I morti? Li spostiamo noi...
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Non si vuole, in questo libro, indagare sulla convenienza o meno di questa infrastruttura ma forse dare una spiegazione alle cause di questo movimento. Eppure la valle non è solo Movimento è anche Turismo, Sport invernale, Enogastronomia, Storia e tanta Solidarietà.
Terra di Resistenza e proprio partendo da un fatto realmente accaduto il romanzo crea una storia “ricordata” che non è una ricerca di parallelismi tuttavia coincide con alcuni punto di contatto.
Forse è proprio questo che caratterizza la valle, la testardaggine dei montanari e il loro attaccamento alla terra
…ma questa storia è solo un romanzo!
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I morti? Li spostiamo noi... - Claudio Cantore
padre
Aforismi obiettivi e volontà
Chi sa concentrarsi su qualche cosa e perseguirla come unico scopo ottiene, alla fine, la capacità di fare qualsiasi cosa.
M.Gandhi
PREFAZIONE di Bruna Bertolo
Chi conosce Claudio Cantore, scrittore valsusino appassionato di Storia, apprezza sicuramente anche il suo spirito di combattente: nel suo DNA, accanto all’amore per le parole scritte, il richiamo alle battaglie sociali, ambientali, civili, assume una rilevanza assoluta.
È da questa osservazione che si può partire per qualche riflessione su questo libro di Claudio Cantore. Una storia, romanzata, di racconti di Partigiani e che ci accompagna fino ai giorni nostri in una Valdisusa alle prese con il problema TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità progettata per il collegamento verso la Francia. Questi fatti affiorano prepotentemente in cui invenzione e realtà si fondono in un insieme di assoluto fascino.
La Valle di Susa, con la sua Storia di ieri e di oggi. Con le battaglie Partigiane e le battaglie dei militanti No/Tav. Una Valle che non si piega, che trova nella sua capacità di reagire la forza stessa della sua vitalità.
Attraverso il racconto di un vecchio
Partigiano, Cantore porta in scena i valori della Resistenza, i momenti della lotta, le fatiche delle battaglie
, i piani qualche volta ingenui che spesso suscitano anche il sorriso. Ci conquista, con l’audacia e insieme la spavalderia tipica di chi ha sedici anni, il protagonista: l’inizio della guerra mi ha incontrato alle elementari…. a fine mi vedrà italo combattente, sfilare a Torino il 25 aprile
.
Attraverso i suoi occhi, le sue azioni, le sue ansie, le sue emozioni si pongono davanti a noi pagine indimenticabili della Resistenza vissuta in Valle e il sabotaggio al ponte dell’Arnodera rappresenta in un certo senso il simbolo stesso di una Valle resistente che non si piega di fronte alle minacce, al rischio. E che combatte.
Proprio nel racconto di questo storico fatto, avvenuto il 29 dicembre 1943, (l’Arnodera il mattino di fine dicembre non esisteva più…
), Claudio Cantore rivela la straordinaria capacità di ricamare trame sottili e di disegnare personaggi, situazioni, con quel tono garbato e sottilmente velato di ironia che ci fa sorridere. La descrizione di come la preziosa e pericolosa dinamite venga nascosta sul carretto trainato dal mulo e … ammantato di prezioso (ai fini dell’attentato!) liquame, che diffonde il suo pungente olezzo nell’aria avvolgendo anche le persone, è una bella pagina di scrittura, densa di sottile humour. Con quel mulo che, spaventato dagli spari dei tedeschi, tenta in ogni modo di svincolarsi dal carro e solo un provvidenziale pugno del coraggioso Gino
riesce a calmare! Entrare nel vivo dell’azione significa anche questo….
Fu davvero entusiasmante
per la causa Partigiana il sabotaggio dell’Arnodera! Le ferrovie erano infatti diventate il bersaglio numero uno: era importantissimo cercare di interrompere la linea ferroviaria Torino-Modane per impedire la circolazione dei convogli militari tedeschi da e verso il territorio francese. La distruzione del ponte dell’Arnodera, poco a monte della stazione di Meana, impedì per oltre tre mesi il traffico ferroviario, con grave disagio per i tedeschi e fu uno dei momenti più esaltanti della lotta partigiana del primo periodo. L’esplosivo usato per il sabotaggio proveniva dalla Nobel di Avigliana e gli uomini impegnati in quell’operazione dimostrarono quanto coraggio ed astuzia fossero determinanti per ottenere risultati strategicamente validi. Una pagina di storia molto particolare, dunque: il comando tedesco di Torino definì l’atto un’opera d’arte, riconoscendolo come il più importante fra quelli compiuti dai banditi
(così vennero definiti inizialmente i Partigiani) nelle zone da loro occupate in Europa.
Sfilano attraverso i racconti dell’ex partigiano anche momenti e personaggi di storia valsusina successivi all’epoca resistenziale, come il riferimento alla storia di Marco, (figlio di un personaggio politico molto celebre), che nei terribili anni di piombo, partecipò alla costituzione del gruppo Prima Linea, gruppo terroristico separato dalle Brigate Rosse
, scrive Cantore, molto radicato in Valdisusa
.
Il racconto si snoda sempre in modo lieve, anche grazie ad una forma linguistica molto particolare: frasi brevi, spesso apparentemente interrotte, capaci di invitare il lettore a proseguire, con una lettura resa più semplice ed agevole grazie a questo accorgimento scelto dall’autore.
Leggere la Storia con la S maiuscola anche attraverso le rivisitazioni romanzate non può che fare bene. E Claudio Cantore dimostra di saperci condurre per mano, in queste rivisitazioni di momenti e di emozioni, con grande abilità.
Introduzione
La Valdisusa o Valsusa è una valle stretta a forma di U
, rimodellata nel periodo glaciale; inizia dal confine con la Francia e termina sulla piana formando due moreniche che giungono fino alle porte di Torino.
È attraversata da un fiume, la Dora, che occorre chiamarla Riparia, per non confonderla con la gemella parallela Baltea che discende dai monti d’Aosta e passa per il Canavese.
Geograficamente collega il Piemonte con la Savoia, il sud-est della Francia, e quindi è stato uno storico passaggio, documentato da importanti e memorabili transiti.
Nell’ultima guerra mondiale, dal 1943 al 1945 La valle è stata un territorio strategico, ma ribelle all’occupazione Nazifascista.
Essendo la zona un importante corridoio di passaggio, la valle oggi è attraversata da due statali, una ferrovia e un’autostrada che collegano l’Italia con la Francia.
Spesso queste vie si scavalcano vicendevolmente creando viadotti e ponti.
…e proprio di questo parleremo!
Una sera a Condove nel centro della Valdisusa
"A seguito delle prime 29 settimane d’attività dell’Osservatorio ho il piacere di trasmettere i Quaderni n.1 e n.2 presentati nella Conferenza Stampa di Palazzo Chigi con la partecipazione dei Sindaci interessati.
Il lavoro svolto ha consentito di definire i primi importanti accordi con le comunità locali sulla domanda di traffico lungo l’intero arco alpino, mentre è in avanzata fase di definizione il successivo Quaderno n. 3 sul Nodo di Torino.
Il Presidente
Mario Virano"
Era un venerdì sera d’inizio settembre.
Io e tutti gli amministratori della valle eravamo stati convocati a questa riunione.
Era la presentazione di un importante progetto!
Per far stare tutti, era stata messa