Le basi morali dell'anarchia
Di Pietro Gori
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L'autore
Pietro Gori (Messina, 14 agosto 1865 – Portoferraio, 8 gennaio 1911) è stato un anarchico, giornalista, avvocato, poeta, scrittore e compositore italiano. Oltre che per l'attività politica è ricordato come autore di alcune tra le più famose canzoni anarchiche della fine del XIX secolo tra cui: "Addio a Lugano", "Stornelli d'esilio" e "La ballata di Sante Caserio".
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Anteprima del libro
Le basi morali dell'anarchia - Pietro Gori
Credits
Uno
Due istinti fondamentali sono nell’uomo: l’istinto di conservazione – l’istinto di procreazione.
Il primo ha la sua sede nei bisogni fisiologici, che mirano alla preservazione dell’individuo: alimentazione, respirazione, moto, ecc. – il secondo nei bisogni sessuali, che tendono, a traverso gli stimoli dell’incosciente, alla conservazione della specie.
All’azione benefica del primo si deve, se l’individuo vive, si sviluppa, e progredisce nella parabola della sua particolare esistenza; dai risultati organici del secondo deriva al genere umano la conservazione e l’espansione nella sua vita collettiva.
Su questi due istinti si incardinano due bisogni primordiali ed imprescindibili, a pena di morte per l’individuo e per la specie: il bisogno di alimentarsi, ed il bisogno di procreare. L’insoddisfazione del primo istinto vuol dire cessazione di vita per la monade individuale; la rinunzia o l’impedimento assoluto al secondo, significherebbe scomparsa della specie come comunità vivente.
Sono queste due sanzioni fondamentali delle leggi biologiche che legano indissolubilmente l’esistenza dell’individuo a quella dell’intera specie – giacché è per l’una che l’uomo vive, per l’altra che l’umanità rinasce e si perpetua.
Su queste basi naturali si adagia una morale positiva, che fondata su gli stessi bisogni dell’individuo, dà all’uomo cosciente la nozione esatta della sua posizione nei rapporti col consorzio dei suoi simili, e forma già nelle menti precorritrici, in questo ultimo stadio di barbarie decorata, la concezione di nuove e più sane norme di condotta e di vita.
Da questa premessa derivano i due primitivi diritti umani; il diritto di vivere e il diritto di amare.
Ma sinché il diritto rimane come astrazione giuridica non ha nessun significato concreto e reale. Ogni individuo, per il solo fatto della sua nascita, ha il diritto alla vita, da esercitare – prima di ogni altro; e chiunque si oppone in un modo o nell’altro all’esercizio pratico di questo naturale diritto, viola nel proprio simile, le ragioni ed i fondamenti dell’esistenza propria.
Giacché la vita sociale