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Cercate il suo volto: Verità dell'uomo e mistero di Dio nei Salmi
Cercate il suo volto: Verità dell'uomo e mistero di Dio nei Salmi
Cercate il suo volto: Verità dell'uomo e mistero di Dio nei Salmi
Ebook312 pages3 hours

Cercate il suo volto: Verità dell'uomo e mistero di Dio nei Salmi

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Guida alla ricerca del volto di Dio quale emerge dai Salmi. In quel volto – è questa la tesi dell’autore – possiamo cogliere i tratti del volto dell’uomo “poco meno di un dio, sua immagine e somiglianza”, ma anche alterato, deturpato, frantumato dal peccato. Eppure risanato, fatto risorgere dalla Misericordia di Dio per mezzo della morte e resurrezione del Figlio. E così, in Gesù Cristo, ci è dato di “vedere” il volto umano di Dio, come ebbe a chiarire lo stesso Gesù: «Chi ha visto me ha visto il Padre!» (Gv 14,9).
LanguageItaliano
Release dateSep 4, 2014
ISBN9788865123355
Cercate il suo volto: Verità dell'uomo e mistero di Dio nei Salmi

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    Cercate il suo volto - Giuseppe Zenti

    STRUMENTI DI CATECHESI

    Catechesi

    6

    Giuseppe Zenti

    Cercate il Suo volto

    Verità dell’uomo

    e mistero di Dio nei Salmi

    © 2014, Marcianum Press, Venezia

    Marcianum Press S.r.l.

    Dorsoduro 1 - 30123 Venezia

    Impaginazione e grafica: Linotipia Antoniana (Padova)

    Progetto grafico di copertina: Alessandro Bellucci

    Immagine di copertina:

    Rembrandt, Cristo, olio su tavola, 1656.

