coloro che sono nel regno celeste sono nell’amore altrettanto celeste, coloro che sono nel regno spirituale, sono nell’amore spirituale. L’amore celeste è l’amore per il Signore, e l’amore spirituale e l’amore per il prossimo. Amore celeste è amare il Signore, e amore spirituale è amare il prossimo. E poiché il bene concerne l’amore (essendo il bene di ciascuno, ciò che questi ama) il bene di un regno è chiamato celeste e il bene dell’altro regno è chiamato spirituale. Dunque i due regni sono distinti l’uno dall’altro nello stesso modo in cui il bene dell’amore per il Signore è distinto dal bene per l’amore del prossimo.³¹ E poiché il bene dell’amore per il Signore è un bene interiore, e quell’amore è un amore interiore, così pure gli angeli celesti sono angeli interiori, e sono denominati gli angeli più eccelsi.

    24. Il regno celeste e anche denominato regno sacerdotale del Signore, e nella Parola la sua dimora; invece il regno spirituale è denominato il regno sovrano , e nella Parola il suo trono. E in virtù del Divino celeste, il Signore nel mondo è stato chiamato Gesù, invece in virtù del Divino spirituale è stato chiamato Cristo.

    25. Gli angeli nel regno celeste del Signore, in forza della loro ricezione più intima del Divino del Signore, sovrastano di gran lunga in sapienza e beatitudine gli angeli del regno spirituale; perché essi sono nell’amore per il Signore, e conseguentemente sono più in prossimità e più strettamente congiunti a Lui.³² questi angeli sono tali in quanto hanno ricevuto e continuano a ricevere la Divina verità immediatamente nella loro vita, e non altrimenti, prima nella memoria e nell’intelletto, come gli angeli spirituali. Quindi essi hanno la Divina verità impressa nei loro cuori, e la percepiscono, per così dire, in loro stessi; né vi può essere in loro alcun dubbio circa l’autenticità della verità che percepiscono in loro.³³ Essi sono tali, così come sono stati descritti in Geremia:

    Io metterò la mia legge nelle loro menti, e la scriverò nei loro cuori. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, ciascuno al suo compagno e ciascuno al suo fratello, dicendo, Conosci Jehovah. Essi mi conosceranno, dal più piccolo al più grande tra loro (Ger. 31:33, 34)

    Ed essi sono chiamati in Isaia:

    Istruiti da Jehovah (Isa. 54:13)

    Che gli istruiti da Jehovah siano coloro che sono istruiti dal Signore, egli stesso lo sostiene in Giovanni, 6:45, 46.

    26. Si è detto che questi angeli hanno la sapienza e la gloria al di sopra degli altri

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