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Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale: Articolazione Logistica, con esercizi
Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale: Articolazione Logistica, con esercizi
Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale: Articolazione Logistica, con esercizi
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Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale: Articolazione Logistica, con esercizi

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About this ebook

per il secondo biennio e quinto anno degli Istituti Tecnici, settore Tecnologico, indirizzo Trasporti e Logistica.

Il volume “Conoscere la LOGISTICA ambito industriale” è costituito da 12 moduli formativi e 36 unità didattiche organizzate in una parte introduttiva, una parte generale e una parte specifica relativa agli aspetti che più caratterizzano la logistica in ambito industriale.

La parte introduttiva (unità didattiche da 1 a 4) presenta l’origine e l’evoluzione della logistica e il campo di applicazione della stessa, mettendo in risalto la trasversalità tipica della materia intesa non soltanto come il puro trasferimento fisico dei beni da un luogo a un altro, ma come l’organizzazione e la gestione di un insieme integrato di flussi, la parte introduttiva termina esponendo il concetto di approccio per processi e il funzionamento dei sistemi di gestione per la qualità.

La parte generale (unità didattiche da 5 a 23) mette a confronto le diverse tipologie e mezzi di trasporto in ottica di intermodalità, introduce il concetto di unità di carico e le tecniche di caricamento e movimentazione in sicurezza del carico, descrive tutte le infrastrutture attualmente a disposizione della logistica, i ruoli, le competenze e le responsabilità delle diverse figure professionali che le gestiscono o ne utilizzano i servizi, presenta gli aspetti giuridici nazionali, comunitari e internazionali, nonché gli aspetti amministrativi e assicurativi che regolano la gestione in sicurezza del trasporto e la distribuzione delle merci anche pericolose, compresa la documentazione, i modelli e le procedure utilizzate nella pratica quotidiana.

La parte specifica (unità didattiche da 24 a 36) identifica e descrive le differenti tipologie di sistemi, layout e processi produttivi, nonché i relativi indici per il monitoraggio e il miglioramento delle prestazioni logistiche, definisce gli aspetti economici, finanziari e patrimoniali della gestione industriale in funzione della classificazione dei costi e dei metodi di rilevazione degli stessi, introduce al concetto di scorta, classificazione e valutazione delle rimanenze di magazzino presenta, dal punto di vista teorico e pratico, le diverse tecniche, i modelli matematici e gli strumenti informatici per la pianificazione degli approvvigionamenti e la gestione delle catene di fornitura, descrive le strutture e l’utilizzo dei mezzi presenti a magazzino per lo stoccaggio e la movimentazione interna dei materiali, definisce le tecniche di allestimento, imballaggio, spedizione e distribuzione degli ordini, fornisce elementi in merito alla programmazione e alla gestione della manutenzione di impianti e macchine, espone i principi di gestione della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro secondo le normative vigenti.
LanguageItaliano
PublisherDigital Index
Release dateJul 27, 2016
ISBN9788899283131
Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale: Articolazione Logistica, con esercizi

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    Conoscere la LOGISTICA - Ambito Industriale - Antonio Nevani

    Antonio Nevani

    Conoscere la LOGISTICA

    ambito industriale

    Articolazione

    Logistica

    con esercizi

    collana Digital Docet - Teacher 2.0

    DIGITAL INDEX

    Collana Teacher 2.0

    Una collana di libri digitali per la scuola di ogni grado. Non libri di testo solo convertiti dalla carta al digitale, ma progettati in digitale da insegnanti che vogliono offrire il meglio della loro esperienza di insegnamento. Per studenti curiosi di imparare utilizzando le nuove tecnologie.

    www.digitaldocet.it

    PREFAZIONE

    Il testo Conoscere la LOGISTICA ambito industriale è stato sviluppato nel pieno rispetto delle indicazioni nazionali (conoscenze e abilità) per la disciplina Logistica introdotta nei piani di studio degli Istituti Tecnici, settore Tecnologico, indirizzo Trasporti e Logistica, articolazione Logistica.

    Il testo Conoscere la LOGISTICA ambito industriale:

    attraverso un linguaggio chiaro e diretto, introduce il lettore nei concetti fondamentali, nella terminologia anche internazionale e negli aspetti pratici che riguardano la logistica, costituisce pertanto una valida base per l’inserimento nel mondo del lavoro oppure per la prosecuzione degli studi;

    è strutturato in moduli formativi e unità didattiche a loro volta suddivise in paragrafi discretizzati in molteplici sotto argomenti per aiutare il lettore a focalizzare i temi chiave della materia, facilitando la lettura e la fruibilità del testo;

    ai fini della progettazione didattica, comprende una parte introduttiva, una parte generale e una parte specifica relativa a ogni singola articolazione e opzione;

    è corredato da numerosi schemi, diagrammi di flusso, documenti, esempi, esercizi svolti e immagini che favoriscono l’apprendimento della materia;

    essendo la materia in continua evoluzione, prevede risorse ed espansioni digitali on-line scaricabili dal sito www.digitaldocet.it/conoscere-la-logistica.

    MODULO FORMATIVO 1 - LOGISTICA E CONCETTI INTRODUTTIVI

    CONOSCENZE

    Origini ed evoluzione della logistica

    Inquadramento del sistema impresa e settori di attività

    Classificazione delle aree della logistica

    Logistica integrata e supply chain management

    Strutture di funzionamento delle organizzazioni aziendali con riferimento alle figure professionali in ambito logistico

    Pianificazione, programmazione e controllo della produzione

    Criteri di gestione della logistica inversa

    Comunicazione, coordinamento e cooperazione nel rapporto fornitore-cliente

    Metodologie di monitoraggio e valutazione dei processi

    Sistema di certificazione della qualità secondo le normative UNI EN ISO

    ABILITÀ

    Interpretare il ciclo logistico

    Descrivere i principali modelli di logistica e distinguere tra logistica interna esterna e integrata

    Individuare gli elementi principali della catena logistica integrata

    Individuare il modello logistico più efficiente ai fini di un migliore impatto ambientale nella gestione della logistica inversa

    Rappresentare modelli economici e flussi aziendali mediante grafici e report significativi

    Riconoscere strutture organizzative e unità operative nelle loro specifiche funzioni in un processo logistico

    Organizzare e gestire il rapporto con fornitori e clienti

    Organizzare il ciclo logistico ottimizzando le risorse a disposizione

    Applicare i principi della teoria della qualità e identificare le norme di riferimento

    Interpretare e utilizzare la normativa per applicare le istruzioni operative definite dalle certificazioni acquisite

    Valutare e correggere gli scostamenti dagli obiettivi definiti

    Applicare i protocolli per la gestione delle non conformità definite dalle normative di riferimento europee e internazionali

    CONTENUTI

    Unità didattica 1

    Introduzione alla logistica

    Unità didattica 2

    Flussi della logistica

    Unità didattica 3

    Modelli organizzativi

    Unità didattica 4

    Sistema di gestione per la qualità

    Unità didattica 1 - INTRODUZIONE ALLA LOGISTICA

    1.1 Etimologia e origine della logistica

    ▪ Etimologia

    Il termine logistica ha origine dal greco antico légein (λέγειν) che significa scegliere, enumerare, raccogliere, nel senso di raggruppare cose inizialmente disperse, metterle in ordine, classificarle, da cui il senso della logistica di disporre persone e/o cose in modo razionale e ordinato.

    Dal termine légein deriva lógos (λόγος) che significa discorso, parola, linguaggio, ragione, quest’ultima intesa in senso metaforico come capacità di calcolare, ne derivano poi il sostantivo logismòs (conto, calcolo, computo) e il verbo logìzomai (contare, calcolare, computare).

    In latino medievale logistica si traduce in logisticus cioè calcolo mentre in francese logistique, termine introdotto nel 1838 dal generale e scrittore militare svizzero Antoine-Henri de Jomini nella sua opera Précis de l’art de la guerre ou nouveau tableau analytique (Capitolo VI Sur la logistique, ou art pratique de mouvoir les armées).

    La traduzione inglese logistics deriva invece dall’ammiraglio statunitense Alfred Thayer Mahan.

    Ai tempi di Caio Giulio Cesare venne introdotta la figura del Logista ufficiale incaricato dei rifornimenti alle truppe mentre, all’epoca di Luigi XIV, la figura militare del Maréchal des Logis des Camps et Armées du Roi che non aveva autorità di comando sulle truppe e non partecipava ai combattimenti, ma era incaricata di organizzare i campi, le marce dell’esercito e le risorse al fine di garantire il supporto materiale per poter sopravvivere (cibo, vestiario, alloggio), spostarsi (mezzi, carburanti) e combattere (armi, munizioni).

    ▪ Origine della logistica

    L’evoluzione del termine lascia intuire come la logistica sia nata in ambiti prettamente militari, dove viene intesa come il complesso delle attività volte a organizzare e coordinare lo spostamento di uomini, materiali e mezzi sui campi di battaglia.

