Io odio i dentisti... ma non lei dottore
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Book preview
Io odio i dentisti... ma non lei dottore - Dr.tiziano Caprara
fine
Prefazione
Io odio i dentisti, ma non lei dottore. Non so quante volte ho sentito i miei Pazienti ripetere questa frase. La variante femminile è
Preferirei partorire piuttosto che venire da lei". Non è molto piacevole sentirsela ripetere più volte al giorno.
Tuttavia, le persone attraverso tali parole esprimono uno stato d’animo diverso dall’odio: la paura, più precisamente la paura del dentista.
In questo modo, però, si vive un paradosso: si amano i denti, che servono per vivere bene e apparire più belli, però non si ama ( e spesso si rifugge) la persona che se ne prende cura e permette di mantenerli sani. Il dentista viene percepito come una figura che inserisce strani strumenti nella nostra bocca, mentre noi dobbiamo stare fermi ad aspettare che finisca al più presto.
Tali pensieri ed emozioni non stimolano certo a frequentare regolarmente lo studio dentistico. E così ci si ritrova in un circolo vizioso: rimandiamo la visita dall’odontoiatra, la situazione peggiora, la nostra paura aumenta e quindi... rimandiamo ulteriormente l’appuntamento. Purtroppo, questo è il modo più sicuro per perdere i nostri amati denti, e anche per andare incontro a grosse spese.
Le nostre emozioni riguardo il dentista, derivano solitamente da ricordi di un lontano passato, quando eravamo bambini, non confrontabili con la realtà odierna.
Oggi, infatti, l’esperienza odontoiatrica
è molto diversa da quella di 20-30 anni fa. Le tecnologie, le conoscenze e i dentisti stessi sono migliorati e, quindi, le situazioni passate non possono essere paragonate alla realtà attuale. I bambini durante la cura vedono cartoni animati o si rilassano
con mascherine al protossido d’azoto; niente a che vedere con il genitore che li teneva bloccati sulla poltrona, dicendogli fermo o il dentista ti farà male!
.
Questo libro non vuole essere una rivalutazione dell’immagine del dentista (ogni collega lo fa ogni giorno con la qualità professionale), ma una guida per i pazienti che vogliono acquisire una maggiore consapevolezza e mantenere sani i propri denti e quelli dei propri figli. Questo è un obiettivo possibile solo attraverso un’adeguata informazione riguardo alla salute della propria bocca (consapevolezza), che ci permette di attivare utili comportamenti per conservarla nel tempo (prevenzione). Oltre all’impegno personale è senz’altro utile cercare la collaborazione di un buon Odontoiatra. La scelta del professionista è, infatti, un fattore fondamentale per aggiungere tale obiettivo. A tale scopo sono stati inseriti dei preziosi consigli per trovare il dentista giusto
.
Tiziano Caprara
Mappa del libro
Capita a molti di acquistare un libro, sfogliare subito le prime 10-20 pagine e, poi, magari appoggiarlo sul comodino con l’intento di leggerlo più avanti. Dal comodino passa sulla scrivania e, quindi, nella libreria, dove rimane con altri volumi sbocconcellati. Questo libro parla di salute e di come riuscire a vivere meglio e più a lungo. Relegarlo tra i libri parzialmente letti sarebbe quindi un peccato, perché rinunceremmo ai vantaggi che questa lettura ci può fornire.
La struttura di questo libro è diversa da quella tradizionale per andare incontro alle preferenze dei lettori. Esistono, infatti, persone che amano una lettura coinvolgente come quella dei romanzi, altre preferiscono una lettura veloce di dati importanti, altre ancora cercano consigli o la risposta ad alcune domande. Questo libro è stato strutturato in maniera da soddisfare ognuna di queste esigenze.