    Revisione testuale a cura

    di don Federico Boni e di Gianluca Faso

    Edizione digitale: luglio 2014

    ISBN: 9788865123355


    Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl


    Indice generale

    Prefazione

    Introduzione

    Capitolo I. Un tesoro sconosciuto

    1.  Àncora nel mare dell’esistenza

    2.  Un tesoro sconosciuto

    3.  Per una lettura attenta dei Salmi

    3.1.  Dio della storia, Dio di Israele

    3.2.  Profeti della fede autentica

    3.3.  Gesù, interprete dei testi biblici

    4.  Fonte dell’acqua viva

    5.  Come fiori in boccio, alla rugiada mattutina

    6.  La ricerca del volto di Dio

    7.  Qualche esempio

    Capitolo II. La verità dell’uomo nel mistero di Dio

    1.  Il tuo volto, Signore, io cerco

    2.  Il Dio vicino

    3.  Da sempre, per sempre

    4.  Bontà e bellezza della creazione

    5.  La trascendenza di Dio

    6.  La santità di Dio

    7.  Un’alleanza sempre nuova

    8.  L’oggettività dell’ira di Dio

    8.1.  Una requisitoria nei confronti di Dio

    8.2.  Voci delle ragioni di Dio

    8.3.  La condizione di infelicità

    8.4.  Espressione di vendetta

    9.  Il silenzio di Dio

    9.1.  Una presenza invisibile

    9.2.  Il sopravvento dei malvagi

    9.3.  Il comportamento dei giusti

    10.  Misericordia, bisogno profondo del cuore dell’uomo

    10.1.  Il grido di pietà

    10.2.  La bontà misericordiosa come risposta

    11.  Roccia di rifugio

    12.  Dio della mia salvezza

    12.1.  La salvezza di Dio

    12.2.  La salvezza in favore del popolo

    13.  La fedeltà di Dio

    14.  Patrimonio di sapienza

    15.  Giudice giusto

    16.  Re Messia

    17.  Dio Pastore del suo popolo

    18.  L’immagine dell’agricoltore

    19.  La regalità di Dio

    20.  Dono di ogni bene necessario

    21.  La tenerezza di Dio sull’umile timorato

    22.  Su di me si è chinato

    23.  Come sua dimora per sempre

    24.  Fonte della gioia

    25.  Autore della pace

    26.  La mia speranza

    27.  Signore degli eserciti

    28.  Vedere il volto umano di Dio

    Conclusione

    Appendice. Pregare con i Salmi

    A.  Il tuo volto, Signore, io cerco! Non nascondermi il tuo volto!

    B.  O Dio, Tu ci sei e sei il mio Dio!

    C.  Signore, Tu sei l’unico Dio e non un idolo

    D.  Signore, Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio!

    E.  Signore, tutto hai fatto con sapienza!

    F.  Nelle tue mani, Signore, sono i miei giorni

    G.  Lampada ai miei passi è la tua Parola, Signore.

    H.  Signore, perché non esaudisci le mie preghiere?

    I.  Signore, perché taci? Svegliati, perché dormi?

    L.  Non ricordare i peccati della mia giovinezza

    M.  Mio Dio, Tu sei la mia misericordia!

    Indice dei riferimenti biblici

    Prefazione

    Dieci anni fa, in una cattedrale gremita, mons. Giuseppe Zenti veniva ordinato vescovo. L’anniversario coinvolge dunque a doppia ragione la nostra diocesi: anzitutto perché qui è nato, cresciuto e diventato sacerdote; in secondo luogo perché la Provvidenza ha voluto che tornasse nella sua terra da vescovo residenziale.

    In questi anni abbiamo avuto la possibilità di conoscere e apprezzare la sua generosità, la sua appassionata disponibilità a tutti, il suo farsi vicino alle diverse situazioni.

    Ha percorso in lungo e in largo il nostro territorio, incontrando più volte di persona i sacerdoti, i consigli pastorali, i laici impegnati in parrocchia, i ragazzi della cresima e i loro genitori, gli studenti, i giovani, i lavoratori, gli anziani, gli ammalati, i carcerati, il mondo del volontariato e dell’associazionismo, i movimenti e le aggregazioni ecclesiali.

    Ogni settimana dalle pagine del quotidiano locale, del settimanale diocesano o sulle frequenze delle TV non manca di puntualizzare gli aspetti più importanti della vita di fede, in dialogo con la cultura che ci avvolge.

    Con le istituzioni civili e militari della città e della provincia ha avviato una conoscenza diretta, una collaborazione schietta, una presenza costante.

    Ha indicato alla diocesi la strada della corresponsabilità quale metodo pastorale e della comunione quale fine che trova nell’Eucaristia domenicale il proprio alimento.

    Le zone pastorali alla cui costituzione e al cui cammino ha dedicato e dedica le proprie energie ne sono un’espressione plastica, radicata lì dove la vita pulsa.

    In segno di riconoscenza e gratitudine, la diocesi dà alle stampe questo suo volume dedicato ai Salmi.

    Come ora la sua penna vivace e illuminante ci conduce per mano a conoscere, gustare e apprezzare questo patrimonio biblico, così la sua guida pastorale possa continuare a condurre per mano la Chiesa di San Zeno verso le frontiere dove lo Spirito ci vuole.

    Mons. Mario Masina

    Vicario generale

    Introduzione

    Il volto nascosto di Dio nelle parole degli uomini

    «Beato l’uomo». Sono queste le prime parole del Salterio. La beatitudine è un dono di Dio. Il destinatario è l’uomo. L’uomo orante è il protagonista indiscusso di questa raccolta di preghiere. L’uomo del Salterio è un orante che reagisce rispetto alle proprie vicende storiche, belle o dolorose, nel deserto o presso il tempio, e si rivolge a Dio.

    L’orante che incontriamo nel Salterio si permette frasi audaci, espressioni molto forti, a volte scandalose. Sono contemplate miriadi di sentimenti, senza censure.

    Per questo si può affermare come i Salmi costituiscano la nostra autobiografia umana e spirituale. Calvino parla del Salterio come una «anatomia di tutte le parti dell’anima». In una tale raccolta di espressioni possiamo sentirci coinvolti, distaccati, ma non di meno, perplessi.

