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Madre di sangue
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Madre di sangue

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ROMANZO BREVE (58 pagine) - ZOMBIE - L'inferno ha divorato il mondo degli uomini un morso dopo l'altro, utilizzando i suoi figli più corrotti: i morti viventi. In questo scenario apocalittico, tre sopravvissuti, Alice, Jamal e Brutal, si troveranno a dover lottare con una donna misteriosa, scoprendo che i nemici più terribili in quel mondo di sangue non sono solo gli zombie, ma anche le anime oscure e corrotte dei vivi

L'apocalisse zombie ha colpito il mondo da più di un anno e la selezione naturale ha lasciato in vita solo pochi esseri umani.  In questo mondo in rovina, Alice, una ragazza esperta di armi e tecniche di sopravvivenza, sta cercando rifugio nelle campagne attorno alla metropoli infestata dai non morti. Nello stesso momento due amici, Jamal e Brutal, un gigante e un nano fuggiti dal circo dove lavoravano, stanno facendo il percorso opposto: cercano di entrare in città per via di un misterioso messaggio radio che li ha informati di una comunità umana nascosta nelle viscere della metropolitana. I tre superstiti  non si conoscono ancora e non sanno che i loro destini si intrecceranno a causa di una donna misteriosa. Una donna che diventerà il loro peggiore incubo. In una strenua lotta per la vita, Alice scoprirà che il seme del male ha intaccato anche la sua anima. – Un altro episodio di The Tube Exposed, serie spin-off della serie horror The Tube creata da Franco Forte, a cui tutti gli scrittori possono partecipare.

Massimiliano Giri nasce nella Repubblica di San Marino il 23 febbraio del 1977. Cresce artisticamente nella fucina di talenti di Franco Forte e della Writers Magazine Italia. Nel 2012 alcuni suoi racconti brevi vengono selezionati e pubblicati nello Speciale Science Fiction della WMI e sulla prestigiosa rivista Robot. Nel 2013 è finalista al trofeo Rill, terzo classificato al Premio John W. Polidori e riceve una menzione speciale al Premio Algernon Blackwood. Nel tempo libero, oltre a leggere e scrivere, accumula cibo in scatola e frequenta un poligono, tenendosi pronto in vista di una prossima, imminente zombie apocalypse.
LanguageItaliano
PublisherDelos Digital
Release dateJun 24, 2014
ISBN9788867753987
Madre di sangue

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    Madre di sangue - Massimiliano Giri

    a cura di Franco Forte

    Madre di sangue

    di Massimiliano Giri

    1.0 giugno 2014

    ISBN versione ePub: 9788867753987

    © 2014 Massimiliano Giri

    Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl

    Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano

    Versione: 1.0 giugno 2014

    TUTTI I DIRITTI RISERVATI

    Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate.

    Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria

    Indice

    Colophon

    Massimiliano Giri

    Madre di sangue

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    TUBEPEDIA EXPOSED

    Delos Digital e il DRM

    In questa collana

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    Massimiliano Giri

    Massimiliano Giri nasce nella Repubblica di San Marino il 23 febbraio del 1977. Cresce artisticamente nella fucina di talenti di Franco Forte e della Writers Magazine Italia. Nel 2012 alcuni suoi racconti brevi vengono selezionati e pubblicati nello Speciale Science Fiction della WMI e sulla prestigiosa rivista Robot. Nel 2013 è finalista al trofeo Rill, terzo classificato al Premio John W. Polidori e riceve una menzione speciale al Premio Algernon Blackwood. Nel tempo libero, oltre a leggere e scrivere, accumula cibo in scatola e frequenta un poligono, tenendosi pronto in vista di una prossima, imminente zombie apocalypse.

    1

    Le antenne, sopra i tetti dell’hinterland, sprofondavano dita scheletriche nella pancia del crepuscolo, allungando ombre rachitiche sopra ogni cosa. Gli edifici, anneriti e in rovina, giacevano tagliati in due da una costola d’asfalto piena d’erbacce e carcasse d’auto. Di fronte a quella che una volta era la macelleria del quartiere, un pugno di morti viventi si trascinava in cerchio, assediato da un’aureola di mosche.

    Jamal considerò che da quel momento in avanti ne avrebbero incontrati sempre di più, di quei mostri, a mano a mano che si sarebbero inoltrati nel cuore della metropoli.

    – Che puzza – sibilò Brutal, arricciando il naso.

    – Non voglio nemmeno immaginare cosa ci sia in quella macelleria – mormorò Jamal, che osservava la scena dallo specchietto. – Quanti ne vedi? Da questa angolazione mi sembrano tre.

    – Uno… due… sono cinque – contò Brutal.

