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La doppia vita di Kate
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La doppia vita di Kate

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About this ebook

Lei è la più raffinata e scaltra criminale in circolazione, allevata nel nome dell'anticonformismo e del non rispetto delle convenzioni e delle leggi. È lei la mente della banda più terribile in circolazione. Sono suoi i piani, le strategie, la scelta degli obbiettivi. Per lei un atto criminale è una forma raffinata d'arte e un momento che regala brividi irripetibili. Medita e pianifica il colpo della vita, quello di cui parleranno tutti per decenni. Il suo gruppo è addestrato per questo, attende un suo ordine. Lui è un ispettore di polizia, disperatamente alla sua caccia, incapace di elevarsi al suo livello, soggiogato dalla sua intelligenza. Lei, Kate, ha però un'altra identità, una doppia vita: non sa che farsene del denaro, delle migliaia e migliaia di sterline che ha derubato. Nasconde un lato del suo carattere che forse neppure lei conosce... In uno dei più belli tra i romanzi di Wallace la vicenda amara e dolce di una modernissima e spietata Robin Hood in gonnella.
LanguageItaliano
Release dateMar 11, 2014
ISBN9788898137510
La doppia vita di Kate
Author

Edgar Wallace

Edgar Wallace (1875–1932) was one of the most popular and prolific authors of his era. His hundred-odd books, including the groundbreaking Four Just Men series and the African adventures of Commissioner Sanders and Lieutenant Bones, have sold over fifty million copies around the world. He is best remembered today for his thrillers and for the original version of King Kong, which was revised and filmed after his death. 

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    La doppia vita di Kate - Edgar Wallace

    Indice

    Prologo

    1.

    2.

    3.

    4.

    5.

    6.

    7.

    8.

    9.

    10.

    11.

    12.

    13.

    14.

    15.

    16.

    17.

    18.

    19.

    Edgar Wallace

    LA REGINA DEI LADRI

    Prologo

    - La strategia - disse il generale - è la scienza che rende più semplice la vita agli eroi.-

    - È l'arte dei generali - disse la ragazzina che era seduta ai suoi piedi.-

    Aggrottando le sopracciglia candide il vecchio signore la osservò insospettito, poi sorrise. - Ci sono volte - dichiarò con un tono rammaricato - che vorrei proprio che tu fossi un maschio.-

    Lei si mise a ridere e guardò il nonno con gli occhi pieni di ammirazione. Questo signore brontolone dai capelli bianchi e dai lineamenti aquilini, del quale cercava sempre la compagnia, era l'unica persona al mondo che Katharine Westhanger idolatrava. 

    Erano seduti sotto un olmo gigantesco in una calda mattinata di giugno. Da lì potevano vedere lo splendido panorama della Galway County, una della più belle di tutta l'Irlanda. Alla loro sinistra la vecchia e nobile dimora dei Masserfield, la famiglia di cui il generale, grande stratega, Sir Shaun Masserfield, era l'ultimo discendente. Al di là della casa, un campo, in cui alcuni contadini stavano scavando e ammucchiando torba.

    Quattro mucche tranquillissime pascolavano in un piccolo campo recintato di pietre, era ciò che restava delle gloriose mandrie dei Masserfield.

    La casa e la tenuta non erano più quelle di una volta. Da dove il generale e Katharine erano seduti, non era difficile vedere i segni della loro decadenza: i vetri rotti delle finestre a est, una parte della dimora da molto tempo lasciata ai topi, l'intonaco scrostato, il giardino incolto. Anche gli abiti del generale erano lì a dimostrarlo.

    - Perbacco - disse il vecchio sorridendo alla nipote - hai letto i miei libri di strategia, non è vero?-

    Katharine annuì.

    - È una scienza meravigliosa - sospirò Sir Shaun. E poi, arrabiandosi, proseguì: - Ho scritto sei trattati su questo argomento e me li hanno praticamente fregati tutti.-

    Dalla casa stava uscendo un vecchio con le spalle curve: si avviò pian piano verso l'olmo, soffermandosi ogni tanto a raccogliere le foglie morte che offendevano il suo senso dell'ordine. Arrivato davanti al generale, disse rispettosamente: - Signore, il pranzo è servito.-

    Sir Shaun si alzò aiutandosi col suo bastone.

