Proporzioni e rapporto armonico nell'Architettura
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Proporzioni e rapporto armonico nell'Architettura - Giuseppe Tropea
Proporzioni e rapporto
armonico nell'architettura
L’opera è completa di un’approfondita
bibliografia e di un indice delle biografie.
Le proporzioni e il rapporto
armonico nell’architettura
"Le proporzioni e il rapporto
armonico nell’architettura.
La trattatistica del Settecento
italiano"
Il trattato si compone di sei
capitoli:
Le fonti
;
Architettura e razionalismo settecentesco
;
Il Settecento e il problema delle proporzioni
;
"Il linguaggio architettonico e musicale nel
Settecento";
"Il razionalismo musicale nel Settecento";
La razionalizzazione della musica
.
L’opera è completa di un’approfondita bibliografia e
di un indice delle biografie.
Il numero complessivo di pagine nell’impostazione
tradizionale per la stampa, suscettibile di modifiche in base
ai criteri della Casa Editrice, è pari a 136.
PRESENTAZIONE
Tema centrale di questo trattato è il rapporto
armonico nell’architettura secondo la prospettiva definita
dalla trattatistica del Settecento italiano.
Attraverso un’indagine condotta a partire dall’esame
diretto delle fonti documentali, lo studio propone
un’accurata ricostruzione del dibattito teorico sulla funzione
dell’architettura nell’Età dei Lumi, epoca caratterizzata
dall’emersione di nuovi bisogni in relazione a una società
che si apre alla modernità coltivando l’ottimismo della
ragione, senza tuttavia dimenticare l’insegnamento dei
maestri dell’antichità e l’esperienza dell’umanesimo
rinascimentale di Palladio.
In questo processo di rielaborazione e adattamento
dei modelli della classicità alle rinnovate esigenze di
creazione degli spazi pubblici e privati della borghesia
settecentesca, riveste essenziale importanza il concetto di
armonia, inteso non solo nella sua dimensione puramente
~ 2 ~
architettonica, ma quale principio ispiratore della vita e
dell’ordine sociale.
Secondo dunque una visione unitaria dell’uomo e del
sapere, non ancora dominata dalla tendenza analitica che
avrà il sopravvento con il positivismo ottocentesco, le regole
dell’armonia trovano contemporanea applicazione nel
campo della matematica, della musica e dell’architettura.
Ed è appunto il dialogo tra le discipline fondamentali
del mondo dei numeri a rappresentare lo svolgimento della
presente opera, la cui principale finalità è di riportare alla
luce, attraverso le parole dei protagonisti del Settecento
italiano, temi e riflessioni di grande attualità in una fase
storica, la nostra, nella quale sembra definitivamente
smarrita l’aspirazione alla felicità universale.
Musica e architettura sono linguaggi per natura
universali, che nella concezione razionalistica del Settecento
sono rivolti alla realizzazione di un progetto di armonica
composizione dei molteplici elementi che concorrono alla
"costruzione" di un insieme, sia esso una sinfonia o un
volume che definisce uno spazio.
In questo senso, il trattato qui proposto vuole essere
soprattutto uno strumento per quanti condividono l’opinione
che un razionale governo del territorio non possa
prescindere dall’ideale classico di proporzione ed equilibrio,
del quale costituiscono tuttora una testimonianza vivente le
opere dei maestri del razionalismo settecentesco.
~ 3 ~
IL PROBLEMA DELLA MEDIA
PROPORZIONALE
ARMONICA IN ARCHITETTURA
IL problema della media proporzionale armonica nasce
il 15 agosto del 1534, anno in cui il Doge Andrea Gritti pose
la prima pietra della nuova chiesa, la cui edificazione venne
iniziata in base al disegno di Jacopo Sansovino.
Ma presto sorsero divergenze circa le proporzioni
della pianta, e il Doge incaricò Francesco Giorgi , frate
francescano del monastero cui apparteneva la chiesa, di
scrivere un memorandum a proposito del modello
sansoniano.
Francesco Giorgi aveva acquistato fama per uno
studio sul problema della proporzione in ogni suo aspetto;
Giorgi suggerisce di fissare la larghezza della navata in 9
passi, cioè il quadrato di 3: [[numero primo e divino]].
Secondo la concezione numerica pitagorica, 3 è il
primo numero reale, perché ha un principio, un termine
medio e un fine.
Inoltre esso è divino, come simbolo della Trinità.
La larghezza della navata, secondo Giorgi deve
essere di 27 passi, vale a dire tre volte 9.
Il quadrato e il cubo del numero 3 contengono gli
accordi cosmici, come Platone ha mostrato nel Timeo; né
Platone né Aristotele, che conoscevano le forze vere che
giocano nella natura, oltrepassarono il numero 27 nelle loro
analisi del mondo.
~ 4 ~
Tuttavia, non sono importanti i numeri in se stessi,
ma i rapporti fra di essi; e che i rapporti cosmici debbano
essere considerati vincolanti anche nel microcosmo, appare
evidente dal comando di Dio a Mosè di costruire il
Tabernacolo secondo il modello del mondo, e nella
risoluzione di salomone di conferire le proporzioni del
Tabernacolo al Tempio.
Il Giorgi definisce inoltre la proporzione suggerita
tra larghezza e lunghezza della navata [[9:27]] in termini
musicali; essa costituisce un’ottava e una quinta naturale.
Ottava e quinta significano infatti, rispettivamente, i
termini da lui usati: diapason 1*) ediapente 2*) 9:27
costituisce un’ottava e una quinta , se è visto nella
progressione 9:18:27; poiché
9:18 = 1:2 un’ottava, e 18:27 = 2:3 una quinta.
