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Gruppo Grotte Catania, ottantanni sopra e sotto il Vulcano - Volume Primo
Gruppo Grotte Catania, ottantanni sopra e sotto il Vulcano - Volume Primo
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Ebook253 pages1 hour

Gruppo Grotte Catania, ottantanni sopra e sotto il Vulcano - Volume Primo

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About this ebook

Questo volume raccoglie una serie di relazioni inedite che sono il frutto dell’impegno dei soci nell’ambito della numerose sfaccettature della moderna attività speleologica: storia, esplorazione, ricerca biospeleologica e proposte web, presentate durante le varie sessioni del palinsesto dei festeggiamenti consentiranno al lettore una panoramica ampia su quanto costituisce ai giorni nostri l’attività del Gruppo Grotte Catania.
LanguageItaliano
PublisherAutori vari
Release dateJan 24, 2016
ISBN9786050418217
Gruppo Grotte Catania, ottantanni sopra e sotto il Vulcano - Volume Primo

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    Gruppo Grotte Catania, ottantanni sopra e sotto il Vulcano - Volume Primo - AA. VV.

    l’autore.

    Prefazione

    Festeggiare ottanta anni di Speleologia organizzata non è cosa ricorrente ai nostri giorni, vista la modesta longevità delle associazioni speleologiche.

    La Sezione dell’Etna del Club Alpino Italiano, dall’alto dei suoi centoquaranta anni di storia, si fregia anche di avere al suo interno una componente speleologica che può raccontare ben ottanta anni di Speleologia alle pendici del Mungibeddu.

    In questo lavoro, si è voluto raccogliere quanto realizzato durante i festeggiamenti organizzati proprio per ricordare questo importante periodo di storia speleologica.

    Gli sforzi dei soci del Gruppo Grotte Catania, hanno consentito di realizzare una serie di appuntamenti che a cavallo del mese di dicembre del 2013, si sono susseguiti nei confortevoli locali della Sezione e presso la sede del Parco dell’Etna a Nicolosi.

    La mostra fotografica, nell’allestimento curato nei minimi dettagli dal nostro socio Giorgio Terranova, ha raccontato con cento immagini, un percorso cominciato nel lontano 1933 per opera del giudice Francesco Miceli.

    L’archivio storico e fotografico della Sezione e del Gruppo, nonché il materiale reperito presso i soci più anziani, quali Nino Corsaro e Blasco Scammacca, hanno consentito di compendiare degnamente un così lungo periodo di attività speleologica.

    Per non farci mancare nulla abbiamo proposto anche altri appuntamenti durante la settimana dedicata ai festeggiamenti: una rassegna di documentari tutti dedicati all’Etna, una tavola rotonda, tenutasi nella sala conferenze del Parco dell’Etna, sulla proposta di istituire una banca dati delle informazioni naturalistiche etnee; tre escursioni e per concludere un convegno dove sono stati presentati gli ultimi risultati delle esplorazioni e degli studi condotti dai soci del Gruppo nei vari ambiti della Speleologia.

    Tutto questa materiale è stato quindi raccolto in due volumi digitali per poterlo rendere fruibile anche a coloro che non hanno potuto presenziare ai vari appuntamenti e per lasciare una traccia di un periodo così lungo di attività speleologica.

    Il primo volume raccoglie una serie di relazioni inedite che sono il frutto dell’impegno dei soci nell’ambito della numerose sfaccettature della moderna attività speleologica: storia, esplorazione, ricerca biospeleologica e proposte web, presentate durante le varie sessioni del palinsesto dei festeggiamenti consentiranno al lettore una panoramica ampia su quanto costituisce ai giorni nostri l’attività del Gruppo Grotte Catania.

    Il secondo sarà un viaggio iconografico negli ottanta anni di Speleologia nell’ambito del Club Alpino Italiano di Catania. Raccogliendo oltre alle immagini che hanno impreziosito la mostra fotografica anche gli scarti, che tali non sono e che consento di completare un cammino lungo ottanta anni all’interno delle grotte di mezzo mondo.

    Buona lettura.

    Catania, dicembre 2015

    Giuseppe Priolo – Direttore del Gruppo Grotte Catania

    Indice volume primo

    La storia del Gruppo Grotte Catania

    Introduzione

    Raccontare la storia di un gruppo speleologico non so se rientrerà mai tra le opere che segneranno la letteratura mondiale però la combinazione di più eventi, mi ha convito a realizzare un breve resoconto su ottant’anni di Speleologia etnea organizzata.

