Basket - Allenando si impara
Di Coachelp
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Anteprima del libro
Basket - Allenando si impara - Coachelp
Franklin)
Introduzione
La teoria è quando sai tutto ma non funziona niente
A. Einstein
Ogni occasione era buona. C’era Sandro Gamba che faceva allenamento con la Nazionale o Messina che teneva un clinic? Il torneo estivo con quattro squadre di serie A? Curiosità, desiderio di capire, di saperne di più, di esplorare un mondo nuovo. O avevi la pazienza di leggerti i ponderosi tomi di Taurisano, oppure la ricerca doveva essere più avventurosa e per forza meno sistematica, un po’ a spot per dirla così. Di corsa a vedere Rick Pitino, uno spettacolo di energia e idee. Il coach finta il tiro, e il difensore inevitabilmente abbocca come un pollo. Un giocatore? Macché uno di noi, giovani aspiranti coach che seguivano estasiati: Pitino per dimostrare l’efficacia di quella finta se l’era portato in tribuna, e lo gasava spingendolo a difendere aggressivo. In tribuna! Il coach aveva così tanto carisma da aver fatto saltare uno sugli spalti!
I Maestri
Problemi contro il pressing? Difficoltà ad attaccare la difesa schierata? Doug Moe e i suoi Denver Nuggets avevano la soluzione per tutto: fastbreak, contropiede. Erano i tempi che tornavi dai corsi e parlavi come un libro stampato (dieci dita, canestro negli occhi, condito da una mezza cantilena) il prof Blasone ti stregava col passing game e chiamava ogni esercizio col nome magico di un quadro che evocava scenari mitologici. Quanti chilometri per vedere gli esercizi a trenino di Massimo Mangano, la zona di Cardaioli o la grinta di Dado Lombardi. Volevi essere figo come Scariolo, carismatico come Peterson, flemmatico come il Barone Sales o profondo come il Vate Bianchini. E quando avevi superato un tirocinio con Bardini ti sentivi pronto per affrontare qualsiasi battaglia. Urlavi come Bobby Kinght senza neanche sapere bene il perché, odiavi l’orgoglio dei Celtics e scopiazzavi i giochi dei Lakers per la tua squadra… propaganda!
Respect the Game
In mezzo centomila partite, allenamenti, vittorie e sconfitte, senza che quel desiderio di conoscere, di capire si affievolisse neanche un po’. E anche ora, che ai corsi allenatori stai seduto dall’altra parte, e ti rivedi nelle ansie e nella presunzione dei tuoi colleghi più giovani, scrivere di basket ti sembra un’impresa. Perché il basket è come la vita, non ci sta racchiusa dentro una pagina. Ed il ‘Gioco’ è un grande mistero, che va rispettato.
Fallo a modo tuo
E allora non ci proveremo neppure. Testi, clinic, lezioni e filmati puoi trovarne quanti ne vuoi. No, qui cercheremo di fare un’operazione molto più ambiziosa: tracciare una mappa, trovare dei segnali, per non perdere l’orientamento, per trovare il tuo modo personale di viaggiare. Prendilo così, questo libro, come un compagno di avventura che ti aiuti a fare chiarezza, a trovare una via, la tua. Di tutte le informazioni fare una sintesi personale che abbia una logica, e poi essere in grado di proporla ai tuoi giocatori, giovani o adulti che siano. In modo solido e credibile, per evitare che tutto il castello non scricchioli alla prima obiezione, o al primo rimprovero.
In campo insieme a te
Insomma parleremo poco di teoria, forse saremo poco sofisticati e faremo storcere il naso a molti, ma il nostro obiettivo qui non è dare sfoggio di competenza, o mostrare effetti speciali per risolvere con la bacchetta magica ogni situazione intricata. Vogliamo invece venire direttamente in campo con te, per aiutarti ad essere un allenatore più efficace ed apprezzato.
Come? La tecnica e la tattica certo, ma una cosa è fare il teorico, l’intenditore o peggio l’opinionista in tribuna. Un’altra è essere in campo, con la responsabilità di guidare i tuoi ragazzi con sicurezza, risolvere le crisi, superare i momenti di difficoltà. E noi saremo proprio di fianco a te mentre alleni, condividendo problemi che abbiamo già incontrato e provando a darti una mano. Senza dimenticare che l’esperienza non è altro che la somma degli errori già commessi, una luce attaccata alla schiena che illumina il percorso che è già stato fatto. Per fare luce sul prossimo tratto di strada però non basta, ti devi mettere in gioco e camminare con le tue gambe, magari però più pronto a fronteggiare gli imprevisti che si metteranno di mezzo.
Un uovo e pure una gallina
Un detto famoso dice: "quando un uomo ha fame, non dargli un pesce ma insegnagli a pescare". Noi intanto siamo i primi ad avere ancora fame; poi vogliamo invece provare a fare entrambe le cose: darti subito gli strumenti per poter essere operativo (il pesce) e intanto, a stomaco pieno, ragionare sul gioco, approfondire contenuti e metodi per sviluppare il tuo potenziale di coach. Insomma, se preferisci, un uovo subito, ma anche la gallina domani.
Ecco, per i nostri gusti abbiamo fatto anche troppe premesse, ed è proprio questo il primo consiglio. Poche chiacchiere e dritti all’obiettivo: andiamo in campo!
Da dove cavolo si comincia
Il punto di partenza sei proprio tu, le tue capacità, le tue competenze e le tue motivazioni. Avere una buona consapevolezza di sé è già un bell’inizio, ma vedrai che via via anche la tua struttura, la