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Oltre la vita
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Oltre la vita

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About this ebook

Viola è una giovane donna di successo, un affermato avvocato. Rimasta vedova soffre per la scomparsa prematura del marito Giorgio, perito in un tragico incidente automobilistico. Per alleviare il suo dolore cerca un sistema per poter ancora comunicare con lui avvalendosi della scrittura automatica. Un metodo che le consente di ricevere messaggi dettagliati provenienti dall’aldilà.
La protagonista, nonostante l’iniziale scetticismo, comincia così un’esperienza meravigliosa mantenendo ed approfondendo i rapporti con il suo amato marito, per portare a compimento questioni sospese e cancellare sofferenze ancora esistenti.
Romanzo avvincente, ispirato ad una storia vera.
LanguageItaliano
Release dateJun 21, 2016
ISBN9786050461800
Oltre la vita

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    Oltre la vita - Cinzia Carrisi

    Romanzo

    Oltre la vita

    Cinzia Carrisi

    Grazie per aver comprato il mio libro

    Copertina e grafica a cura

    di Flavio De Giorgi

    © 2016 by Cinzia Carrisi

    Tutti i diritti riservati

    Pubblicato a giugno 2016

    Alla mia cara zia Annetta

    Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L'altro è pensare che ogni cosa è un miracolo. (Albert Einstein)

    Viola non riusciva ancora a farsene una ragione.

    La scomparsa improvvisa e prematura del marito Giorgio era avvenuta in modo così rapido e veloce da farle credere che si fosse trattato solo di un brutto sogno.

    Ma la realtà purtroppo era ben diversa.

    Da quel tragico evento erano trascorsi solo pochi mesi e lei aveva un disperato bisogno di suo marito.

    Le mancavano terribilmente la sua voce, i suoi sorrisi, la sua dolcezza, il condividere ogni cosa.

    Aveva un’impellente esigenza di comunicare ancora con lui, di averlo vicino.

    Sapeva di persone che si erano rivolte a dei medium per poter comunicare con i propri cari defunti, ma non voleva rivolgersi a loro, nei confronti dei quali non nutriva alcuna fiducia.

    Troppo spesso aveva sentito o letto di persone truffate e raggirate da questi sedicenti maghi, che approfittavano del dolore altrui per spillare soldi alle loro vittime.

    Desiderava comunque trovare un modo per poter comunicare con lui.

    In passato aveva letto svariati libri che trattavano di temi relativi alle esperienze di pre-morte, all’aldilà, di defunti che contattavano i propri cari attraverso i sogni, della scrittura automatica. Quest’ultima consisteva nel mettersi davanti ad un foglio di carta con una penna ed aspettare che la mano, autonomamente, scrivesse parole e frasi di senso compiuto dettate dalla persona evocata.

    Viola rifletté a lungo e pensò di affidarsi alla scrittura automatica, senza riuscire a decidersi.

    Dubitava se a guidare la mano potessero essere realmente gli spiriti o altre entità che volevano in qualche modo trasmettere i loro messaggi o, se come ritenevano gli psicologi, la scrittura automatica rientrasse nell’ambito dei cosiddetti automatismi, cioè particolari comportamenti guidati da associazioni inconsce.

    Il dolore che provava per quella perdita però era più forte di qualsiasi dubbio.

    Sentiva che doveva comunque tentare quella strada, come se una folgorazione improvvisa glielo suggerisse. Non aveva più niente da perdere oramai, pensò.

    Una sera decise che era arrivato il momento di provare con la scrittura automatica. Andò nello studio di suo marito, accese lo stereo e mise il CD di un notturno di Chopin come sottofondo affinché l’aiutasse a rilassarsi.

    Sedette sulla poltrona di pelle della scrivania ed estrasse fuori dal primo cassetto dei fogli sui quali scrivere.

    Prese una penna, fece alcuni respiri profondi e chiuse gli occhi.

    Rivolse a Dio una breve preghiera ed una richiesta di poter parlare con lo spirito di suo marito. Poi attese pazientemente.

