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Questo strano Natale
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Questo strano Natale

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Ci sono molti modi di passare il Natale. A volte ti senti solo, altre volte ti aspetti qualcosa che non succederà, oppure hai programmato tutto e capita che il tuo piano vada a monte, o magari sei al lavoro, o perso nei ricordi, o pensi di poter uccidere... Queste sono storie di giorni di Natale di persone comuni, delle loro vite e dei loro pensieri.
LanguageItaliano
Release dateNov 3, 2015
ISBN9788892513990
Questo strano Natale

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    Questo strano Natale - Angela Giulietti

    Anna

    Prefazione

    Non amo particolarmente il Natale. Lo amavo da bambina. Adesso mi sembra un gran casino di gente impazzita nei negozi, isteria collettiva e un buonismo ipocrita che porta le persone a considerare gli altri solo per augurare loro Buon Natale.

    Non faccio regali a nessuno, perché non ho bambini. Mando, invece, qualche offerta a chi si occupa di curare l'infanzia nei paesi più poveri. Forse, se lo facessimo tutti: 15 euro in Africa o in Sud America, invece che comprare bagnoschiuma rivoltanti a casse, tanto per educazione verso gli zii che non si vedono tutto l'anno, daremmo tante speranze in più a bambini che rischiano di non diventare mai adulti. Spero che qualcuno ci penserà.

    Ho scritto questa serie di racconti, che avevo da un po' nel cassetto, per presentare vari tipi diversi di Natale. E ho voluto dare un'occasione anche ai miei lettori, creando una specie di gara sulla mia pagina Facebook. Ho invitato le persone a inviarmi storie sul Natale, tra le quali avrei scelto quella da pubblicare in questo e-book.

    Me ne sono arrivate 23. Purtroppo, ne ho dovute scartare alcune perchè contenevano errori di gramamtica, e un'altra perché ho scoperto che era stata copiata da un racconto già esistente. Non è stato facile scegliere, ma alla fine ho deciso di premiare Anna, la quale mi ha inviato una storia vera, reale, sofferta, piena di ottimismo e di saggezza, che parla della sua esperienza personale. La trovate nell'ultimo capitolo; io ne sono rimasta molto coinvolta, e mi auguro che anche gli altri lettori apprezzeranno.

    Grazie comunque a tutti coloro che ci hanno provato, chissà, forse ci saranno altre occasioni. Buona lettura e... sì, dai, anche Buone Feste.

    Questo strano Natale

    Questo è uno strano Natale.

    Nessuno è venuto a portarmi la colazione a letto. Mamma non ha guardato fuori con una forzata allegria, ma mi ha ricordato:

    Devi rifare il letto

    E' un Natale strano perché ieri notte, alla messa, il prete non mi ha sorriso. Quando mi sono alzata per fare la comunione non mi ha sfiorato la guancia con un'espressione amichevole. Ero una dei tanti.

    A scuola nessuno mi ha portato dolcetti fatti in casa. E quando mi è caduto lo zaino me lo sono dovuta raccogliere da sola.

    La mamma e la nonna non mi hanno accolta al rientro con l'aria soddisfatta, mostrandomi l'albero appena addobbato. Mi hanno messo in mano una scatola di palline e fili argentati, indicandomi il salotto. L'albero me lo sarei dovuta fare senza l'aiuto di nessuno.

    Neanche il presepe era pronto. E sono stata anche ripresa quando ho messo le pecorelle sul bordo. Babbo ha osservato:

    Così le tireremo giù ogni volta che passiamo!

    Le ho spostate, tenendole al riparo sotto una roccia di carta stagnola.

    A pranzo, non c'era la zuppa inglese, il mio dolce preferito. C'era, invece, un bel tiramisù in onore di mio cugino che aveva appena annunciato il suo imminente matrimonio.

    E' uno strano Natale, perché ho dovuto portare fuori il cane sotto la pioggia, e occuparmi di lavare i piatti quando i parenti se ne sono andati.

    Questo è il primo Natale in 17 anni in cui non sono stata esortata a recitare una poesia. La festa attorno ai pacchetti è durata pochi minuti, e al centro dell'attenzione io non c'ero più.

    A cena ho dovuto mangiare il lesso, trasformato dall'avanzo del pollo, come tutti gli altri. Quest'anno niente bistecchina con patate nel mio piatto. Hanno fatto finta di non vedere la mia smorfia.

    E' davvero un Natale molto, molto strano. Non mi viziano più, non mi riempiono più di complimenti, non hanno più quell'espressione comprensiva sul volto. E io sono felice. Sono orgogliosa di potermi rifare il letto, di bagnarmi nel portare a spasso il cane, di arrampicarmi sulla scala per posizionare la stella sull'albero, di mangiare il lesso e di subire rimproveri a causa delle pecorelle. Lo posso fare, lo voglio fare. Questo è il primo Natale in cui mi sento uguale agli altri.

    Due mesi fa mi hanno dato un cuore nuovo.

    Macchie nere

    Anche se in giardino faceva freddo, Emma decise di uscire con  la scusa di prendere una boccata d'aria. Si tirò su la sciarpa fino a coprire la punta del naso, calò il berretto di lana sulle orecchie e indossò i guanti. Non c'era un rumore. La gente era tutta nelle case, a festeggiare, al caldo. Le strade erano deserte e l'atmosfera quasi rarefatta dal gelo e dal silenzio.

    Non aveva mangiato il dolce perché da anni sapeva che sua nonna ci metteva troppo zucchero, rendendolo pesante e mal digeribile. Aveva appena assaggiato lo spumante, che di certo non era la sua bevanda preferita, poi aveva afferrato la borsa e il cellulare dicendo che doveva fare una telefonata e prendere un po' d'aria, e si era dileguata.

    Davanti agli occhi aveva ancora l'immagine della tavola imbandita. Dei suoi genitori, sposati da 31 anni, dei nonni che per tutta la vita avevano gestito il loro negozio, degli zii di successo pronti per partire per mete esotiche, di sua cugina che mostrava l'anello di fidanzamento, sbaciucchiando il compagno, e di suo fratello che a 25 anni si era laureato in giurisprudenza e stava già facendo pratica presso uno studio legale. Poi, c'era lei. Una insignificante ospite che non attirava l'attenzione di nessuno. Quella che

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