I percorsi ciclabili dell'Adriatico: Dalla rete ciclabile europea al progetto VE.LE.
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Questo volume è la sintesi di parte di una ricerca condotta nell'ambito del Dottorato in Sociology of Regional and Local Development, presso l'Università di Teramo, all'interno del quale è stato ideato il progetto VE.LE. - Ciclovia Adriatica VEnezia LEcce – nato per promuovere la realizzazione del percorso ciclabile coincidente con il ramo n. 6 di Bicitalia, percorso che congiunge Santa Maria di Leuca con Ravenna, costeggiando il mare Adriatico, fino a ricollegarsi ai percorsi europei già esistenti e in corso di realizzazione. Un progetto che necessita non solo di infrastrutture ma di una rete di relazioni, di capitali sociali, di competenze e conoscenze, del coordinamento dei vari progetti che già sono in atto sull'itinerario e che, se non messi in relazione, sono destinati a perdere di efficacia. Una rete sociale prima ancora di una rete infrastrutturale, per promuovere quello che sarà, una volta completato, uno dei percorsi ciclabili più lunghi d'Europa.
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Anteprima del libro
I percorsi ciclabili dell'Adriatico - Raffaele di Marcello
Strumenti per la transizione #08
Collana diretta da Umberto Santucci
I percorsi ciclabili dell’Adriatico
Dalla rete ciclabile europea al progetto VE.LE.
Raffaele Di Marcello
L’edizione cartacea di questa pubblicazione
è stampata presso gli stabilimenti Logo srl di Borgoricco (PD),
i cui procedimenti tipografici sono interamente certificati dal Forest Stewardship Council®
fsc.org
ISBN: 9788898969159
Indice
Premessa
1. La rete ciclabile europea EUROVELO e i percorsi BICITALIA
2. VE.LE. per la ciclovia adriatica Venezia - Lecce… e oltre
2.1.1 Veneto
2.1.2 Emilia Romagna
2.1.3 Marche
2.1.4 Abruzzo
2.1.5 Molise
2.1.6 Puglia
2.2. I progetti
2.3 Inserimento nella rete Eurovelo
2.4 Dai percorsi europei alle reti locali
2.5 Sviluppo
2.6 Soluzioni tecniche
3. Conclusioni
Bibliografia
Premessa
Fin dalla sua invenzione la bicicletta è stata considerata un ottimo mezzo per le attività turistiche. Durante il diciannovesimo secolo le biciclette, allora definite velocipedi, facevano la loro comparsa in Italia e, seppure l’iniziale utilizzo fu ispirato principalmente alle imprese agonistiche (con la nascita delle prime associazioni sportive come il Veloce Club Fiorentino e il Veloce Club Milano, nel 1870, e l’Unione Velocipedista Italiana, nel 1884) nel novembre del 1894 venne fondato a Milano il Touring Club Ciclistico Italiano, associazione il cui scopo era tutelare e diffondere l’utilizzo del velocipede tra gli italiani, che successivamente, nel 1900, sarebbe diventato il Touring Club Italiano¹ (Pivato, 2011).
Figura 1 – Planimetrie e profili ciclistici editi dal Touring Club Ciclistico Italiano
fonte:pubblicazione del Touring Club Ciclistico Italiano, n.3, 1898²
Il principale sodalizio turistico italiano nasce, quindi, come associazione per lo sviluppo del turismo in bicicletta, promuovendo, fin dalla sua formazione, la realizzazione di percorsi ciclabili e la promozione di politiche per lo sviluppo dell’utilizzo delle due ruote a pedali.
Dalla nascita del velocipede
ai giorni nostri l’interesse per le potenzialità dell’uso della bicicletta a fini turistici, in ambito europeo, si sviluppa sempre di più e, nel 1999, la Commissione Europa, in una pubblicazione dal titolo "Città in bicicletta. Pedalando verso l’avvenire" (Commissione Europea, 1999) affermava, che:
"…Il collegamento tra rete di itinerari quotidiani e rete di itinerari durante il tempo libero può inoltre avere ripercussioni economiche grazie al turismo. Nei Paesi Bassi si è calcolato che la rete di itinerari ciclabili su lunga distanza genera entrate di almeno 7 milioni di € all’anno.
Calcoli di questo tipo spiegano come la Svizzera, il Regno Unito o la Spagna puntino sullo sviluppo di reti di itinerari turistici.
Nel Regno Unito, la rete ciclabile nazionale (National Cycle Network), lunga più di 10 000 km