Cuori Rossoblù
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Anteprima del libro
Cuori Rossoblù - Angela Latini
Angela Latini
Cuori rossoblù
illustrazioni di Bruno Olivieri
ISBN 978-88-7356-817-9
Condaghes
Indice
Una famiglia sopra le righe
Il calcio non è solo roba da maschi
Il computer della mamma
1970: Italia-Germania
Per poco non ci facciamo scoprire
Lo scudetto
La curiosità di Rossa
Continua la ricerca
La gamba spezzata
Bologna-Cagliari
Un ponte tra la Sardegna e il Continente
Rossa e i Rossoblù
La forza della passione
Zol...A
La freccia Suazo
L'e-mail di Gigi Riva
La febbre di Carlo
La storia di Alfredo
Anch'io voglio tifare il Cagliari
Finalmente di nuovo in campo
Sono un tifoso del Cagliari
Piccolo incidente
Il chiodo fisso
La trepidante attesa
Un altra delusione?
Il sogno si avvera
Festa a sorpresa
L'Autrice e l'Illustratore
La collana Il trenino verde
Colophon
cuori rossoblù
Una famiglia sopra le righe
– Silenziooooooooo!!! L’arbitro sta per fischiare!!
– Non è possibile, mamma… ogni domenica la stessa solfa!
Ecco, questo è il massimo del dialogo che si sentiva a casa mia, di domenica, subito dopo pranzo. Pensate che divertimento…
Mi chiamo Carlo ho dodici anni e abito in un paese delle Marche. Come tutti i miei coetanei di passioni ne ho tante, soprattutto quando si tratta di iniziare a fare i compiti mi inventerei qualsiasi cosa! Per Natale ho ricevuto un iPod touch, rigorosamente nero, lucido, bellissimo, da 64 Gb; staccare le cuffie dalle orecchie è quasi impossibile, poi quando voglio estraniarmi dalla realtà e non sentire certe cose, non c’è niente di meglio: alzo il volume al massimo e canto a squarciagola. Di solito questo momento finisce quando arriva mio padre e mi strappa gli auricolari con una faccia che ve la farei vedere.
Musica a parte, vorrei raccontarvi di come sono diventato un accanito tifoso del Cagliari.
Giocare a calcio è la mia passione, meglio se con gli amici, ma anche se sono solo, mi accontento di sbattere la palla sul muro e mi esercito nei giochetti che vedo fare ai grandi professionisti. Più palleggi riesco a fare e più torno a casa soddisfatto!
Gioco nella squadra del mio paese, nella categoria Esordienti
.
La mia famiglia è un po’ particolare, infatti la passione per il gioco del pallone mi è stata trasmessa da mia madre, non da mio padre, che se ne strafrega. Certe volte, con ragione, si lamenta che nella nostra famiglia quando si organizza per il fine settimana non si tratta mai di gite in campagna o visite a nuove città, ma… c’è sempre di mezzo qualche partita.
Che la mia famiglia sia particolare lo si capisce già dal nome di mia sorella: Rossa. Non Marta, Giulia, Chiara, Matilde come le sorelle dei miei amici ma Rossa. È stata mia madre a scegliere il suo nome, in onore dei colori della sua squadra del cuore. Dice di avere il cuore rossoblù, è per questo che ha chiamato sua figlia Rossa.
Quando è arrivata Rossa avevo appena due anni, e tutte le attenzioni su di me... Il giorno che mamma e babbo l’hanno portata a casa dall’ospedale, mentre li aspettavo ansioso con la nonna, è stato un disastro: ho capito in zero minuti che nessuno mi avrebbe più considerato, almeno per qualche tempo! Anche se ero piccolo, o forse proprio perché ero piccolo, immaginate quanto l’ho odiata
… Lo desideravo tanto, un fratellino però! Poi mi ci sono abituato a quella nuova presenza in casa e ho sfruttato in più occasioni il fatto di essere più grande e maschio.
Ora che siamo grandicelli le cose sono leggermente cambiate anche se io e Rossa certe volte litighiamo perché a lei piace giocare con le bambole e andare a trovare le amiche dopo aver fatto i compiti; quando le parlo di calcio, si stufa subito, e vuole sempre cambiare argomento, anzi, forse vorrebbe cambiare anche fratello!
Mia sorella fa la quinta elementare, le piace passare il tempo sui libri e organizzare i pomeriggi in compagnia di qualche sua amica; è una bambina molto curiosa e se c’è un mistero da svelare o un gioco da inventare diventiamo perfetti complici e ci divertiamo molto a stare insieme.
Oltre a noi due c’è anche il piccolino di casa: si chiama Stefano, anche a lui fortunatamente, come a me, è toccato un nome normale, ha cinque anni ed è un rompiscatole, vorrebbe sempre stare con me e Rossa e fare quello che facciamo noi, ma è troppo piccolo perciò lo mandiamo via tutte le volte che possiamo, soprattutto se mamma e babbo sono distratti.
Per fortuna c’è babbo che quando è libero lo porta fuori a fare un giro in bicicletta o a comprare le figurine. Secondo me ne approfitta per distrarlo dal pianeta calcio e portarlo dalla sua parte!
Ma con una mamma come la nostra non sarà un’impresa facile, lei è davvero una super-tifosa del Cagliari, anche se la nostra famiglia non ha assolutamente radici sarde. Sia io che Rossa, che pure non ha mai manifestato un particolare interesse per il calcio, siamo sempre stati curiosi di capire come mai si sia appassionata proprio a questa squadra. Il suo amore sfrenato non si limita ai fine settimana allo stadio o a guardare la partita davanti alla TV; attorno a questa passione ruota tutta la vita familiare!
Anche per dare il nome alle nostre tartarughe si è ispirata al Cagliari, inizialmente le aveva chiamate una Acqua e l’altra Fresca, in onore del calciatore Robert Acquafresca, ma quando smise di giocare nel Cagliari anche le tartarughe cambiarono nome: una è diventata Gigi e l’altra Riva: – Così è una garanzia, Riva è sempre