Via Lactea: Missioni spaziali
Di Eric Bucci
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Anteprima del libro
Via Lactea - Eric Bucci
1.
Prologo
Spazio, ultima frontiera. Per quanto riguarda l’infinitamente grande è questo il limite estremo della conoscenza. La sua esplorazione è appena agli inizi. Sono poche, infatti, le cose che si sanno sull’universo, a partire dalla sua origine. Riguardo a ciò esistono molte teorie, alcune più accreditate altre meno, ma che, con buona probabilità, sono destinate a rimanere tali, per via dell’enorme, se non insormontabile, difficoltà nell’ottenere verifiche certe.
Oltre alle teorie appena accennate, che riguardano l’origine dell’universo, ve ne sono altre più concrete delle prime, come ad esempio quelle sulla sua composizione. Queste altre teorie hanno come punti in comune solo quelli più logici e ovvi, dati ormai per scontati. Uno di questi riguarda la materia di cui l’universo sarebbe composto. Da dove venga e come si sia formata è un mistero che, se fosse stato già svelato, avrebbe dato un grosso contributo alle teorie sulla formazione.
Della materia di cui è composto l’universo, o almeno una sua minima percentuale, si sa com’è distribuita. Essa costituisce quelli che sono conosciuti come corpi celesti. Questi non sono altro che stelle, pianeti, asteroidi e qualunque altro tipo di astro si possa trovare nello spazio. Qui tutti questi oggetti non si trovano sparpagliati a caso, almeno nella maggioranza dei casi, bensì raggruppati in quegli immensi insiemi di corpi celesti che sono le galassie.
Una galassia è, appunto, un sistema costituito da centinaia di miliardi di stelle e da materia cosmica diffusa negli spazi interstellari, isolato da altri sistemi simili. Le galassie sono classificate in tre gruppi principali in base alla loro forma: ellittica, irregolare o a spirale.
Le galassie ellittiche variano da una forma quasi sferica a una forma a lente e si pensa che queste siano le galassie di più antica formazione.
Le galassie irregolari sono formate da stelle sparse irregolarmente e sono le più piccole, le più deboli a livello di emissioni energetiche e le meno comuni.
Le galassie a spirale hanno un nucleo di forma lenticolare e luminoso comprendente milioni di stelle, attorno a cui si trova un disco piatto formato da stelle a più debole luminosità; le braccia a spirale fuoriescono dal nucleo e sono formate anch’esse da milioni di stelle, inframmezzate da grandi nubi di polvere e gas.
Di quest’ultima categoria di galassie fa parte la Via Lattea. Essa è una galassia a spirale del diametro approssimativo, calcolato da un braccio all’altro, di circa centomila anni-luce con uno spessore, da un polo all’altro del nucleo, di circa trentamila.
Al confine tra il nucleo centrale della galassia e uno dei suoi bracci a spirale, vi è un sistema stellare con undici pianeti. Questi hanno caratteristiche differenti tra loro; due di essi, il quarto e il sesto, sono particolari rispetto agli altri, in quanto molto simili: hanno superficie solida con un'atmosfera di ossigeno, azoto e altri gas, che hanno permesso lo sviluppo di forme di vita molto diversificate. Fra queste forme di vita, entrambi i pianeti possono vantare l'evoluzione di due civiltà che, secondo certi canoni, si possono definire intelligenti.
Il quarto pianeta ospita la civiltà fyloniana, da cui il nome del pianeta: Fylon. I fyloniani sono una razza pacifica e tecnologicamente evoluta. Alcuni di loro sono dotati di poteri telepatici che usano per varie esigenze. Fisicamente mostrano caratteristiche singolari: non sono molto alti, hanno una pelle dura e liscia di colore verde scuro, una forma del busto approssimativamente triangolare, con quello che dovrebbe essere il vertice rivolto verso il basso, accanto al quale spuntano le due gambe, una per lato; questi esseri hanno una testa piccola sorretta da un collo appena accennato, che la posiziona tra le spalle, con un volto su cui spiccano tre occhi disposti in cerchio, rispettivamente di colore giallo, rosso e blu, cosa che permette a questi esseri di avere una visione chiara e precisa delle varie tonalità di colore; al di sotto di tali occhi vi è una piccola bocca, mentre poco sotto il collo vi è l’orifizio di imbocco delle vie respiratorie; dalle spalle, piuttosto larghe data la forma del corpo, spuntano due braccia lunghe quasi quanto il busto, che terminano con mani prensili munite di tre dita ciascuna.
Su Harrathon, il sesto pianeta, vi è la civiltà harrathoniana. Anche gli harrathoniani, al pari dei fyloniani, sono tecnologicamente evoluti. A livello fisico sono molto diversi dai fyloniani: la loro pelle è verde e squamosa, hanno un volto con due occhi, una bocca con una dentatura munita di zanne e un corpo con un busto eretto, due gambe e due braccia molto muscolose.
L’evoluzione tecnologica quasi contemporanea ha permesso alle due civiltà di venire in contatto, iniziare rapporti diplomatici e, pur se in minima parte, anche scambi culturali, favoriti da ulteriori progressi scientifici che portarono ad un grande sviluppo dei viaggi spaziali.
Purtroppo questo rapporto idilliaco e pacifico non durò molto tempo; i due popoli si trovarono a combattere una guerra che sconvolse completamente la vita di entrambe le civiltà.
Tutto cominciò quando fu eletto Presidente della Provincia Nazionale harrathoniana di Kedor il dirigente Colar Zinmov, esponente politico molto potente sul suo pianeta.