    Alcune significative citazioni storiche danno evidenza di questa origine e di quanto sia fondamentale il concetto di logistica in ambito militare:

    L’arte della guerra si divide in sei parti puramente militari: la politica della guerra, la strategia o l’arte di dirigere le masse sul teatro di guerra, la grande tattica delle battaglie, la logistica o l’applicazione pratica dell’arte di muovere gli eserciti, l’arte ingegneristica di attacco e di difesa dei luoghi, la tattica del dettaglio

    (Antoine-Henri de Jomini)

    La linea tra disordine e ordine si trova nella logistica

    (Sun Tzu)

    Non sarà difficile dimostrare che le battaglie, le campagne e anche le guerre sono state vinte o perse soprattutto a causa della logistica

    (Dwight David Eisenhower)

    Durante l’ultima guerra, l’ottanta percento dei nostri problemi furono di natura logistica

    (Field Marshall Montgomery)

    Solo un comandante in grado di comprendere la logistica può spingere la macchina militare al limite senza rischiare la rottura totale

    (Julian Thompson)

    Chiaramente, la logistica è la parte più difficile per combattere una guerra

    (E. T. Cook)

    Dietro ogni grande leader vi era un logista ancora maggiore

    (M. Cox)

    I dilettanti pensano alla tattica, ma i professionisti pensano alla logistica

    (Robert H. Barrow)

    Un’altra citazione sulla logistica è stata espressa dall’economista indiano Amartya Kumar Sen, professore presso la Harvard University e Premio Nobel per l’economia nel 1998:

    Nel mondo non esiste penuria di beni. L’unico problema con cui dobbiamo confrontarci è quello della logistica

    1.2 Sistema impresa

    A partire dalla seconda metà del ’900, quando l’economia si trasformava da agricola-industriale a prevalentemente industriale, la logistica, dall’ambito militare, iniziava a estendersi anche a quello civile e, in particolare, alle attività aziendali.

    ▪ Definizione di imprenditore

    Il concetto di imprenditore, dal quale si può desumere per derivazione quello di impresa, è richiamato all’art. 2082 del Codice Civile (Libro V Del lavoro - Titolo II Del lavoro nell’impresa - Capo I Dell’impresa in generale - Sezione I Dell’imprenditore) che recita: "È l’imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi".

    L’imprenditore (persona fisica, società o enti collettivi) coordina i fattori produttivi al fine di trasformare le materie prime, i semilavorati oppure le informazioni in prodotti finiti o servizi da collocare sul mercato di vendita (escluso quindi l’uso personale o familiare).

    L’imprenditore si interpone con stabilità e sistematicità (non occasionalmente, ma con professionalità) tra chi offre capitali e lavoro e chi, per soddisfare le proprie esigenze, richiede beni o servizi.

    L’imprenditore, oltre alle attività di trasformazione, si occupa anche della distribuzione e dello scambio dei beni o servizi.

    L’attività produttiva di beni oppure l’erogazione di servizi svolta dall’imprenditore deve presentare criteri di economicità, deve cioè tendere a coprire i costi sostenuti per la produzione/erogazione con i ricavi ottenuti dalla vendita (cosiddetto pareggio di bilancio).

    ▪ Definizione di azienda

    La definizione giuridica di azienda si trova all’art. 2555 del Codice Civile (Libro V Del lavoro - Titolo VIII Dell’azienda - Capo I Disposizioni generali) che recita: "L’azienda è il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa".

    I beni impiegati nell’esercizio dell’impresa (stabilimenti industriali, macchinari, scorte di magazzino, conoscenze, brevetti, ecc.) possono essere di proprietà dell’imprenditore oppure acquistati da terzi mediante rapporti contrattuali.

    ▪ Definizione di impresa

    La Raccomandazione 2003/361/CE, in merito alla definizione di impresa, recita che: "Si considera impresa ogni entità, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica. In particolare sono considerate tali le entità che esercitano un’attività artigianale o altre attività a titolo individuale o familiare, le società di persone o le associazioni che esercitino un’attività economica".

    L’impresa, consumando risorse, svolge quindi in modo economico l’attività di produzione al fine di soddisfare i bisogni dell’uomo che acquista e consuma i beni/servizi che l’impresa stessa produce/eroga.

    ▪ Definizione di ditta

    La ditta rappresenta il nome commerciale con il quale l’imprenditore svolge la propria attività.

    ▪ Definizione di società

    L’art. 2247 del Codice Civile, in merito al concetto di società, recita che: "Con il contratto di società due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica allo scopo di dividerne gli utili".

    La società, a differenza dell’impresa che tende a pareggiare costi e ricavi (attività economica), prevede quindi un’attività lucrativa al fine di realizzare utili da distribuire ai soci.

    ▪ Impresa come sistema

    Un sistema rappresenta un insieme di elementi interconnessi che agiscono come se fossero un’unica entità organizzata per raggiungere un determinato obiettivo.

    L’impresa, dal punto di vista economico e sociale, si può quindi definire come un sistema con le seguenti caratteristiche:

    è in grado di modificarsi nel tempo e nello spazio adattandosi ai cambiamenti dell’ambiente che la circonda (sistema dinamico);

    è in grado di intrattenere continui rapporti (sistema aperto) con i protagonisti interni oppure istituzionali del proprio settore di riferimento anche detti portatori di interesse nei confronti dei risultati dell’impresa (stakeholder) come, ad esempio, azionisti, investitori, dipendenti, collaboratori, clienti, fornitori, banche e istituti di credito, ma anche enti locali territoriali (comuni, province, regioni), agenzie funzionali (consorzi, camere di commercio), organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, ecc.;

    è in grado di acquisire e trasformare beni e servizi da collocare sul mercato per soddisfare i bisogni umani e, al tempo stesso, massimizzare i profitti mantenendo l’equilibrio economico (ricavi maggiori o uguali ai costi) e l’equilibrio finanziario (entrate monetarie maggiori o uguali alle uscite monetarie);

    è in grado di rispettare i principi etici, ambientali e di sicurezza;

    è costituita da elementi interdipendenti tra loro con specifici ruoli e responsabilità al fine di raggiungere un obiettivo comune (sistema complesso);

    è in grado di impiegare con continuità risorse umane, tecniche, strumentali, finanziarie, cognitive, organizzative e culturali.

    1.3 Classificazione delle imprese e delle società

    La Raccomandazione 03/361/CE, in relazione al numero dei dipendenti, del fatturato annuo e del totale di bilancio, classifica le imprese in:

    microimprese, occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo entrambi non superiori ai 2 milioni di euro;

    piccole imprese, occupano meno di 50 persone e realizzano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo entrambi non superiori ai 10 milioni di euro;

    medie imprese, occupano meno di 250 persone e realizzano un fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro oppure il totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro;

    mentre si possono definire:

    grandi imprese, le imprese che superano tutti i limiti delle classi precedenti.

    Le imprese, in base alla forma giuridica, si classificano in:

    individuali, il soggetto giuridico è costituito da una singola persona fisica (titolare o imprenditore) che, per onorare alle obbligazioni assunte verso terzi per l’esercizio dell’impresa, risponde con tutto il proprio patrimonio personale e non soltanto con il patrimonio investito nell’azienda;

    collettive (società), il soggetto giuridico è costituito da più persone fisiche (soci) o da una persona giuridica.

    Le imprese collettive si suddividono nelle categorie di seguito descritte.

    1.3.1 Società di persone

    Il soggetto giuridico delle società di persone è rappresentato dai singoli soci (almeno due) ai quali fanno capo tutti i diritti e gli obblighi che derivano dalla costituzione e dalla conduzione delle attività aziendali.

    L’impresa familiare, nella quale oltre all’imprenditore collaborano anche i familiari, nonché l’impresa coniugale esercitata dai coniugi, non sono considerate società di persone.

    I soci delle società di persone rispondono delle obbligazioni contratte nell’esercizio dell’impresa:

    illimitatamente, nei limiti del patrimonio sociale e, se questo non è sufficiente, con il proprio patrimonio personale presente e futuro;

    solidalmente, ogni singolo socio scelto dal creditore risponde dell’intero ammontare del debito con tutto il proprio patrimonio personale salvo poi il diritto di rivalersi sugli altri soci per la parte da loro dovuta in proporzione alla quota di partecipazione alle perdite;

    sussidiariamente, risponde delle obbligazioni assunte prima la società con il proprio patrimonio sociale e, se questo non è sufficiente oppure agevole da acquisire, risponde il socio con il suo patrimonio personale.

    L’ordinamento italiano prevede le seguenti tipologie di società di persone.

    ▪ Società semplice

    La S.s. - Società semplice viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo V Delle società - Capo II Della società semplice - artt. 2251-2290).

    La S.s. - Società semplice ha per oggetto un’attività economica non commerciale (imprese agricole) il cui contratto costitutivo non è soggetto a forme speciali (può essere stipulato anche in forma orale o di fatto) tranne la forma scritta nel caso del conferimento della proprietà oppure del godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari per un tempo che eccede i nove anni (o per un tempo indeterminato).

