Sonno verde
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La terraformazione di un pianeta: un'impresa titanica che trasformava un pianeta alieno in un paradiso abitabile dall'uomo, ricco di vegetazione e terreni fertili. Richiedeva vent'anni, tempo durante il quale gli aspiranti coloni vivevano sottoterra, in un ambiente artificiale, per controllare e seguire lo sviluppo del loro mondo futuro. Terminato il lavoro, era compito di Eleanor Cole, ufficiale antropologo, aiutarli a compiere il passaggio tanto atteso, a uscire alla luce del sole e iniziare una nuova vita. Ma sul pianeta Sisifo le cose erano andate diversamente. Il momento del passaggio era passato da anni e i coloni si rifiutavano di uscire dal loro mondo sotterraneo. Sarebbe toccato ancora una volta a lei, Eleanor Cole, risolvere la grana. Ma ciò che la attendeva su Sisifo era molto peggio di ciò che si aspettava.
Alessandro Forlani insegna sceneggiatura all'Accademia di Belle Arti di Macerata e Scuola Comics Pescara. Premio Urania 2011 con il romanzo "I senza tempo", vincitore e finalista di altri premi di narrativa di genere (Circo Massimo 2011, Kipple 2012, Robot e Stella Doppia 2013) pubblica racconti e romanzi fantasy, dell'orrore e di fantascienza ("Tristano"; "Qui si va a vapore o si muore"; "All'Inferno, Savoia!") e partecipa a diverse antologie ("Orco Nero"; "Cerchio Capovolto"; "Ucronie Impure"; "Deinos"; "Kataris"; "Idropunk"; "L'Ennesimo Libro di Fantascienza"; "50 Sfumature di Sci-fi"). Vincitore del Premio Stella Doppia Urania/Fantascienza.com 2013.
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Sonno verde - Alessandro Forlani
a cura di Silvio Sosio
Sonno verde
di Alessandro Forlani
ISBN versione ePub: 9788867753451
© 2014 Alessandro Forlani
Copertina: Andrea Alemanno
Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl
Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano
Versione: 1.0 maggio 2014
Font Quattrocento Sans by Pablo Impallari, SIL Open Font Licence 1.1
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Alessandro Forlani
Sonno verde
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Alessandro Forlani
Alessandro Forlani insegna sceneggiatura all'Accademia di Belle Arti di Macerata e Scuola Comics Pescara. Premio Urania 2011 con il romanzo I senza tempo, vincitore e finalista di altri premi di narrativa di genere (Circo Massimo 2011, Kipple 2012, Robot e Stella Doppia 2013) pubblica racconti e romanzi fantasy, dell'orrore e di fantascienza (Tristano; Qui si va a vapore o si muore; All'Inferno, Savoia!) e partecipa a diverse antologie (Orco Nero; Cerchio Capovolto; Ucronie Impure; Deinos; Kataris; Idropunk; L'Ennesimo Libro di Fantascienza; 50 Sfumature di Sci-fi). Vincitore del Premio Stella Doppia Urania/Fantascienza.com 2013.
Fitti nel limo, dicon: "Tristi fummo
ne l'aere dolce che dal sol s'allegra,
portando dentro un accidioso fummo:
or ci attristiam ne la belletta negra".
Quest'inno si gorgoglian nella strozza,
ché dir nol posson con parola integra.
Dante, Inferno; VII, 121-130
1.
Eleanor aveva chiesto si radunassero tutti là, ché si sale, quest'oggi; e i ventimilaseicentotredici pre-coloni che abitavano nominalmente le cellule di Conrad gremirono il grande atrio che accedeva agli ascensori. Tutti si ingobbivano dell'unico bagaglio che consentivano le normative lampeggianti sugli oloschermi: un'identica valigia di carbonio cenerognolo, contrassegnata da cifre rosse e da lettere che perdevano, nella folla, di qualsiasi significato. Si ostinavano a indossare le maschere, gli scafandri, i cilindri depuratori e le tute anti-tutto
: quegli stracci ridicoli, quei placebo per mondi ostili, che intralciavano i movimenti e non servivano un accidenti.
Uomini, donne, anziani e bambini.
– Non vi sembra che siano troppi? – la avvertì Farinelli.
Il counter demografico gemette di un fatal error a causa di discordanza con i dati in archivio.
– …come il solito, accidenti!… – Eleanor sbuffò: e picchiò con il pugno destro, infagottato nel digi-guanto, sulla ruggine del corrimano di una scala fin il soffitto. La arrampicò con il valletto-robot e spense il chiromonitor sul palmo della mano, che l'annoiava dei dati inutili trasmessi dall'orbita.
Lo sconcerto di un marconista le scoppiò nelle cuffie.
– Dottoressa! Signora Cole! Il flusso di informazioni si è interrotto tutto a un tratto: controllate che lo scandaglio…
– L'ho spento, cretino – lei lo azzittì. S'azzardò su un passatoio sottotetto alla sala: l'acciaio arrugginito scricchiolò del suo peso, gemette, s'incurvò sotto le suole di Farinelli; le viti stridettero nel cemento di pareti rischiarate da alogene per ettometri d'ambo i lati.
Lei si calò le tele-lenti sugli occhi e scorse il sotterraneo da navata a navata.
– Vi aggiorno via satcam: sono almeno diecimila di più di quanto mi avevate preventivato; il doppio, probabilmente. Lo scanner è andato in tilt. Dovevate immaginare che scopassero come ricci, se costretti per vent'anni in un cubicolo nel sottosuolo.
– … ma anche che ne morissero – bofonchiarono all'altro capo, – in simili condizioni di vita, le statistiche non…
– Questi respirano, ingoiano idrocarburi e metallo da un'intera generazione: immaginatevi gli anticorpi. Statistiche! – Eleanor ghignò. – Trasmettete al Ministero Extramondo la mia richiesta di nulla osta a procedere: ho davanti trentamila persone che scalpitano per uscire con in mano i bagagli, vedeteli; hanno un piede sulla soglia degli ascensori. Ma non voglio accompagnare in superficie un'intera comunità che il pianeta non sosterrebbe: è una rogna che non mi assumo.
Un elettrico crepitio di consolle le suonò nell'auricolare con il respiro del marconista, in sottofondo ai ticchettii di strumenti e il bombito ininterrotto dei motori dell'astronave. Eleanor distinse un irritato dammi qua; e il ronzio caratteristico d'un microfono di mano in mano.
E la voce di Antinori impastata da uno sbadiglio: – Dottoressa, siete