Terne pitagoriche primitive
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Terne pitagoriche primitive - Filippo Giordano
primitive.
Teorema di Pitagora
In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui due cateti
Posto che x e y siano i cateti e z sia l’ipotenusa, quindi, il teorema si può così formulare: x² + y² = z²
Infatti, se x = 3, y = 4, z = 5, i rispettivi quadrati numerici portano alla soluzione della equazione: 9 + 16 + 25.
E’ evidente che facendo delle prove a tentoni, con tre altri numeri qualsiasi, ci si accorge ben presto che il terzo elemento della equazione z
non corrisponde a un numero intero. Infatti se x = 6 e y = 7 allora z è uguale alla radice quadrata di 6×6 + 7×7 = 95 che corrisponde a 9,2195… E così via per altri numerosi, inutili tentativi.
Affinché la terna sia rispettata bisogna, invece, che il terzo numero sia costituito da un numero naturale intero. Ma, senza la luce di una metodica, è evidente, si brancola nel buio e si è portati a pensare che le terne di numeri che soddisfano la equazione siano un numero limitato. Ma così non è in quanto, al contrario, sono infinite.
Lo stesso Pitagora riuscì a dare la formula per x dispari ponendo:
La formula per y pari è stata data da