    I singoli soci possono amministrare la società disgiuntamente dagli altri soci salvo eventuali opposizioni sollevate prima che le decisioni vengano attuate.

    ▪ Società in nome collettivo

    La S.n.c. - Società in nome collettivo viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo V Delle società - Capo III Della società in nome collettivo - artt. 2291-2312).

    La S.n.c. - Società in nome collettivo prevede che:

    tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali;

    la società, in caso di dissesto finanziario, può essere soggetta a fallimento;

    la ragione sociale deve essere costituita dal nome di uno o più soci con l’indicazione del rapporto sociale;

    l’atto costitutivo della società, per l’iscrizione della stessa, deve essere depositato presso l’ufficio del registro delle imprese nella cui circoscrizione è stabilita la sede sociale.

    ▪ Società in accomandita semplice

    La S.a.s. - Società in accomandita semplice viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo V Delle società - Capo IV Della società in accomandita semplice - artt. 2313-2324).

    I soci della S.a.s. - Società in accomandita semplice si classificano in:

    accomandanti, non partecipano all’amministrazione e alla gestione della società e non sono responsabili illimitatamente nei confronti dei creditori della società, ma soltanto entro i limiti del capitale conferito alla società;

    accomandatari, partecipano all’amministrazione della società e sono responsabili illimitatamente e solidalmente delle obbligazioni sociali nei confronti dei creditori della società.

    1.3.2 Società di capitali

    Il soggetto giuridico delle società di capitali è rappresentato dalla stessa società (gruppi di persone fisiche o giuridiche) alla quale fanno capo i diritti e gli obblighi che derivano dall’attività aziendale.

    I soci delle società di capitali rispondono delle obbligazioni sociali limitatamente alla quota di capitale apportato nella società e non con i beni personali (autonomia patrimoniale perfetta) oppure, in altri termini, a rispondere dei debiti è soltanto la società con il suo patrimonio.

    L’ordinamento italiano prevede le seguenti tipologie di società di capitali.

    ▪ Società per azioni

    La S.p.a. - Società per azioni viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo V Delle società - Capo V Società per azioni - artt. 2325-2451).

    La S.p.a. - Società per azioni deve costituirsi per atto pubblico e, per acquistare personalità giuridica, deve essere iscritta al registro delle imprese con un capitale minimo sociale non inferiore a cinquantamila euro (le quote di partecipazione dei vari soci vengono determinate ed espresse in azioni e, quindi, in titoli di credito) in modo tale da:

    offrire una garanzia ai creditori della società nel caso la stessa contragga dei debiti;

    affrontare le spese necessarie per esercitare l’attività economica.

    La S.p.a. - Società per azioni può essere composta da un singolo socio (società unipersonale) oppure da più soci (società pluripersonale).

    ▪ Società in accomandita per azioni

    La S.a.p.a. - Società in accomandita per azioni viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo V Delle società - Capo VI Della società in accomandita per azioni - artt. 2452-2461).

    I soci della S.a.p.a. - Società in accomandita per azioni si classificano in:

    accomandatari, sono amministratori di diritto e rispondono in maniera solidale e illimitata delle obbligazioni sociali, nonché sono obbligati a risarcire i danni procurati alla società;

    accomandanti, non possono amministrare la società in maniera diretta e sono obbligati a rispondere nei limiti del capitale conferito.

    ▪ Società a responsabilità limitata

    La S.r.l. - Società a responsabilità limitata viene regolata dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo V Delle società - Capo VII Della società a responsabilità limitata - artt. 2462-2483).

    La S.r.l. - Società a responsabilità limitata deve costituirsi per atto pubblico con un capitale sociale minimo non inferiore a diecimila euro.

    La S.r.l. - Società a responsabilità limitata può essere composta anche da un unico soggetto (persona fisica o giuridica) socio (società unipersonale) oppure da più soci (società pluripersonale).

    1.3.3 Società cooperative

    Le società cooperative, regolate dal Codice Civile (Libro V Del Lavoro - Titolo VI Delle società cooperative e delle mutue assicuratrici - Capo I Delle società cooperative - artt. 2511-2548), sono società a capitale variabile (al momento della costituzione non si deve indicare l’ammontare del capitale sociale).

    Le società cooperative non hanno lo scopo di dividere gli utili tra i soci (scopo lucrativo), ma quello di procurare ai soci, escludendo il profitto dell’imprenditore, beni, servizi oppure occasioni di lavoro a condizioni più favorevoli rispetto a quelle tipicamente offerte dal mercato (scopo mutualistico).

    1.4 Settori di attività

    Le imprese si possono classificare anche in base al settore economico di appartenenza.

    ▪ Settore primario

    Le imprese del settore primario producono utilizzando le risorse naturali e sono costituite da:

    imprese di estrazione di minerali da cave e miniere,si occupano dell’estrazione di carbone, petrolio greggio e gas naturale, minerali metalliferi ferrosi e non ferrosi, estrazione di pietra, sabbia e argilla, torba, sale, bitume naturale, ecc.;

    imprese agricole, si occupano della coltivazione del fondo, della selvicoltura (impianto, conservazione e utilizzo dei terreni boschivi), dell’allevamento di animali e delle attività connesse.

    Il fine delle imprese agricole è quello di curare e sviluppare un ciclo biologico oppure una sua fase, nonché manipolare, conservare, trasformare, commercializzare e valorizzare i prodotti naturali del territorio e del patrimonio rurale e forestale.

    Le imprese agricole, utilizzando le attrezzature e le risorse che hanno a disposizione, si occupano inoltre di fornire beni e servizi, comprese le attività di ricezione e ospitalità (agriturismo).

    ▪ Settore secondario

    Il settore secondario è costituito dalle imprese edili e dalle imprese industriali (metalmeccaniche, chimiche, metallurgiche, tessili, agroalimentari, farmaceutiche, ecc.).

    Le imprese industriali si occupano, a partire dalla progettazione del prodotto, di trasformare tecnicamente, chimicamente oppure fisicamente (forma, peso, dimensioni, volume) le materie prime e i derivati delle stesse, nonché i prodotti provenienti dal settore primario, i semilavorati, l’energia e il lavoro (produzione diretta).

    Le imprese del settore secondario si occupano inoltre delle operazioni di assemblaggio di parti e componenti per ottenere i prodotti finiti (finished goods) nelle quantità, varietà, qualità e tempi richiesti dal mercato.

    I prodotti assumono, proprio a seguito delle operazioni di trasformazione e/o assemblaggio, un valore maggiore rispetto alle risorse impiegate per realizzarli (valore aggiunto).

    I prodotti finiti, dopo l’attribuzione di un prezzo di vendita, vengono scambiati sul mercato di riferimento con l’obiettivo di conseguire un ricavo (entrate di denaro) in grado di coprire tutti i costi sostenuti (uscite di denaro) generando, al termine dell’esercizio economico (tipicamente annuale), un margine di profitto o utile  d’esercizio per l’impresa (incremento del patrimonio dell’azienda dopo aver recuperato tutte le spese sostenute per produrre e vendere i prodotti finiti).

    ▪ Settore terziario

    Il settore terziario è costituito dalle imprese commerciali, dalle imprese di servizi o di produzione indiretta che producono beni immateriali a servizio appunto delle imprese del settore primario e del settore secondario.

    Le imprese del settore terziario si occupano della distribuzione e del trasferimento dei beni nel tempo e nello spazio senza che gli stessi subiscano una trasformazione materiale.

    Il settore terziario comprende, ad esempio, le imprese di trasporto, di commercio, di credito, di assicurazione, di informatica, di distribuzione dell’energia, gli studi legali e di commercialisti, la pubblica amministrazione, le scuole, gli ospedali, gli alberghi, i ristoranti, i supermercati, ecc.

    ▪ Settore terziario avanzato

    Il settore terziario avanzato comprende le imprese che svolgono attività ad alto valore aggiunto e a elevata specializzazione tecnologica e scientifica come, ad esempio, le telecomunicazioni, l’elaborazione dei dati (informatica), la trasmissione a distanza delle informazioni (telematica), i centri di ricerca scientifica e di consulenza.

    1.5 Evoluzione della logistica

    ▪ Sistema chiuso

    La logistica, nel corso del processo di industrializzazione degli anni ’50 e ’60, era considerata soltanto un’attività di servizio accessoria alla vendita, rivolta esclusivamente al puro trasferimento fisico dei beni da un luogo a un altro (physical movement of products).

    L’impresa, in questo periodo, rappresentava ancora un sistema chiuso focalizzato sulle attività strettamente produttive poiché quelle ritenute a maggior costo.

    ▪ Sistema aperto

    Durante gli anni ’70 iniziarono i primi approcci alla gestione della distribuzione delle merci sotto forma di semplici reti distributive orientate più che altro dal magazzino (warehouse) dei prodotti finiti dello stabilimento di produzione direttamente verso il magazzino dei clienti.

