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L’islam attraverso il tempo e lo spazio
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L’islam attraverso il tempo e lo spazio

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About this ebook

Questo libro è un manuale di pronto utilizzo e di facile lettura capace di offrire un’immediata risposta ai mille quesiti sull’Islam che la cronaca quotidiana ci pone. Con stile chiaro spiega, sinteticamente, la genesi e lo sviluppo dell’Islam; la sua diffusione geografica e politica; le sue norme e i doveri del buon musulmano e il motivo per cui oggi questa religione si trova in rotta
di collisione con l’Occidente. Un libro adatto a tutti quanti cercano una chiave di lettura per decifrare meglio il mondo che ci circonda.
LanguageItaliano
Release dateJan 7, 2014
ISBN9788879806435
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    Book preview

    L’islam attraverso il tempo e lo spazio - Nicola Morea

    Indice

    L’islam attraverso il tempo e lo spazio

    N ICOLA M OREA

    L’I SLAM ATTRAVERSO IL TEMPO E LO SPAZIO

    Copyright

    © Copyright 2002

    by GRECO & GRECO Editori S.r.l.

    Via Verona, 10 - Tel. 02/58.31.28.11 - Milano

    ISBN 88-7980-298-4

    In copertina: Una sceicca con una sigaretta di Sonia Halliday, tratto da I popoli della Terra

    Titolo

    Nicola Morea

    L’Islam attraverso

    il tempo e lo spazio

    Presentazione

    Presentazione

    Dopo molte esitazioni, mi sono deciso a trascrivere, raccogliendole in un corpo unico, queste brevi Conversazioni sull’Islam, spinto dal desiderio di divulgare le riflessioni su questo argomento oggi ancora in buona parte avvolto da diffidenza, curiosità e un pizzico di mistero, e di far chiarezza in mezzo alle infinite notizie, resoconti e commenti giornalistici, non sempre attendibili e disinteressati che si affollano all’attenzione della gente comune.

    Ho fatto ciò, anche perché ho voluto rendere partecipi il maggior numero di persone possibile di quel poco (per me tanto) di veritiero e imparziale che io stesso ho acquisito durante le mie personali esperienze di anni con genti e in luoghi cuore dell’Islam del Medio-Oriente, nonché attraverso le indagini e i relativi approfondimenti.

    L’ho fatto pensando altresì agli stati di pressione e di tensione sugli interessi individuali e sulla pubblica opinione attuati dalle grandi potenze e dai misteriosi burattinai del palcoscenico mondiale a cui dobbiamo l’ordine e il disordine nelle vicende dell’umanità.

    A dire il vero, la decisione di presentare in questo libro le vicende dell’Islam è nata anche dall’impulso di far giustizia a favore di questa meravigliosa cultura, della quale l’Occidente è in larga misura innegabilmente tributario, riscattandola dall’ingiusto silenzio storico a cui l’abbiamo condannata, attratti nel vortice dell’americanismo post-bellico e dalle successive aspirazioni europeistiche; cessando per un momento di concedere a questo ambiente, pur tanto vicino al nostro territorio, un interesse alquanto distratto, limitato appena all’ambito delle sue disponibilità petrolifere…

    È stato, invece, il lento e progressivo dilagare delle immigrazioni dal Nord-Africa attraverso il Mediterraneo a riproporci (meglio: a ricordarci), sul principio in maniera fastidiosa e talvolta traumatica, e poi gradualmente accettabile, l’esistenza di questa parte di mondo che tanto peso ha avuto nel corso della nostra storia!

    Potrei aver peccato di ottimismo, sperando nel pieno interesse da parte di tutti a queste pagine, che chiedono solo di esser lette per suggerire un modo nuovo di accostarci a questo mondo ancora sostanzialmente invisibile ma tanto forte e vitale nei suoi valori profondi di sapienza e di cultura…, ma confido nel fatto che la conoscenza può ristabilire i ruoli e la dignità.

    Rigettando, sia chiaro, le aberrazioni del terrorismo, emergente da una frangia minoritaria di integralisti fanatici e dissennati, che riesce unicamente a travisare (falsandoli addirittura) i reali, puri connotati di questa civiltà.

    Come dicevo, vorrei restituire i diritti della storia a questa cultura, laddove la giustizia non è riuscita a far giustizia, quasi sempre lasciandosi confondere con la parzialità, la vendetta, la prepotenza, spesso solo per principio, opportunismo, viltà, sostituendo, se possibile, tali atteggiamenti negativi con quelli ispirati all’alleanza, all’amicizia, al rispetto.

    L’Autore

    1a Parte - Ricognizione geografica attraverso i territori del mondo islamizzato

    Conversazioni sull’Islam

    1 a Parte

    Ricognizione geografica attraverso i territori del mondo islamizzato

    Introduzione

    Introduzione

    Nella prima parte di queste Conversazioni verrà esposto un quadro generale della distribuzione dei seguaci dell’Islam e relativi maggiori addensamenti attraverso il mondo (le percentuali sono frutto di esperienza personale, ma provengono anche da recenti statistiche del Calendario Atlante De Agostani e dell’ISPI: Istituto per lo Studio di Politica Internazionale).