    L’obiettivo? consentire alle vecchie generazioni di ricordare vicende passate ed amici, alcuni scomparsi, e ai giovani di conoscere le origini di una così longeva associazione.

    Le origini

    Dal carteggio dell’archivio della Sezione dell’Etna del Club Alpino Italiano, fondata nel 1875, all’anno 1882 si ha notizia della prima escursione documentata di soci della Sezione alla grotta delle Palombe di Nicolosi. Il Consiglio Direttivo della Sezione nella sua seduta del trentuno luglio dello stesso anno, vista l’importanza dell’impresa, propone l’acquisto di un verricello a sedia per la discesa dei pozzi della cavità.

    Altre sono le notizie sulle attività speleologiche etnee che si leggono tra le righe dell’archivio storico della Sezione, ma si tratta di notizie di attività sporadiche, spesso collegate alle guide, all’epoca, organiche alla Sezione. La svolta si ha quando un giovane magistrato, Francesco Miceli divenuto socio della Sezione nel 1927 (figura 1), attratto dalle cavità che la maggior parte dei consoci evitano prediligendo le ascensioni sulle aspre balze del vulcano, comincia a coagulare intorno a lui un gruppo di amici che si esercitano in una sorta di alpinismo a testa in giù, così si legge nella relazione del presidente della Sezione.

    Figura 1: Francesco Miceli alla Tre Livelli

    Con gli anni l’attività di Miceli si fa metodica ed egli si pone subito un obiettivo che rimarrà per oltre mezzo secolo il punto di riferimento e di arrivo degli speleologi etnei: creare un Catasto delle Grotte dell'Etna.

    Si ha notizia certa che il dodici novembre del 1933 alcuni soci dell’aliquota speleologica della Sezione effettuano una discesa integrale della grotta delle Palombe di Nicolosi, tra questi oltre al Miceli si annovera l’allora giovanissimo presidente della Sezione Raffaello Vadalà Terranova.

    La nascita

    La data di nascita del gruppo speleologico della Sezione si associa storicamente ad un evento avvenuto nel 1933, quando attraverso la pubblicazione di numero unico dedicato all'inaugurazione del Rifugio Menza, dato alle stampe all'inizio del 1934, Miceli firma un articolo sulle grotte dell’Etna (figura 2). Egli elenca così elenca un numero di cavità: "… prima di tutte la Grotta delle Colombe, dietro i Monti Rossi, già visitata nel 1823 da Mario Gemmellaro, nel cui Grande Pozzo si calano il 12 novembre 1933 alcuni soci. Quelle dei Monti Silvestri, dei Crateri del 1852, delle Sciare di Scorciavacca, delle Femmine e delle Palombe, ai margini della Pineta di Linguaglossa. Poi le cavità dei Due Pizzi, e quella superba della Grotta del Gelo. Sul versante di nord ovest, la Grotta delle Vanette, quella delle Vanelle e la Grotta del Burò. A sud di Biancavilla, la Grotta di Scillà, quindi quella del Fracasso, di Monte Intralèo, del Brigante, degli Archi".

    Figura 2: articolo del 1933 a firma di Miceli

    Miceli effettua anche una prima distinzione fra le diverse maniere di generarsi delle grotte vulcaniche, distinguendo le grotte di scorrimento lavico da quelle, prevalentemente verticali, formatesi presso i crateri a seguito della violenta risalita di grandi flussi di gas. La prima classificazione su base morfologica.

    Figura 3: distintivi del CAI nel periodo fascista

    In quel periodo storico, in regime di autarchia, il Club diventa Circolo Alpinistico Italiano (figura 3) a le ambizioni dei giovani speleologi rimangono invariate. All’orizzonte si avvicina la guerra, alle attività bisognerà imporre una pausa per dedicarsi a problemi ben più seri ed angoscianti.

    La pausa per la guerra

    Nel 1943 anche l’Italia si trova come belligerante nel secondo conflitto mondiale, i giovani vengono proiettati in scenari che ben distavano da quelli selvaggi, ma ludici, del Mongibello, e si ha una pausa forzata dell'attività. Nel 1945, tra disagi e povertà, tanta, si riprendono le originarie attività e si ritorna a percorrere le sciare e i boschi dell'Etna. Ai giovani, ormai non più tali, se ne affiancano altri

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