    Nello stesso periodo la logistica si occupa di altre importanti attività come quella della scelta del numero ottimale di magazzini per immagazzinare e conservare le merci (warehousing and storage), della movimentazione e trasporto (handling and transportation), di come imballare le merci (packing) e del livello di servizio (customer service level) da garantire ai clienti in termini di affidabilità e tempestività delle consegne.

    L’impresa diventa pertanto un sistema aperto che, per fronteggiare la concorrenza, si occupa anche della promozione delle vendite (marketing).

    L’impresa passa quindi da un orientamento rivolto esclusivamente al prodotto (product oriented) a uno rivolto anche al mercato (market oriented).

    La logistica, nella terza fase evolutiva, inizia a gestire le scorte di magazzino (inventory management) necessarie per fronteggiare le possibili irregolarità delle richieste del mercato di vendita, ma anche per cautelarsi dagli imprevisti del mercato di fornitura e da quelli che possono verificarsi durante le fasi di produzione.

    La logistica, in questo periodo, si occupa inoltre di razionalizzare gli spazi per lo stoccaggio dei materiali e della movimentazione degli stessi all’interno degli stabilimenti produttivi.

    A partire dagli anni ’80, a seguito dello sviluppo di nuove tecniche gestionali e di strumenti informatici sempre più evoluti, l’attività della logistica si estende ulteriormente fino alla pianificazione e alla programmazione della produzione rivolta inizialmente alla sola ottimizzazione della capacità produttiva degli impianti e, successivamente, anche all’approvvigionamento, movimentazione e gestione dei materiali necessari per svolgere le attività produttive (materials management o inbound logistic).

    I rapporti con i fornitori dei materiali, gestiti dalla funzione acquisti, erano però ancora di tipo conflittuale, basati esclusivamente sulla negoziazione del prezzo per l’acquisto di quantità elevate al fine di ridurre i costi e aumentare i profitti mentre altri aspetti importanti quali il coinvolgimento del fornitore per renderlo sempre più parte attiva dello stesso processo aziendale, l’ottimizzazione delle giacenze di magazzino, la qualità del prodotto fornito e il livello di servizio delle forniture (disponibilità del prodotto e puntualità delle consegne) venivano spesso trascurati.

    ▪ Sistema integrato

    La logistica, nel corso degli anni ’90, sia per rispondere alle nuove esigenze del mercato in termini di prezzo, qualità e servizio al cliente sia per far fronte a una visione troppo frammentata, circoscritta e a compartimenti stagni che le varie funzioni aziendali (progettazione, acquisti, produzione, distribuzione, trasporto, ecc.) tendevano ad avere, inizia ad assumere un ruolo di collegamento e coordinamento delle stesse funzioni (horizontal collaboration).

    Il fine della logistica è quindi quello di condividere un obiettivo comune: porre al centro dell’impresa il cliente e la sua piena soddisfazione (customer satisfaction) a costi sostenibili, ottimizzando il sistema aziendale in tutto il suo complesso e non soltanto nei suoi singoli componenti.

    La logistica si muove pertanto trasversalmente attraversando tutta la struttura organizzativa aziendale nelle sue attività generatrici di valore (catena del valore), nasce la cosiddetta logistica integrata (internal supply chain).

    ▪ Sistema globale

    La logistica, nella sesta fase, esce dai confini aziendali passando da un approccio tattico-operativo alla gestione di tutta la catena di fornitura (SCM - Supply Chain Management).

    La logistica si occupa quindi di gestire i flussi informativi e finanziari dall’approvvigionamento delle materie prime, passando per la realizzazione dei prodotti oppure l’erogazione dei servizi, fino alla distribuzione degli stessi ai clienti, in una rete di continui rapporti con le varie organizzazioni dell’ambiente esterno.

    Le varie figure professionali protagoniste del ciclo logistico (fornitori, subfornitori, terzisti, produttori, distributori, grossisti, dettaglianti, agenti, intermediari, rivenditori, trasportatori, ecc.) diventano sempre più integrate dalla stipula di alleanze strategiche per fornire prodotti e servizi in grado di massimizzare il valore per il consumatore finale e, al tempo stesso, ridurre i costi per l’impresa.

    L’obiettivo della logistica è quindi quello di coordinare e ottimizzare i rapporti tra i protagonisti dei canali di fornitura, produttivi e di vendita (inter-company collaboration) al fine di rendere l’impresa un sistema globale in grado di affrontare la concorrenza sempre più numerosa, i mercati in espansione e la crescita delle aspettative dei clienti.

    ▪ Definizioni della logistica

    L’evoluzione della logistica si rispecchia nelle varie definizioni che nel tempo si sono susseguite arricchendosi progressivamente di contenuti:

    la logistica consiste nella movimentazione delle merci dal punto di produzione al punto di consumo o di utilizzo

    AMA – American Marketing Association

    (1948)

    un termine usato nell’industria e nel commercio per descrivere l’ampio spettro delle attività necessarie per ottenere un efficiente flusso di prodotti finiti a partire dalla fine della linea di produzione fino al consumatore e, in alcuni casi, include il movimento delle materie prime dai fornitori alle linee di produzione, queste attività comprendono il trasporto merci, lo stoccaggio, la movimentazione, l’imballaggio, il controllo del magazzino, l’ubicazione degli stabilimenti e dei magazzini, l’elaborazione degli ordini, le previsioni di mercato e il servizio al cliente

    NCPDM – National Concil of Physical Distribution Management

    (1962)

    un termine che descrive l’integrazione di due (o più) delle attività, al fine di pianificare, attuare e controllare un flusso efficiente delle materie prime, semilavorati e prodotti finiti, dal loro punto di origine al punto di consumo, queste attività possono comprendere, senza che la lista sia limitativa, il tipo di servizio offerto ai clienti, la previsione della domanda, le comunicazioni relative alla distribuzione, il controllo delle scorte, la gestione dei materiali, l’elaborazione degli ordini, il servizio post-vendita e dei pezzi di ricambio, l’ubicazione delle fabbriche e dei magazzini, i negozi, l’imballaggio, la lavorazione dei beni restituiti, la negoziazione o riutilizzazione degli elementi recuperabili o rottamati, l’organizzazione dei trasporti e il trasporto effettivo, nonché l’immagazzinamento e lo stoccaggio

    NCPDM – National Concil of Physical Distribution Management

    l’insieme di attività volte alla collocazione sul mercato al minor costo, di una quantità di prodotti, dove e quando esiste una domanda, la logistica riguarda pertanto tutte le operazioni per determinare la circolazione delle merci, come, ad esempio, l’ubicazione delle fabbriche e magazzini, l’approvvigionamento, la gestione del lavoro fisico nel processo, il confezionamento, lo stoccaggio e gestione magazzino, la movimentazione e preparazione degli ordini, il trasporto e le visite delle consegne

    ASLOG – Association des Logisticiens d’Entreprises

    (1983)

    la pianificazione, l’esecuzione e il controllo del movimento e del posizionamento di persone e beni e delle relative attività di supporto, in un sistema organizzato per conseguire specifici obiettivi

    CEN – Comitato Europeo di Normazione

    Technical Committee 273 Logistics

    (1996)

    la logistica si può definire come la gestione, secondo le esigenze del cliente, del flusso e dello stoccaggio di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, nonché delle relative informazioni, dal punto di origine al punto di consumo finale, in senso lato la logistica comprende anche la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti

    Commissione delle Comunità Europee

    (1997)

    la logistica è quella parte della supply chain che programma, gestisce e controlla in maniera efficiente ed efficace il flusso di beni e servizi e delle relative informazioni dal punto di origine al punto di consumo con l’obiettivo di soddisfare le richieste del cliente

    CLM – Council of Logistics Management ora

    CSCMP – Council of Supply Chain Management Professionals

    (1991 e aggiornamento del 1998)

    il processo di progettazione e gestione della catena di approvvigionamento in senso più ampio, la catena può estendersi dalla consegna delle forniture per la produzione, attraverso la gestione dei materiali presso lo stabilimento, consegna ai magazzini e centri di distribuzione, smistamento, movimentazione, imballaggio e distribuzione finale al punto di consumo

    UN/ECE – United Nations/Economic Commission for Europe

    (2001)

    la logistica è una collezione di funzioni di flusso di merci, informazioni e pagamenti tra fornitori e clienti dall’acquisizione delle materie prime al riciclo o smaltimento dei prodotti finiti

    TLI – The Logistics Institute

    (2001)

    la logistica è l’attività di posizionare le risorse nel corso del tempo

    Institute of Logistics

    la logistica è la gestione strategica di una supply chain, la supply chain è una sequenza di eventi per soddisfare i clienti, può contenere le attività di approvvigionamento, produzione, distribuzione e gestione dei rifiuti, con il relativo trasporto, lo stoccaggio e la tecnologia informatica

    Institute of Logistics

    l’organizzazione, la pianificazione, l’esecuzione e il controllo del flusso dei beni e delle relative informazioni dallo sviluppo e dall’approvvigionamento attraverso la produzione e la distribuzione fino al cliente finale, con l’obiettivo di soddisfare le richieste del mercato al minimo costo e con il minor impiego di capitale

    ELA – European Logistic Association

    (2001)

    la logistica è l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi dei materiali dall’acquisto delle materie prime presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita

    AILOG – Associazione Italiana di Logistica

    (2001)

    1.6 Efficacia ed efficienza nella logistica

    Le definizioni precedenti lasciano intuire come il ciclo logistico sia rivolto al miglioramento del servizio offerto al cliente, l’obiettivo della logistica è quindi quello di rendere l’organizzazione competitiva rispetto ai propri concorrenti sincronizzando le fasi di approvvigionamento, trasformazione e distribuzione (operations management) in modo tale da proporre al mercato:

    il prodotto giusto;

    al prezzo giusto;

    nella quantità giusta;

    nella qualità giusta;

    nell’ assortimento giusto;

    al tempo giusto;

    nel luogo giusto;

    al cliente giusto;

    nella condizione giusta;

    con l’ informazione giusta;

    con il servizio giusto.