Ogni capitolo è costituito da una parte principale, Racconto, in cui sono stati inseriti alcuni punti importanti, in maniera che il lettore possa già apprendere determinati concetti. Una seconda parte riguarda l’analisi di alcune Credenze e, quindi, la definizione di Consigli e Linee Guida in cui sono specificati alcuni consigli comportamentali. La terza e ultima parte è rappresentata da una raccolta di Dati e dall’area delle Domande e Risposte.
In questo modo la lettura risulta più agevole perché si può scegliere quale area prediligere. Possiamo leggerlo come un racconto scegliendo solo questa parte, oppure possiamo seguire i consigli e le linee guida. Chiaramente il consiglio è quello di leggere il libro nella sua totalità. I modi di farlo sono diversi, ma l’obiettivo finale è quello di valutare ogni suo aspetto. Questo è senz’altro il modo migliore per apprendere interamente i vari concetti e modificare i nostri comportamenti.
Come dico spesso ai miei pazienti Esistono cose più importanti dei denti, ma non possiamo godercele senza
; la salute della bocca ci permette di migliorare le relazioni, apparire più belli e piacevoli (il sorriso attira le persone), goderci il buon cibo, risparmiare, ma soprattutto ci aiuta a vivere meglio e più a lungo. Se poi teniamo ai nostri cari, ai nostri figli allora è bene condividere con loro tali informazioni.
Buona lettura e buona salute a tutti.
Capitolo 1 - La paura fa novanta
Era un giovedì sera e Luca stava tornando a casa in macchina. Quella giornata era stata impegnativa e, quindi, era felice fosse finita. Il traffico serale come al solito lo aveva bloccato, ma lui non se l’era presa più di tanto: ormai ci era abituato. Aveva imparato ad apprezzare le caratteristiche del paesaggio che percorreva ogni giorno. Quella sera c’era un tramonto bellissimo, che lo rasserenava particolarmente. Decise di assaporare tale momento mettendo la sua musica preferita. Ascoltando le note iniziò a pensare ai suoi bambini, Carlo e Maria, che gli correvano incontro quando tornava a casa, e a Chiara, sua moglie.
Era sposato da vari anni, ma si emozionava ancora quando rincasava e la trovava ad aspettarlo. Quello era il momento più bello della giornata. Un tempo pensava che il matrimonio fosse la tomba dell’amore
, ma con il tempo si era convinto che non era così. C’erano momenti di passione, di condivisione di obiettivi, di sostegno reciproco. C’erano anche litigi, era normale, però finivano presto.
Con il tempo, tuttavia, aveva notato l’affermarsi della quotidianità. Era un aspetto che lo spaventava, aveva paura che potesse inglobare tutto, anche la sua passione per Chiara. All’inizio della loro storia, infatti, l’amore era stato travolgente, un’emozione da vivere insieme. Poi, piano piano, la nascita dei bambini, le problematiche del lavoro, della casa avevano annacquato la loro fiamma. Non era ciò che desiderava.
Insieme si erano accorti di questo fatto e, quindi, avevano deciso di porvi rimedio organizzando periodicamente un incontro. Lo chiamavano l’appuntamento
. Durante quelle sere lasciavano i bambini ai genitori e facevano tardi come quando erano fidanzati. Era un modo per mantenere viva la passione ed evitare che la cenere quotidiana spegnesse il sentimento che c’era tra loro.
Quel giovedì era una di quelle sere e Luca non vedeva l’ora di tornare a casa. Inoltre, quella serata era diversa, perché avrebbero festeggiato anche l’anniversario di matrimonio, cenando nello stesso ristorante in cui si erano conosciuti.
Mentre era assorto in questi pensieri sentì una forte una fitta ai denti, come se un ago gli si fosse infilato nella mandibola. Cercò con la lingua l’origine del male, che per fortuna dopo qualche istante cessò.
Era un dolore che aveva già sentito altre volte nei giorni precedenti, assieme a sensazioni fastidiose legate al freddo e al cibo dolce. Non ci aveva dato troppa importanza pensando che, in fin dei conti, queste cose spesso si risolvono da sole.
