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I misteri di Campobasso: Una festa agraria dei Sanniti
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Ebook63 pages35 minutes

I misteri di Campobasso: Una festa agraria dei Sanniti

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La festa molisana più rappresentativa del mondo antico è quella dei Misteri che, ogni anno, ha luogo a Campobasso nel giorno del Corpus Domini. La festa ha conservato simboli e significati che appartengono alla tradizione agraria dei popoli italici che hanno abitato per millenni il territorio della regione Molise.
LanguageItaliano
PublisherHomeless Book
Release dateSep 1, 2014
ISBN9788898969180
I misteri di Campobasso: Una festa agraria dei Sanniti

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    I misteri di Campobasso - Paola Di Giannantonio

    Goethe

    Premessa

    La festa molisana più rappresentativa del mondo antico è quella dei Misteri che, ogni anno, ha luogo a Campobasso nel giorno del Corpus Domini. La festa ha conservato simboli e significati che appartengono alla tradizione agraria dei popoli italici che hanno abitato per millenni il territorio della regione Molise. Anche se i congegni¹ rappresentano scene che si richiamano esplicitamente alla religione cristiana, contemporaneamente sono ricchi di una simbologia antecedente, collegata all’immaginario sacro dei popoli agricoltori–allevatori i cui simboli sono impressi nella parte inconscia della psiche e rappresentano gli archetipi che regolano la vita di tutti.

    Per questa ragione vale la pena tentare una lettura antropologica della festa di Campobasso ed analizzarne le figurazioni per rintracciarne i significati originari. A questo scopo sono stati presi in considerazione i frammenti superstiti del sapere popolare, le leggende, le usanze e i modi di dire riferiti ai Misteri. La festa di Campobasso è molto complessa e ricostruire le sue origini è una operazione difficile anche se è evidente il contesto agrario che sottintende l’intero impianto della festa. Se si riflette sui valori di quel contesto sociale è possibile sia ritrovarne l’autenticità sia comprenderne le contaminazioni, i cambiamenti e le aggiunte avvenute in epoche successive.

    Il tempismo che regola il procedere della sfilata ricorda da vicino le modalità di svolgimento delle altre imponenti processioni delle feste popolari del Molise: quella dei Carri S. Pardo di Larino, le Traglie di S. Anna a Ielsi, lo Scarciacappa di Santa Croce di Magliano, tutte scandite dal comando di un capo-carro o di animali, come accade nel caso di S. Croce, che ha il compito di decidere l’andatura e decidere le pause di tutta la processione.

    Allo stesso modo dei traglieri di Ielsi e dei carrieri di Larino, i capi-mistero di Campobasso impartiscono i comandi con gesti ed espressioni particolari, mentre tengono fra le mani un corto bastone: una gestualità che determina il susseguirsi delle soste, mai casuali, anzi sempre organizzate in modo da dare la giusta visibilità ad ognuno degli ingegni e tali da garantire il necessario riposo ai buoi e, nel caso dei Misteri, ai giovani portatori². Une, doie e tre, scannètt alèrt!, uno, due e tre, portatori attenti!, è la formula pronunciata ad alta voce dai capi-squadra, o capi-mistero in tono energicamente esortativo, mentre battono il bastone per tre volte sul pianal’³, la base del carro, regolando in questo modo i tempi delle fermate e delle ripartenze di tutta la processione. Da generazioni i capi-mistero si tramandano questo ruolo da padre in figlio, insieme alla cura e all’allestimento di ciascuno dei congegni⁴. Allo stesso modo, sono affidate a singole famiglie la cura e l’organizzazione delle più antiche feste del Molise già menzionate: i Carri di S. Pardo a Larino, le Traglie di Ielsi, ma anche i Carri di San Martino in Pensilis e gli altari di S. Giuseppe a Guardialfiera, Castelbottaccio, Casacalenda. E, forse, grazie a questo tipo di trasmissione familiare, feste tanto grandiose dell’antichità sono potute pervenire fino ai nostri tempi post-moderni. La similarità organizzativa delle feste molisane è il segno della matrice culturale che accomunava le popolazioni pre-romane di stirpe sannita pentra e frentana rimasta

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