    L’attività della logistica in un’impresa è inoltre necessaria per ottemperare a due obiettivi fondamentali ma, al tempo stesso, anche contrastanti: massimizzare la soddisfazione minimizzando i costi (economicità).

    L’impresa, infatti, per produrre e vendere i propri prodotti oppure per erogare i propri servizi, soddisfando quindi le richieste del mercato (imprese industriali, commerciali o consumatori finali), ha bisogno di approvvigionarsi di tutto quanto è necessario e produrre nei tempi, quantità e qualità giusti, minimizzando i costi.

    I suddetti obiettivi si ottengono attraverso la ricerca del compromesso (trade-off) tra efficacia (efficacy) ed efficienza (efficiency).

    L’efficacia rappresenta la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato mentre l’efficienza la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato impiegando le risorse minime indispensabili.

    ESERCIZIO

    Il concetto di efficacia e di efficienza si può concretizzare con l’esempio seguente che simula la pianificazione di un viaggio dove con A si indica la città di partenza (Roma) e B quella di arrivo (Milano).

    La linea di congiunzione tra i due punti rappresenta il percorso stradale quindi l’insieme delle azioni intraprese per raggiungere l’obiettivo.

    Nel primo caso si nota un percorso più lungo che permette comunque di arrivare a destinazione, ma sostenendo costi elevati: l’azione risulta pertanto efficace, ma non efficiente.

    Nel secondo caso, invece, la destinazione viene raggiunta in maniera più diretta ottimizzando il percorso e, quindi, le risorse e i costi: l’azione intrapresa per raggiungere l’obiettivo risulta pertanto particolarmente efficiente.

    L’azione intrapresa risulterà quindi efficace ed efficiente quando raggiungerà il massimo obiettivo spendendo il minimo delle risorse.


    Unità didattica 2 - FLUSSI DELLA LOGISTICA

    L’impresa, per offrire al mercato attuale sempre più articolato e globalizzato alti livelli di qualità, personalizzazione e innovazione di prodotti e servizi, deve garantire:

    un adeguato livello di servizio (efficacia);

    la continuità nel tempo delle prestazioni aziendali (affidabilità);

    il rispetto delle date di consegna degli ordini cliente (puntualità);

    la riduzione del tempo che intercorre tra la ricezione degli ordini cliente e la consegna dei prodotti finiti (rapidità);

    la pronta risposta alle richieste inattese del mercato (flessibilità).

    I suddetti elementi, da tenere sempre in considerazione nello studio e nella progettazione della logistica, generano un valore aggiunto per l’impresa e per i suoi clienti e sono in grado di soddisfare al meglio le crescenti esigenze del mercato.

    Nell’ambito della logistica integrata diventa inoltre importante la capacità di programmare e coordinare una molteplicità di flussi che si possono classificare in:

    flussi fisici di beni e servizi (material flows);

    flussi informativi sui fabbisogni (information flows);

    flussi finanziari sui fabbisogni (financial flows).

    2.1 Flussi fisici

    Nelle imprese industriali (settore secondario) la gestione del flusso fisico dei beni si suddivide in:

    flusso delle materie prime provenienti dai fornitori;

    flusso dei semilavorati, dei componenti, degli assiemi, degli scarti, dei prodotti da rilavorare, delle attrezzature e degli utensili all’interno dello stabilimento produttivo;

    flusso dei prodotti finiti e delle parti di ricambio da consegnare ai clienti finali;

    flusso inverso dai clienti finali allo stabilimento produttivo oppure da questo ai fornitori.

    2.1.1 Logistica in ingresso

    La logistica in ingresso (inbound logistic) si svolge a monte degli impianti produttivi e, a livello operativo, mediante la funzione acquisti (purchasing) e la funzione approvvigionamenti (procurement) si occupa di gestire il flusso dei materiali (materials management) dal reperimento degli stessi presso il mercato di fornitura fino alla consegna e stoccaggio nei magazzini degli stabilimenti produttivi (inbound flows of feedstock).

    La logistica in ingresso si occupa inoltre di ridurre l’incidenza dei costi di fornitura sul totale dei costi di produzione, migliorando la redditività e, quindi, la competitività dell’impresa rispetto ai concorrenti.

    L’insieme delle funzioni aziendali, infatti, comprese le attività di supporto, per funzionare correttamente consumano e, di conseguenza, richiedono l’acquisto di beni o servizi condizionando quindi il prezzo di vendita del prodotto finito.

    ▪ Ulteriori attività della logistica in ingresso

    La logistica in ingresso si occupa anche delle seguenti attività:

    decidere se accettare o meno le merci in base ai livelli di qualità prestabiliti;

    stoccare le merci ritenute conformi dal punto di vista fisico e documentale (warehouse storage location) smistandole (put away) ai diversi magazzini (materie prime, semilavorati, componenti commerciali, componenti a disegno, materiali di consumo, materiali accessori, prodotti finiti, ricambi, ecc.);

    disporre le merci nell’allocazione più opportuna in modo tale che si possano prelevare quando necessario;

    classificare le merci e ubicarle sulle scaffalature (sorting and classification of products);

    isolare e identificare le merci ritenute non conformi evitando che vengano involontariamente utilizzate in produzione;

    identificare la merce conforme utilizzando il cosiddetto cartellino identificativo che, generalmente, contiene le seguenti informazioni: codice del prodotto, descrizione del prodotto, data di ricevimento del prodotto, codice e ragione sociale del fornitore, quantità conforme, numero del contenitore, numero del documento di trasporto;

    registrare nel sistema informativo aziendale (warehouse inventory records) le merci in ingresso al magazzino (presa in carico) in modo tale che si possano prelevare per eseguire le successive fasi di lavorazione. Il prelievo avviene per mezzo delle cosiddette bolle di prelievo che autorizzano il trasferimento dei materiali dai magazzini di stoccaggio ai reparti produttivi;

    eseguire periodicamente l’inventario (cycle counting) delle merci e, cioè, la rilevazione, il conteggio e l’identificazione delle stesse al fine di riallineare le giacenze contabili con le giacenze fisi­che presenti a magazzino.

    ▪ Funzione acquisti

    La funzione acquisti si occupa generalmente degli aspetti amministrativi e commerciali che riguardano la gestione delle forniture.

    Le principali attività della funzione acquisti sono pertanto le seguenti:

    ricevere le cosiddette richieste di acquisto che derivano dalla pianificazione dei materiali necessari per realizzare i prodotti finiti;

    ricercare e selezionare nuove fonti di acquisto (supply source selection) per ogni tipologia di prodotto (classe merceologica) al miglior compromesso possibile tra costo, qualità e livello di servizio, monitorando sistematicamente i mercati di fornitura anche internazionali;

    inoltrare ai possibili fornitori le cosiddette richieste di offerta per ogni tipologia di prodotto da acquistare;

    comparare e valutare le offerte ricevute dai fornitori in relazione ai prezzi, alle condizioni di fornitura (terms of purchase), alla qualità e alla puntualità delle consegne;

    gestire le trattative di acquisto e negoziare le migliori condizioni contrattuali ed economiche di fornitura possibili per acquisire materie prime (raw materials), semilavorati (semi-finished products) o componenti (components), ma anche macchinari, attrezzature, materiali accessori e di consumo, imballaggi, servizi, energia, ecc.;

    attribuire una percentuale di preferenza ai fornitori per l’assegnazione delle forniture;

    curare i rapporti con i fornitori per favorirne l’integrazione con l’organizzazione aziendale;

    aggiornare nel sistema informativo aziendale l’anagrafica dei fornitori;

    formalizzare e inviare ai fornitori prescelti il cosiddetto ordine di acquisto nel rispetto delle quantità, politiche delle scorte, lotti di acquisto economicamente convenienti, qualità e tempi richiesti dal processo produttivo. L’ordine di acquisto rappresenta un documento che,generalmente, contiene le seguenti informazioni: ilnumero progressivo dell’ordine, la data di emissione dell’ordine, il codice articolo interno, il codice articolo del fornitore, la descrizione dell’articolo, l’unità di misura, la quantità, il prezzo, lo sconto, la data di consegna, le informazioni sulla spedizione (resa, imballo, destinazione e destinatario), le informazioni contabili e amministrative (condizioni di pagamento, valuta, banca d’appoggio, ecc.), le specifiche dettagliate dei prodotti.