Per fortuna è passato, altrimenti sai che serata... pensò fra sé e avanzò di qualche metro. Il traffico sembrava diminuire.
Arrivò a casa. Tutti sembravano in subbuglio. Chiara correva a sistemare le ultime cose. Mentre gli passava davanti si fermò e disse: Oh, finalmente sei arrivato. Guarda che Carlo non ne vuole sapere di fare il bagno, pensaci tu
.
Come era diversa la realtà dal tramonto musicale di poco fa, pensò Luca. Cercò subito Carlo e riuscì a convincerlo con modi molto persuasivi a lavarsi, prima di andare a letto.
Diedero le ultime indicazioni ai nonni, che per quella serata avrebbero badato ai nipotini; salutarono i bambini, avvisandoli di badare ai nonni e chiusero la porta. Non gli sembrava vero. Era quasi un mese che non riuscivano a organizzare l’appuntamento
. L’ultima volta Maria, la più piccola, si era ammalata di varicella e loro non se l’erano sentita di lasciarla sola. La volta prima, invece, Luca era stato trattenuto sul lavoro e avevano dovuto disdire all’ultimo minuto. Adesso la serata tanto attesa era arrivata e niente e nessuno gliela avrebbe rovinata, o almeno così credevano...
Uscirono di casa quasi correndo e fecero un gran respiro. Il cielo era stellato e avevano tutta la serata a disposizione. È ancora presto per cenare
disse Luca il ristorante è qui vicino, possiamo fare una passeggiata...Vuoi?
.
Si, la sera è così bella
rispose Chiara .
Mentre camminavano, mano nella mano, si ritrovarono a parlare dei bambini, dei bei momenti passati insieme, della loro vita prima di conoscersi. Viaggiarono nel tempo fino a ricordare le giornate spensierate della loro infanzia.
Da bambino mi divertivo un sacco. Non avevo paura di nulla... o quasi
, si interruppe Luca. "In realtà c’erano alcune cose che mi spaventavano in particolare una: pensa mi fa paura ancora oggi".
Che cos’è,
chiese Chiara, non sapevo avessi paura di qualcosa
.
"In effetti cerco di nasconderlo. È più forte di me, non te l’ho mai detto, ma sono praticamente... terrorizzato dal dentista." Chiara sorrise, tuttavia quella doveva essere una serata perfetta e cercò di non farlo notare. Non era bello ridere delle paure altrui.
Luca continuò: "Da piccolo, una volta, mio padre mi ha portato dal dentista per farmi curare e sono rimasto traumatizzato. Pensa che mi teneva fermo mentre il dottore armeggiava nella mia bocca. Mi vengono i brividi solo a raccontarlo...E non basta. Alcuni anni fa, c’eravamo appena conosciuti, sono dovuto tornarci e mi ha curato un nervo, ma l’anestesia non sembrava fare effetto. Io cercavo di avvertirlo che sentivo tutto, ma lui affermava che non era possibile, che l’anestesia era stata fatta correttamente e che, quindi, era impossibile che sentissi qualcosa... e ha continuato a lavorare come se niente fosse, incurante del mio dolore. Da quella volta ho detto basta. Voglio evitare simili esperienze".
"Ti capisco. Non deve essere stato piacevole. Anch’io non amo molto andarci. Il motivo è che mi sento imbarazzata. So di avere delle piccole carie, ma mi vergogno a mostrare a un estraneo la mia situazione. Inoltre, ho paura del costo. Con tutte le spese che abbiamo, per i bambini e la casa, sarebbe difficile affrontare un’altra uscita."
Stavano insieme da vari anni, ma era la prima volta che si confidavano tali paure.
Beh, forse è meglio che parliamo di qualcosa di più piacevole
, disse Luca, come quella volta che siamo andati a...
e iniziarono a ricordare i primi momenti in cui si erano conosciuti.