Era un periodo di estrema tensione per Harrathon, la cui popolazione era impegnata nell'importante progetto di unificazione politica planetaria. Rappresentanti politici di tutte le Province Nazionali si riunivano per i colloqui diplomatici che dovevano servire a trovare accordi fra le varie rappresentanze e a dare un ottimale assetto politico al nuovo governo.
Dopo la sua elezione, in rappresentanza di Kedor andò lo stesso Zinmov. Col tempo ampliò molto il suo potere nelle varie commissioni istituite per portare avanti i colloqui, fino poi ad arrivare a presiedere la Commissione Generale per l'unificazione di Harrathon. Sotto la sua direzione la commissione lavorò a ritmi impressionanti, riuscendo a terminare i lavori di unificazione politica in un tempo nettamente minore del previsto. Per questo suo operato Colar Zinmov fu votato all'unanimità come primo Presidente della Repubblica Planetaria di Harrathon.
I suoi elettori non sapevano a cosa sarebbero andati incontro. Salito al potere, Zinmov, appoggiato anche da alcuni dei suoi collaboratori più fidati, abusò oltre ogni limite della sua carica. Con una serie di manovre politiche azzardate rivoltò completamente le nuove istituzioni appena entrate in vigore, riuscendo, infine, a trasformare la Repubblica in un Impero. Dopo aver esteso il suo dominio all'intero pianeta, Zinmov decise di ampliarlo fin nello spazio, dando presto il via a progetti di colonizzazione prima sui satelliti abitabili del suo pianeta, per poi passare a sfruttare gli asteroidi del sistema.
Questo forte espansionismo harrathoniano preoccupò molto i fyloniani, che tagliarono qualunque rapporto diplomatico preparandosi al peggio. Anche altre civiltà con le quali i due pianeti erano entrati in contatto iniziarono ad evitare quella zona dello spazio, intimorite da ciò che stava accadendo. Mai nessuna preoccupazione fu più fondata: dopo aver occupato gran parte dello spazio libero sfruttabile nel sistema, gli harrathoniani dichiararono guerra ai fyloniani. Il conflitto si dimostrò subito molto violento, con gravi perdite subite da entrambe le parti. All'inizio i fyloniani, sopraffatti dalla potenza dell'esercito harrathoniano, persero molte postazioni militari, alcune di grande importanza. Dopo questo primo periodo di sbandamento però, i fyloniani iniziarono a recuperare terreno, fino a portare la guerra in una lunga situazione di stallo.
2.
Il Consiglio di Guerra
La situazione di incertezza venutasi a creare sembrò, almeno inizialmente, non preoccupare molto Colar Zinmov. Egli, infatti, pensava che una tale situazione fosse destinata a risolversi molto presto in suo favore, al contrario, invece, del suo Consiglio di Guerra, che la considerava molto pericolosa perché imprevedibile.
Zinmov però, da guerriero esperto ed orgoglioso qual era, non considerava nemmeno una tale ipotesi. Le riunioni del Consiglio di Guerra, regolarmente convocate dall’imperatore stesso, che ne era anche il dirigente, finivano sempre per trattare tale argomento e, altrettanto puntualmente, terminavano sempre nello stesso modo, ovvero con Zinmov che ignorava gli avvertimenti dei suoi collaboratori.
Con il passare del tempo, però, arrivò il momento in cui il prolungarsi dello stallo nel conflitto iniziò, anche se in ritardo, a preoccupare lo stesso imperatore, che alla fine si convinse ad ascoltare il parere dei suoi collaboratori. A tale proposito, Colar Zinmov convocò i capi militari dell'impero membri del Consiglio per un incontro, che si tenne nella sala riunioni principale del Comando Imperiale e che doveva servire ad esaminare la situazione per prendere le dovute precauzioni. I partecipanti alla riunione erano, oltre a Zinmov e al suo segretario personale, il dirigente del Dipartimento di Guerra Romas Mordoc e i due più importanti capi militari: il Comandante in capo della flotta da guerra Loten Torak e il Generale capo dell'esercito Dàkarius Taagh.
Zinmov e il suo segretario si presentarono con leggero anticipo alla riunione, aspettando l'arrivo degli altri convocati davanti all'ingresso della sala, protetti dalla scorta imperiale, mentre gli altri partecipanti arrivarono all'ora convenuta.
Dopo aver scambiato con i presenti il tradizionale gesto di saluto, consistente nel portarsi il dorso del pugno della mano sinistra alla spalla destra, Zinmov esordì dicendo: – Bene, signori, a quanto vedo ci siamo tutti. Direi che possiamo entrare.
Detto ciò, l’Imperatore entrò nella sala seguito dagli altri membri del Consiglio e insieme a parte della scorta, mentre il resto dei soldati rimase di guardia all'esterno. La sala, al suo interno, era spaziosa e poco illuminata, cosa questa dovuta sia alla scarsezza dell'illuminazione artificiale, accentuata dal colore scuro delle pareti, sia perché dalle grandi finestre poste di fronte all'entrata penetrava poca luce per via dell'ora serale in cui si svolgeva la riunione. Al centro della sala vi era un tavolo pentagonale intorno al quale erano disposte cinque sedie, una per lato, riservate ai partecipanti.
Entrati in sala, i presenti si disposero intorno al tavolo, per poi sedersi.
A questo punto la riunione cominciò: – Allora, signori, – esordì Zinmov – cosa sta succedendo? Da tempo i rapporti che mi arrivano sembrano indicare che ci troviamo in un momento di difficoltà. – disse con indifferenza, fingendo di ignorare tutti gli avvertimenti già ricevuti.
– Come lei sa bene, – rispose il comandante della flotta da guerra Torak