    L’ordine di acquisto si dice chiuso quando esaurisce i suoi effetti (non è soggetto a rinnovo) all’avvenuta consegna dei prodotti richiesti, nelle quantità richieste, alle date richieste e alle condizioni di fornitura (termini e modalità) concordate di volta in volta con i fornitori prima di emettere gli ordini di acquisto stessi.

    L’ordine di acquisto si dice aperto quando, stabilite inizialmente le condizioni di fornitura relative a un insieme di prodotti/servizi, le stesse si applicano ripetitivamente a una serie di consegne scaglionate nel medio-lungo periodo, con date e quantità non definite a priori, ma regolate in base a un fabbisogno globale stimato e in funzione della programmazione della produzione (le quantità e i tempi di consegna non sono considerati vincolanti per il cliente);

    ricevere la cosiddetta conferma d’ordine sottoscritta dal fornitore a titolo di accettazione di tutte le condizioni presenti nell’ordine di acquisto;

    condividere con il fornitore le specifiche di qualità (quality program requirements) e i requisiti funzionali che devono possedere le forniture, nonché i disegni tecnici aggiornati e ogni altro documento necessario affinché la fornitura avvenga nel modo corretto;

    controllare il rispetto dei termini di consegna ed eventualmente sollecitare verbalmente, telefonicamente oppure per iscritto le forniture (expediting);

    gestire le modifiche agli ordini di acquisto per sopraggiunte necessità commerciali o produttive (anticipi, posticipi delle consegne, variazioni di quantità, annullamenti degli ordini da parte dei clienti);

    aggiornare, controllare e verificare i listini di acquisto (purchasing prices variation). I listini di acquisto contengono, generalmente, le seguenti informazioni: il codice del prodotto, la descrizione del prodotto, l’unità di misura, i prezzi base, gli sconti, le quantità minime ordinabili, le condizioni di pagamento, la valuta di fatturazione (billing currency), le date di inizio e fine validità del listino;

    condurre visite presso i fornitori;

    valutare, qualificare e classificare in via preventiva, iniziale e periodica i fornitori;

    organizzare i ritiri delle merci dai fornitori e ricevere le stesse presso il magazzino accettazione dell’impresa (purchase order receipts o warehouse receiving);

    controllare la congruenza tra le fatture di vendita e i documenti di trasporto emessi dai fornitori e, quindi, del materiale ordinato con quello effettivamente consegnato;

    autorizzare alla registrazione e alla contabilizzazione delle fatture emesse dai fornitori.

    ▪ Funzione approvvigionamenti

    La funzione approvvigionamenti che, in base alla dimensione aziendale, può anche coincidere con la funzione acquisti, si occupa di gestire il rifornimento dei materiali assicurandone la pronta disponibilità al fine di realizzare il volume di produzione programmato.

    Le principali attività della funzione approvvigionamenti sono pertanto le seguenti:

    calcolare, in base ai programmi di produzione, il fabbisogno complessivo dei materiali da approvvigionare;

    verificare la disponibilità dei materiali (quantità già presenti a magazzino, quantità già ordinate e in attesa di arrivo dai fornitori, quantità già impegnate ma non ancora prelevate dal magazzino);

    predisporre il programma consegne dei materiali (codice, quantità e data consegna) considerando i tempi stimati per approvvigionare i singoli materiali (tempo che intercorre tra l’emissione della richiesta di acquisto e la disponibilità dei materiali a magazzino);

    monitorare lo stato di avanzamento delle forniture per garantire la continuità del flusso dei materiali necessari per eseguire le attività produttive;

    monitorare il livello di servizio dei fornitori (tempestività delle consegne, rispondenza delle forniture alle esigenze qualitative, ecc.);

    definire le politiche di gestione delle scorte a magazzino;

    definire i criteri da seguire nelle operazioni di controllo quantitativo e qualitativo dei materiali.

    2.1.1.1 Ricevimento merci

    Le attività di ricevimento merci, nell’ambito della logistica in ingresso, consistono nel:

    mettere a disposizione il personale addetto alla movimentazione delle merci;

    mettere a disposizione le attrezzature più idonee per movimentare le merci in base alle diverse caratteristiche delle merci stesse (peso, dimensioni, tipologia d’imballo, ecc.);

    scaricare le merci dai mezzi di trasporto (means of transport);

    depositare temporaneamente le merci in apposite aree riservate ai controlli quali-quantitativi (area accettazione);

    eseguire i controlli in accettazione (materials quality control) al fine di assicurare la conformità dei prodotti ricevuti alle specifiche tecnico-qualitative e alle modalità di fornitura concordate con i fornitori in fase di acquisto;

    garantire che i prodotti non conformi (nonconforming products) oppure difettosi non siano utilizzati in produzione;

    gestire le eventuali non conformità rilevate.

    ▪ Controlli visivi della merce

    I controlli visivi della merce si eseguono al fine di verificare l’integrità degli imballi e lo stato esteriore della merce, nonché la quantità, il peso e la corretta identificazione della merce.

    Il venditore, in base all’art. 1490 del Codice Civile, è tenuto a garantire che la cosa venduta sia immune da vizi che la rendano inidonea all’uso per cui è destinata oppure ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore.

    Il compratore che, all’atto della consegna della merce, riscontra un vizio evidente della stessa (danno apparente) può:

    non accettare la merce;

    accertare lo stato della merce in contraddittorio con il trasportatore che ha eseguito la consegna;

    comunicare le riserve direttamente al trasportatore al momento della consegna.

    Le cause della decisione intrapresa devono essere motivate per iscritto (riserve motivate) sui documenti che accompagnano la merce.

    La merce può anche essere accettata, ma con riserva di controllo, in questo caso bisogna segnalare la perdita parziale oppure l’avaria non immediatamente riconoscibile al momento della riconsegna (vizi occulti o non apparenti), non oltre otto giorni dal ricevimento per i trasporti nazionali terrestri (art. 1698 del Codice Civile) ed entro sette giorni dalla riconsegna (domenica o giorni festivi non compresi) per i trasporti internazionali.

    La riserva di controllo è impegnativa per consentire la rivalsa sul trasportatore in caso di rimborso del danno subito.

    In assenza di riserve scritte circostanziate (riserve motivate) si presume, fino a prova contraria, che la merce sia stata ricevuta in stato sano.

    ▪ Controlli documentali della merce

    I controlli documentali o formali della merce si eseguono per verificare la corrispondenza tra:

    materiale effettivamente consegnato e materiale ordinato;

    materiale effettivamente consegnato e informazioni riportate nei documenti esibiti dal trasportatore.

    ▪ Controlli interni della merce

    I controlli interni si eseguono dopo il disimballaggio della merce per verificare se la stessa presenta danni visibili (deformazioni o rotture) oppure se i prodotti rispettano o meno le specifiche dimensionali (quote e tolleranze), le specifiche a disegno, le specifiche funzionali concordate con i fornitori in fase di acquisto, nonché le proprietà chimico-fisiche riportate nei certificati di collaudo e nei certificati dei materiali emessi dai fornitori.

    In questa fase (ispezione al ricevimento), seguendo le indicazioni dei cosiddetti piani di controllo in accettazione si verifica, mediante misurazioni, prove e collaudi, se il prodotto soddisfa i requisiti richiesti e si registrano i risultati ottenuti sui cosiddetti rapporti di controllo in accettazione o certificati di collaudo.

    La fase di controllo può essere eseguita ispezionando i prodotti al 100% (più onerosa) oppure per campionamento (meno onerosa).

    Il controllo per campionamento si svolge prelevando in maniera casuale e in diversi punti del carico un certo quantitativo omogeneo di prodotti ritenuto rappresentativo dell’intera fornitura (campione), successivamente, confrontando le informazioni ricavate dal campione, con i criteri di accettazione prefissati, si decide se accettare o meno la fornitura.

    La frequenza dei controlli in accettazione, se i fornitori possiedono già un proprio sistema di qualità certificato a garanzia della loro affidabilità, può essere progressivamente ridotta fino ad abolirla completamente.

    La merce, in questo caso, viene depositata direttamente a magazzino oppure immessa direttamente nel processo produttivo (cosiddetta fornitura in free-pass).

    L’esito dei controlli, in caso di non conformità, deve essere registrato utilizzando apposite causali (materiale accettato, accettato in deroga, scartato, da selezionare, da rendere a fornitore).