    - Il pranzo è servito, Kate - ripeté solenne.

    La prese per mano e si avviarono verso casa. Poco dopo, davanti a un arrosto di maiale - non proprio ideale per una giornata di giugno - ricominciarono a discutere di quello che per il generale era il tema più interessante che la civiltà moderna potesse offrire.

    Pare superfluo aggiungere che Sir Shaun Masserfield era un grande stratega. I suoi libri, in particolare L'artiglieria e le sue applicazioni ai principi della strategia era stato tradotto in molte lingue. Per molti anni era stato capo di un dipartimento del ministero della Difesa, e due suoi trattati erano stati adottati come libri di testo dall'Accademia dell'esercito britannico.

    Kate lo ascoltava in silenzio, mentre parlava dei suoi argomenti preferiti: di Napoleone, della sconfitta di Schwarzenberg, delle meravigliose battaglie che avevano portato all'armistizio del 1841.

    - Mi sembra un tale spreco… - disse improvvisamente.-

    Il generale la guardò basito.

    - Uno spreco? - ruggì. - Spreco di cosa?-

    - Di vite umane, di soldi... di tutto - rispose Kate.

    - Sei proprio una piccola sciocca - disse, indignato, il generale. - Che cosa credi di sapere tu, una ragazzina di tredici anni?-

    - Il colonnello Westhanger dice che…-

    Sir Shaun la interruppe brusco: - Il colonnello Westhanger è un idiota e un furfante! È più idiota e più furfante anche di tuo padre - aggiunse con veemenza. - I Westhanger sono tutti idioti.-

    La ragazza ascoltò impassibile il comizio. Poi riprese dal punto preciso dov'era stata interrotta: - ... Il colonnello Westhanger dice che se tutta l'intelligenza che viene utilizzata dalla guerra…-

    Il generale la interruppe di nuovo, questa volta con un tono sarcastico. 

    - Intelligenza? Quale intelligenza... la sua... la guerra ha potuto assorbire ben poco. Quell'uomo è un pagliaccio travestito da soldato.-

    - È un ufficiale di Stato Maggiore dell'Esercito - replicò Kate, per niente impaurita dalla rabbia del nonno.

    - Non è una cosa di cui l'esercito possa andar tanto fiero - ribatté il generale, picchiando sul tavolo col manico del coltello. - Ti ha mai parlato di strategie? Certo che no, stupido com'è!-

    Katharine scosse la testa, ridendo: - Oh, generale! - disse (non lo chiamava che così). - È ovvio che il colonnello non mi ha parlato di strategie. Mi ha solo detto che la guerra è un enorme spreco di vite umane, di soldi e di tante altre cose.-

    - E sono certo che ha messo i soldi al primo posto.- 

    Il generale si era calmato.

    - Di vite umane e di tante altre cose, mentre tutta l'arte della strategia e l'intelligenza potrebbero essere impiegate per produrre denari - proseguì la ragazza, senza fare caso all'interruzione.

    - Per fare soldi! Ecco la verità. Fare soldi! - esclamò il generale, con un'aria trionfante. - Ecco che razza di furfante è il colonnello Westhanger. Non è mai stato e non sarà mai capace di fare un soldo che è uno, con o senza l'aiuto della strategia. Dio solo sa che cosa ti succederà quando non ci sarò più. Questa tenuta andrà al figlio di mio fratello, che è un protestante! E tuo padre è capace di badare a te e mantenerti quanto io di diventare di colpo un disonesto.-

    Tagliò un'altra fetta di arrosto, prima di riprendere il discorso. Poi, come se ci avesse riflettuto, domandò: - E in quale modo la strategia potrebbe aiutare una persona ad arricchirsi?-

    Kate piegò il tovagliolo. 

    - In tanti modi - rispose - ma non penso che il colonnello e mio padre sarebbero capaci di farlo. Loro non sono grandi strateghi come noi.-

    - Come noi! - ripeté il generale, divertito. - E tu come faresti a diventare ricca?-

    Katharine Westhanger scosse la testa. 

    - Non te lo posso dire così su due piedi. Comunque, ci sono parecchi modi.-

    - Dimmene almeno uno - insisté il generale, spostando la sedia.

