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Titillami (Passioni Lesbiche #2)
Titillami (Passioni Lesbiche #2)
Titillami (Passioni Lesbiche #2)
Ebook35 pages26 minutes

Titillami (Passioni Lesbiche #2)

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About this ebook

Proseguono le avventure saffiche di Jessica in quel di Pisa, ma stavolta la sua intraprendenza le giocherà un brutto scherzo.
Questo la costringerà a rivedere i suoi programmi per il futuro, che nell’immediato prevedono una pausa di riflessione in Calabria, sua terra d’origine, dove non si farà sfuggire l’occasione per rifarsi.

Avviso: Racconto di 7000 parole non autoconclusivo che contiene riferimenti al primo volume della serie, Slabbrami.
A causa del linguaggio e delle scene esplicite si consiglia la lettura a un pubblico adulto.

Nella stessa serie:

Slabbrami (Passioni Lesbiche #1)
Cunnilinguami (Passioni Lesbiche #3)

LanguageItaliano
PublisherDeborah C.
Release dateApr 23, 2016
ISBN9781310302046
Titillami (Passioni Lesbiche #2)
Author

Jessica Taddei

Autrice lesbica

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    Titillami (Passioni Lesbiche #2) - Jessica Taddei

    Negli otto mesi di relazione con Astrid ero andata alle lezioni in facoltà solo una dozzina di volte. Dodici lezioni in due trimestri, in pratica due al mese. Assurdo come fosse riuscita a monopolizzare il mio tempo e la mia vita tutta.

    Quando a maggio mi lasciò per fare ritorno in Svezia dopo l’esperienza Erasmus, mi resi conto ‒ e fu una doccia fredda ‒ di essere nella merda fino al collo per gli esami della sessione estiva. Mancavano solo una ventina di giorni a quelli di giugno e per mantenere la borsa di studio anche per il secondo anno avrei dovuto sostenere almeno tre esami con una media superiore al venticinque. Quali avrei potuto dare senza aver frequentato le lezioni, senza aver preso appunti, senza aver aperto nemmeno un libro?

    Era fuori discussione affrontare Lingua Spagnola 1 e Letteratura Spagnola 1, non essendomi mai presentata a una sola lezione. La prima prevedeva addirittura che si parlasse in spagnolo durante l’esame, mentre per la seconda era obbligatoria la lettura di cinque romanzi-mattoni che, seppur nella traduzione italiana, a livello di tempo avrebbero richiesto tutti i venti giorni che mi rimanevano. La scelta ricadde di conseguenza sugli unici tre esami che avrei potuto preparare con un tour de force dell’ultimo momento: Linguistica generale – nel programma c’era una dispensa sul linguaggio dei segni che avevo sfogliato distrattamente e mi era parsa interessante; Lingua Inglese 1 con prova scritta di grammatica e sessione di comprensione orale in laboratorio; e infine Letteratura Inglese 1, esame al quale si poteva accedere solo dopo aver superato un modulo obbligatorio di letteratura nord-americana.

    Decisi di cominciare proprio da quest’ultimo. Quell’anno, il 1999, era in programma la lettura e l’analisi del romanzo Il colore viola di Alice Walker, scrittrice di colore vincitrice del Pulitzer nel 1983 e autrice di numerosi romanzi e racconti incentrati sulle condizioni di vita dei neri ‒ in particolare le donne ‒ negli anni cinquanta del ‘900 nel Sud degli Stati Uniti.

    La prima cosa da fare era ovviamente leggere il libro, che per fortuna non era lunghissimo, con le sue trecento pagine. Lo divorai in tre giorni, complici uno stile e un linguaggio molto semplici che rispecchiavano la

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