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Il Sacrificio Perfetto
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Il Sacrificio Perfetto

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“Perché è importante la Liturgia? Quali sono i modi più opportuni per comunicarsi? In cosa consiste la dimensione sacrificale della S.Messa?”
Queste sono solo alcune delle domande dei fedeli alle quali p. Giorgio Maria Faré, Sacerdote Carmelitano Scalzo, fornisce risposta in questo libro. Attingendo alle fonti sicure del Magistero p. Faré offre una trattazione di facile lettura, accessibile a tutti i fedeli interessati a conoscere meglio la Liturgia e il significato profondo dei suoi gesti.

L'AUTORE - Padre Giorgio Maria Faré (Melzo, 1972) è Sacerdote dal 2001. Ha conseguito la Licenza in Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Frate Carmelitano Scalzo della Provincia Lombarda, è Segretario della CISM Diocesana, Consigliere del Consiglio di Presidenza della CISM della Lombardia e membro del Consiglio Presbiterale dell’Arcidiocesi di Milano.
Nel 2003 ha pubblicato il libro “La S. Messa nelle due Forme del Rito Romano – Celebrare, servire, comprendere”.
LanguageItaliano
Release dateJul 1, 2016
ISBN9786050470253
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    Il Sacrificio Perfetto - P. Giorgio Maria Faré Ocd

    p. Giorgio Maria Faré, ocd

    Il Sacrificio

    Perfetto

    Prima edizione: luglio 2016

    © Giorgio Faré, 2016

    Dedico questo libro

    al Preziosissimo Sangue di Gesù

    Indice

    PRESENTAZIONE

    INTRODUZIONE Perché è importante la Liturgia?

    La ripresa di alcuni elementi per un’ermeneutica della riforma nella continuità

    La Comunione in ginocchio e in bocca

    Quali sono i modi opportuni per comunicarsi?

    Che significato ha ricevere la Comunione in ginocchio e in bocca? Perché reintrodurre questo gesto?

    E’ obbligatorio fare la Comunione in ginocchio?

    E’ vietato prendere la Comunione sulla mano?

    La Comunione sulla mano non è più fedele alle origini del cristianesimo?

    La disposizione del cuore non è più importante dei gesti esteriori?

    Perché si usa il piattino alla distribuzione della Comunione?

    La S.Messa, santo Sacrificio dell’altare

    Perché rimettere la croce in mezzo all’altare?

    Nel pensiero di molti, il cambio di orientamento dell’altare è legato al Vaticano II. È vero?

    In cosa consiste la dimensione sacrificale della S.Messa? La S.Messa non è un gioioso convito?

    L’uso del latino nelle celebrazioni

    Il Concilio Vaticano II ha abolito o scoraggiato l’uso del latino?

    Perché dare tanta importanza all’uso del latino, che pochi fedeli capiscono?

    Celebrando in latino non si prendono le distanze dai fedeli? Non si impedisce la loro partecipazione al rito?

    La continuità con la Tradizione

    Il rito non dovrebbe evolvere con i tempi?

    Tutto questo non è una marcia indietro rispetto al Concilio Vaticano II?

    Perché in alcune chiese si celebrano Messe secondo il Messale in vigore prima del Concilio Vaticano II? E’ una cosa lecita? Un fedele vi può partecipare con tranquillità di coscienza? E’ richiesta una speciale autorizzazione?

    Il motu proprio Summorum Pontificum è una concessione per pochi nostalgici?

    Il motu proprio Summorum Pontificum introduce una contraddizione rispetto al Concilio Vaticano II? La presenza di due forme di celebrazione non nuoce all’unità dei fedeli?

    Perché è così importante l’impegno nel campo liturgico?

    Nei documenti citati si parla di mancata fedeltà al Concilio e di abusi. Di cosa si sta parlando, in concreto?

    A chi spetta decidere i cambiamenti della Liturgia? I singoli celebranti possono adattare le forme del rito?

    La cura della celebrazione

    Perché la forma del rito ha tanta importanza?

