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24 ore di follia
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Ebook84 pages59 minutes

24 ore di follia

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About this ebook

Nella splendida e caotica Parigi dove la vita sussulta a ritmi insostenibili, tutto si svolge molto in fretta. Alcune persone covano intimamente le loro nevrosi latenti cercando di dare un senso all’esistenza. Olivier, alle prese con i suoi dilemmi cerca di assaporare il tempo in modo un po’ particolare.

Il commissario Devil tenta di risolvere delle indagini su alcuni casi di omicidio. Charlotte, è spesso preda di turbe psichiche che la tormentano profondamente. Uno scorcio di umanità fragile e aggressiva. Dove realtà e fantasia si mescolano in una danza vorticosa di vicende e situazioni paradossali che si svolgono nel giro di 24 ore. Tutti i personaggi dell’opera desiderano porre fine ai tormenti della mente che animano le loro essenze vuote e ipocritamente carezzevoli. Ogni personaggio è vittima delle proprie fobie e talvolta carnefice del proprio destino…

“Lo stile originale e scorrevole rende il romanzo particolarmente realistico, delizioso, pragmatico. Da leggere tutto d’un fiato…”
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMay 10, 2012
ISBN9788866189862
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    24 ore di follia - Donatella Bettini

    06.00

    Ore 6.00

    Una mano priva di vita affiora dalla Senna con fatica. Il primo raggio di luce del mattino ne illumina le linee, il colore violaceo, opaco. La pelle putrida e raggrinzita emana un odore nauseabondo, puzza da far venire il voltastomaco.

    Un uomo di mezza età con il volto plumbeo, gli occhi spalancati, le pupille dilatate e un violino attaccato al collo svela un corpo esanime semisommerso nell’acqua.

    L’uomo privo di vita dondola pigramente alla corrente e si imprime senza difese nitido nella retina del Commissario Devil.

    Davanti all’uomo, solo facce perplesse di passanti assonnati.

    Un’anziana signora dai capelli bianchi e lo sguardo stupefatto si avvicina tremante al corpo esanime.

    Mon Dieu! esclama la donna facendosi velocemente il segno della croce.

    Incontra gli occhi di Didier Devil: abbassa lo sguardo e si allontana dal marciapiede con elegante discrezione. Stringe sotto il braccio una baguette e tira con la mano destra un carrello colmo di verdura fresca di mercato.

    Il sole affiora pigro dietro i palazzi dell’Ile de la Cité.

    L’anziana donna emette un gemito quasi volesse nascondere l’imbarazzo terrificante che la sostiene; ipnotizzata lì, senza difese, con l’angoscia nel cuore. Ha ai piedi stivali di gomma robusti e ben saldi che la puntellano con determinazione sull’asfalto umido e scivoloso senza troppo sforzo.

    La schiena curva e appesantita le conferisce una stanchezza sepolta.

    Poi la donna dà un’occhiata di straforo al commissario Devil indugiando una risposta e scompare dalla scena dietro una nuvola di nebbia indomita.

    Sono Devil, vi prego di prendere nota: uomo di mezza età, 45/50 anni circa, capelli neri corvini, corporatura robusta, statura media, trovato privo di vita lungo la Senna direzione isola pedonale Ile de la Cité, davanti al bistrot Chien, probabile suicidio o qualcuno ce l’ha buttato di proposito! Dunque… dimenticavo la cosa più importante… un violino al collo. Uno Stradivari, un modello Stradivari, dei primi del novecento.

    Okay commissario, ricevuto, tra qualche istante arriverà sul luogo la scientifica.

    Didier Devil spegne il telefono e lo ripone in tasca. Ha dei cerchi blu sotto gli occhi che gli coprono buona parte del viso. Il volto, seppure ancora zigrinato dal sonno, è avvincente, due rughe si estendono reciprocamente ai lati della bocca conferendogli charme con naturale audacia e determinazione.

    Ancora una notte insonne… questa proprio non ci voleva, come se non bastasse… ci mancava anche la litigata con Charlotte dice tra sé il commissario pensieroso osservando una Craven senza filtro.

    Poi rimane a osservare il pacchetto con aria strabuzzata. E repentinamente volge lo sguardo sulla superficie del fiume di un colore verde scuro.

    Ore 6.30

    Olivier si sveglia di soprassalto, madido di sudore, nel suo camion lungo la Senna. E’ scosso da uno strano rumore.

    Forse è un clochard che avrà trascorso la notte insonne dice tra sé portandosi le mani a pugno sugli occhi ancora appiccicati dal sonno.

    Chi è là? urla affacciandosi dal finestrino posteriore.

    Poco più in là vede l’ombra del suo gatto che rincorre un topo.

    Lascialo stare. Tra poco avrai il tuo pasto! gli dice.

    Ritorna con fare pigro a crogiolarsi nel letto ancora caldo. Si è organizzato una suite d’eccezione sul suo camion multiuso.

    Olivier ama la libertà senza troppi conformismi anche se la gente lo trova strambo. Lui ne è consapevole e a dire il vero non gli importa più di tanto. E’ così che vuole vivere.

    La sua vera passione, oltre alla collezione di pezzi di antiquariato che vende nei mercati dei quartieri parigini, sono i libri degli esistenzialisti francesi: come quelli di monsieur Jean Paul Sartre.

    A Olivier piace analizzare le cose che gli capitano per poi procedere a una analisi completa individuale per dare un senso all’esistenza.

    Talvolta si perde nei meandri delle sue fobie.

    A forza di pensare all’esistenza dimentica la presenza alla vita.

    Spesso, è attratto inconsapevolmente dalla propria paura di vivere, o dalla propria paura di morire. Così tanto, da sentirsi inadeguato alla vita.

    Il suo camion è il rifugio del suo mondo segreto.

    L’uomo è anche attratto inconsciamente alla sua stessa solitudine.

    Senza rendersene conto, escogita strategie diaboliche affinché possa continuare a declamare: sono solo… e pure sfigato.

    Olivier conosce perfettamente ogni angolo della città. Soprattutto conosce gli esseri umani che come ombre fuggenti vagabondano senza meta lungo l’impenetrabile Senna.

    Ogni sorta di angosce senza nome si scatenano lì.

    Di quando in quando si soffermano a contemplare il fiume e a stropicciarsi le orecchie dal freddo prima di trovare un posto dove dormire. Il vino è terminato. Le bottiglie vuote emettono sordi rumori che si confondono con il mormorio della corrente. Un giovane uomo barcollante con una barba sfatta si ferma in mezzo al marciapiede. Indossa una giacca logora verde scuro e un cappello dello stesso colore. I suoi occhi azzurri e sonnolenti sono rivolti verso il cielo, le pupille dilatate invadono la sua espressione di carta bruciata e consumata dall’alcol. Una nuvola lo avvolge e il giovane uomo si ferma di netto con le spalle curve

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