    La non conformità deve inoltre essere segnalata al fornitore precisando i difetti riscontrati.

    2.1.2 Logistica interna

    La logistica interna (manufactoring logistic) si svolge all’interno dell’impresa e si occupa di trasformare, in tutto o in parte, materie prime e componenti in prodotti finiti rispettando quantità, varietà, qualità e tempi richiesti dal mercato.

    La logistica interna, ottimizzando le risorse a disposizione e i costi di produzione, permette di gestire il flusso dei materiali sfruttando al massimo la capacità produttiva degli impianti.

    La logistica interna segue il cosiddetto ciclo di pianificazione, programmazione e controllo della produzione.

    La pianificazione della produzione (production planning) si articola nelle fasi di:

    pianificazione strategica (di lungo periodo);

    pianificazione aggregata (di medio periodo);

    programmazione della produzione (di breve periodo);

    controllo della produzione (di brevissimo periodo).

    La logistica interna cura inoltre:

    il dimensionamento economico delle quantità da produrre (lotti);

    la gestione del personale di produzione;

    la manutenzione degli impianti produttivi e delle macchine;

    il controllo della qualità in produzione (in-process inspection and testing);

    il controllo della qualità dei prodotti finiti (final inspection and testing);

    l’elaborazione di regole e procedure organizzative;

    l’analisi dei metodi e dei costi di produzione.

    La logistica interna, dal punto di vista della movimentazione dei materiali, si occupa invece di:

    prelevare i materiali utilizzando le cosiddette bolle di prelievo che autorizzano il trasferimento degli stessi dai magazzini materie prime, componenti e ausiliari, alle linee di produzione e/o montaggio;

    movimentare internamente i semilavorati (material handling) nel rispetto della sequenza di lavorazione utilizzando le cosiddette bolle di produzione che autorizzano il trasferimento degli stessi tra i diversi centri di lavorazione oppure tra i diversi reparti produttivi.

    La logistica interna, a livello strategico, studia inoltre dove collocare i magazzini e come dimensionarli in base al quantitativo ottimale di scorte che si intende mantenere, ricercando il giusto compromesso tra soddisfare tempestivamente le mutevoli esigenze del mercato attingendo direttamente dalle giacenze di magazzino e, al tempo stesso, contenere l’impegno finanziario (capitale immobilizzato in scorte e costi di magazzinaggio) che un magazzino sovradimensionato inevitabilmente comporta.

    ▪ Localizzazione della logistica

    La logistica interna, al fine di ridurre i costi, migliorare l’efficienza e il livello di servizio offerto ai clienti, si occupa inoltre di definire quali beni realizzare e in quali stabilimenti e se affidare la gestione operativa di una o più fasi produttive, funzioni aziendali, attività o servizi:

    totalmente all’interno dell’azienda (insourcing);

    totalmente oppure parzialmente presso aziende esterne (outsourcing);

    congiuntamente a terzi che, pur essendo figure esterne, collaborano con l’azienda come se fossero reparti interni della stessa (cosourging);

    in favore di terzi (esternalizzazione).

    Le attività di outsourcing e di esternalizzazione rappresentano la cosiddetta terziarizzazione della logistica.

    2.1.2.1 Pianificazione strategica

    La pianificazione strategica si occupa di analizzare, nel lungo periodo (long-range planning), il mercato di riferimento dell’impresa per individuarne esigenze e aspettative.

    La pianificazione strategica definisce gli obiettivi aziendali di tipo economico, finanziario e commerciale e come raggiungerli.

    La pianificazione strategica definisce inoltre, in relazione a un certo periodo temporale, le politiche di:

    prodotto o servizio;

    prezzo del prodotto o servizio;

    promozione del prodotto o servizio;

    distribuzione del prodotto o servizio (marketing e vendite);

    ricerca e sviluppo del prodotto o servizio (introduzione di nuovi prodotti/servizi oppure miglioramento di quelli esistenti).

    La pianificazione strategica studia l’assetto della struttura produttiva, il livello complessivo dei costi, la pianificazione delle risorse organizzative, gestionali e finanziarie necessarie per supportare le funzioni aziendali (RRP - Resources Requirement Planning).

    2.1.2.2 Pianificazione aggregata

    La pianificazione aggregata si occupa, nel medio periodo (intermediate-range planning), di elaborare le seguenti informazioni.

    ▪ Piano della domanda

    Il piano della domanda è costituito da:

    le quantità effettivamente ordinate dai clienti (ordini esecutivi o firm orders);

    le serie storiche delle vendite;

    le previsioni di acquisto fornite dai clienti (ordini previsionali o forecast orders);

    le previsioni di vendita elaborate direttamente dall’azienda.

    ▪ Piano aggregato di produzione

    Il piano aggregato di produzione (PP - Production Plan) o budget di produzione permette di coordinare le attività di lungo periodo (marketing e vendite) con le attività di produzione necessarie per ottenere i prodotti finiti richiesti dai clienti (SOP - Sales and Operations Planning).

    La formulazione del piano aggregato di produzione traduce il piano strategico aziendale in un volume complessivo di beni da produrre, i prodotti finiti vengono quindi raggruppati in macrofamiglie tecnologiche oppure in tipologie commerciali omogenee discretizzando il periodo di pianificazione (planning horizon) in intervalli di pianificazione (time bucket) all’interno dei quali la domanda si può ritenere costante.

    Successivamente, senza entrare nel dettaglio dei singoli prodotti da realizzare, si valuta se nel complesso le quantità indicate nel piano della domanda siano o meno realizzabili, tenendo conto del relativo impegno economico, delle quantità a scorta, del dimensionamento delle risorse (manodopera, macchine, attrezzature, infrastrutture, ecc.).

    Le richieste di prodotto finito si trasformano infine in fabbisogni di capacità produttiva confrontando la capacità potenzialmente necessaria per soddisfare il piano della domanda con quella effettivamente disponibile.

    La formulazione del piano aggregato di produzione definisce inoltre quali e quanti prodotti finiti bisogna mantenere a magazzino per coprire la domanda prevista, nonché le scorte di sicurezza necessarie per fronteggiare eventuali incrementi delle richieste di mercato.

    Questa fase risponde pertanto alle domande quanto produrre?, quali risorse sono necessarie per produrre?, quante risorse sono necessarie per produrre?.

    ▪ Pianificazione di massima della capacità

    La pianificazione di massima della capacità (RCCP - Rough Cut Capacity Planning) permette di verificare la capacità produttiva delle risorse ritenute più critiche valutando se sono sovraccaricate oppure sottoutilizzate.

    ▪ Piano principale di produzione

    Il piano principale di produzione (MPS - Master Production Schedule) permette di stabilire nel dettaglio, su un orizzonte temporale di medio periodo, quali prodotti finiti bisogna produrre, in che quantità e quando devono essere resi disponibili.

    La fase di disaggregazione del piano aggregato di produzione risponde pertanto alle domande quando produrre?, quali prodotti finiti bisogna produrre?, quanti prodotti finiti bisogna produrre?.

    Il piano principale di produzione, per considerare le eventuali modifiche intercorse agli ordini (variazioni di quantità, cancellazione di interi ordini oppure soltanto di alcune righe d’ordine, variazione delle date di consegna), viene periodicamente aggiornato aggiungendo, una volta terminato un periodo di analisi, un nuovo periodo temporale di riferimento (rolling through time).

    Il periodo (time fence) durante il quale non sono ammesse modifiche agli ordini in quanto sia la capacità produttiva sia i materiali sono già stati impegnati per realizzare gli ordini stessi, è detto periodo congelato (frozen period), quello in cui, a parità di capacità produttiva, sono ammesse soltanto variazioni concordate con il cliente, è detto periodo fluido (fluid period), quello in cui tutte le variazioni sono ammesse è detto periodo liquido (liquid period).

    ▪ Quantità disponibile alla vendita

    La quantità disponibile alla vendita (ATP - Available To Promise) permette di verificare la fattibilità, in termini di date e quantità, degli ordini dei clienti.

    La data di consegna richiesta per i nuovi ordini (data di evasione) può essere quindi confermata oppure stimata confrontando le richieste ricevute dai clienti con i prodotti finiti ancora disponibili, nonché con gli ordini già confermati.

    ▪ Capacità disponibile alla vendita

    La capacità disponibile alla vendita (CTP - Capable To Promise) permette di valutare la possibilità di soddisfare i nuovi ordini dei clienti verificando se i materiali critici, nonché la capacità produttiva siano o meno sufficienti.

    ▪ Pianificazione dei fabbisogni di materiali

    La pianificazione dei fabbisogni di materiali (MRP - Material Requirement Planning) permette di determinare i fabbisogni netti tempificati di tutti i materiali da produrre internamente all’impresa oppure acquistare/lavorare esternamente al fine di realizzare i prodotti finiti richiesti dal piano principale di produzione.