    Indi, si passerà ad una classificazione delle caratteristiche strutturali e ambientali dei territori in questione (concentrati nell’area Nord-africana e Medio-orientale), per analizzare le premesse della sua nascita e della successiva affermazione, seguendo il filo delle direttive dei traffici, della lingua, delle conquiste, dell’espansione culturale.

    Prima di giungere ad una ricostruzione dei percorsi storici dell’Islam, sarà comunque opportuno rivisitare le caratteristiche del mondo pre-islamico a partire dal secondo millennio a.C., per giungere poi al VII sec. d.C., quando Maometto porrà le basi della nuova dottrina.

    Grandi imperi, dagli Assiro-Babilonesi ai Persiani, ai Greci, ai Romani e ai Bizantini, sempre più grandi, che, scontrandosi, integrandosi e sostituendosi l’uno all’altro, si alternarono nel dominio di tali vaste regioni, costruendo civiltà di volta in volta più complesse e avanzate.

    Non mancherà un congruo cenno agli Ebrei che, dopo essere stati protagonisti della prima diaspora nel VII sec. a.C. e poi della seconda nel I sec. d.C., alla nascita dell’Islam, mentre Maometto promulgava la relativa dottrina di fede, avevano già abbandonato il Medio-Oriente diretti nell’Africa mediterranea.

    Infine, di certo non guasterà qualche riferimento ai costumi tribali degli abitatori del deserto negli anni oscuri prima che l’Islam si affacciasse alla storia, per stabilire il clima ambientale, spirituale e culturale in cui sarebbe sbocciata la divina rivelazione

    L’Islam attualmente è diffuso nelle seguenti aree:

    Continente asiatico:

    1) Asia Occid. (Medio-Oriente):

    Arabia Saudita 99%

    Emirati del Golfo Persico 95%

    Sultanati del Mare Arabico 95%

    Libano 25%

    Giordania 95%

    Siria 75%

    Iraq 45% sunniti e 45% sciiti

    Iran 95% sciiti

    Afganistan 90%

    Bosnia e Macedonia 60%

    Usbekistan, Turkmenistan e Tajikistan 60%

    2) Asia Merid. (sub-Continente indiano):

    India 12%

    Pakistan 95%

    3) Asia di Sud-Est:

    Bangladesh 86%

    Birmania 5%

    Indonesia 85%

    Malaysia 55%

    Cina (alcune regioni) 5%

    Sud delle Filippine 5%

    Africa Settentrionale:

    1) Magreb:

    Marocco 99%

    Algeria 99%

    Tunisia 96%

    Libia 99%

    Sahara interno: Mauritania 99%, Mali 70%, Niger 17%, Ciad

    50%, Sudan

    75%, Etiopia 20%, Somalia 99%

    2) Mashrak: Egitto (el Mahsr) 94%

    L’agricoltura ha svolto un ruolo importante in: Egitto, Mesopotamia, Nord-Africa (fascia costiera), Yemen, Libano, Israele, Siria (nelle oasi), Turchia, Iran (alcune regioni). In questi territori, infatti, si sono affermate civiltà antichissime, prime fra tutte quella dell’Egitto (el Mahsr), attraversato dal Nilo, e quella della Mesopotamia, racchiusa fra il Tigri e l’Eufrate.

    La grande distesa desertica si estende, invece in: Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, aree medio-sahariane (Mauritania, Mali, Niger, Ciad, Sudan), regione saudita, Siria, Giordania, Libano, Israele (es. deserto di Giuda, presso Gerusalemme).

    Gli altopiani, poi, e le più elevate catene montuose, interrotti da deserti pietrosi e stepposi, si trovano in: Afganistan, Turchia e Iran.

    Lungo la fascia Nord-africana e nel Medio-Oriente, esistono affinità di cultura e di lingua (le rispettive popolazioni, se per esempio parlano l’arabo classico, si capiscono); al contrario, solo poche sono tali affinità nei territori compresi tra la suddetta fascia e la zona medio e sub-sahariana (i relativi abitanti non sono in grado di comunicare). Ma anche laddove l’arabo è il maggiore elemento unificante dell’islamismo, esistono delle incongruenze: i Persiani, per esempio, pur mantenendo i caratteri arabi, hanno una propria lingua; mentre i Turchi usano una lingua propria, ma con caratteri che, prima della proclamazione della Repubblica (1923) per merito di Ataturk (padre della Turchia), erano arabi, poi divennero latini.

    Tutte queste sono terre islamizzate, ma lo sono anche Spagna e Sicilia. L’islamismo, inoltre, sopravvive a tutt’oggi in: Bosnia e Maceronia, Albania, Bulgaria, Usbekistan, Turkmenistan e Tajikistan.

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