Il giardino di Nathan. L'oracolo
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Il giardino di Nathan. L'oracolo - Federico Mantovani
scrittura.
Trama
A circa un anno di distanza dall’avventura che lo ha portato in Italia, tra le zone devastate dal sisma del 2012, Nathan Gailson procede con il suo grande progetto: la costruzione di un bellissimo giardino dedicato alla Madonna dei Ponticelli, un dono di pace e spiritualità per il genere umano. Ad aiutarlo in qualità di botanica c’è Lucia Martines, la donna che Nathan ha incontrato sul suo cammino e che sembra destinata a farne parte.
Ma le cose non vanno come dovrebbero e un grave incidente fa crollare all’improvviso le certezze di entrambi. Lucia scompare nel nulla, gettando Nathan nello sconforto. Chi sono le persone misteriose che l’hanno rapita, stappandola al suo amore? E cosa c’entra il giardino di Nathan con il rapimento?
Nella disperata ricerca di Lucia, Nathan si ritrova affiancato da vecchi amici e anche da nuovi, tra cui un appassionato commissario e, soprattutto, il padre di Lucia, colonnello controverso e autoritario che dovrà ritrovare il rapporto perduto con la figlia.
Nota sull’autore
Federico Mantovani è nato nel 1964 a Modena. Marito e padre di tre figli, lavora come impiegato tecnico da ventisei anni. Dopo aver scritto e pubblicato poesie, ha sempre sognato di scrivere storie per attirare l’attenzione dei lettori sui luoghi in cui vive e i personaggi che ne fanno parte.
Nel 2013 esordisce con il suo primo romanzo Il sogno di Nathan
, che narra proprio degli avvenimenti che hanno scosso la sua terra natia, con una storia che tocca diversi personaggi e argomenti a partire da sciamani e acque miracolose.
I suoi lettori a gran voce chiedono il sequel della storia iniziale, perché incuriositi dalla nascita di una probabile storia d’amore, ed è per questo che scrive il suo secondo romanzo: per far conoscere altri personaggi misteriosi della sua terra, ma, soprattutto, per raccontare la forza di un vero amore.
Solo la forza di un vero amore può sopravvivere nonostante il tempo e la distanza: non può essere distrutto, anche se il destino rema contro.
Del mondo rimarrà un silenzio nudo una altissima quiete. In qualunque genere di creature mortali, la massima parte del vivere è un appassire. Tanto in ogni opera sua la natura e intenta e indirizzata alla morte: poiché non per altra cagione la vecchiezza prevale sì manifestamente, e di sì gran lunga, nella vita e nel mondo. Ogni parte dell’universo si affretta infaticabilmente alla morte, con sollecitudine e celerità mirabile. Solo l’universo medesimo apparisce immune dallo scadere e languire: perché se nell’autunno e nel inverno si dimostra quasi infermo e vecchio, nondimeno sempre alla stagione nuova ringiovanisce. Ma siccome i mortali, se bene in sul primo tempo di ciascun giorno riacquistano alcuna parte di giovinezza, pure invecchiano tutto dì, e finalmente si estinguono; così l’universo, benché nel principio degli anni ringiovanisca, nondimeno continuamente invecchia. Tempo verrà, che esso universo, e la natura medesima, sarà spenta. E nel modo che di grandissimi regni ed imperi umani, e loro meravigliosi moti, che furono famosissimi in altre età, non resta oggi segno né fama alcuna; parimente del mondo intero, e delle infinite vicende e calamità delle cose create, non rimarrà pure un vestigio; ma un silenzio nudo, e una quiete altissima, riempiranno lo spazio immenso. Così questo arcano mirabile e spaventoso dell’esistenza universale, innanzi di essere dichiarato né inteso, si dileguerà e si perderà.
(Giacomo Leopardi)
Prologo
Questa è una storia che comincia dalla fine di un sogno, ma che diventa un inizio da raccontare, come pennellate di un quadro d'autore, firmato da un grande amore.
Ogni cosa ha un’origine, ma quando sopraggiunge non lo si sa mai.
Ora, ricapitoliamo l'ultimo anno trascorso tra Nathan e Lucia, che si sono conosciuti come le pietruzze colorate sul letto di un fiume di una grande montagna… perché non esistono storie a sé stanti, ma storie che si sovrappongono l'uno sull'altra.
