Carlo Lombardo e Il paese dei campanelli Breve storia di un'operetta
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L’operetta è in tre atti; il libretto prevede 32 scene, mentre la partitura ne contiene 18. La trama è singolare e fantastica. Il paese dei campanelli è ambientata in un tranquillo paesino di tipo olandese. Un giorno nel borgo approda una nave a causa di un guasto e arrivano in paese dei giovani cadetti di Marina. Appena sbarcati il loro interesse è rivolto alle giovani e belle ragazze del paese, che sembrano ben disposte ad accogliere le loro galanterie: il paese è tanto quieto da diventare monotono e anche i loro anziani mariti non rendono la vita allegra. L’arrivo dei marinai porta quindi un tono di vitalità e di briosità. Questo paese ha una stranezza, che incuriosisce anche i marinai: ogni casetta di questo luogo ha un piccolo campanile, posto a guardia della fedeltà coniugale. La leggenda dice che i campanelli suoneranno ogni qualvolta una moglie sarà in procinto a violare la fedeltà coniugale. La coppia romantica dell’operetta è formata dal guardiamarina Hans e dalla giovane Nela, quella comica e spigliata invece dall’allegra Bombon e dal tenente La Gaffe, il cui nome dice tutto della sua personalità. Le gaffes sono infatti le sue specialità, sarà lui il fulcro che innescherà le situazioni comiche della storia. Ad esempio rivelerà a Nela che Hans è sposato, mentre la gaffe decisiva sarà quella di aver confuso dei telegrammi facendo arrivare in paese tutte le mogli dei cadetti al posto delle ragazze di un corpo di ballo. Dopo una serie di vicissitudini e divertenti situazioni i cadetti ripartiranno e alla fine il paese tornerà alla sua vita discreta e monotona, e così i campanelli non avranno più motivo di suonare.
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Carlo Lombardo e Il paese dei campanelli Breve storia di un'operetta - Luisa Longobucco
LUISA LONGOBUCCO
CARLO LOMBARDO
e
Il paese dei campanelli
Breve storia dell’operetta
Proprietà letteraria riservata
© by Pellegrini Editore - Cosenza - Italy
Edizione eBook 2013
ISBN: 978-88-6822-095-2
Via Camposano, 41 (ex via De Rada) - 87100 Cosenza
Tel. (0984) 795065 - Fax (0984) 792672
Sito internet: www.pellegrinieditore.it - www.pellegrinilibri.it
E-mail: info@pellegrinieditore.it
I diritti di traduzione, memorizzazione elettronica, riproduzione e adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
Indice
Ringraziamenti
Introduzione
Capitolo primo
L’operetta
1.1 La nascita dell’operetta
1.2 L’operetta in Italia
Capitolo secondo
Biografie
1.1 Carlo Lombardo
1.2 Virgilio Ranzato
Capitolo terzo
Il paese dei campanelli
Capitolo quarto
Il libretto e lo spartito
Considerazioni finali
Appendice A
Appendice B
Postfazione
Bibliografia
A mio Padre.
Che non ascolta più
il suono del mio pianoforte,
ma il canto dei Serafini.
Ringraziamenti
La mia gratitudine va alla dottoressa Carlotta Lombardo, nipote di Carlo Lombardo, per la sua generosità nell’aver messo a mia disposizione documenti privati e manoscritti, ma soprattutto per le sue confidenze sulla famiglia Lombardo, è stata una fonte preziosa per conoscere meglio questo grande artista.
Un grazie va anche a tutti coloro che lavorano alla Casa Editrice Lombardo per essere sempre stati disponibili.
Un ringraziamento va a Carlo Lombardo jr. e a Ester Lombardo in Sprot figli di Carlo Lombardo, con i quali ho avuto lunghe e piacevoli conversazioni, ciò mi ha permesso di comprendere meglio la vita privata del padre.
La mia riconoscenza va al professore Egidio Pozzi, docente di Teoria e analisi della musica all’Università della Calabria, per aver seguito i miei studi con infinita pazienza e notevole attenzione.
Un ringraziamento va la mio collega Pino Murano insegnante e violinista per avermi aiutato a districarmi nel mondo della tecnologia musicale.
Un grazie va a Maurizio Nichetti attore e regista, che ha messo in scena Il paese dei campanelli
, per avermi permesso di confrontarmi con lui, poiché un grande maestro ti aiuta sempre a crescere.
Introduzione
Il Paese dei campanelli, scritta da Carlo Lombardo, messa in musica dallo stesso Lombardo e da Virgilio Ranzato, è uno dei titoli più importanti e fortunati dell’operetta italiana. Il lavoro fu presentato per la prima volta il 23 novembre 1923 al Teatro Lirico di Milano e da allora è una delle composizioni più apprezzate dal pubblico per la piacevolezza del testo, l’ambientazione esotica e fantasiosa, la semplicità e la melodicità della sua musica.
