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I sogni, messaggi in codice: Manuale pratico di interpretazione
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I sogni, messaggi in codice: Manuale pratico di interpretazione
Ebook62 pages29 minutes

I sogni, messaggi in codice: Manuale pratico di interpretazione

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Il sonno e i sogni fanno parte della nostra esistenza, che per un terzo, in media, dovrebbe trascorrere nell'incoscienza del riposo notturno. Oggi, alcuni indirizzi scientifici danno poca importanza ai sogni, nonostante le ricerche svolte all'inizio del Novecento da Freud, Jung e altri eminenti studiosi. Invece nel passato, anche in quello più remoto, nessuno aveva dubbi sul loro valore, ed erano considerati alla stregua di messaggi delle divinità, impossibili da ignorare. Quella dell’interpretazione dei sogni è perciò una storia lunga e avvincente, strettamente intrecciata con tutte le manifestazioni religiose, comprese le pratiche divinatorie con cui a volte si confonde. Questo ebook di facile lettura vuole essere un piccolo manuale di introduzione al significato nascosto dei sogni.
LanguageItaliano
PublisherHomeless Book
Release dateJul 10, 2013
ISBN9788896771808
I sogni, messaggi in codice: Manuale pratico di interpretazione

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    I sogni, messaggi in codice - Giuliana Lomazzi

    APPROFONDIMENTI

    1. SOGNI

    E PASSATO

    "I sogni sono illustrazioni dal libro

    che la tua anima sta scrivendo su di te".

    Alan Drew

    Dormire, forse sognare

    È quanto afferma l’Amleto shakespeariano nel suo famoso monologo che comincia con Essere o non essere. Abbiamo scelto di iniziare così il libro per evidenziare fin dall’inizio come il sogno sia una normale attività notturna. Quanto tempo passiamo a sognare? Alcuni nostri amici e conoscenti sostengono di non fare nemmeno un sogno per tutta la notte. Eppure studi scientifici dimostrano che nelle varie fasi del sonno ci sono 4-7 periodi in cui si svolge attività onirica, per un totale di alcune ore. È difficile dire quante con precisione ma, insomma, passiamo buona parte delle nostre notti a sognare! Nella nostra vita si alternano momenti felici e tristi, periodi sereni e pieni di problemi, ma il nostro personale cinema notturno continua sempre, perfino nelle circostanze più critiche e addirittura quando il sonno viene meno: il nostro organismo ha un estremo bisogno di sognare, ed è in grado di farlo anche a occhi aperti! E nei momenti difficili i sogni sembrano proprio l’unica consolazione rimasta.

    Il sonno e i sogni fanno parte della nostra esistenza, che per un terzo, in media, dovrebbe trascorrere nell’incoscienza del riposo notturno. Spesso si usa dire ci dormirò sopra o, seguendo i dettami della saggezza popolare, la notte porta consiglio. Certo, può capitare che invece di fare dei bei sogni arrivino degli incubi terrificanti, che ci fanno balzare sul letto con il cuore in gola e ci costringono a rimuginare durante il giorno, cercando di capire il senso di quelle immagini preoccupanti.

    Tuttora alcuni indirizzi scientifici danno poca importanza ai sogni, nonostante le ricerche svolte all’inizio del Novecento da Freud, Jung e altri eminenti studiosi. Invece nel passato, anche in quello più remoto, nessuno aveva dubbi sul loro valore, ed erano considerati alla stregua di messaggi delle divinità, impossibili da ignorare. Quella dell’interpretazione dei sogni è perciò una storia lunga e avvincente, strettamente intrecciata con tutte le manifestazioni religiose, comprese le pratiche divinatorie con cui a volte si confonde.

    L’importanza dei sogni nell’età antica

    I popoli senza scrittura tenevano certamente in grande considerazione le immagini notturne, che consideravano al pari di visioni. Lo rivelano non tanto degli scritti, che ovviamente mancano, quanto le usanze delle popolazioni che vivono ancora in modo tradizionale, con attività di caccia e raccolta, allevamento o agricoltura di sussistenza, lontane dai cambiamenti degli ultimi secoli. Ancora oggi, ad esempio, molte tribù dell’Amazzonia ritengono autentiche le avventure vissute in sogno, e al mattino seguente chi si è visto cadere in acqua nel sonno si reca dallo sciamano per chiedergli di ripescargli l’anima.

    Notizie più certe le abbiamo, almeno a partire dal III millennio a.C., riguardo alle genti che vivevano intorno al bacino mediterraneo. Queste, influenzandosi reciprocamente, avevano atteggiamenti simili nei confronti del mondo onirico. Per esempio credevano che fossero degli dei a inviare i sogni (come il babilonese Zuqiqu) e avevano veri e propri interpreti, gli oniromanti (chiamati shailou in Egitto, baru in Babilonia, magi in Persia), di solito membri della classe sacerdotale e rispettati in sommo grado. Fra i loro compiti, quello di distinguere i sogni divini, veri, da quelli falsi, mandati dai demoni, e i sogni fausti dagli infausti. Questi ultimi erano ritenuti forse più importanti perché permettevano di prendere delle misure per evitare la catastrofe profetizzata.

    Altra caratteristica importante dell’oniromanzia era l’incubazione, una pratica molto diffusa tra egizi, babilonesi, romani, greci e in misura minore tra i primi cristiani. Consisteva nel recarsi a sognare in templi appositi, dove dopo vari riti di preparazione si trascorreva la notte e, al mattino, ci si faceva interpretare dal sacerdote il sogno inviato dal dio di quel tempio.

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