    - Va bene - cominciò Kate piano - supponi che spediamo Terence alla stazione e che, quando arriva davanti alla casa degli O'Gorman, la macchina si guasta. Che cosa farà Terence?- 

    Alzò gli occhi verso il soffitto e comincià a illustrare la sua tesi con calma. 

    - Prima cosa, Terence va dagli O'Gorman, e un dipendente del maggiore O'Gorman gli presta la loro nuovissima auto.-

    - Potremmo chiederla in prestito lo stesso - la interruppe il generale - quindi non vedo il perché di questo trucco.-

    - Perché tutti verrebbero a sapere che ci siamo fatti prestare la nuova macchina del maggiore O'Gorman per far colpo sul signore che tra poco arriverà da Dublino per comprarti i quadri.-

    - E tu come fai a sapere che sto per vendere i quadri? - scattò il generale.

    Quello dei quadri era un argomento molto delicato. I due Vandyke ancora esposti nello scuro salone della casa erano le sole cose di valore che gli rimanevano. L'andamento incerto di alcune azioni minerarie messicane nelle quali aveva investito i suoi risparmi, e la mancanza di ogni forma regolare di reddito, si era fatto liquidare tutta la pensione tanti anni prima, lo avevano costretto a vendere gli ultimi resti di quella ricchezza che era appartenuta ai Masserfield.

    - Come faccio a saperlo io? - replicò Kate. - Come fa un generale a sapere quello che accade alle sue spalle?-

    - Mi hai spiato - disse Sir Shaun scuotendo la testa rammaricato.

    - Come lo so non è importante. Lasciami continuare con le mie teorie. Terence va a prendere il tuo distinto visitatore per portarlo da noi. Ma noi lo aspetteremo in casa degli O'Gorman. Ovviamente, ci saremo andati prima, per chiedere di parlare col maggiore O'Gorman, che ora si trova a Londra con la moglie e i figli.-

    - Il maggiore mi ha detto che posso andare a casa sua quando mi pare. Ha una splendida biblioteca e conosce la mia passione per i libri - dichiarò il generale.

    - Benissimo - continuò Kate. - Porta il signore di Dublino nella biblioteca e fagli vedere quegli splendidi volumi. Devi fare in modo che i quadri che vuoi vendergli siano appesi là. Quello che conta è l'ambientazione. La governante del maggiore, la signora O'Shea, sarebbe capace di fare carte false per me.-

    - E, scusa, dov'è la strategia in tutto questo? - chiese il generale.

    Kate scoppiò in una risata e disse: 

    - Costringere il nemico a lottare su un campo di battaglia scelto dall'attaccante assicura a quest'ultimo un grandissimo vantaggio.-

    - Adesso mi fai una lezione presa dai miei stessi libri. Ma perché fare tutto in modo così difficile? Non sarebbe più semplice andare dalla signora O'Shea, dirle che cosa volgliamo fare e chiederle di darci una mano?-

    - In tal caso saremmo là per un accordo e se alla signora O'Shea sfuggisse una parola fuori luogo la nostra macchinazione verrebbe a galla subito. Mentre, con il mio piano, saremo là per caso. E allora la nostra presenza in casa O'Gorman non darà nell'occhio.-

    - Questa storia mi piace poco - brontolò il generale. - Kate, in te c'è qualcosa di una di queste due tipologie: o sei una grande stratega, oppure sei una grande criminale.-

    Kate si alzò, aggiustandosi la gonna attorno alle gambe sottili. 

    - Sono sicura che tutto funzionerà benissimo.-

    Questo è solo un episodio dell'infanzia di Katharine Westhanger, un'infanzia trascorsa quasi sempre in compagnia del vecchio Shaun Masserfield, il nonno materno, dato che visite di suo padre, ben poco credibile nel suo ruolo, e del suo non meno discutibile zio erano rare. Il padre e lo zio erano, per legge, gli amministratori fiduciari della piccola proprietà che sua madre le aveva lasciato: ogni tanto, quindi, i due signori dovevano incontrare la ragazza. Ma il generale lo sapeva bene, come del resto anche lei, che la proprietà era stata da un bel po' spolpata dai suoi amministratori.

    Kate restò con il nonno per la maggior parte dell'infanzia. Studiava in Irlanda, diceva suo padre a chi gli chiedeva dove si trovasse sua figlia. Lei leggeva molto, pensava ancora di più ed era continuamente stimolata all'enorme fonte di esperienza del generale.

