Le asce di Costantinopoli
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Anteprima del libro
Le asce di Costantinopoli - Gionatan Scopece
633/1941.
La scelta di Olaf
Stava toccando di nuovo le terre di Norvegia dopo mesi passati a razziare Irlanda, Scozia e tutte quelle terre che le potenti Drakkar permettevano di raggiungere. Ma si era rivelata un’estate amara, la sua.
Olaf aveva lasciato a casa una moglie e un figlio. Per loro aveva deciso di intraprendere ancora una volta uno di quei lunghissimi viaggi. Uno di quelli per i quali gli uomini del Nord, affamati di oro e cupidigia, scommettevano anche le loro vite.
Ma lo splendore vichingo era al tramonto e le razzie, ormai, poco guadagno portavano.
Da quell’ultimo viaggio infruttuoso portava a casa più amarezza che ricchezza. Una ricchezza con la quale difficilmente avrebbe accontentato moglie e figlio durante l’inverno.
E con questo stato d’animo sbarcò sulla terraferma e iniziò ad avviarsi verso il suo villaggio.
Si trovò per caso a passare davanti al mercato degli schiavi. Vide che la merce era buona e pensò di comprare uno schiavo, in modo tale da avere un aiuto per lavorare la sua terra.
Si avvicinò, quindi, al mercante: -Non sono qui per mentirti. Con me ho solo questo denaro; se bastasse per il fabbro, non sarei qui a chiederti cosa hai da offrirmi-.
Il mercante, poco abituato a trattare per poco denaro, lo guardò sdegnato ma gli fece un offerta: -Non ho niente per te, a parte quella ragazzina malata. Ha la febbre alta da due giorni e forse non arriverà a domani, ma oggi ho visto una nave tornare dal mare e, se tu eri su quella nave, questa ragazzina può comunque esserti utile per saziare la fame che il mare provoca agli uomini. E ti offrirò anche da bere, poiché il viandante ha bisogno di ristoro, come vorrebbe il Padre Odino-.
Olaf guardo bene quella ragazzina e ci vide qualcosa, nei suoi occhi. Una luce. Quegli occhi lo convinsero a fare lo scambio con il mercante. Si avvicinò alla ragazza e le chiese: - Riesci a camminare? -.
Ella rispose: - Le mie gambe cammineranno soltanto se sanno dove tu mi porti-.
Il mercante le si avvicinò subito, timoroso che Olaf, da cliente resosi conto di essere stato truffato, rivolesse indietro la somma pagata con l’inganno. E gridò alla ragazza: -Zitta, meretrice! Una schiava non parla così al suo padrone. Lui ti ha comprata, quindi ti ha dato un valore. Ringrazia e servilo! -
Poi si voltò verso Olaf e gli disse: -Scusala, la febbre la fa delirare. Se vuoi, adesso possiamo concludere il nostro affare. Dove vuoi che ti disseti? -
Olaf, sdegnato più dal mercante che dalla ragazza, disse: -Non importa cosa dica, da domani parlerà solo ai porci. Per il nostro affare, lo ritengo già chiuso. E non mi interessa il tuo bere. Preferirei che mi dessi una moneta per chiedere in cambio un passaggio fino a casa-.
Così fecero. Olaf scambiò la moneta ricevuta con un uomo che comprava ortaggi nelle campagne per poi rivenderle al mercato che si trovava nel porto. I viaggiatori spendevano di più per le cibarie e lui traeva non poco profitto da chi arrivava e da chi partiva. Ci aveva messo un attimo a capire il cattivo affare fatto da Olaf, perciò sperava che, una volta arrivati alla sua terra, potesse comprare i suoi prodotti a poco prezzo.
Un astuto mercante mai fa notare al suo futuro compratore di non avere occhio per gli affari. Peccato che fosse orgoglioso ed arrogante, tanto dal non trattenersi dal parlare con Olaf mentre guidava il suo carretto trainato da un asina.
Gli chiese: -Da dove vieni amico? -
Olaf ormai era stanco e spazientito, ma comunque rispose al mercante: -La tua bestia camminerà ancora poco per me. La mia terra è vicina-.
Il mercante si voltò, guardò lui e poi la ragazza. Si girò nuovamente per seguire il sentiero e parlò ancora: -Vedo la tua ascia macchiata di sangue. Oggi è tornata una nave dalle razzie a Ovest, e penso che tu fossi su quella nave. Mi sbaglio, forse? -
Olaf rispose: -Si, ero su quella nave-.
Il mercante continuò: -Come puoi aver rischiato la vita per guadagnare così poco e, tra l’altro, tornare per fare uno scambio così inutile? Quando la ragazza sarà morta, cosa ne farai? Il tuo guadagno diventerà cibo per i porci. L’unica gente che conosco che spenderebbe tanto per un affare del genere sono i Cristiani. Loro amano la gente morente! L’avrebbero comprata solo per pregarci sopra, credo la chiamino ‘salvezza dell’anima’-.
Poi, come in segno di disprezzo, sputò di lato al carro e il suo discorso continuò: -Danno tutti i loro averi al loro Dio, per avere questa salvezza dell’anima, ma almeno a