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Tredici anni. Di nuovo!
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Tredici anni. Di nuovo!
Ebook72 pages54 minutes

Tredici anni. Di nuovo!

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About this ebook

Il passato che si fa presente, e il presente che diventa un futuro ancora tutto da scrivere.

E' la storia di una ragazzina di 13 anni... no, mi correggo è la storia di una donna di circa quarant'anni... No, anche stavolta ho sbagliato. Si tratta di un salto indietro nel tempo attraverso un varco spazio-temporale... No, non ci siamo proprio. In realtà è un pretesto per raccontare un po' della mia vita, e quella di alcune persone che ho conosciuto, infatti narro alcuni fatti che mi sono realmente capitati... Seee... ma chi ci crede!!! Forse è un racconto per ragazzi... o forse no. Una favola moderna dove si mescolano realtà e fantasia. Forse potrei dirvi cosa NON è questo libro... Ma mi è venuta un'idea... e se foste voi a dirmi cos'è questo libro? Leggetelo, e poi mi direte. Buona lettura!!!
LanguageItaliano
Release dateAug 17, 2016
ISBN9788822832863
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    Tredici anni. Di nuovo! - Alice J. Kemble

    ridere

    1 - IO SONO IO

    Allora, mettiamo subito le cose in chiaro: io NON sono una di quelle ragazzine mielose tutta battito di ciglia e sorrisi ammiccanti... e NON sono una di quelle adolescenti sfigate con la frangia troppo lunga e la voce impercettibile. Non vesto frufrù e non vesto morteseccachemisatantocheportasfiga!

    IO SONO IO. Punto e basta. Abituatevi a questo concetto perché mi sa che lo sentirete spesso.

    Fino a poco tempo fa mia madre si ostinava a comprarmi il vestiario... avevo l'armadio pieno di camicette rosa CHE ODIO. Chiariamo: non ho niente contro il rosa, ma non mi piace mettermelo addosso. Già non sono una grande altezza, mettimi pure il rosa, così sembro una bambina delle elementari.

    Allora ho detto BASTA! Mamma, rassegnati, d'ora in poi vesto come mi pare. Il che vuol dire che non sarò vestita alla moda, non porterò abiti griffati solo perché ce li hanno le altre, vestirò come piace a me. Jeans e maglietta per lo più, con qualche concessione a qualche gonnellina fiorata ogni tanto. Secondo l'umore.

    Che poi io sono una persona solare. Quindi via il rosa, dentro l'arancio. Ecco sì, un bel pantalone arancio e sopra una camicia indiana un po' lunga. Un po' hippy, magari. Perché no?

    Mi piace essere un po' diversa dagli altri. Sono sicura che alla fine mamma non se la prende. Per fortuna lei sorride sempre. Magari non é d'accordo ma sorride. Mamma é molto bella... quando era giovane la chiamavano Sofia Loren, aveva un davanzale che ci potevi appendere i gerani... Come una Ferilli degli anni 50, diciamo! Mica come me, che sono ossuta e con i capelli crespi. Qualche volta la invidio. Io non sarò mai bella come lei. Lo so.

    2 - IL MIO MONDO

    Avere 13 anni é una schifezza. A 13 anni non si é né carne né pesce. Capita dei giorni che ti vengono certe idee meravigliose... ma non hai l'età giusta per realizzarle. A me piacerebbe scrivere, sul serio, come gli scrittori veri, che fanno solo quello nella vita. Ma chi vuoi che prenda sul serio una tredicenne? Per di più bassa? Solo perché sei piccola nessuno ti da' credito. Che schifo!

    Per fortuna ci sono gli amici. Io ho due amici davvero speciali. Andrea è l'opposto di me: bionda, morbida, occhi azzurri. Andrea è una ragazza, per chi non l'avesse capito. Abbiamo fatto le elementari insieme e anche se ora andiamo in due scuole diverse siamo rimaste amiche. Il nostro gioco preferito quando eravamo piccole era fare le detective... avevamo pure fatto i biglietti da visita. E poi incollavamo su un quaderno le fotografie delle attrici ritagliate dai giornali, e facevamo finta che eravamo noi, grandi e famose. Con tanto di marito e figli. In camera di Andrea c'era una attaccapanni a forma di coniglio, alto come noi e a turno lo baciavamo, per far finta che era il marito che torna dal lavoro. Che sceme.

    Andrea non é come me, la sua massima aspirazione é sposarsi. Io non lo so mica se mi sposo. Deve essere difficile vivere con una persona diversa da te. Mamma e papà si vogliono bene, ma litigano spesso. Il fatto é che papà ha le mani bucate e quello che guadagna lo spende subito. Ci compra le sigarette, ci gioca le schedine, offre i pranzi agli amici. Ecco, papà é generoso, regala tante cose. Solo che poi a lui non rimane niente e deve impegnare gli ori della mamma. Mamma ci piange per questo. Una volta l'ho accompagnata a impegnare un anello. Altrimenti non avremmo saputo come fare la spesa. Siamo andate in una viuzza del centro, abbiamo suonato un campanello e ci ha aperto una vecchietta trasandata. Meno trasandata della stanza dove siamo entrate, però. Uno stanzone sporco e con i muri scrostati. In fondo al locale una tenda che aveva visto tempi migliori a coprire non si sa bene cosa. La vecchietta ha chiamato il figlio che, scostando la tenda, é emerso dal buio e io mi sono anche un po' spaventata.

    Ha guardato l'anello e poi ha detto: «Aspettate.» ed é corso di fronte, al Banco dei Pegni sul retro della Banca, un bel palazzo pulito e signorile. Poco dopo é tornato, ha dato un foglio a mamma e dei soldi. Purtroppo alla scadenza papà non aveva il denaro per riscattare il pegno e abbiamo perso l'anello di mamma. Mamma piangeva. Papà urlava che i soldi non piovono dal cielo. Ha detto alla mamma che avrebbe dovuto dar retta ai suoi genitori

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