    La pianificazione dei fabbisogni di materiali considera i livelli di scorta da mantenere a magazzino e risponde alle domande quali materiali bisogna produrre e/o acquistare per ottenere i prodotti finiti?, quando bisogna produrre e/o acquistare per ottenere i prodotti finiti?, quanto bisogna produrre e/o acquistare per ottenere i prodotti finiti?.

    ▪ Pianificazione dei fabbisogni di capacità

    La pianificazione aggregata analizza se la capacità produttiva dei reparti e dei centri di lavoro effettivamente disponibile (CRP - Capacity Resource Planning), nonché delle singole risorse come macchine, attrezzature e persone (FCS - Finite Capacity Scheduling), sia o meno sufficiente rispetto a quella richiesta dal mercato.

    Le quantità indicate nel piano principale di produzione vengono pertanto convertite in ore di lavoro bilanciando il carico produttivo dei vari impianti in funzione di molteplici vincoli (criteri tecnologici, capacità produttive, disponibilità dei materiali).

    Gli eventuali sovraccarichi delle risorse vengono risolti adottano alcune azioni correttive come, ad esempio, incrementare i turni di lavoro, acquistare nuove macchine, spostare il personale tra i vari centri di lavoro, ricorrere al lavoro straordinario, utilizzare risorse esterne o subforniture, costituire delle scorte di magazzino oppure ridimensionare il piano principale di produzione.

    ▪ Rilascio ordini di acquisto/lavorazione esterna

    La pianificazione aggregata si occupa di rilasciare alla logistica in ingresso le cosiddette proposte per:

    gli ordini di acquisto da inviare ai fornitori;

    gli ordini di lavorazione esterna o di conto lavoro da inviare ai terzisti.

    ▪ Rilascio ordini di produzione

    La pianificazione aggregata si occupa di rilasciare ai reparti produttivi gli ordini di produzione oppure gli ordini di montaggio affinché si possano ottenere i prodotti finiti avviando la fabbricazione/assemblaggio e allocando i materiali e la capacità produttiva.

    2.1.2.3 Programmazione della produzione

    La programmazione della produzione o schedulazione della produzione (production scheduling) permette, nel breve periodo (short-term control), di verificare se le quantità pianificate da realizzare siano effettivamente realizzabili.

    La programmazione della produzione, conciliando le richieste ricevute dai clienti con le risorse produttive realmente disponibili, rende operativi i piani elaborati nella fase di pianificazione della produzione e li aggiorna in caso di indisponibilità di materie prime, semilavorati, componenti oppure delle risorse necessarie per eseguire le operazioni.

    L’obiettivo della programmazione della produzione è quello di consegnare i prodotti finiti nei tempi (due date) e nelle quantità stabilite con i clienti (order fulfillment) sia minimizzando i ritardi di consegna, i costi di produzione, i tempi di preparazione delle macchine per passare da una lavorazione all’altra (attrezzaggio o set-up), le scorte in corso di lavorazione (WIP - Work In Progress) sia massimizzando l’utilizzo degli impianti produttivi e delle macchine, della forza lavoro e di tutte le altre risorse disponibili.

    La programmazione della produzione si occupa inoltre delle seguenti attività.

    ▪ Carico

    La fase di carico (loading) assegna gli ordini di produzione alle varie macchine o centri di lavoro rispettandone i vincoli di effettiva disponibilità e capacità produttiva, nonché considerando la giusta sequenza tra le fasi di lavorazione in modo tale da minimizzare i tempi e i costi di produzione.

    ▪ Sequenziamento

    La fase di sequenziamento (sequencing) definisce, per ogni risorsa produttiva, la sequenza di lavorazione più conveniente possibile degli ordini di produzione.

    ▪ Assegnazione

    La fase di assegnazione (dispatching), applicando determinate regole (euristiche), definisce quali sono le priorità di lavorazione al fine di rispettare le date di consegna stabilite e, quindi, il livello di servizio promesso ai clienti.

    ▪ Programmazione

    La fase di programmazione (scheduling) definisce l’istante di inizio e quello di fine di ogni singola operazione che costituisce il ciclo di lavorazione di un determinato prodotto.

    2.1.2.4 Controllo della produzione

    Il controllo della produzione (PAC - Production Activity Control, SFC - Shop Floor Control o MCS - Manufacturing Control Systems) si occupa, nel brevissimo periodo, di:

    monitorare il corretto avanzamento della produzione (stato dei singoli ordini di produzione, consumo dei materiali, scarti, quantità prodotte, fermi macchina, efficienza, costi, ecc.);

    informare tutti gli interessati in caso di anticipi o posticipi delle consegne dovuti magari a ritardi dei fornitori nella consegna dei materiali, a fermi degli impianti produttivi per guasti, manutenzioni, mancanza materiali, ecc.;

    raccogliere i dati di produzione analizzando a consuntivo gli scostamenti tra quanto è stato effettivamente prodotto rispetto a quanto era stato invece pianificato sia per trarne possibili azioni di miglioramento sia per ripianificare nuovamente le attività residue.

    ▪ Sistema esecutivo di produzione

    Il sistema esecutivo di produzione (MES - Manufacturing Execution System) è in grado di raccogliere e trasmettere in tempo reale al sistema di pianificazione aziendale tutte le informazioni che riguardano il processo produttivo (dati di fabbrica).

    Il sistema esecutivo di produzione permette quindi di:

    controllare le attività operative svolte dai reparti produttivi;

    ottimizzare i processi e i flussi produttivi aumentando la produttività delle risorse;

    rilevare le inefficienze e gli scostamenti rispetto ai piani di produzione;

    intervenire rapidamente in caso di fermi e scarti di produzione;

    gestire i carichi di lavoro delle macchine e degli impianti produttivi;

    monitorare l’avanzamento della produzione (consuntivazione delle attività di produzione).

    La rilevazione dei dati di fabbrica (quantità e/o tempi) avviene interfacciandosi fisicamente con le macchine presenti nei reparti produttivi in modo tale da monitorizzare in tempo reale:

    il prelievo delle materie prime utilizzate per eseguire un certo ordine di produzione;

    l’avanzamento delle fasi di lavorazione (consuntivazione dei tempi di attrezzaggio delle macchine, dei tempi macchina, dei tempi manodopera e dei tempi di lavorazione, nonché della quantità scartata oppure versata alla fase successiva);

    il versamento dei prodotti finiti a magazzino.


    La tabella seguente si può anche visualizzare e scaricare su:

    www.digitaldocet.it/conoscere-la-logistica


    Di seguito uno schema che riepiloga il ciclo di pianificazione, programmazione e controllo della logistica interna.

    2.1.3 Logistica in uscita

    ▪ Attività della logistica in uscita

    La logistica in uscita (outbound logistic) o distribuzione si svolge a valle degli impianti produttivi.

    La logistica in uscita comprende le decisioni e le attività necessarie affinché i prodotti finiti ordinati dai clienti arrivino a destinazione in buono stato (sales orders shipments).

    La logistica in uscita si occupa pertanto del sistema di ricezione, preparazione ed evasione degli ordini nelle quantità, varietà, luoghi e tempi richiesti dai clienti, in modo economicamente efficace, soddisfando gli obiettivi di costo e di servizio.

    La logistica in uscita, a livello strategico, si occupa di gestire le vendite analizzando costantemente il mercato di riferimento dell’impresa per identificarne esigenze e aspettative.

    La logistica in uscita si occupa inoltre delle decisioni in merito al prodotto che riguardano i seguenti aspetti:

    prezzo;

    attività promozionali;

    attività distributive;

    elaborazione delle previsioni di vendita;

    pianificazione delle risorse del sistema distributivo (DRP - Distribution Requirements Planning): mezzi di trasporto, spazi nei depositi, approvvigionamento dei materiali, gestione e monitoraggio delle scorte dei prodotti finiti lungo l’intera rete distributiva, ecc.

    stipula dei contratti di trasporto e di assicurazione dei prodotti finiti;

    analisi a consuntivo del venduto;

    verifica dei pagamenti, dei listini di vendita, delle provvigioni di vendita;

    cura del servizio al cliente in termini di tempestivo, costante e corretto scambio di informazioni in ogni fase del rapporto commerciale.

    L’obiettivo della logistica in uscita è quindi quello di soddisfare al meglio le esigenze dei clienti evitando così possibili reclami oppure insoddisfazioni che possono ripercuotersi in maniera negativa sull’impresa.

    ▪ Gestione degli ordini cliente

    La gestione operativa degli ordini cliente (order processing o demand fulfillment), a partire dal ricevimento fino alla completa evasione degli stessi (collegamento tra domanda e offerta di prodotti/servizi), prevede, nell’ambito della logistica in uscita, le seguenti attività:

    ricevere gli ordini dai clienti (via e-mail, fax, lettera, telefonicamente, mediante agenti commerciali di zona);

    verificare l’affidabilità del cliente;

    verificare se sono state regolarmente pagate le eventuali forniture precedenti al nuovo ordine

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