    Il Concilio Vaticano II ha introdotto il concetto della partecipazione attiva o participatio actuosa dei fedeli, come va intesa questa espressione?

    Perché usare i canti gregoriani? Non si potrebbero usare canti più moderni e orecchiabili?

    Quali gesti spettano ai fedeli durante la S.Messa? Quale significato hanno?

    APPENDICE A Come è nata la Comunione sulla mano

    Istruzione Memoriale Domini

    Lettera pastorale

    Sul diritto di ricevere la Comunione sulla lingua

    APPENDICE B Responsi della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti sul modo di distribuire la Comunione

    Sul rispetto e la deferenza dovuti al Santissimo Sacramento

    Sul diritto di ricevere la Comunione in ginocchio

    APPENDICE C Cenni sulla storia del Messale Romano

    Cenni sul Concilio Vaticano II

    Glossario

    Bibliografia

    Indice dei nomi citati nel testo

    PRESENTAZIONE

    Questo libro è nato nel 2009 come tentativo di risposta ai più frequenti interrogativi posti dai fedeli in tema liturgico. Il metodo che ho seguito nella sua stesura è stato attingere direttamente alle fonti, senza esporre mie vedute personali, ma sforzandomi di organizzare il molto materiale disponibile sull’argomento in maniera sintetica, ordinata e facilmente fruibile.

    Tuttavia, la concomitanza con altri impegni ha fatto sì che accantonassi questo lavoro senza pubblicarlo per ben sette anni.

    Ciò che mi ha spinto a ultimarlo dandogli la sua forma definitiva, correggendo e attualizzando ove necessario, sono state le continue e pressanti richieste dei fedeli.

    Lo pubblico, dunque, come un aiuto a chi desidera orientarsi nel mondo della Liturgia, spesso travagliato e segnato da dolorose difformità da luogo a luogo.

    Ripercorrendo gli autorevoli documenti del Magistero e gli insigni interventi qui proposti si potrà notare come i gesti della Liturgia vivano di una continuità e intrinseca ragionevolezza.

    P. Giorgio Maria Faré

    Monza, 9 giugno 2016

    INTRODUZIONE Perché è importante la Liturgia?

    I documenti della Chiesa ci insegnano che la Liturgia non è un cerimoniale inventato dagli uomini ma è azione sacra per eccellenza, è azione soprannaturale.

    Nella Liturgia terrena noi partecipiamo per anticipazione alla Liturgia celeste che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme, verso la quale tendiamo come pellegrini, dove il Cristo siede alla destra di Dio quale ministro del santuario e del vero tabernacolo; insieme con tutte le schiere delle milizie celesti cantiamo al Signore l’inno di gloria; ricordando con venerazione i santi, speriamo di aver parte con essi; aspettiamo come Salvatore il Signore nostro Gesù Cristo, fino a quando egli comparirà, egli che è la nostra vita, e noi saremo manifestati con lui nella gloria.¹

    La sacra Liturgia è [...] il culto pubblico che il nostro Redentore rende al Padre, come Capo della Chiesa, ed è il culto che la società dei fedeli rende al suo Capo e, per mezzo di Lui, all’Eterno Padre: è, per dirla in breve, il culto integrale del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè del Capo e delle sue membra.² Il Divino Redentore volle, poi, che la vita sacerdotale da Lui iniziata nel suo corpo mortale con le sue preghiere e il suo Sacrificio, non cessasse nel corso dei secoli nel suo Corpo Mistico che è la Chiesa

    "Ogni celebrazione liturgica, in quanto opera di Cristo Sacerdote e del suo corpo, che è la Chiesa, è azione sacra per eccellenza, e nessun’altra azione della Chiesa ne uguaglia l’efficacia allo stesso titolo e allo stesso grado".

    Il culto non è il nostro, ma è quello di Cristo nel quale tutti noi siamo inseriti [...] non siamo noi che compiamo l’atto liturgico ma in esso ci conformiamo all’atto liturgico celeste che già sta accadendo in eterno.