Mentre stavano passeggiando lui sentì nuovamente quella fitta al dente. Questa volta arrivava fino all’orecchio. Fece finta di nulla.
...è stato veramente divertente...ma cos’hai?
chiese Chiara vedendolo distratto.
Non è nulla, ma forse era meglio non parlare di denti...ho un male qui
, disse Luca indicando la guancia destra.
Capita anche a me ogni tanto, vedrai che fra un po’ ti passa
, disse fiduciosa Chiara.
Magari!
rispose lui sentendo che il dolore non accennava a sparire, anzi sembrava aumentare.
Guarda siamo arrivati al ristorante. Vedrai, forse mangiando un po’, si calma
. Chiara sperava in un miglioramento. In un altro momento avrebbe compreso la situazione di Luca, ma quella sera no, non potevano perdersi anche quell’appuntamento, l’aspettavano da troppo tempo. Entrarono nel locale e Luigi, il proprietario, li salutò per nome. Erano tanti anni che li conosceva. Molte importanti occasioni della loro vita si erano svolte in quel ristorante.
Vi ho prenotato il tavolo più bello, con la vista sulla città
. Li fece accomodare e consegnò loro l’aperitivo, con la lista dei cibi.
Caspita che panorama, stasera la città è bellissima, non trovi?
disse Chiara. Non gli chiese del mal di denti, sperava che distraendolo potesse fargli dimenticare il dolore. Luca, però, non rispose, sembrava pensieroso. A quel punto non poté più far finta di nulla e quindi affrontò l’argomento: Luca come stai? Tutto bene?
Il dolore al dente, purtroppo, era aumentato ed era diventato pulsante. Luca aveva cercato di resistere, non voleva rovinare la serata attesa da tanto tempo. Il dente sembrava quasi più alto del normale e chiudere la bocca era diventato doloroso. Gli bastava sfiorare l’elemento con la lingua per vedere le stelle. Come avrebbe potuto affrontare un’intera cena?
Si sentiva imbarazzato e un po’ in colpa, tuttavia non ce la faceva più. Chiara scusa, ma io non ce la faccio. Il dente comincia a fare molto male e non penso di riuscire a resistere. Mi dispiace, so che anche tu aspettavi da tanto questa serata, avevamo organizzato tutto.... ma non è colpa mia. Cerchiamo un dentista, una farmacia, ma facciamo qualcosa, inizia a fare troppo male
.
A quest’ora? Come facciamo? Poi stanno già arrivando a prendere le ordinazioni...
disse lei.
Proprio in quel momento arrivò sorridente il proprietario del ristorante. Allora, avete già scelto? Stasera ci sono delle specialità particolari...
non finì la frase che Luca lo interruppe spiegandogli la situazione. Capisco
, disse Luigi. Mi dispiace tantissimo, ma so che in queste condizioni la cena è più una sofferenza che un piacere. Venite con me
. Li accompagnò al bancone dove scrisse su un biglietto il numero di telefono e l’indirizzo di una farmacia. Penso che la troverete ancora aperta. Oggi deve essere di turno
.
Ci dispiace tantissimo, ma mi è impossibile continuare
si scusò Luca. Non è che ha il numero anche di un nuovo marito?
scherzò Chiara mentre usciva dal locale.
Scusami non era così che mi ero immaginato la nostra serata
disse lui appena uscito.
"Non è colpa tua. In fin dei conti, mica l’hai deciso tu di avere mal di denti. Vedrai che tutto si aggiusta" lo tranquillizzò lei.
Si diressero subito alla farmacia consigliata. Luca era sempre più provato, il dolore era ormai insopportabile.
Come va amore? Sta passando?
chiese Chiara affettuosamente.
No anzi, è aumentato ancor di più... è insopportabile. Per favore facciamo presto
, rispose Luca dolorante.
Per fortuna la farmacia si trovava a poca distanza.
Entrarono di corsa. "Mi scusi, ma è