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Sensitivi: Tutto ciò che avreste voluto sapere sulla Medianità
Sensitivi: Tutto ciò che avreste voluto sapere sulla Medianità
Sensitivi: Tutto ciò che avreste voluto sapere sulla Medianità
Ebook239 pages2 hours

Sensitivi: Tutto ciò che avreste voluto sapere sulla Medianità

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L’intento dell’autrice è quello di rendere partecipi i lettori alle esperienze medianiche vissute e raccontare questa straordinaria verità, che traspare tra le righe del suo libro a chiunque vi si accosti disposto a credere, con tutta la propria sensibilità,nella certezza del principio che va oltre la materia. Ognuno di noi possiede capacità straordinarie, non è certo un segreto.
Il loro utilizzo dipende spesso dal percorso di vita che decidiamo di intraprendere
consapevolmente. C’è chi non crede affatto nei fenomeni extrasensoriali,
chi è scettico... ma vi sono anche persone, con una visione diversa, per le
quali la spiritualità e la scoperta delle capacità sensitive rappresentano il senso
della vita.
LanguageItaliano
Release dateJul 5, 2013
ISBN9788863651645
Sensitivi: Tutto ciò che avreste voluto sapere sulla Medianità

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    Sensitivi - Gehring Slavy

    mondo.

    PRIMA PARTE

    SPIRITUALITÀ E CONTATTI

    CON IL MONDO DELLO SPIRITO

    MEDIANITÀ E CHANNELING

    ACCENNI STORICI E DEFINIZIONI

    Uno dei fenomeni parapsicologici al quale è legato il mio percorso spirituale è il channeling. Dal mio punto di vista non esiste molta differenza tra medianità e channeling, perché le energie con le quali lavorano il medium e il channeler provengono dalla stessa dimensione il Mondo dello Spirito, detto anche Mondo della Luce. La differenza tra le varie Entità consiste, invece, nei diversi livelli della loro evoluzione, delle energie, delle vibrazioni e dei loro ruoli.

    La parola channeling è sicuramente più moderna dei termini medianità e spiritismo, tuttavia questa disciplina esiste da sempre. Molti libri sacri sono stati canalizzati attraverso «canali» umani e molte parole delle Entità evolute sono state trascritte e sono giunte fino a noi.

    Per definizione il channeling è uno dei mezzi più significativi per mettersi in contatto con Esseri di altre dimensioni. La parola channeling è nata negli anni Trenta del secolo scorso con Edgar Cayce, famoso chiaroveggente e «profeta dormiente». In seguito, negli anni Sessanta, Alice Bailey fondò una delle prime comunità di un rivoluzionario movimento spirituale chiamato «New Age», aprendo così le porte al mondo delle nuove filosofie spirituali e incominciando a parlare di reincarnazioni, Spiriti Guida, medicina olistica e di molto altro ancora.

    La medianità dell’era moderna è nata all’incirca a metà Ottocento con l’obiettivo di creare un contatto tra vivi e defunti. I fenomeni medianici e spiritici si dividono in tre grandi gruppi: la medianità mentale, che comprende la scrittura automatica, la chiaroveggenza e i contatti con i Trapassati; la guarigione spirituale, vale a dire la guarigione attraverso l’aiuto degli Spiriti; la medianità fisica, in cui i medium dimostrano le loro capacità paranormali attraverso la materializzazione, la levitazione, lo spostamento degli oggetti e la produzione di una sostanza sconosciuta in natura chiamata ectoplasma. Anche oggi esistono dei medium che manifestano questi fenomeni paranormali entrando in contatto con le energie del Mondo dello Spirito attraverso uno stato di trance profondo, ma sono sempre meno numerosi. La maggior parte dei medium moderni comunicano con i Trapassati usando uno stato di trance leggera, un metodo meno faticoso dal punto di vista energetico.

    Il fondatore dello Spiritismo, inteso come scienza dell’osservazione e dottrina filosofica, è Alan Kardec (1804-1869), uno scrittore e medico francese. Risale al 1857 la pubblicazione della sua prima opera Il Libro degli Spiriti, seguita nel 1861 da Il libro dei medium e successivamente da altri tre testi sempre di suo pugno. Kardec ha definito lo Spiritismo come «una scienza che tratta della natura, dell’origine e del destino degli Spiriti e dei loro rapporti col mondo corporeo.» L’obiettivo che accomuna i medium di tutti i tempi è certamente quello di dimostrare l’esistenza della vita dopo la morte.

