Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume
Di Mimmo Pesare
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Anteprima del libro
Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume - Mimmo Pesare
Table of Contents
Béance
Mimmo Pesare Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume
Prefazione di Emidio Clementi
Introduzione: perché questo libro?
1. Percorso di un pensiero
2. Protasi: i Registri
3. Inconscio e linguaggio
4. Il soggetto barrato
5. I paradossi dello specchio
6. La costituzione dell’Io
7. Oltre l’alienazione dell’immagine
8. La legge della parola
9. La sostanza godente
10. Il vuoto causativo
11. Conclusioni?
Bibliografia
Profilo biografico
Béance
Collana del Laboratorio di Studi Lacaniani
Università del Salento
diretta da Mimmo Pesare
Comitato Scientifico:
Matteo Bonazzi (Università di Milano-Bicocca)
Bruno Moroncini (Università di Salerno)
Mimmo Pesare (Università del Salento)
Rocco Ronchi (Università dell’Aquila)
Béance 1
§
Musicaos Editore
Copyright, 2015
Musicaos Editore
Via Arciprete Roberto Napoli 82
Neviano (Le)
tel. 0836.618232
www.musicaos.org
info@musicaos.it
Progetto grafico
Bookground
ISBN 978-88-99315-320
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Mimmo Pesare
Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume
Jacques Lacan spiegato dai Massimo Volume
Prefazione di Emidio Clementi
Tempo fa, in un’intervista, Paul McCartney raccontò che in vita sua non aveva mai voluto imparare a suonare la chitarra troppo bene. Non perché non ne sarebbe stato capace, diceva, ma perché gli piaceva continuare a stupirsi ogni volta che muoveva le dita lungo la tastiera.
Mi è sempre parsa una splendida metafora per spiegare la creatività, quel delicato miscuglio di applicazione e incoscienza, che per sbocciare ha bisogno non solo di tecnica, ma di tutto ciò che trova attorno: vita vissuta, vite raccontate, libri, aneddoti, volti sconosciuti, stupori improvvisi. Un compositore non è un musicologo, così come uno scrittore non è un letterato. In quello che fanno ci passa in mezzo la vita.
Ecco, detto questo, ora mi è più facile confessare di non aver mai letto Lacan, né qualcuno dei suoi esegeti. Del pensiero del maestro francese conosco giusto le due o tre nozioni, non so nemmeno quanto esatte, che hanno superato i confini accademici per diventare comuni, e il poco che mi ha raccontato un paio di amici in cura da analisti lacaniani.
Ma se si è aperti, ricettivi, come vuole McCartney; se si segue la strada della creatività, ecco allora che capitano incontri impensati, impensabili, come questo.
Sono consapevole della differente caratura dei nomi in ballo, come di sicuro anche Mimmo Pesare. Solo avvicinarli pare un gesto blasfemo e probabilmente lo è. Da una parte uno dei più grandi pensatori del Novecento; dall’altra un gruppo rock relegato nella provincia della provincia dell’impero, che poco o nulla sa di impulsi e inconscio. Eppure, secondo Pesare, la lingua che parlano in qualche punto è simile.
Creare rimandi, smuovere pregiudizi, accendere improvvisi bagliori, sommare esperienze diverse. Lo scopo che si è posto Pesare in queste pagine credo sia proprio questo. Con la giusta dose di incoscienza e di stupore. Come vuole McCartney e come pretende la creatività.
§
a chi, ancora, si stupisce con i dischi e con i libri.
Buon anno, ragazzi!
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Introduzione: perché questo libro?
In questo libretto dal titolo volutamente provocatorio si accostano due nomi apparentemente inaccostabili: quello teorico-clinico di Jacques Lacan, psicoanalista e maestro del pensiero del secolo scorso e quello lirico-musicale dei Massimo Volume, band post-rock italiana, attiva a partire dell’inizio degli anni Novanta. Come dire, la matrice della cultura teoretica del Novecento e quella che un tempo veniva designata col fastidioso termine pop.
Il tentativo auspicabile di questo accostamento, a prima vista inverecondo, è quello di fornire uno strumento dalle prospettive (almeno in parte) didattiche, dove la didattica, cioè l’insegnamento, non è una trasmissione passiva e supina del sapere, ma un invito a ché il sapere trasformi le vite di chi si accinge a fruirne il senso. Nonostante negli ultimi anni si stia assistendo a una rinascita e a un nuovo utilizzo della sua teoria, il nome di Lacan è stato spessissimo associato a una cifra molto alta di tortuosità e di incomprensibilità. Ma come spesso accade, l’occhio e la penna dell’artista rappresentano un vettore di traduzione estremamente efficace dello spirito di un tempo e delle sue rappresentazioni culturali.
Al di là dei nomi e dei campi d’azione, la questione sulla quale si tenterà di ragionare in questo libretto è rappresentata da una domanda fondamentale: cos’è un soggetto?
Per comprendere cos’è un soggetto si possono scegliere più percorsi di riflessione e di analisi: si può partire dalla filosofia, si può scegliere la strada simbolica della letteratura o quella affascinante delle arti. Tutti questi apporti saranno utili e probabilmente attraverseranno i nodi che affronteremo. Ma una prima importantissima chiarificazione riguarda il metodo che scegliamo di seguire in quest’avventura. E il metodo è uno e uno solo: quello della psicoanalisi e in particolare della psicoanalisi di Jacques Lacan.
Il metodo scelto non può dirsi completo se non si specifica che il discorso che si affronterà non sarà un discorso accademico sul contributo della psicoanalisi lacaniana alla questione del soggetto, ma una sorta di crocevia, di cortocircuito,