La Forza del Destino
Descrizione
Riassunto dei quattro atti, personaggi e testo completo dell'opera
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Anteprima del libro
La Forza del Destino - Giuseppe Verdi
Tavola dei Contenuti (TOC)
La Forza del Destino
Argomento
Introduzione
Primo Atto
Secondo Atto
Terzo Atto
Quarto Quarto
personaggi
PRIMO ATTO
Prima Scena
Seconda Scena
Terza Scena
Quarta Scena
SECONDO ATTO
Prima Scena
Seconda Scena
Terza Scena
Quarta Scena
Quinta Scena
Sesta Scena
Settima Scena
Ottava Scena
Nona scena
Decima Scena
TERZO ATTO
Prima Scena
Seconda Scena
Terza Scena
Quarta Scena
Quinta Scena
Sesta Scena
Settima Scena
Ottava Scena
Nona Scena
Decima Scena
Undicesima Scena
Dodicesima Scena
Tredicesima Scena
Quattordicesima scena
QUARTO ATTO
Prima Scena
Seconda Scena
Terza Scena
Quarta Scena
Quinta Scena
Sesta Scena
Settima Scena
Ottava Scena
Ultima Scena
La Forza del Destino
Melodramma in quattro atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
(1813 - 1901)
Prima rappresentazione:
San Pietroburgo, Teatro Imperiale, 10 novembre 1862
Prima rappresentazione in Italia:
Milano, Teatro alla Scala, 20 febbraio 1869
WEST PRESS EDITRICE
ISBN 978-88-88278-90-2
© Copyright 2014 - WEST PRESS EDITRICE
Via Volta 4 - 37029 S. Pietro in Cariano
Tel/Fax 045 2224293
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e-mail: westpress@westpress.it
Copertina di Mario Rocca
Argomento
Introduzione
Il tema dell’opera, in quattro atti, libretto di Francesco Maria Piave, è suggerito dal dramma Don Alvaro
o La fuerza del sino
di A. De Saavedra, Duca di Rivas.
Viene rappresentata la prima volta al Teatro Imperiale di Pietroburgo il 10 novembre del 1862. In Italia invece va in scena a Roma, il 7 febbraio del 1863, al Teatro Apollo, con il titolo Don Alvaro
, ma il Verdi non ne fu completamente soddisfatto, tanto che ne rifece in parte il libretto con l’aiuto di A. Ghislanzoni, essendosi nel frattempo ammalato il Piave. Presentò quindi la nuova versione dell’opera, con l’aggiunta della sinfonia, alla Scala di Milano il 27 febbraio 1869, con il nuovo titolo La forza del destino
, mutata nell’ordine delle scene e nel finale meno tragico.
È accolta con entusiasmo, sia da parte del pubblico che dalla critica. Un recensore la giudicò addirittura la più completa opera verdiana, con la quale egli conclude la stagione eroica
della sua attività creativa. Inizia qui la ricerca di una più elaborata e complessa struttura drammatica, con un uso del recitativo corredato di maggiori attenzioni strumentali e melodiche. Il soggetto è macchinoso, ma la musica irrompe con tale impeto e ricchezza d’ispirazione da rimanerne travolti. In essa lo slancio musicale oltrepassa i limiti spirituali del dramma che sono assai modesti.
Dove il libretto si raccoglie in un clima più intimo, ossia più umano e meno spettacolare, Verdi colloca il suo genio al punto giusto e scolpisce pagine immortali.
Questa potenza di concentrazione è un altro prodigio verdiano che scardina molte porte chiuse al melodramma. Lo confermano più esplicitamente la nuova edizione del Macbeth