    – Bene. Ci penso io.

    Brutal si girò di spalle e Jamal estrasse la calibro 22, mentre i mostri claudicanti si stagliavano come ombre cinesi nella bolla rossa del sole. Jamal cominciò ad abbatterli uno dopo l’altro, in un macabro tiro a segno.

    – Meno cinque – proclamò, dopo che il quinto colpo ebbe penetrato il cranio di una vecchia senza un braccio. – Riprendiamo la marcia.

    – Ma io sono stanco! – protestò Brutal.

    – Vuoi restare in mezzo alle mosche, questa notte?

    – No.

    – Allora ascoltami. Ti ho mai deluso?

    – No.

    – Bene, allora girati. C’è un edificio, davanti a te, con la scala antincendio di metallo. Lo vedi?

    Brutal si voltò e scrutò verso i palazzi. – Quello con i vetri rotti?

    – Non mi ricordo se ha i vetri rotti, santo putrefatto! È l’unico con la scala antincendio a vista! – grugnì Jamal.

    – Okay, lo vedo, ma non sgridarmi sempre.

    – Smettila, bestione! Lo sai che ti voglio bene, però dobbiamo muoverci. Il sole sta calando.

    Brutal s’incamminò verso il condominio con le mani pronte sui tomahawk che teneva ai lati del cinturone, schivando i cadaveri accartocciati a terra. Raggiunse la scala e la studiò dal basso verso l’alto.

    – Questo palazzo è più alto degli altri.

    – Vogliamo stare qui a discutere dell’altezza? – rispose impaziente Jamal.

    – Lo sai che soffro di vertigini e questa scala non mi sembra sicura.

    Jamal diede un colpetto con il dorso della mano alla nuca di Brutal. – Io non ho nessuna intenzione di crepare qui sotto perché tu hai paura di salire le scale, chiaro? Se vuoi morire sganciami, andrò sul tetto da solo.

    Brutal ammutolì. Da una via laterale un suono metallico attirò la loro attenzione: un altro zombie, impigliato in un carrello della spesa, si trascinava nella loro direzione.

    – Sganciami, bestione!

    – No – si arrese Brutal. – Ti porto su io. – E prese a salire la rampa di metallo.

    – Cerca di fare piano – sussurrò Jamal. – Non ci ha ancora visti.

    Brutal salì fino alla cima del palazzo, tenendosi con entrambe le mani alle balaustre, e una volta raggiunto il tetto, emise un gemito liberatorio.

    – Visto? Non è stato poi così pericoloso. Adesso abbassati, ho bisogno di sganciarmi e fare pipì – ordinò Jamal.

    Brutal si accovacciò e sganciò le fibbie che tenevano legato Jamal e lo zaino alla sua schiena.

    – Finalmente, me la stavo facendo addosso! – esultò Jamal, dirigendosi verso un lucernario che sbucava dalla copertura di catrame come un bubbone di plexiglass.

    – Qui mi sembra sicuro – constatò Brutal, che aveva cominciato a perlustrare la zona.

    – Naturale che lo è, gli infetti non salgono verso l’alto – replicò Jamal, che aveva cominciato a inondare l’abbaino di urina. – A meno che non stiano inseguendo qualcuno. Però per sicurezza blocchiamo l’accesso con quelle botti – suggerì, indicando alcuni barili di metallo.

    Brutal cominciò subito a impilarli davanti alla parte terminale della scala, poi si sedette appoggiato al parapetto di cemento, esausto.

    – Hai fame? Nello zaino abbiamo ancora cinque barattoli di fagioli. Certo non è il massimo, le nostre scoregge potrebbero attirarli.

    Brutal scoppiò in una grassa risata e Jamal lo zittì amichevolmente, cominciando a rovistare nello zaino.

    – Ecco la cena – annunciò, lanciando due barattoli all’amico. – Io mi accontenterò di una sola lattina, dato che sono quattro volte più piccolo di te.

    Brutal corrugò la fronte e portò le pupille verso l’alto, come se stesse calcolando qualcosa di importante. – Se sono quattro volte te devo avere quattro lattine, non due!

    – Santo putrefatto, hai ragione! – ridacchiò Jamal. – Te ne darò un’altra dopo, okay?

    Brutal non rispose nemmeno, aveva già il naso sprofondato nel primo barattolo.

    La notte scivolò sul quartiere come un vestito di seta scuro, così densa da sembrare un ammasso solido a cui potersi aggrappare. Jamal si stese sulla copertura di catrame ancora calda dal sole del giorno.

    – Ehi, bestione. Ti ricordi quando non si vedevano le stelle?

    – Non le vedevamo

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