    Come può essere Parola di Dio? Lo è nella misura in cui è parola degli uomini, come ci ricordano i nn. 11 e 12 della Dei Verbum, il documento del Concilio Vaticano II dedicato alla Parola di Dio.

    Queste preghiere codificate per iscritto hanno trovato negli studi di esegesi il riconoscimento dei vari «generi letterari» entro i quali classificarle per stile e contenuti. Famoso tra gli studiosi il nome di Gunkel, il primo che ci ha provato. Il lettore comunque non farà poi molta fatica a distinguere gli inni (Salmi 8; 19; 33; 46; 100; 122) dalla supplica (Salmi 7; 17; famoso il miserere, Salmo 51) e dal ringraziamento (Salmi 18; 21; 30; 40; 61; 124; 144); oppure i Salmi pronunciati in occasione di incoronazione di un re (Salmi 2; 72; 110) da Salmi con una forte connotazione storica (Salmi 78; 111; 114; 135). Le introduzioni delle Bibbie più note ad uso scolastico offrono delle buone indicazioni su questi aspetti.

    Per quanto utili e irrinunciabili, le classificazioni non rendono però pienamente ragione della ricchezza e della varietà con le quali si esprimono gli oranti dei Salmi: molti Salmi presentano dei salti, sono spesso eterogenei. Sarebbe come se volessimo definire con un solo colore le molteplici dimensioni personali ed emotive di una persona che prega: il cuore dell’uomo è un abisso, è creativo, è capace di salti e novità inaudite.

    Non mancano studi recenti che leggono ciascun Salmo in relazione all’altro o in relazione alle collezioni che formano il libro intero. Si tratta certamente di una prospettiva molto feconda, che va tenuta presente.

    La sfida del vescovo Giuseppe Zenti, senza nessuna pretesa accademica e scientifica, come Lui stesso afferma nella conclusione, è quella di cogliere nelle parole dei Salmi non propriamente il volto umano, ma quello di Dio. Afferma infatti che «più che una mappa stradale di carattere puramente morale, i Salmi sono un habitat vitale di autentiche relazioni con Dio».

    Il Dio dei Salmi non censura ma accoglie lo stato d’animo di questa umanità, così come si presenta: sincera. Dall’altra parte nelle parole dell’uomo incontriamo i volti del Dio che in quella preghiera l’orante immagina. Accanto al Dio da ringraziare e lodare vi è il Dio iracondo, di cui aver timore, e il Dio lontano e sordo, che non lascia spazio a nessun intervento a fronte delle suppliche dei suoi figli. Vi è pure un Dio vendicatore a cui chiedere una giustizia anche in forma violenta, ma non manca il Dio che va cantato, lodato e contemplato nelle opere del creato, nelle gesta della storia della salvezza e non da ultimo nell’uomo stesso, immagine di Dio. L’uomo si fa incontrare così come è, per cui non è strano che le sue espressioni si appellino a volti inconsueti di Dio.

    Il vescovo Giuseppe riporta un generoso elenco di questi volti, non teme di guardarli in faccia. Sorprendono le numerose citazioni dedicate a ciascun «tassello musivo» che compone il grande Volto di Dio.

    In questo modo si viene accompagnati dalla Scrittura stessa per cogliere le linee di continuità e le ripetizioni per assaporare, passo dopo passo, la Parola nelle parole e così riconoscere che alcune espressioni fanno parte di un certo immaginario.

    Il lettore si accorgerà che tutto sommato questi volti non sono poi così lontani dal modo con il quale lui stesso si rappresenta Dio, gli appartengono. È importante sentirsi nello stesso coro degli oranti del Salterio. La Chiesa non ha mai smesso di fare proprie queste preghiere.

    Il vescovo Giuseppe ha voluto darci un assaggio di come lui stesso sente proprie tali preghiere lasciandoci in appendice un’antologia di preghiere molto personali. Il lettore si accorgerà che sono costruite sulla falsariga dei Salmi citati e troverà conforto nel vedere come ci si possa immedesimare in una preghiera antica attualizzandola ai nostri giorni.

