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Palmi è una città nella quale le leggende vengono tramandate di generazione in generazione. Ciò che un tempo veniva raccontato dagli adulti ai bambini di fronte alla legna scoppiettante messa ad ardere nei bracieri, continua ad essere raccontato oggi, dai padri ai figli, nelle comode case moderne. I volti di invitti condottieri del mare, di eroi greci, di fiere principesse e di spietati pirati turchi, sopravvivono all’incedere dei secoli. I racconti ascoltati in età infantile rimangono dentro di noi per tutto il resto della vita.
LanguageItaliano
Release dateJul 28, 2014
ISBN9788868221393
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    Ouitalos - Arcangelo Badolati

    ARCANGELO BADOLATI

    OUITALOS

    LEGGENDE E MITI

    DEI MARINAI

    Corporazione dei Marinai della Varia

    Un ringraziamento particolare a Walter Pellegrini, Giorgia Gargano, Luigi Carbone, Eugenio Crea, Peppe Cricri, Carlo e Antonello Fotia, Maurizio Tedesco, Antonello Scarfone, Lillo Loierco e Mariano Parisi.

    Gli utili derivanti dalla vendita del libro saranno devoluti , per volontà dell’Autore e dell’Editore, alla Corporazione dei marinai della Varia

    Proprietà letteraria riservata

    © by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy

    Edizione eBook 2014

    ISBN: 978-88-6822-139-3

    Via Camposano, 41 - 87100 Cosenza - Tel. 0984 795065 - Fax 0984 792672

    Siti internet: www.pellegrinieditore.com - www.pellegrinilibri.it

    E-mail: info@pellegrinieditore.it

    I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.

    Ai marinai di tutte le epoche:

    cavalieri dei venti,

    guardiani delle maree,

    custodi dei misteri delle correnti

    PREFAZIONEe

    di Giorgia Gargano

    Voglio scrivere il mito fondativo della Corporazione dei marinai, mi ha detto Arcangelo qualche tempo fa. Conoscendolo dal mio sempre, mi sono chiesta quale dei suoi talenti avrebbe solleticato questa volta: il narratore? il giornalista? l’affabulatore? il goliardo?

    Per chi non fosse informato di cosa sia la Corporazione dei marinai, suggerisco una visita nell’ultima settimana di agosto nel profondo meridione d’Italia, in una delle periferie più periferiche dello stivale: qui, nel paese di Palmi, si celebra la festa della Varia – oggi sprovincializzata per essere stata inclusa tra i beni Unesco – che è insieme una festa religiosa con modalità pagane e un rito di identificazione collettiva con il territorio. Una poderosa macchina a spalla costruita per quindici giorni nel centro storico viene alla fine trascinata lungo il corso principale da giovani e meno giovani palmesi, suddivisi in cinque corporazioni rivali e amiche, divise prima e unite poi nell’unico sforzo del trasporto, che segna il culmine della festa. Alla Corporazione dei marinai appartiene, orgogliosamente, Arcangelo.

    Ecco perché ho immaginato da subito che questo non sarebbe stato un libro, o solo un libro: era un regalo di Arcangelo ai suoi amici.

    Mi sbagliavo, però.

    Perché Arcangelo, come tutti i Palmesi, soffre di un insopprimibile amore verso la propria terra di origine, la cui intensità è inversamente proporzionale alla distanza fisica da essa. Più ci si allontana da Palmi, più si resta avvinti dal pensiero di un paese che ti segue perché ti appartiene in virtù di quel patrimonio di favole, storie, mostri, santi, miti che lo attraversano e che ogni bambino palmese incarna ora nei Giganti Mata e Grifone che danzano al ritmo minaccioso della Banda Pilusa; ora nell’icona del San Rocco ferito e pietoso e nel corpo degli Spinati che si immolano in suo nome; ora nelle tracce inequivocabili lasciate su un masso senza nome dalla coda e dalle zampe del diavolo smascherato da Sant’Elia… Sacro e profano coesistono, in questo paese che in eterno i suoi mythoi preserveranno dal silenzio indifferente dei non-luoghi.

    Dunque, questo libro è anche una grande dichiarazione di amore per Palmi, che con Arcangelo scopriamo ombelico del mondo. Ed in effetti è stato un polo, quando il Mediterraneo non era il lago in cui la scoperta degli Oceani lo ha trasformato. Il piccolo pianoro dei Tauriani diventa, nelle testimonianze degli antichi metabolizzate dai sogni di Arcangelo, il centro di mondi in cui uomini qualsiasi si incrociano e incontrano i personaggi che, tra mito e storia, ci ancorano al nostro presente: Ulisse, Enea, Ottaviano e Pompeo, Dragut, Leonida Repaci… Tremila anni di storia sono qui, a farci improvvisamente compagnia senza pretese di intellettualismi.

    I critici di professione, gli opinionisti d’occasione diranno che il saggista Badolati si è concesso un divertissement letterario. Io dico invece che questo libro – scritto di getto, di notte, in ogni ritaglio di tempo possibile, recitato al telefono e riletto in silenzio, imperfetto e irriverente, sincero e surreale – è l’anima di Arcangelo. Ogni parola risuona della voce della verità intima del mio cugino amatissimo, col quale ho condiviso l’infanzia tra cacce alle lucertole, maratone in spiaggia e interminabili partite di nascondino. Quel cugino che ha costruito una parte dei miei sogni, l’imprevedibile ideatore di boutades, l’arringatore delle assemblee scolastiche, il trascinatore di folle, che oggi usa lo stesso carisma di allora interpretando la sua professione in chiave idealistica, alla stregua di una missione.

    Non saprò mai quanto gioco ci sia in quello che fa, ma una cosa è certa: se lui lo decide, non puoi sottrarti dal giocare insieme lui. Ed è la magia che accade anche tra le righe di questo libro: cosa importano, alla fine, la verità storica o la controprova archeologica? È l’anima dei luoghi, quella che qui conta. Le lunghe battaglie tra soldatini o guardie e ladri della nostra infanzia, in fondo, non finivano con il trionfo dei buoni e la disfatta dei cattivi. Semplicemente, si concludevano temporaneamente per poter ricominciare il giorno dopo.

    Anche gli eroi di questo libro combattono contro altri eroi, contro la natura, dentro il mare, perché esistono: loro, però, vincono la loro battaglia contro l’oblio. Fin quando parleremo di loro, non potranno dirsi morti.

    LEGGENDE E SUGGESTIONI

    Palmi è una città nella quale le leggende vengono tramandate di generazione in generazione. Ciò che un tempo veniva raccontato dagli adulti ai bambini di fronte alla legna scoppiettante messa ad ardere nei bracieri, continua ad essere raccontato oggi, dai padri ai figli, nelle comode case moderne. I volti di invitti condottieri del mare, di eroi greci, di fiere principesse e di spietati pirati turchi, sopravvivono all’incedere dei secoli. I racconti ascoltati in età infantile rimangono dentro di noi per tutto il resto della vita.

    Qui la calma e la bellezza dell’ulivo che si specchia nel viola del mare con le sue foreste, resta nel ricordo con una dimensione omerica, come se a fondare queste cattedrali di ulivi che respingono la luce del sole, solo permettendo alle felci arboree di crescere tra tronco e tronco, fossero stati giganti o eroi del mito, non piccoli uomini qualunque

    (Leonida Repaci)

    Su un pianoro sito in località Tauriana di Palmi la Soprintendenza archeologica della Calabria ha trovato tracce di

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