    Dodici mesi prima che Sir Shaun morisse, quando Kate aveva appena quindici anni, accadde un fatto che probabilmente influenzò il suo futuro più di qualsiasi altra cosa.

    Un uomo che doveva fare il giardiniere, l'autista e il cameriere del generale era stato assunto dalla famiglia. Terence (non pare avesse un cognome) era nato e aveva trascorso la prima parte della vita a Dublino. Qualsiasi difetto avesse avuto, è giusto dire che era molto legato a Katharine Westhanger.

    Kate ricevette un pomeriggiola visita di un ispettore di polizia.

    Il generale era a letto, torturato dai reumatismi, e così fu lei a ricevere il poliziotto in salotto: nonostante i mobili in mogano e le fotografie incorniciate sulle pareti, era evidente la povertà che regnava in quella casa.

    - Buongiorno, signorina Westhanger - cominciò il poliziotto, sorridendo affabile. - Mi dispiace disturbarvi, ma abbiamo un problema e ho pensato che forse voi potreste aiutarci a venirne a capo.-

    Prima che l'ispettore glielo spiegasse, Kate aveva capito già tutto.

    - Nelle ultime tre settimane, in questa zona sono stati commessi tre furti con scasso, e siamo convinti che l'autore sia uno di qui. Qualcuno è entrato nelle case del maggiore O'Gorman, di Lord Pretherston e del signor Casterleigh, ha rubato gioielli e soldi in contanti. Stiamo controllando tutte le stazioni ferroviarie della zona e tutte le strade sono accuratamente sorvegliate. Non si è visto in giro nessun estraneo, quindi siamo convinti che il ladro è di qui-.

    - Pensate che sia il nonno? - chiese ingenuamente Kate.

    - No, signorina - rispose ridendo l'ispettore. - Ma pensiamo possa essere qualcuno che abita in questa casa.

    - Io? - 

    Kate fece finta di spaventarsi.

    - Signorina Westhanger, sarà bene che parli con il massimo della chiarezza. Sospettiamo sia stato il vostro factotum Terence. Sapete che è già stato in prigione, due anni fa, a Dublino?-

    - Furto con scasso? - chiese Kate.

    - No, furto semplice - ammise l'ispettore. - Potreste dirmi dov'era Terence ieri sera?-

    Lei annuì. 

    - Posso confermarvi quasi tutto quello che Terence ha fatto tra le sei e le undici.-

    - Bene, il furto è stato commesso alle dieci, quindi, se garantirete per Terence dalle nove alle dieci, mi considererò soddisfatto.

    1.

    - Accomodatevi pure, ispettore - disse Kate sedendosi. - Dunque, alle nove, o forse dieci minuti prima, l'orologio della sala da pranzo è avanti di dieci minuti, Terence mi ha servito la cena. Il generale era già a letto, e Cassidy e sua moglie erano andati a trovare una parente che sta male.-

    - In questa casa, all'ora del furto, c'eravate soltanto voi e Terence?

    - Anche il generale - rispose Kate. - Ma vi ho già detto che il nonno era a letto. Alle nove e mezzo, Terence ha sparecchiato la tavola e alle nove e quarantacinque ho suonato il campanello per farmi portare un caffè. Allora mi sono ricordata che il campanello non funziona e sono scesa in cucina. Stavo scrivendo una lettera quando Terence mi ha portato il caffè, gli ho chiesto di aspettare che avessi bevuto, non volevo scendere ancora in cucina. Prima che finissi di scrivere la lettera l'orologio ha suonato le dieci. Quindi ne ho cominciata un'altra, l'avrò finita che saranno state le dieci e un quarto. Le ho date entrambe a Terence per imbucarle subito, e lui è uscito di casa alle…-

    - Mi basta - la interruppe l'ispettore, visibilmente contrariato. - Terence non c'entra, perché il ladro è stato visto saltare dal balcone della casa di Lord Pretherston alle dieci e cinque. Gli hanno anche sparato mentre correva attraversavo il prato. Mi dispiace avervi disturbata. A proposito, adesso Terence dov'è?-

    - Nella stalla. Volete che lo faccia chiamare?-

    L'ispettore esitò.

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