    La frequentazione del Salterio comporta una molteplicità di guadagni, non solo in termini spirituali, ma anche teologici. Un primo guadagno spirituale è quello di diventare più sinceri di fronte a Dio, di non temere il proprio stato d’animo, per quanto spiacevole o beato. Un secondo guadagno riguarda invece il poter riconoscere questi volti di Dio, con la conseguente possibilità di scoprire di quali di questi è ora di liberarsi. Alcuni di questi volti possono annidarsi nel cuore e diventare demoni notturni, ostacoli che ci impediscono di incontrare il volto liberante di Dio che offre all’uomo il senso di una vita bella, buona e felice.

    Dio è oltre e altro rispetto alle nostre rappresentazioni, eppure non possiamo fare a meno di immaginarlo. Sarà Gesù stesso, che da buon Ebreo ha pregato con i Salmi, a costituire la più sana e vera rappresentazione del Volto di Dio, lui stesso ha detto «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Giovanni 14,9).

    Don Martino Signoretto

    ISSR San Pietro Martire, Verona

    Bibliografia minima

    G. RAVASI, Il libro dei Salmi, volumi I-II-II, Borla, Bologna 1988.

    L. ALONSO SCHÖKEL, Trenta Salmi: poesia e preghiera, Studi biblici, EDB, Bologna 2000.

    T. LORENZIN, I Salmi. Nuova versione, introduzione e commento, I libri biblici. Primo Testamento 14, Paoline, Milano 2000.

    Q. F. WESSWLSCHMIDT (a cura di), Salmi 1-50, Città Nuova, Roma 2012, vol. 7/1.

    ID., Salmi 51-150, Città Nuova, Roma 2013, vol. 7/2.

    Capitolo I

    Un tesoro sconosciuto

    Il Libro dei Salmi, o Salterio, è sicuramente una delle opere di lirica letteraria a livello mondiale più capace di intercettare il dramma del vivere umano nella sua caleidoscopica attuazione. Diacronica e sincronica, cioè lungo la storia e nella varietà di situazioni vissute dall’uomo. Chi ne ha dimestichezza e familiarità per costante e lunga frequentazione, che gli consente di riconoscerne e di assaporarne la fragranza della parola viva, non fatica a riconoscere la validità di una tale affermazione.

    1.  Àncora nel mare dell’esistenza

    Il Salterio è composto da centocinquanta liriche di carattere religioso, scelte fra tante altre in circolazione a livello di redazione finale, avvenuta nel periodo successivo all’esilio di Babilonia.

    Gli studiosi hanno individuato in esso cinque sezioni – una sorta di Pentateuco orante che ripercorre la storia della salvezza –, scandite al termine di ognuna, e come sigillate, da espressioni sostanzialmente identiche di benedizione a Dio.

    In concreto, la conclusione del Salmo 41: «Sia benedetto il Signore, Dio di Israele, / da sempre e per sempre. Amen, amen».¹ La conclusione del Salmo 72: «E benedetto il suo nome glorioso per sempre: / della sua gloria sia piena tutta la terra. / Amen, amen».² La conclusione del Salmo 89: «Benedetto il Signore in eterno. / Amen, amen».³ La conclusione del Salmo 106: «Benedetto il Signore, Dio di Israele, / da sempre e per sempre. / Tutto il popolo dica: Amen. / Alleluia».⁴ Infine, il Salmo 150 è tutto una lode a Dio: «Ogni vivente dia lode al Signore. / Alleluia».⁵

    Va pure evidenziato il fatto che il Salterio è introdotto da due Salmi equiparabili ad uno splendido portale di ingresso all’intero Salterio di cui, per così dire, danno il la: il Salmo 1 sulla Parola di Dio ci dice che il Salterio sta interamente sotto la luce della Torà; il Salmo 2, messianico, ci ricorda che tutto converge sull’attesa del Messia.

