Esercizi di stile
Descrizione
Scrittura creativa - manuale (39 pagine) - Una cosa è tua più di ogni altra, quando scrivi: lo stile!
Qual è il tuo stile? Domanda complicata e rispondere non è semplice. Ma… puoi davvero lavorare al tuo stile, renderlo unico, riconoscibile? O anche semplicemente MIGLIORE? Ci sono cose che si possono insegnare. Lo stile si… cerca. Un po’ alla volta, giorno dopo giorno. Andiamo quindi a scoprire cos’è lo stile, e come si perfeziona. Esercizi, esempi e numerosi contributi di autori espertissimi (Stefano Di Marino, Paola Barbato, Marzia Musneci, Giancarlo Narciso, Andrea Carlo Cappi, Cristiana Astori, Annamaria Fassio, Dario Tonani e tanti altri). Un viaggio nei segreti della scrittura. Alla ricerca del tuo stile.
Andrea Franco ha vinto il Premio Tedeschi nel 2013 con il romanzo giallo storico L’odore del Peccato. Per Delos Digital ha scritto anche la serie Scrivere fantasy e ha curato la collana Fantasy Tales. Oltre alla serie con monsignor Verzi (edita da Mondadori) ha pubblicato anche Jeffrey Dahmer: lo sguardo del Diavolo, 1849: guerra, delitti, passione, Il riscatto dei Kerr (con Franco Forte), Fata Morgana (con Enrico Luceri). Ad agosto 2015 uscirà il romanzo L’odore dell’inganno (Mondadori).
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Esercizi di stile - Andrea Franco
9788825409611
A mio padre,
che mi leggeva sempre.
Introduzione
Parlare di Stile è sempre molto complicato. Ogni autore cerca il proprio, ci lavora per anni, affinandolo, più o meno consapevolmente. In effetti, non è che una persona possa mettersi a tavolino e dire oggi creo il mio stile
. Lo stile già ce lo abbiamo, è parte di quello che siamo, di come vediamo/viviamo le cose e a queste diamo forma. Nel nostro caso forma scritta, perché ci dilettiamo a chiamarci Scrittori. Ma lo stesso vale per i pittori, per gli scultori, per i musicisti. L’unica cosa che non cambia, è l’impegno che ogni artista deve mettere per migliorarsi, per rendere in qualche modo unico e speciale quello che il talento e lo studio hanno portato in dote.
Studio, anche, sì. Perché non basta avere stile. Lo stile si alimenta, si nutre di quello che siamo, della nostra curiosità, della nostra percezione del tutto.
Cosa è lo stile, a pensarci bene?
Potremmo dire che è la nostra firma
, quel qualcosa di costante nella nostra realizzazione artistica che ci caratterizza. È l’insieme di tutto quello che manifestiamo col nostro scrivere, dalla struttura della trama alla sintassi, dalla scelta lessicale al posizionamento di una virgola, dal tono al ritmo, dalla scelta dei nomi fino all’effetto emotivo che cerchiamo di costruire. Lo stile è TUTTO e in quanto tutto non è definibile con semplicità.
E allora, questo TUTTO, così vasto, così incredibilmente difficile da racchiudere in schemi precisi, si può insegnare? Prima di dare risposta a questo, facciamo un passo indietro, recuperando qualche nozione storica. Sì, siamo scrittori, quindi dobbiamo affrontare il tema con profondità, curiosi di andare a fondo.
Rispetto a quello che abbiamo detto poche righe più su, notiamo già che c’è uno scarto con il concetto di stile della retorica antica. Infatti in passato lo stile aveva (nelle intenzioni di chi voleva definirne il concetto) più una funzione ornamentale. Per dirla con paroloni, interessava l’elocutio mentre non aveva nulla a che fare con l’inventio. Il passaggio storico successivo vuole lo stile legato al genere (in questo caso non è qualcosa di molto dissimile a quello che avviene oggi nella narrativa contemporanea), con una suddivisione tra sublime, medio e umile a seconda dell’argomento trattato. Un autore faceva la propria scelta di stile (lessico, struttura) in base al tipo di storia che voleva raccontare. Quando Dante Alighieri ha deciso di usare un linguaggio basso
per raccontare una storia alta
c’è stata una vera prima rottura degli schemi. All’epoca il latino era la lingua dello stile elevato, dei dotti, mente il ricchissimo idioma dantesco era considerato adatto a vicende di più bassa caratura.
Ma il vero cambiamento è molto recente ed è legato agli studi di Ferdinand de Saussure. Il linguista svizzero ha formalizzato la divisione tra langue e parole, quindi tra il codice e l’atto linguistico vero e proprio. Dal momento che ogni atto di parole rappresenta una scelta all’interno di un sistema vasto e complesso, ecco che lo stile diventa qualcosa di diverso, legato non al genere, non alla lingua utilizzata, ma a ogni scelta fatta dall’autore, parola dopo parola. Lo stile non è più solo forma, ma anche pensiero, scelta, espressione tra infinite combinazioni e possibilità. Ogni frase ha una lettura orizzontale (la sequenza delle parole, da non confondersi con l’atto esecutivo parole) e una verticale, se è vero che passo dopo passo compiamo una scelta tra infinite