    ATTEGGIAMENTO GENERALE

    A tutte le persone che cercano di sviluppare le proprie capacità extrasensoriali e si avvicinano al Mondo dello Spirito dico sempre che per avere un buon contatto con l’altra dimensione occorre impegnarsi molto e non aver fretta. Non bastano ovviamente due giorni di corso per diventare un buon medium; ci vuole un esercizio costante. È un rapporto che si costruisce nel tempo, una relazione reciproca che si approfondisce a condizione di coltivarla quotidianamente. Occorre imparare progressivamente a convivere con una nuova dimensione e a produrre l’energia necessaria per costruire il rapporto con il Mondo dello Spirito.

    Per entrare nel mondo di Entità Superiori l’umiltà e il rispetto sono imprescindibili. Sono di per sé due valori essenziali per la vita quotidiana, lo sono ancor più quando ci si accosta alla spiritualità. La persona umile è disposta ad apprendere, a crescere: è consapevole del fatto che non sa nulla e che ha tutto da imparare. Il rispetto è ciò che ci consente di porci davanti a noi stessi, agli altri e al mondo quotidiano e spirituale con attenzione e ascolto.

    Due sono le facoltà da sviluppare: la prima è ciò che i francesi chiamano «lâcher prise», letteralmente «lasciare la presa», in altre parole, «abbandonarsi alla vita». In sostanza si tratta di un atteggiamento che mira a rinunciare ad esercitare il pieno controllare con tutto ciò con cui ci confronta la vita. Vi sono infatti eventi che possiamo controllare, altri che possiamo influenzare e altri ancora sui quali non possiamo esercitare nessuna influenza e che non possiamo minimamente controllare. Questa facoltà è sostanzialmente un atto di fiducia che implica il riconoscimento dei nostri limiti, la loro accettazione, l’accettazione del diverso e una grande flessibilità. Soprattutto nella ricerca di un cammino spirituale è importante lasciarsi andare, essere aperti, lasciare che le cose accadano. La seconda è l’ascolto meditativo. Nell’epoca in cui ci si esprime sempre, ovunque e comunque, pensiamo ad esempio ai social media, a internet e a tutti i nuovi canali di comunicazione, la capacità di ascoltare assume un ruolo fondamentale. Ancor più quanto si tratta di ascoltare le voci dell’Universo, di Entità Superiori o del proprio Spirito Guida. Entrambe le capacità sono atteggiamenti di umiltà e di rispetto: nei confronti di sé stessi, degli altri e dei mondi: quello in cui viviamo e quello della spiritualità.

    A mio parere la spiritualità è un atteggiamento strettamente legato alla vita di ciascuno, alla sua personalità. È un rapporto con il mondo, interiore ed esteriore, che deve nascere dentro la persona ed evolvere progressivamente durante tutta la sua esistenza. Ci sono pertanto tanti modi diversi di vivere la spiritualità, esattamente come ci sono infiniti modi di vivere la vita. Non credo che la spiritualità possa essere imposta dall’esterno, anche se purtroppo capita che per imporre un certo tipo di spiritualità alle masse vengano create regole, leggi e persino gerarchie più o meno rigide. Nessuno ha il diritto di giudicare la spiritualità di altre persone. Tutt’al più chi ha già compiuto un certo cammino spirituale può proporsi di aiutare i meno esperti accompagnandoli con consigli e suggerimenti. Un grande pianista, ad esempio, spiegò ai suoi allievi che il suo unico vantaggio rispetto a loro era aver suonato un determinato brano migliaia di volte. Pertanto l’unico vantaggio che un maestro può avere a livello spirituale su un suo allievo è la sua grande esperienza.

    Spesso per contattare le Entità Superiori pensiamo di dover essere spirituali, di dover pensare poco a noi stessi e molto agli atri: questo in parte è vero, perché bisogna imparare a essere generosi con gli altri. Uno dei miei insegnanti di medianità dice sempre che se non riusciamo a essere spirituali gli uni con gli altri, bisogna almeno cercare di essere generosi. «Ciò che dai è tuo per sempre, ciò che tieni è perduto per sempre».