Nathan è un imprenditore australiano di quarant’anni, alla ricerca di qualcosa che mancava nella sua soddisfacente vita: una donna che condividesse con lui il progetto di formare una famiglia, l’unico vero
obiettivo della sua vita.
Un sogno ricorrente e legami di lavoro lo hanno condotto in Emilia, nella pianura padana italiana, terra scossa da un terribile sisma.
Tra sapori locali, nuove amicizie e la consapevolezza crescente di avere uno scopo, Nathan trova una risposta al mistero che circonda il suo sogno e scopre un significato più profondo nella sua esistenza.
Soprattutto, ha conosciuto Lucia, in treno tra Milano e Piacenza, donna portoghese bellissima, nativa di Évora, che gli toglie il respiro, tanto da costringerlo a raggiungerla, perché attratto come dal canto di una sirena.
"Ti va se andiamo a mangiare un boccone di bacalhau a Gomez de Sá di Évora?
Guarda, davvero! Non ho secondi fini, voglio solo stare seduto a tavola finché non ci innamoriamo!"
Avevi ragione, Lucia!
le dico per attirare la sua attenzione mentre passeggiamo dopo pranzo in mezzo a incantevoli aiuole colorate. Sarà difficile dimenticare il migliore bacalhau à Gomez de Sa di Évora.
Lei mi fissa con i suoi occhi luccicanti e mi sorride. Solo del baccalà, di oggi, ti ricorderai?
Un lampo divertito le illumina lo sguardo: sembra voglia stuzzicarmi.
L’atmosfera intorno a noi mi fa pensare a una poesia che abbaglia i nostri cuori… la schermaglia amorosa è iniziata.
Io la guardo e le sorrido.
Mi chiedo se sia consapevole di che effetto ha sugli uomini la sua bellezza.
Mh
mormoro. Penso proprio di no! Ricorderò anche di aver pranzato con la donna più bella di Évora!
Quali sono i tuoi programmi per i prossimi giorni?
mi chiede accennando un sorriso. Naturalmente, se posso chiedertelo.
Certo che sì
le rispondo. Dopo aver strappato un sì alla più bella botanica di Évora per il mio progetto, volerò a Melbourne per sistemare i miei progetti lavorativi immediati: dovrò creare velocemente uno staff più autonomo, che mi permetta, in futuro, di avere più tempo libero. Finalmente ho trovato un sentiero che ha cuore, e questo sentiero mi ha portato dove ci sei anche tu. Se vorrai, lo potremo percorrere insieme in tutta la sua lunghezza, e potremo dirigere la rotta dei nostri cuori in un mare aperto
.
Capisco
annuisce.
Abbassa lo sguardo e arrossisce. Ma voglio essere diretta e sincera con te, Nathan.
Devi… ti prego… per carità!
rispondo alzando le sopracciglia e rivolgendole uno sguardo incoraggiante.
Il mio istinto mi suggerisce che la conversazione andrà a parare verso argomenti più intimi.
Tu mi intimidisci! Sembri così sicuro di te, così a tuo agio, anche nelle cose nuove che ti arrivano. Ho bisogno di un porto sicuro dove approdare in questo momento della mia vita, ma non sono sicura di essere la persona giusta per te.
Aggrotto la fronte e mi innervosisco un attimo, perché quello che mi ha detto è vero. Accade spesso che persone che si approcciano a me mi vedano come lei mi ha descritto: troppo sicuro di me stesso.
Un momento di silenzio mi dà il tempo di riflettere sulle sue parole, e mi arriva questo pensiero, che molto candidamente le esprimo: Ho bisogno anch’io di un porto sicuro dove poterti amare, lentamente e senza limiti di tempo.
Ah, sì?
mormora.
Oddio... e adesso che le dico? Mi sento spiazzato.
Ti sei offeso?
riprende lei.
No
rispondo, ed è la verità.
Bene!
Mi sto facendo un’idea di quali siano i tuoi pensieri su di me.
Sospiro.
Sediamoci su questa panchina. I colori che si specchiano sullo stagno sono bellissimi, non credi?
mi sussurra.