    Non dovette aspettare molto perché dopo qualche minuto la sua mano iniziò a muoversi. Sentiva il braccio pesante e percorso da lievi formicolii.

    Cominciò a comporre delle frasi. Partivano da sinistra a destra.

    A volte la penna scivolava fuori dal foglio sull’estremità destra. Andò avanti così per ben quattro fogli.

    Oltre a sentire il braccio freddo, più volte aveva percepito dei formicolii anche sul collo. Si sentiva un po’ frastornata, poco lucida, ma tranquilla.

    Fu consapevole di ciò che aveva scritto appena iniziò a leggere quelle pagine.

    Giovedì 1 maggio ore 17,40

    "Mia dolce Viola, sei stata bravissima! Non credevo che in così poco tempo saremmo riusciti a comunicare. Ma tu eri pronta da tempo e inconsciamente lo sapevi. Sono io che ti faccio scrivere. Io e nessun altro. Non dubitare e ringrazia il buon Dio del dono che ti ha fatto. Devi avere fede perché tutto può accadere se una persona ha fede, anche che tu possa comunicare con me.

    Tu sapevi che non mi avevi perso del tutto, che la parte più importante di me viveva ancora e che ti era vicino. La tua grande fede ti ha fatto ottenere il grande dono di poter comunicare con me. L’amore è la molla più forte che spinge due creature, una di qua e una di là della grande barriera a sentirsi ancora unite, e tu mia cara hai vinto la morte.

    Io ti sono vicino in ogni momento, non ti ho mai lasciato. Ti voglio più bene di prima, perché le mie capacità di amare sono ora enormemente cresciute. La felicità vera è qui, dove c’è l’Amore Divino. Da voi non esiste la felicità, non c’è mai stata.

    Noi viviamo felici, tanto felici che per voi è impossibile immaginare. E’ troppo bello il nostro modo di vivere; troppo bello per poterlo descrivere. Per noi tutto è meraviglioso, tutto è gioia, tutto è amore. Per voi invece ci sono solo dolore ed affanni.

    Io sono felice e vorrei tanto che lo fossi anche tu.

    Quando al cimitero avete seppellito il mio corpo, io non c’ero. C’era solo il mio involucro. Io ti ero vicino e ti ho seguito per tutto il tempo della funzione funebre, temendo che il dolore troppo forte che provavi ti facesse crollare.

    Ti vedo piangere e disperarti ogni giorno, ma sbagli, Viola. Perché io possa essere veramente felice, devo sapere che tu sei serena, altrimenti anche in questo posto meraviglioso, la mia gioia non potrebbe essere completa.

    Ricordo con affetto tutte le persone che mi volevano bene. Penso a loro e cerco di fare tutto quello che posso per aiutarli, ma non è molto. Io so fare poco. Sono un’apprendista. Devo imparare a fare tante cose, ma devo anche meritare di farle. Quando uno arriva qui non ha subito il diritto di fare tutto e di sapere tutto, ma un poco alla volta, via via che evolve, riesce a raggiungere quello stato di consapevolezza e di abilità, per cui riesce a fare tante cose, tra cui aiutare le persone care che lo meritano. Perché se non lo meritano anche se le si volesse aiutare, non potrebbe farlo. Tu sei degna di questo aiuto ed io sarò felice di aiutarti come posso.

    Non piangere, mia cara! Non voglio vedere lacrime sul tuo viso.  Vorrei farti comprendere che dietro quelle lapidi che voi mettete, noi non ci siamo. Io sono vivo ed in cielo, e non in quel posto lugubre che piace molto poco anche a te. Io sono qui vicino a te, e sono là dove il cielo è più bello. Vicino alla luce divina, riscaldato dall’ Amore Divino e riscaldato anche dal tuo amore che sento e che mi giunge.  Non sono certo in quel luogo triste chiamato cimitero.

    Ti ringrazio per i fiori che quotidianamente posi sulla mia lapide. Sono molto belli, ma a me non importano, anche se comprendo che voi possiate avere il piacere di ornare quella che vi ostinate a chiamare tomba. Sii serena amore mio, comunicheremo ancora".

    Viola rilesse

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