    Per effettuare un cammino spirituale o per interagire con entità superiori occorre credere. Ma cosa significa credere? Credere è un atto di fede personale. Ciò significa semplicemente che in determinati momenti della nostra vita, in determinati contesti, decidiamo di credere. Quando si crede non occorrono evidenze, perché credere significa generare un’energia personale enorme che viene percepita anche dagli altri. Credere è una cosa che nasce dentro di noi e che non è mai imposta dall’esterno. Quando s’instaura una relazione, si crede in una persona. Nessuno sa dirci come evolverà quella persona, né come evolverà la relazione, ma decidendo di crederci, senza nessuna «prova» né certezza, generiamo un’energia positiva. In questo momento sto ovviamente parlando in modo molto generale: si può credere nel proprio talento, nelle proprie convinzioni, nel proprio lavoro, nella possibilità di cambiare certe cose e così via. Chi crede si avvicina all’ideale, nel senso più positivo del termine, perché un idealista è una persona che ha dei valori in cui crede e nei quali investe una grande energia.

    La medianità è lontana da tutto ciò che è automatico, scontato, banale, prevedibile e sicuro. È una scoperta di cui noi siamo protagonisti. Imparare a contattare le Guide o i Trapassati significa anche imparare a conoscere sé stessi. Il cammino verso la medianità è un cammino spirituale fatto di scoperte e di scelte, e lo scopo ultimo è quello di raggiungere una spiritualità gestita personalmente da ognuno di noi. Tutti noi possiamo entrare in contatto con Entità divine e dialogare con loro, ma non è una cosa facile e immediata ed è proprio per questo motivo che molto spesso ci si fa accompagnare in questo percorso da persone che hanno già sperimentato la medianità da anni.

    Il medium non si limita solamente a portare i messaggi dal Mondo Spirituale, si apre anche agli altri. Ci sono e ci saranno sempre persone che hanno bisogno di un aiuto, di un sostegno, di una parola, di essere ascoltati. È ovvio che un medium deve essere credibile e pertanto vivere nella vita di tutti i giorni ciò che insegna agli altri.

    Tuttavia è sbagliato credere che ci si può rivolgere a un medium per ottenere risposte concrete alle proprie domande, poiché le risposte le dobbiamo trovare dentro di noi. Le parole di un medium che, ricordiamolo, è il canale attraverso il quale si manifestano le Entità Superiori, ci indicano dei percorsi, ci danno delle indicazioni sulle quali dobbiamo meditare e riflettere. Inoltre occorre essere consapevoli del fatto che quando un medium ci parla deve entrare in uno stato di trance, concentrarsi e ricorre a tutta la sua energia per «connettersi» con chi pone loro domande e con i Mondi Spirituali. A volte, purtroppo, ci sono persone che approfittano della disponibilità di un sensitivo e che non si fanno scrupoli a chiedere, a voce o per e-mail, di risolvere «al volo» un loro problemino. Se è una persona sincera, lavorerà per voi utilizzando tutte le risorse che ha a sua disposizione, le sue capacità, la sua forza ed anche il suo tempo libero. Ecco perché anch’io, a volte, non rispondo alle e-mail delle persone che mi chiedono: «Dai, guarda un po’ questo problemino. Cosa ti costa rispondermi a questa domanda?» Vi posso assicurare che ogni risposta ha un costo, ma non tanto dal punto di vista economico, quanto per lo sforzo che devo fare, magari al termine di un’intensa giornata lavorativa. Tenete anche presente che alla fine di ogni consulto il medium deve fare degli esercizi per recuperare l’energia e «pulire il campo» dalle informazione ricevute. Proprio per questo motivo ho deciso di non fare più di tre o, in casi urgenti, quattro sedute al giorno.

    Il medium non è onnipotente. Capita che alcune persone si offendono quando, passati un paio di mesi dall’ultimo incontro, io non ricordo più i loro nomi o i particolari delle sedute. Succede anche che dopo una dimostrazione pubblica quando una persona mi manda una e-mail chiedendomi: «Ti ricordi di me? Mi avevi detto... Devo assolutamente chiarire una cosa...». Innanzitutto chiedo scusa a

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