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Decreto contro la Setta dei Liberi Muratori 1824
Decreto contro la Setta dei Liberi Muratori 1824
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Decreto contro la Setta dei Liberi Muratori 1824

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Prima ristampa anastatica digitale, (riproduzione del testo originale) e versione testuale di un raro opuscolo stampato nel 1824 da Francesco IV d'Austria Este, (Duca di Modena, Reggio, Mirandola Arciduca d'Austria, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia), contro la Massoneria e la Carboneria, colpevoli di complottare per abbattere la monarchia. Da Annales Chronologiques litteéraires et historiques de la Maconnerie des Pay-Bas, tome V - Années 1824, Ordre de Bruxelles, L. Jorez Fils Editeeur, 1826: “Il 1 marzo 1824 fu pubblicato il Decreto del Duca di Modena contro i Framassoni, dettato dall'ignoranza la più completa dei fatti e degli uomini, frutto di errore, degno e deplorevole risultato dei pregiudizi, della superstizione e del fanatismo sacerdotale italiano (...). Sua Altezza Reale credette senza dubbio di aver bisogno di una specie di giustificazione, perché lo fece seguire da un estratto degli statuti di certe società segrete, oggetto principale dei suoi timori e della sua avversione e che voleva a tutti i costi collegare alla Massoneria! Era difficile per un sovrano sbagliare più completamente. Ma il Tribunale di Milano aveva appena condannato a morte diversi individui di rango nobile e tra l'altro il Marchese Arconati Visconti, perché apparteneva a società segrete e il Duca di Modena era trascinato nel turbine motore delle grandi persecuzioni come dei grandi errori!” Con introduzione e nota bibliografica di Giorgio Montecchi, Presidente dell'Istituto di Storia del Risorgimento di Modena e Professore ordinario di Bibliografia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Statale di Milano.
LanguageItaliano
PublisherDigital Index
Release dateDec 29, 2012
ISBN9788897982449
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    Decreto contro la Setta dei Liberi Muratori 1824 - FRANCESCO IV d'Austria Este

    FRANCESCO IV d'Austria Este

    Duca di Modena, Reggio, Mirandola Arciduca d'Austria, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia 

    DECRETO CONTRO

    LA SETTA DEI LIBERI MURATORI

    1824

    ristampa anastatica digitale

    riproduzione del testo originale e versione testuale

    FRANCESCO IV

    Duca di Modena, Reggio, Mirandola Arciduca d'Austria, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia

    INTRODUZIONE

    Dopo la bufera napoleonica, il 15 luglio 1814, Francesco IV d’Austria Este fece il suo ingresso in Modena quale erede del nonno, il duca Ercole III d’Este, deceduto in esilio nel 1803. Era infatti nato a Milano il 6 ottobre 1779 dal governatore della Lombardia Ferdinando d’Austria, figlio a sua volta dell’imperatrice Maria Teresa, e da Maria Beatrice d’Este, figlia unica di Ercole III, ultimo duca estense di Modena.

    Questi riferimenti dinastici, che coordinavano tra loro la discendenza estense con quella austriaca, restarono i punti essenziali di riferimento per l’azione politica di tutta la sua esistenza, volta a ripristinare la passate glorie estensi nel piccolo ducato sotto l’egida della potenza imperiale austriaca, di cui pure si considerava personalmente partecipe ed erede.

    Si sentiva infatti fin dalla fanciullezza principe italiano di Casa d’Austria. E tale fu e si comportò durante tutta la sua vita. Pensava sinceramente a stati italiani con un buon grado di autonomia sovrana al loro interno ma governati nel contesto millenario del potere imperiale e dell’autorità indiscussa della Chiesa.

    A questo ideale uniformò le sue scelte di politica interna ed estera, sia quando si prodigava per il miglioramento delle condizioni di vita dei ceti più disagiati, sia quando reprimeva duramente ogni forma di opposizione al suo potere mai disgiunto da quello supremo dell’Austria, sia, infine, quando sognava per sé un prestigio ed eventualmente uno stato che si estendesse oltre i confini del suo piccolo ducato.

    Si sentiva infatti erede diretto anche del padre Ferdinando d’Austria che era stato l’ultimo governatore della Lombardia austriaca fino al 1796, prima dell’arrivo di Napoleone.

    Francesco IV d’Austria Este, spinto dall’ambizione, aveva anche accarezzato l’idea di dar ascolto alle sirene che gli giungevano da forze produttive e borghesi (come forse gli erano apparse le giovani figure di Enrico Misley e di Ciro Menotti) ma poi se ne ritrasse, impaurito e indignato, quando vide che ciò non poteva avvenire senza il rifiuto e il distacco dalla sua Austria: in ogni modo era chiaro che non avrebbe mai agito al di fuori o contro l’impero asburgico di cui si sentiva parte.

    In quegli anni anche il cugino Carlo Alberto di Carignano, che era vissuto a Parigi ed aveva sempre guardato fino ad allora con favore alla Francia, per non perdere la prospettiva di ereditare il regno sabaudo si era diligentemente adeguato alla politica dell’Austria con cui, ottenuto il regno, strinse alleanza, condividendo e approvando la repressione del duca austro estense contro carbonari e patrioti.

    Nel 1814, quando Francesco IV d’Austria Este recuperò il trono estense, lo spirito o, com’era nel sentire di molti, il fantasma della massoneria si aggirava per l’Europa ormai da circa un centinaio di anni. Aveva infatti assunto forma istituzionalmente organizzata a Londra nel 1717. La sua storia precedente poggia spesso più su suggestioni e analogie che su fatti e documenti attendibili.

    Di certo, la massoneria era alimentata dalle aspirazioni ampiamente sentite presso i ceti intellettuali e cittadini che, tra Sei e Settecento, desideravano superare i contrasti religiosi, le rivalità politiche e le guerre tra gli stati che, dall’età della Riforma e della Controriforma, dilaniavano l’Europa.

    I suoi aderenti intendevano fondare il proprio pensiero e la propria azione principalmente su quanto accomunava gli individui e favoriva il progresso morale dell’umanità, grazie a una concezione aperta e tollerante della convivenza civile. Questo atteggiamento mentale, dopo l’ordine imposto all’Europa dal Congresso di Vienna e dopo il riemergere ed il rafforzarsi di antiche intolleranze politiche e religiose nella alleanza tra il trono e l’altare, difficilmente poteva trovare uno spazio in cui crescere

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