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The Bloody Pit
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Ebook87 pages1 hour

The Bloody Pit

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"The Bloody Pit" Il Cinema Horror Americano 1988-1994 Vol.1

LanguageItaliano
Release dateNov 13, 2015
ISBN9781310521621
The Bloody Pit
Author

Domenico Burzi

Correttore di bozze, traduttore, sottotitolatore e curatore di "Shock Terror!"

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    The Bloody Pit - Domenico Burzi

    INTRODUZIONE

    Il volumetto che avete tra le mani è frutto di più di vent’anni di visioni. La prima edizione ciclostilata è stata realizzata nel 1993 in occasione del Dylan Dog Horror Fest e da quel pioneristico tentativo ne è passata di acqua sotto i ponti. Gli anni ottanta e i primi anni novanta sono stati un territorio di caccia inestimabile per i giovani appassionati di cinema horror. VHS, visioni in sala, festival, film trasmessi ad orari impossibili su reti private hanno contribuito a cementare una passione folle, malata e becera, chiamatela come volete, condivisa con un plotone di compagni folli, malati e beceri, chiamateli come volete, reduci di guerra come solo gli amanti del cinema del terrore possono diventare.

         Il materiale che compone questo The Bloody Pit è stato selezionato in base ad una scelta specifica: considerare il 1988 come un vero e proprio spartiacque per ciò che riguarda il modo di concepire il film horror e tutto quello che ne consegue in ambito scenotecnico, fino a raggruppare un mucchio selvaggio di produzioni che ci portano fino al 1994, l’anno che vide sugli schermi Pulp Fiction e Wes Craven’s New Nightmare. L’enorme successo di Nightmare 4: Il Non Risveglio (1988) ha cambiato di prepotenza le carte in tavola, trasformando di fatto un torturatore assassino/pedofilo in un conduttore di spettacoli da seconda serata.

    Non che debba essere per forza un male, ma il cambiamento di prospettiva è stato epocale e molte vittime sono rimaste sul campo di battaglia. I film brutti, sporchi e cattivi si sono ritrovati dei compagni di letto insospettabili fino a pochi minuti prima; era possibile andare al cinema e trovare sullo schermo uno psichiatra cannibale pronto a scannare poliziotti e Bobby De Niro in vena di strappare la faccia a qualche incauta signorina. C’era parecchia confusione. I film del terrore erano stati legittimati? Si erano forse trasformati in argomenti da trattare nei salotti, con gli accademici a sostituire il termine horror con perturbante per distinguersi dalla massa di bifolchi?

         Titoli come Bram Stoker’s Dracula (1992) e Mary Shelley’s Frankenstein (1994) sembravano confermare questa tendenza, tuttavia è necessario ricordare il conflitto allora vigente tra il potentissimo organo di censura statunitense, l’MPAA (Motion Pictures Association of America, oggi ridotto a MPA) e i film horror troppo violenti per ottenere la classificazione di Film per Tutti, ovvero PG o PG-13, quest’ultimo fortemente voluto da Steven Spielberg nel 1984 per legittimare quelle pellicole destinate ai ragazzini ma comunque ritenute troppo impressionanti o violente (vedi Indiana Jones and the Temple of Doom e Gremlins). La forbice venutasi a creare tra le produzioni di Seria A e Serie B, raggiunse un punto di non ritorno proprio sul finire del decennio e nei primi anni novanta quando film come Cape Fear,The Silence of the Lambs, Misery e The Hand that Rocks the Cradle , passavano indenni dalla forche caudine dei ratings mentre produzioni come Mindwarp (prodotto dalla Fangoria Films) e Son of Darkness: To Die For 2 per non parlare di Leatherface: The Texas Chainsaw Massacre III (presentato in censura la bellazza di DIECI volte a causa dei tagli imposti) venivano mutilati o minacciati dall’infamante NC-17, il sostituto per la classificazione X, che di fatto (anche se non ufficialmente) comparava i film horror ai film pornografici, non potendo contare sull’appoggio delle sale cinematografiche e della pubblicità.

    Che fare allora con il cinema horror tra il 1988 e il 1994?

    Il cinema è sempre stato un grande gioco di rimandi, citazioni e cicli ritornanti. Resta il fatto che il passaggio tra gli anni ottanta e gli anni novanta abbia generato del materiale oggi considerato deleterio per il genere e la sua evoluzione. Può essere senz’altro vero per alcuni prodotti. Ma è altrettanto vero che scavando e scavando, raschiando da sempre il fondo del barile, come gli scavengers di Mindwarp, è possibile (ri)trovare i resti di un’antica grandezza.

    VIDEO CHOPPING LIST

    555 - O

    555 (1988) Wally Coz

    Incredibile ma vero, questo filmaccio girato in video è riuscito ad accaparrarsi una certa aura di culto. Un serial killer hippie con orrenda camicia hawaiiana semina il terrore tra le coppie, trucidandole per poi intrattenere rapporti sessuali post-mortem con le donne. Due poliziotti e una reporter locale cercano di risolvere il caso. Fine. Rozzo e ignorante, il film di Koz, cineasta alla sua prima e unica esperienza filmica scomparso nel 2006, si avvale (?) di ridicoli effetti gore e di una tra le scene di omicidio più infami di tutti i tempi: una delle vittime femminili, alla vista del fidanzato trafitto alla gola con un machete, anziché fuggire, si nasconde sotto il lenzuolo. Imperdibile. Girato praticamente in famiglia, produce la moglie Linda e sceneggia il fratello Roy, sui titoli di coda sfoggia pure un Catering by Mom che dice tutto. Distribuito dalla Slaughterhouse Entertainment. DVD disponibile sulla pagina FB dedicata al film. INTERPRETI: Charles Fuller, Mara Lynn Bastian, Greg Kerouac, Greg Neilson, B.K. Smith, Bob Grabill.

    976 Evil (1988) Robert Englund

    L’esordio alla regia di Robert Englund lasciò più di un appassionato con l’amaro in bocca, in attesa di chissà quale grande capolavoro del genere. Visto oggi, 976 Evil risulta un dignitoso B-movie che si inserisce nel solco scavato da Carrie, Jennifer e altri revenge-movie con i piedi infilati negli anni settanta; la storiella del povero loser (Stephen Geoffreys, già conosciuto dagli aficionados come l’Evil Ed di Fright Night e prima della svolta porno-gay) che trova strumento di rivalsa nella linea telefonica gestita nientemeno che dal Diavolo, per quanto sciocca, si lascia guardare con moderato piacere, soprattutto grazie agli effetti prostetici offerti dalla Kevin Yagher Production, Inc. (a parte il finalissimo con la caduta negli inferi, piuttosto debole). Englund riuscirà a fare di peggio con Killer Pad. Sceneggiatura di Rhet Topham e di Brian Helgeland. Il DVD tedesco Region 0 Eyecatcher Movies contiene sia la uncut version (102:30 min. PAL) che l’unrated version (88:36 min. PAL). Titolo italiano: 976 Chiamata per il Diavolo. INTERPRETI: Stephen Geoffreys, Patrick O’Bryan, Lezlie Deane, Sandy Dennis, Robert Picardo.

    976 Evil II: The Astral Factor (1992) Jim Wynorski

    Sequel assolutamente non necessario del film di Englund, 976 Evil II è un puro distillato dello stile Wynorski. Qualche nudo, effetti cheap, violenza fumettistica e attori per molti versi improponibili. Vedere per credere Rene Assa, nel ruolo di Mr. Grubeck, a cui il centralino in

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