Carlo Lombardo nasce a Napoli nel 1869 in una famiglia di nobili origini. Dopo gli studi al Conservatorio della sua città, si avvicina al mondo dell’operetta e della canzone napoletana ottenendo ampi e riconosciuti successi come compositore, librettista e direttore d’orchestra. Nel 1918 fonda a Milano la Casa Editrice Musicale Carlo Lombardo, con sedi a Berlino e a Parigi. Dopo il successo della sua prima operetta, Un viaggio di piacere andata in scena a Torino nel 1891, Lombardo si dedica sempre di più a questo genere, realizzando opere come Le cinque parti del mondo (1897), La duchessa del Bal Tabarin (1919), Scugnizza (1922, con musiche di Mario Costa), La danza delle libellule (1922, su musiche di Franz Lehàr) e Cin-Ci-Là (1925, con Virgilio Ranzato), che supera addirittura il grande successo ottenuto con i Campanelli.
Virgilio Ranzato, compositore e violinista veneziano, nasce nel 1882 e inizia la sua carriera come strumentista realizzando importanti stagioni alla Scala di Milano, concerti in Ungheria e Austria e partecipando a diverse tournée in Nord America con Arturo Toscanini.
Le maggiori soddisfazioni gli provengono comunque dal mondo dell’operetta, che frequenta fin dal suo debutto come compositore a Torino nel 1911 con l’opera Velivolo. Ben presto arriva il successo di pubblico e di critica, con La leggenda delle arance (Milano, 1916) e Quel che manda a Sua Altezza (Roma, 1919). Oltre ad una ventina di operette, Ranzato lascia anche molta musica strumentale per violino.
Il libro di Luisa Longobucco propone un’indagine su una delle realizzazioni più piacevoli dell’operetta italiana, un genere che nonostante le fortune e i successi stenta ad ottenere il posto che merita nel panorama musicale e teatrale novecentesco. Dopo aver tracciato nel primo capitolo le vicende relative alla nascita di questo genere e la sua collocazione durante l’epoca della Belle Époque, la Longobucco si concentra sugli sviluppi dell’operetta in Italia citando autori come Ruggero Leoncavallo, Pietro Mascagni, Giuseppe Pietri e Giacomo Puccini. Il capitolo secondo è invece specificamente dedicato a Lombardo e a Ranzato, riportando diverse citazioni tratte da giornali e da una importante rivista dell’epoca, Arte drammatica. La biografia di Lombardo viene completata con una intervista al figlio secondogenito, oggi novantasettenne, e alla figlia Ester, nata nel 1923.
Nel capitolo terzo sono descritte le vicende relative alla collaborazione tra i due autori, mentre il capitolo quarto è centrato sul libretto e sulla partitura. In particolare il reperimento di una copia dello spartito dell’opera appartenente a Carlo Lombardo, contenente annotazioni autografe del musicista, consente alla Longobucco di individuare e commentare i diversi interventi del compositore rispetto alla prima versione dell’opera. Infine Ia descrizione di alcune lettere intercorse tra i due autori permette di focalizzare i loro rapporti e le caratteristiche della loro collaborazione. Il lavoro si conclude con delle appendici comprendenti le prime recensioni del Paese dei campanelli riportate sulla rivista Arte drammatica, unitamente ad alcune recensioni moderne tratte da diversi quotidiani italiani.
Egidio Pozzi
Capitolo primo
L’operetta
1.1 La nascita dell’operetta
L’operetta nasce in Francia nella metà dell’Ottocento e, si è diffusa prima a Vienna e poi a Londra. Offenbach a Parigi, Johann Strauss figlio a Vienna, Gilbert & Sullivan a Londra furono gli autori più amati dal pubblico. Durante la Belle Epoquè predomina un tipo di operetta cosmopolita. Fra le due guerre mondiali l’operetta giunse ad una fase conclusiva come genere teatrale e si può fissare al 1940 la sua data terminale[1].
Ma che significato ha la parola operetta
. Scrive Bruno Traversetti:
Operetta è naturalmente, un diminutivo di opera: diminutivo che sprezza amabilmente e vezzeggia con prudenza. Una insistita tradizione ottocentesca attribuisce a Mozart la ventura di aver usato per primo il termine, ma la circostanza è ormai unanimemente contraddetta. In Germania, già sul finire del secolo XVII, il termine appare in un libretto per musica intitolato Freud-und Liebes-streit, nella cui prefazione vien detto: «Questa è la prima volta che sulle nostre scene viene portato qualcosa che merita il nome di operetta. In verità la nostra mira non era stata che tali piccoli lavori dovessero venire alla luce in tal modo. Solo un grazioso comando ha dato occasione che questo piccolo lavoro prendesse l’aspetto di un’operetta». Lungo tutto il XVIII secolo e fin nei primi