    La Liturgia non ci racconta cose che sono successe nel passato, ma è la manifestazione, al giorno d’oggi, della salvezza di Dio attraverso Gesù Cristo. E’ il Sacrificio di Cristo sul Calvario che si fa realmente presente ai nostri giorni, con tutta la sua forza salvifica e rinnovatrice dell’uomo. E’ l’amore di Dio, che si fa presente in mezzo a noi, perché noi viviamo di questo stesso amore di Dio.

    "Sull’onda di questo elevato senso del mistero, si comprende come la fede della Chiesa nel mistero eucaristico si sia espressa nella storia non solo attraverso l’istanza di un interiore atteggiamento di devozione, ma anche attraverso una serie di espressioni esterne, volte ad evocare e sottolineare la grandezza dell’evento celebrato. Nasce da questo il percorso che ha condotto, progressivamente, a delineare uno speciale statuto di regolamentazione della Liturgia eucaristica, nel rispetto delle varie tradizioni ecclesiali legittimamente costituite".

    "La stessa Chiesa non ha alcuna potestà rispetto a ciò che è stato stabilito da Cristo e che costituisce parte immutabile della Liturgia. Se fosse, infatti, spezzato il legame che i sacramenti hanno con Cristo stesso, che li ha istituiti, e con gli eventi su cui la Chiesa è fondata, ciò non sarebbe di nessun giovamento per i fedeli, ma nuocerebbe a loro gravemente. La sacra Liturgia, infatti, è intimamente collegata con i principi della dottrina e l’uso di testi e riti non approvati comporta, di conseguenza, che si affievolisca o si perda il nesso necessario tra la lex orandi e la lex credendi".Dunque: si crede come si prega; si crede come si celebra; la Liturgia esprime e determina la fede della Chiesa. Mutamenti radicali nella Liturgia, e nel come si celebra, comporterebbero inevitabilmente conseguenze sul piano della fede.⁹

    Una riflessione a questo punto si impone. Tutto ciò che può offuscare la vera natura della Liturgia; tutto ciò che può far ingenerare la falsa idea che l’azione liturgica è azione della comunità particolare che si raduna; tutto ciò che può portare a far pensare che l’azione liturgica è semplicemente umana, efficace solamente nella misura in cui muove i sentimenti, ed esprime e colma certi bisogni contingenti della persona umana nell’ordine sociale; tutto ciò che diminuisce od offusca l’immediata percettibilità del carattere e della natura sacra di ogni autentica azione liturgica; tutto ciò che sminuisce o altera il ruolo del Ministro sacro, facendolo assomigliare a quello di un animatore o di una guida di assemblea; ebbene tutto questo è da evitare con la massima attenzione, perché è contro la natura della Chiesa, corrompe la sacralità della celebrazione dei divini misteri, mette in pericolo il cuore, la radice, la fonte della missione della Chiesa.¹⁰

    Recuperare la Liturgia, recuperare l’Eucaristia domenicale deve essere uno degli impegni della Chiesa: su questo punto hanno insistito molto gli ultimi due Papi [N.d.A. S. Giovanni Paolo II e Benedetto XVI]. È necessario superare la routinizzazione; è necessario portare avanti una formazione profonda nella Liturgia.¹¹

    La Liturgia rappresenta un elemento fondamentale per la vita della Chiesa perché precisamente Dio è il centro di tutto. E quando si dimentica Dio, la Chiesa si converte in un’istituzione umana. La forza che sta nella Chiesa è attività di Dio: è Dio che ci crea, ci salva, ci redime. E’ Dio che ci offre la sua vita, perché noi viviamo a partire da essa. Dio ci ama perché noi ridoniamo amore e lo doniamo anche ai fratelli.¹²

    E’ dalla Liturgia che prende avvio il rinnovamento e la riforma della Chiesa.¹³

    "La nostra generazione si trova di fronte a grandi sfide in materia liturgica: aiutare la Chiesa intera al pieno rispetto di quanto il Concilio Vaticano II ha indicato nella costituzione

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