Sulla base di quanto enunciato, il Giorgi non volle
procedere al di là del numero 27 e perché i rapporti misurati
nello spazio e quelli delle tonalità musicali siano per lui
sinonimi.
In seguito le sue raccomandazioni si conformano a
questi rapporti fondamentali.
La [[cappella grande]] all’estremità della navata, a
somiglianza del capo del corpo umano, sarà lunga nove
passi e larga sei, in modo che la sua lunghezza ripeta la
larghezza della navata, e la sua larghezza sia in rapporto a
quella della navata secondo il rapporto di 2:3, ossia, in
termini musicali, di una quinta.
Nel contempo il rapporto di 2:3 sarà valido per la
larghezza e la lunghezza della cappella stessa.
~ 5 ~
Il coro, dietro la [[cappella grande]] dovrebbe
ripeterne le misure secondo il rapporto 6:9.
L’intera lunghezza della chiesa sarà dunque di 5
volte 9.
Egli chiama ciò una proporzionale quintupla, o, in
termini musicali , un bis diapason 3*).
Il transetto dovrebbe avere una larghezza di sei passi,
corrispondente così alla larghezza della [[cappella grande]].
Suggerisce di fare le cappelle su ciascun lato della
navata larghe tre passi , secondo ciò egli definisce una
proporzione tripla rispetto alla larghezza della stessa navata
(3:9), o musicalmente (3:6:9) un diapason (3:6) e un
diapente (6:9 = 2:3)
Il rapporto tra la larghezza delle cappelle minori e
quella della [[cappella grande]] è di 3:6,
vale a dire un diapason; e il rapporto tra la larghezza delle
cappelle del transetto e quella delle cappelle di navata
dovrebbe essere di 4:3, ossia di un diatessaron 4*).
I consigli del Giorgi, fin qui, vennero applicati.
In effetti molte delle proporzioni dell’edificio
eseguito non corrispondono a questi rapporti,
ma le differenze sono trascurabili, e sono dovuti a quei
fattori di irregolarità che si verificano nella realizzazione
pratica.
Anche i tre gradini che conducono alle cappelle e
alla [[cappella grande]], dal Giorgi suggeriti, e che di fatto il
Sansovino aveva progettato, vennero eseguiti.
Il Giorgi non fu però ascoltato per quanto riguarda
l’altezza del soffitto, che egli desiderava piatto e a
~ 6 ~
cassettoni, ad un’altezza che si trovasse, rispetto alla
larghezza della navata, nel rapporto di 4:3.
Fondando, in questo modo piuttosto singolare, tutte
le proporzioni dell’edificio sulla filosofia pitagorico-
platonica dei numeri armonici, il Giorgi ha forse creato un
precedente.
Ma i tre uomini, ai quali il promemoria del Giorgi
venne presentato per un parere, non mostrarono alcuna
indebita sorpresa; e infatti lo approvarono.
Erano un pittore, un architetto e un umanista.
Ciò dimostra che la proporzione architettonica non si
riteneva riguardasse soltanto il campo degli architetti ;
l’unità di tutte le arti e scienze faceva si che ogni inizio
fosse, in queste materie, un giudice attendibile.
D’altro lato l’eminenza delle persone scelte come
consulenti è un chiaro segno dell’importanza che si
conferiva alle idee di Giorgi.
Il pittore non era altro che Tiziano; l’architetto era
Serlio; l’umanista era Fortunio Spira.
Giorgi richiede, al termine della sua memoria , che
sulla facciata vengano riprese i rapporti dell’interno, [[che
per esso si può comprendere la forma della fabbrica e le sue
proporzioni]].
Sembra certo che Palladio e da esso derivasse la
misteriosa misura di 27 moduli che adottò per la larghezza
della parte centrale nel suo progetto per la facciata.
1*) Forcella d’acciaio che percorsa da il la, serve per accordare gli
strumenti musicali;
2*)Termine musicale impiegato dai teorici greci e del Rinascimento per
indicare l'intervallo di quinta giusto;
3*) Un disdiapason e un diapente.
4*) Intervallo musicale di quarta perfetto
~ 7 ~
T R A T T A T O
La trattatistica del
Settecento italiano
~ 8 ~
~ 9 ~
INDICE
PREFAZIONE
pag.
5
CAPITOLO I
Le fonti
»
9
CAPITOLO II
Architettura e razionalismo settecentesco
»
31
CAPITOLO III
Il Settecento e il problema delle proporzioni
»
43
CAPITOLO IV
Il linguaggio architettonico e musicale nel
»
73
‘700
CAPITOLO V
Il razionalismo musicale nel ‘700
»
85
CAPITOLO VI
La razionalizzazione della musica
»
99
BIBLIOGRAFIA
»
125
INDICE DELLE BIOGRAFIE
»
129
~ 10 ~
~ 11 ~
PREFAZIONE
W. Goethe nel suo viaggio in Italia del 1786 giunge a
Padova dove, in una libreria, chiede le opere del Palladio; è
scambiato per architetto e gli si fanno i complimenti per
averlo prescelto. "Per la sua pratica utilità vale ancor più di
Vitruvio perché, mentre il Palladio ha studiato a fondo gli
antichi e il loro mondo, ha procurato di adattarli ai nostri
bisogni".
Nel rompere l’unità della "firmitas,
venustas,
utilitas",
il dibattito teorico settecentesco si era indirizzato a un
controllo di questi concetti, cercando di spiegare il fatto
architettonico in