    Da notare pure che il Salterio si conclude con quattro Salmi di lode,⁶ verso i quali tutti i Salmi confluiscono come al loro terminale: Lodate Dio... da tutta la terra!. Lode cosmica! È il corrispondente dell’Inno della gioia della Nona di Beethoven.

    Tale struttura redazionale del Salterio ci porta ad intuire che tutti i travagli della vita umana sono indirizzati alla gloria del mondo dei risorti, nella quale risuona e si canta eternamente la lode di Dio per la salvezza offerta come àncora nel mare dell’esistenza terrena, quando prevalevano le note della lamentazione e dell’accorato appello al soccorso divino.

    2.  Un tesoro sconosciuto

    I Salmi sono le preghiere più valorizzate nella storia della spiritualità. Tutti i grandi della spiritualità se ne sono nutriti. Con abbondanza. Dai pii Ebrei, a Gesù, a Maria, agli Apostoli, ai Cristiani dei primi tempi fino a quelli del nostro tempo che sono riusciti a scoprirvi risorgive di ineguagliabile valore. Tutta la storia della Chiesa, nei suoi risvolti di luce, ne è trapassata. Santi di prima grandezza li hanno commentati e pregati.

    Uno per tutti, sant’Agostino. Dopo averli commentati pari suo alla sua gente, li ha voluti scritti sulle pareti della sua camera, dove il 28 agosto dell’anno 430, mentre Ippona era sotto assedio dei Vandali, spirava. Chiudeva gli occhi alla scena di questo mondo, per riaprirli nuovi a contemplare in eterno il volto di Dio, immerso nell’orizzonte di quei Salmi che possono essere considerati a buon diritto sintesi della sua vita e preludio del suo incontro oltre la morte con Dio.

    Che cosa hanno dunque di speciale i Salmi? Sono per i dotti e i grandi o anche per i semplici e i poveri? Che cosa si perde a lasciarli in deposito?

    Per la maggior parte dei credenti cristiani i Salmi sono un tesoro sconosciuto. Alcuni, non adeguatamente iniziati al Salterio, dopo i primi tentativi di accostamento, da lettura superficiale e maldestra, più per accondiscendere ad una moda che per convinzione motivata, li hanno lasciati cadere, come la volpe della favola che, sconfortata di non riuscir a cogliere l’uva appesa al tralcio troppo alto, se ne andò sentenziando: «non è ancora matura». Cioè non era a sua portata di mano. Di conseguenza, il vero problema sta nel trovare le chiavi giuste per entrare nel forziere del tesoro spirituale contenuto nel Salterio, al fine di appropriarsene in modo conveniente.

    Che cosa dunque rende la salmodia e il salmodiare fonte ispirativa di preghiera e nutrimento di prima qualità? È la capacità di cogliere il distillato di messaggio, cioè l’essenza stessa, che vi è contenuto per me, oggi.

    A tal fine è necessario anzitutto che io sia consapevole che anche i Salmi, come tutte le pagine della Parola di Dio, sono consegnati a noi rivestiti di una cultura datata e circostanziata. E non debbo considerarla un ostacolo, ma una degnazione divina che consentirà anche a me di accogliere il messaggio, nel suo distillato appunto, e di rivestirlo delle mie categorie culturali.

    La categoria culturale infatti altro non è che un dato di incarnazione storica, cui lo stesso Verbo di Dio si è assoggettato. Proprio per esemplificare questo concetto, in appendice al presente lavoro saranno presentate alcune preghiere personali sgorgate dal cuore dopo la lettura di alcuni Salmi intrecciati, per così dire, con le problematiche del vivere di oggi. È una modalità di preghiera da suggerire a tutti. Di grande presa e di grande effetto personale.

    3.  Per una lettura attenta dei Salmi

    È necessario, previo studio adeguato, applicare al Salterio i criteri di indagine (esegesi) e di interpretazione (ermeneutica) validi per l’intera Parola della Sacra Scrittura. In particolare, è necessario tener monitorati tre criteri: quello culturale, quello pedagogico e quello cristologico.

    3.1.  Dio della storia, Dio di Israele

    Per quanto riguarda il

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